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Autore: Neverland Moony    12/01/2013    1 recensioni
«Noi siamo streghe. Passiamo ad Hogwarts gran parte della nostra vita. Conviviamo con fantasmi di ogni genere. Ma non hai mai l’impressione che tutto questo sia surreale? Non ti sembra mai di guardare quello che ci accade intorno attraverso una finestra? Non… » era la frase più difficile da pