Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Fuffy91    31/07/2007    1 recensioni
Rieccomi!! Spero vi piaccia! é una storia di avventura, coraggio e mistero.Una strana ragazza legata ad un segreto , ad una ciurma di pirati ben conosciuta e ad un capitano con un cappello di paglia. Intrighi, paure, misteri, segreti, dolori, vie nascoste, strade insidiose, nascondigli , gioie, sorrisi, bevute in compagnia, profumo di arance e magia...questo è Orange Town! Leggete e commentate se volete! Baci da Fuffy91!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Prendi questo!” urlò Nami contro la sua avversaria che, nonostante gli sforzi e le potenti scariche di bastonate della navigatrice, riusciva a schivare i suoi veloci e decisi colpi con una rapidità e agilità sorprendenti, e questo non faceva che alterare il delicato equilibro della pazienza della rossa, e i suoi sorrisini beffardi la rendevano ancora più irascibile: se c’era una cosa al mondo che Nami non sopportava, era essere sottovalutata dal proprio avversario!.” Si può sapere che cosa hai da ridere tanto?” le chiese con l’affanno unito alla stizza quando si decise a fermarsi dopo una serie di colpi sprecati e andati a vuoto, e la bionda platino le rispose per nulla affaticata, sempre con un sorrisetto divertito e velenoso dipinto sulle labbra e accompagnando la parola portandosi una ciocca di ricci ribelli dietro l’orecchio:” Bè, possono essere molteplici le cose che mi creano ilarità nei tuoi riguardi. Primo: la tua totale mancanza di stile; Secondo: la poca resistenza che manifesti, visto che dopo soli pochi colpi sei già sfinita; e Terzo: i tuoi capelli, che se posso dirlo sono davvero orrendi!” e dopo quest’ultima affermazione, la bionda cominciò a ridere a crepapelle in una risata diabolica. Quelle ultime parole per Nami, come del resto tutto il suo discorso accusatorio, risultarono la solita goccia che fece traboccare il vaso” Eh no, tutto tranne i miei adoratissimi capelli!” esclamò tra se, in preda ai tremori per cercare, invano, di contenere la rabbia e il furore nei riguardi di quella vipera travestita da strega, ed inseguito, urlandole contro tutto la sua ira, stringendo il suo bastone con entrambe le mani e con un’espressione alquanto spaventosa che faceva sciogliere dalla paura all’istante Usopp e Chopper, innamorare Sanji , infastidire Zoro , far sorridere Nico Robin e ridere Rubber, le disse:” Tu…Maledetta, come osi affermare che i miei capelli sono orrendi?! Sono bellissimi chiaro!!! E poi, ti sei vista i tuoi?! Quelli si che si possono definire orrendi! Biondo platinato, bleah! Un’altra cosa, ti informo che l’abbinamento rosso-nero, è superato ormai, e poi, anche se fosse, a te non sta di certo bene!” concluse con un sorrisetto soddisfatto la bella cartografa, e pensando tra se:” Ed ora, vediamo come controbatti biondina! Hehe!” ma la biondina ,come la definiva Nami, era immobile ed impassibile, e continuava a torturarsi i ricci attorcigliandoseli tra le dita sottili e ricoperte da uno strato di merletto nero con delle rose dello stesso colore ricamate(i guanti). Dopo un attimo in cui i loro occhi si rispecchiarono a vicenda, incatenando i loro sguardi di fuoco, rossi quelli di Ice e a mandorla quelli di Nami, fu la prima delle due a distogliere il suo, socchiudendo gli occhi e abbassando leggermente il capo, e fu allora che un altro sorriso velenoso e per niente divertito come i precedenti,incurvò le sue labbra sottili e rosee. Poi rialzando lo sguardo verso quello di Nami, la quale ebbe un sussulto a quella espressione, visto che questa si presentava per niente amichevole e rassicurate e solo per un attimo le provocò un brivido di terrore, ma in seguito, raccolto tutto il suo coraggio, lo affrontò a testa alta e si preparò all’attacco imminente, infatti Nami aveva compreso che la sua avversaria, con quello sguardo minaccioso e con quel sorriso velenoso come prologo, stava per contrattaccare. E così fu, anche se in modo insolito che ,per un certo lasso di tempo, lasciò interdetta Nami. Infatti Ice si era semplicemente sfilata il guanto di pizzo nero dalla mano destra e, inginocchiandosi con lentezza sul suolo polveroso, l’appoggio con noncuranza, ignorando per un istante la sua avversaria, che intanto la osservava inerme,non riuscendo a comprendere le sue intenzioni:” Ma che cosa vuole fare? Non riesco a capire!” pensò intanto. Poi sentì che l’aria, in quel periodo estivo afosa e caldissima, si caricò di una piacevole frescura che ben presto divenne gelo, un pungente gelo simile a quello trasportato dal vento invernale le invase le membra e sembrava provenire dal punto in cui Ice aveva riposto la sua delicata ma minacciosa mano. All’improvviso, il gelo si fece più intenso, e con sbigottimento della bella rossa, il suolo dapprima polveroso divenne ghiacciato, non solo intorno alla sua avversaria, ma minacciava di raggiungerla inesorabilmente. E così accadde, e, nonostante i tentativi di Nami di allontanarsi, questo le avvolse le sottili caviglie, immobilizzandola. Ancora con la bocca aperta per lo stupore, Nami si guardò prima le caviglie ghiacciate ed in seguito Ice, che la osservava con un’espressione soddisfatta ma diabolica dipinta sul bel volto trasfigurato dall’istinto omicida:” Come puoi vedere e sentire il mio non è solo un nome per identificarmi dalla massa. È piuttosto un avviso di morte.” Quelle ultime parole vennero sibilate con un orribile sarcasmo, che in seguito scoppiò in un’altra fragorosa, isterica e velenosa risata beffarda, che fece innervosire ulteriormente Nami:”Maledetta, giuro che me la pagherai molto cara!” esclamò al limite della rabbia, mentre Ice sembrava triplicare il suo scoppio di risa,ed intanto la sensazione di gelo cominciava a pervadere non solo le caviglie, ma anche le restanti membra di Nami, e la cosa le risultò insopportabile. Intanto, sullo scenario di un altro scontro, nello stesso momento, tre lame famose in tutto il Grande Blu, si scontrarono in una sonora scoccata con altre due grandi lame, mentre il proprietario di tali spade sogghignava divertito da quel contesto, il suo avversario dai capelli di un verde impossibile ed abbagliante, era il ritratto della concentrazione e della bravura, ma sembrava che questa da sola non bastasse per sconfiggere il suo strano, ignoto e purtroppo abile avversario. Ma, dopotutto, la cosa le lasciava uno strano e sublime senso di compiacimento; infatti, nonostante il suo avversario lasciava intendere solo follia e bramosia di potere, doveva ammettere che quel combattimento lo stimolava e in un certo senso, lo divertiva. Da molto tempo, ormai, Zoro non si scontrava con un avversario valido almeno quanto lui e, nonostante quest’ultimo usasse solo due spade per difendersi, egli riusciva benissimo a parare tutti i suoi colpi. Ma lo spadaccino dalle tre spade doveva ancora sfoderare le sue tecniche migliori, e questo in parte lo risollevò e lo incuriosì, visto che non vedeva l’ora di scoprire come quel folle con la treccia e vestito in modo alquanto stravagante si sarebbe difeso. Infatti, da abile spadaccino del suo calibro, Zoro sapeva che anche lui si stava solamente, come dire,riscaldando, e questo aumentava la sua curiosità e la sensazione di trionfo imminente che lo avrebbe subito invaso, quando alla fine lo avrebbe sconfitto. Ma prima doveva carpire il suo punto debole e colpirlo nel momento giusto, e sapeva anche che in nessun momento doveva sottovalutarlo e perdere la concentrazione( e quella di certo non gli mancava!). All’improvviso, quando il riscaldamento sembrò essere arrivato al suo limite, Jimb si fermò e, sotto lo sguardo attento di Zoro, alzò entrambe le sue spade puntandole verso il cielo e in seguito, con un sorrisino fugace come la goccia di un veleno potentissimo che gli oltrepassò le labbra, le fece roteare come se volesse squarciare l’aria ed infine allargando le braccia a mo di croce, sotto lo sguardo attonito di Zoro, esclamò:” Ali del cigno nero!!!” e con questa esclamazione aprì e chiuse le braccia con violenza e con una velocità sorprendente si scaglio contro Zoro che, impegnato a difendersi dalla violenza dell’aria che con quel gesto gli aveva scagliato contro, e che per poco non lo scaraventò in aria, non si accorse che il suo avversario gli si stava avvicinando inesorabile e, con le sue ineguagliabili difese, riuscì solo a ferirgli una spalla e a spostarlo di qualche metro dalla sua posizione di difesa:” Maledizione!” esclamò Zoro accortosi della ferita piccola ma profonda che gli aveva inferto una delle lame delle spade di quel pazzo. Quest’ultimo, compiaciuto del risultato del suo colpo, si leccò la lama sporca di sangue e curvò le sue labbra in un altro sorrisino beffardo e velenoso più del primo:” Bleah, ma sei disgustoso! Fai venire il voltastomaco!” esclamò disgustato Zoro, mentre si rimetteva in posizione di attacco, e quello, facendo spallucce, gli rispose non curante:” Ma perché ti lamenti tanto?! Devo dire che il tuo sangue ha un sapore niente male, me ne compiaccio. Non vedo l’ora di assaggiarne un altro po’!” e quella ultima affermazione provocò una sua imminente risatina diabolica e il nascere di una grande gocciolina dietro la testa verde di Zoro che,inarcando un sopraciglio e con aria alquanto disgustata, gli rispose:” Bè, ho paura che non potrò accontentarti, perché vedi non ho alcuna intenzione di concederti il bis!” esclamò con un sorrisetto divertito e di sfida che venne ricambiato da uno sempre più divertito e piuttosto forzato. E subito dopo quello scambio di battutine, il combattimento riprese a suon di colpi potentissimi e spettacolari, con un’alternazione di incassamenti e di ferite inferte da entrambi le parti. “ Che cosa c’è? Sei già stanco?” chiese il rosso Jacob al cuoco Sanji che, asciugandosi un rivolo di sangue che gli fuoriusciva dal labbro inferiore, si rimise in piedi dopo un potentissimo calcio alla milza, che gli lasciò una terribile sensazione di dolore interno ma anche esterno, visto che intorno alla parte indolenzita stava per formarsi un grande e violaceo livido, ma Sanji non se ne curò e, approfittando di quella piccola pausa, si accese una nuova sigaretta, visto che quella che aveva acceso poco prima dell’inizio della battaglia, l’aveva già completamente consumata:” Stai già fumando la tua ultima sigaretta? Ho andiamo, un po’ di ottimismo! La tua misera vita potrebbe durare anche qualche altro minuto, se io vorrò. In fondo ,sai, ti confesso che mi sto divertendo molto a prenderti a calci come un pallone da calcio.” “ Ah si?! Bè, mi dispiace tanto per te, ma ti informo che quella che sto fumando non è e non sarà di certo l’ultima sigaretta che fumerò, la mia vita non è affatto misera e visto che ti piace così tanto giocare a calcio, tra poco ti trasformerò io in un bel pallone, stanne certo!” concluse con un sorriso e portandosi le mani nelle tasche della sua elegante giacca nera, e Jacob, sorridendo anch’egli per quell’affermazione, gli rispose:” Sai una cosa, è un vero peccato che debba farti fuori. In fondo mi sei simpatico. Ma come ben saprai gli ordini sono ordini. Quindi…” caricando un altro calcio e sfregiando l’aria afosa, si diresse per colpirlo in pieno viso, ma la sua mossa fulminea venne prevenuta dal cuoco, che lo bloccò con la sua gamba destra:” Dì un po’, ma per caso tu hai mangiato un frutto del mare?” gli chiese con un sorrisino dipinto sulle labbra mentre il dolore alla milza stava man man diminuendo, cedendo il posto ad un leggero fastidio:” Non sarei obbligato a rispondere alla domanda di un cadavere che cammina e parla, ma visto che mi trovo…ebbene si, ho mangiato il frutto Cal Cal, che mi permette di scagliare calci potentissimi ad una velocità sorprendente, ma immagino che tu lo abbia già capito.” Concluse con un sorrisino sardonico e aumentando la pressione della sua gamba destra verso quella dolorante di Sanji, il quale, con un rivolo di sudore che gli rigava la bella fronte larga, gli rispose sostenendo la sua potenza e non accennando a cedere:” Già, me ne sono accorto! Ma come puoi vedere me la cavo benissimo anche io, quindi…” e cedendo falsamente alla potenza del colpo di Jacob, e continuando il suo discorso:” …non intendo…” e scagliandogli un colpo velocissimo e ben centrato nello stomaco e poi, usando il ginocchio, lo colpì in pieno viso con una potenza inaudita che lo scagliò contro una fontana al centro della piazza adiacente alla strada principale di Orange Town, che lo bagnò completamente da capo a piedi, lasciandolo leggermente stupito e dolorante e Sanji con un relativo affanno concluse esclamando”…arrendermi!”. Petali. Ultimi petali di fiori d’arancio appena sbocciati riempivano l’aria incandescente di un dolcissimo profumo di arance, che entrando dalle narici in modo pungente e punzecchiando gli occhi spalancati e di un azzurro vitreo puntati verso il proprio avversario, trasmetteva nell’animo di Nico Robin un senso di quiete e pace assoluta, pace che stava per essere rotta ,come un sasso che increspa le quiete acque di un lago, da un colpo deciso di Nadya che, stanca di aspettare, attaccò la propria avversaria per prima, ma il suo colpo venne prontamente fermato da una delle tanti mani delicate di Robin, e così facendo i petali di ciliegio da lei scaturiti si unirono in modo armonioso con quelli d’arancio, lasciandola compiaciuta e soddisfatta. Ma la bella avversaria dai capelli più neri della pece e di quelli dello stesso colore di un cielo notturno e senza stelle di Nico Robin, si liberò della sua stretta fredda, come se per un attimo fosse diventata liquida e si scagliò contro di lei regalandole un pugno in pieno viso, facendola per un attimo vacillare e Nadya, pienamente soddisfatta, la colpì alla milza con un preciso e potentissimo calcio, lasciandole nemmeno il tempo di reagire e facendola cadere del tutto al suolo. Questo innervosì non poco Robin, che rialzandosi con sbigottimento di Nadya, unì le sue mani di nuovo sul petto formando una X, e creando di nuovo un fantastico gioco di petali di ciliegio e d’arancio, creò una catena di mani che la immobilizzarono completamente da capo a piedi, e in seguito la strinse in una morsa d’acciaio, provocandole dei gridolini di dolore, ma Robin doveva ammettere che la sua avversaria era un osso duro e difficile da sconfiggere:” Non intendo mollare, capito? Ti consiglio carina di non sotto valutarmi!” e con un sogghigno improvvisamente, Robin vide che i sottilissimi capelli della sua avversaria, cominciarono ad allungarsi a dismisura fino a legarle le caviglie ed i polsi in quattro lunghissime ciocche e con una potenza inimmaginabile, Nadya strinse più che poté, finché Robin, quasi al limite, lasciò la stretta delle sue mani che scomparvero all’istante trasformandosi in tanti piccoli petali di ciliegio e accasciandosi a terra ancora con entrambi i polsi e le caviglie legati dai terribili capelli di quella bellissima strega nera, perse i sensi per il dolore lancinante, e a questo seguì la sonora risata di Nadya. “ Avanti scendi da lì, nasone!” urlò Karl ad Usopp, che si era arrampicato in cima ad un albero di arance in un breve attimo di vigliaccheria, insieme a Chopper che intanto, seduto su un gradino di una casa, si sbatteva una zampetta sulla fronte pelosa , come per dire:” Non cambierà mai!” ma poi coraggiosamente, Usopp scagliò una sfera di fuoco con la sua fionda sulla testolina grigia del nanetto Karl, che per il dolore, si rantolò per il dolore lancinante sul suolo polveroso mentre Usopp, anzi come si definiva lui, il Grande Usopp, si pavoneggiava e schermiva il nanetto dolorante che, riprendendosi, con un solo salto, raggiunse il povero e sfortunato Usopp, e cominciò ad inseguirlo per tutta la folta cima dell’albero, mentre Chopper sospirava rassegnato; di tutti e cinque, infatti, Karl era il più debole ma in compenso il più permaloso del gruppo, per via della sua altezza, molto probabilmente! Inoltre anche lui, come Ice, Jacob e Nadya, aveva ingoiato un frutto del mare: il frutto Boing Boing, che gli permetteva di saltare raggiungendo altezze inimmaginabili, ma in un certo senso il suo, a differenza degli altri tre, era il più innocuo; ma nonostante tutto, Karl si vantava di essere il più indispensabile del gruppo e non mancava mai di schermire gli errori degli altri e di torturarli con le sue risatine isteriche e le sue battutine pungenti. I suoi compagni ammiravano la sua predisposizione a torturare la gente e la sua sete di potere, trattandolo un po’ come la loro mascotte, ma l’unica che non lo sopportava sembrava essere proprio la bella Ice, che molte volte minacciava di congelarlo( come è successo anche nel precedente capitolo, ora capite perché si è spaventato tanto! ), ma grazie ai provvisori interventi di Jacob o di Nadya, riusciva sempre a salvarsi per un pelo. Ora lo vediamo alle prese con Usopp, che scagliandogli di rado alcune delle sue micidiali sfere di fuoco, riusciva a scampare ai suoi tentativi di imprigionarlo nelle sue piccole ma resistenti braccia. Intanto Chopper era salito anche lui sull’albero e, accecando Karl con le sue zampette, facilitava la mira infallibile di Usopp che come sempre, ad ogni colpo, perdeva tempo a fare la telecronaca delle sue azioni, facendo perdere la pazienza non solo alla piccola renna dal nasino blu, ma anche allo stesso Karl, che in quel contesto doveva essere il bersaglio! Insomma, di tutti e cinque gli scontri, il loro si poteva classificare come il più comico e il meno serio, il che in quel momento era in parte rassicurante. Intanto, in un’altra zona della città profumata d’arance, due amici camminavano in silenzio, fianco a fianco sfiorandosi di tanto in tanto o con le braccia o con il dorso delle loro mani. Mentre camminava silenziosamente al fianco della sua nuova amica, Rubber si accarezzò impercettibilmente la sua guancia destra, dove poco prima Ruby aveva posato un dolce e sonoro bacio di pura gioia. Al solo ricordo, senza nemmeno accorgersene, le gote del ragazzo si dipinsero di un tenero colorito roseo, rendendolo ancora più tenero di quanto già non fosse e, voltandosi con lo sguardo verso la sinuosa figura che camminava accanto a lui, a pochi centimetri di distanza, e rispecchiandosi nelle sue iridi nocciola intensi che sembravano contenere l’infinito dentro, e posando poi le sue iridi nere sulle sue labbra rosse come due petali di rosa e calde come i tenui raggi del primo sole mattutino, si ritrovò a pensare che avrebbe tanto voluto che il bacio di poco prima si ripetesse anche una seconda volta. Questo pensiero lo sgomentò e lo meravigliò allo stesso tempo: lui non aveva mai pensato una cosa del genere in tutta la sua vita nei confronti di nessuna delle ragazze che aveva incontrato nei suoi innumerevoli viaggi, ed erano state molte e doveva ammettere che erano anche molte belle e affascinanti. Basti pensare alla sua cara e fidata navigatrice Nami, alla sua affascinante ed intelligente archeologa Nico Robin,o magari a Bibi, la dolce e tenera principessa di Alabasta, o ancora il piccolo angioletto con le treccine bionde Codis dell’isola del cielo, ma nessuna sembrava averlo colpito come aveva fatto Ruby. In effetti, ora che ci pensava bene, già dal primo momento che l’aveva scorta tra le nubi di polvere, che lei stessa aveva causato fermandosi improvvisamente e con slancio, mentre veniva rincorsa a per di fiato da un gruppo di marines, e dalla loro prima stretta di mano, aveva sentito come una scarica elettrica pervaderlo interamente solo con un solo piccolo sfioramento di palmi. E se ora la mente raggiunge il momento preciso in cui ha sentito la stessa elettricità pervadergli le membra tese a quello scenario di morte e dolore a cui lui e i suoi fedeli compagni hanno dovuto assistere, ancora non riesce a crederci che con una semplice stretta di mano, in cui lui ha potuto ammirare il candore della sua pelle di pesca da vicino, è riuscita a placare la sua ira e il suo furore nei confronti del responsabile di quella strage. Non riuscirà mai a dimenticare la soddisfazione e l’ammirazione che ha provato nei suoi confronti quando a “Il gabbiano” ha difeso la sua amica Mary e ha sostenuto lo sguardo di ghiaccio di quel tipo strano e misterioso, che lui stesso non era riuscito a sostenere e a non provare un brivido di gelo lungo la spina dorsale, rispondendolo anche per le rime alle sue esplicite minacce di morte. Invece il suo animo puro era stato bombardato da uno stato di malessere interiore e da una tristezza totale, che subito si è tramutato in rabbia al racconto della sua difficile e tragica infanzia; in quel preciso istante, ad ogni sua lacrima di amarezza, avrebbe fatto di tutto per far cessare quel pianto disperato e trattenuto forse troppi anni, cancellando dalla faccia della Terra la causa della sua tristezza e del suo dolore. Tutto per lei. All’inizio questi pensieri non lo stupirono più di tanto. Dopotutto lo aveva fatto anche con i suoi compagni, ma ora, dopo quel bacio inaspettato,era stato come una rivelazione, che lo aveva lasciato e tutta ora lo lasciava stordito e confuso. Confusione. Si, era questo il sentimento che predominava nel suo animo in quel momento. Ora era diventato tutto diverso nei confronti di Ruby. Dopo aver sconfitto quei due giganti, insieme, come una vera squadra, era stato felicissimo sia per se stesso che per il sorriso e la gioia che aveva reso il volto da bimba della sua amica ancora più bello e sorridente. Ma la sensazione che lo ha pervaso quando lo ha stretto tra le braccia morbide e calde, e quel bacio infuocato, frettoloso si, ma infuocato, visto che le sue stesse labbra erano incandescenti, era stata idilliaca, bellissima, si era sentito calmo,in pace, imbarazzato forse, ma rilassato in una amena contraddizione, visto che le sue guance si erano subito imporporate, giustamente. Ogni volta che l’ammirava in tutta la sua fresca e giovane bellezza, non riusciva a frenarsi nell’arrossire, e ogni qualvolta le loro mani, inconsapevolmente, si sfioravano con il dorso, non riusciva a trattenere il bisogno di intrecciare le sue dita abbronzate con quelle sottili, delicate e candide di lei:” Ma in fondo l’ho già fatto tre volte, perché ora non potrei farlo. Però se non vuole e mi respinge? E se poi si offende? E se poi…Oh, basta Rubber finiscila. In fondo ora siete amici, no? Che motivo avrebbe di respingerti? Però…” all’improvviso, durante il flusso dei suoi pensieri sconnessi, gli ritornò alla mente in cui un giorno, mentre giocava a nascondino sulla Merry con Usopp e Chopper, decise di nascondersi nella stanza di Nami, visto che lì nessuno, tranne lei e Robin, ci entrava per paura che Nami li avrebbe picchiati e sgridati, come minimo” L’intimità di una donna è sacra!” gli disse Sanji quando, per l’ennesima volta, trasgredendo quella piccola regola non scritta che tutti conoscevano e che solo Rubber trasgrediva, come al suo solito, facendo di testa sua, era entrato di soppiatto spalancando la porta e trovando Nami intenta in uno dei suoi complicati disegni che, come era prevedibile, dopo averlo pestato per benino lo cacciò fuori a calci, ma quella volta Nami non c’era o, per lo meno, lui così pensava, e così senza troppi ripensamenti, entrò senza bussare e lì trovò Nami, con sua grande sorpresa, che era appena uscita dal bagno ed era tornata in camera sua che, ricoperta solo da un corto asciugamano rosa, si stava asciugando i capelli scarlatti con il phon. Rubber, ingoiando rumorosamente e strascicando uno “Scusami” si stava già preparando alla solita scarica di pugni, ma quel giorno, stranamente, Nami lo invitò ad entrare senza sgridarlo o picchiarlo e facendolo sedere sul suo letto gli spiegò per chiarire:” Senti Rubber, visto che ormai mi sono stancata ogni volta di sgridarti e picchiarti quando entri, senza permesso, in camera mia, ti spiegherò una cosa. Noi due siamo amici giusto?” e lui annuendo:” Si giusto!” “ Bene, allora essendo amici, quando vuoi entrare in camera mia per non so quale assurdo motivo…” “ Dovevo nascondermi. Sai, stavo giocando a nascondino con Usopp e Chopper e…” “ Non interrompermi!” ordinò Nami, quasi al limite della pazienza, poi continuò:” Dunque, stavo dicendo, quando vuoi entrare in camera mia, prima ricordati di bussare e poi chiedimi se puoi entrare. Ma questo non solo per questo, ma anche per tutte le altre cose, quando occorre che tu chieda il permesso. Mi hai capito?” gli chiese sperando in un “si” di approvazione, che arrivò, fortunatamente, e per quel giorno lo fece nascondere in camera sua. Da allora Rubber ricordò sempre quella conversazione, e decise di mettere in pratica il suggerimento di Nami, riflettendo:” Se quel giorno Nami mi ha permesso di nascondermi nella sua stanza solo perché glielo chiesto, senza farla arrabbiare, allora forse, visto che siamo amici, posso chiedere a Ruby se posso stringerle la mano per un po’! Solo per un po’, non per tutto il tragitto! In fondo, credo che siamo quasi arrivati ormai. Va bene, ora glielo chiedo. Coraggio Rubber un bel respiro e…” “ Ruby!” la chiamò ,riscuotendola dai suoi pensieri e rompendo il silenzio che era calato tra di loro, visto che da quelle parti non passava anima viva:” Si, dimmi Rubber cosa c’è?” le rispose questa con un sorriso dolcissimo, che per un attimo fece rabbrividire e imbarazzare Rubber, ma poi riprendendo coraggio le rispose anche lui sorridendo per sciogliere la sua tensione:” Senti Ruby, noi due siamo amici ormai vero?” le chiese ansioso di conoscere la risposta; per lui era un “si” definitivo, ma prima di porle la fatidica richiesta, voleva averne una certezza:” Ma si certo, Rubber. Siamo ottimi amici direi!” aggiunse sempre sorridendo e accennando una risatina divertita e Rubber sospirando rassenerato, continuò dicendole:”Bene, allora posso farti una domanda?” e Ruby sempre sorridendo tranquilla:” Certo, anche due se vuoi!” e intanto pensava divertita e sorridente:” è proprio dolcissimo questo ragazzo. Credo di non aver mai conosciuto un ragazzo più dolce e tenero come lui. Lo riempirei sempre di baci, da mattina a sera!”. Se Rubber avesse saputo che cosa Ruby stava pensando, di certo non sarebbe stato così spedito e diretto nel chiederle con una semplicità e un candore disarmanti:” Posso stringerti la mano mentre camminiamo?”. A quella richiesta Ruby dovette un attimo fermarsi e ragionare sulla risposta, creando una certa sospinse nel cuore di Rubber, che ad ogni sbattimento di ciglia di Ruby, il suo cuore mancava inevitabilmente di un battito. Infatti il poverino cominciava a sudare freddo mentre aspettava la risposta di Ruby che tardava ad arrivare, e intanto pensava afflitto:” Oh, no! Ho rovinato tutto, come al solito! Ma perché non imparo a stare zitto! Eppure quella volta con Nami ha funzionato, sono riuscito a non farla arrabbiare, e stiamo pur sempre parlando di Nami! Ma Ruby non è come Nami! Ho paura di aver fatto il più grande errore della mia vita!” e mentre rimuginava sui suoi ipotetici sbagli, Ruby decise finalmente ad aprir bocca per esclamare un:”D’accordo!”. Rubber ebbe un attimo di smarrimento, poi ripeté esitante la sua risposta:” D-D’accordo?” e Ruby sorridendogli ammiccante e dolcemente gli sussurrò:” Si, va bene Rubber. Puoi stringermi la mano mentre camminiamo. Hai il mio consenso, tranquillo!” esclamò contenta e sorridente, mentre il sole ritornava a splendere nell’animo di Rubber con quel sorriso. Poi, dopo aver ricambiato il sorriso, tutto contento stava per prendere la mano di Ruby nella sua, ma dopo solo averla sfiorata, un improvviso imbarazzo lo assalì completamente, imporporando le sue gote di un rosso acceso, che cercò di nascondere con la visiera del cappello, cercando di evitare lo sguardo di Ruby. Ma questa si accorse del suo imbarazzo improvviso e con un nuovo sorriso dipinto sulle belle labbra rosse, gli alzò la visiera del suo amato cappello di paglia, scoprendo il suo visino arrossato e carico di tenerezza. Poi, presa da quella sensazione di dolcezza che li avvolgeva e l’avvolgeva, si alzò in punta di piedi e gli regalò un altro tenerissimo e incandescente bacio su una delle sue guanciotte rosse, quella sinistra questa volta, facendolo sussultare e fremere, e infine il colpo di grazia: incatenò le sue piccole dita bianche come l’avorio, con quelle più lunghe e abbronzate di lui. Inseguito lo trascinò verso la residenza di Rog Smitt, che purtroppo, era ancora molto lontana, e ben presto sapeva che un nuovo ostacolo stava per presentarsi sul loro cammino. Poi, improvvisamente, sentì la stretta delle dita di Rubber farsi più salda, e voltandosi lo vide tutto sorridente accanto a lei. Era riuscita a toglierlo dallo stato di vergogna in cui era sprofondato inesorabilmente. Ricambiando il sorriso, vide il sole tramontare dietro le cime delle colline lontane, mentre l’ultimo tenue raggio di sole rossastro illuminò le loro mani ancora incatenate l’una con l’altra. La prima giornata di battaglia stava per arrivare al suo culmine. Fine sesto capitolo. Accidenti, già il sesto, ancora non ci posso credere amici. Allora vi è piaciuto? Spero di si! Continuate a seguire la mia storia. Come al solito saluto tutti quelli che seguono la mia storia, e un saluto speciale lo rivolgo alla mia fan numero uno, Akela, accompagnato con un big kiss. Fammi sapere se ti è piaciuto mi raccomando, soprattutto dopo gli ultimi sviluppi sulla piccola e dolce coppia Rubber/ Ruby! Nascerà l’amore? Chissà! XD Sono stata piuttosto sentimentale questa volta, lo ammetto! Baci baci dalla vostra Fuffy91!!!;//D
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Fuffy91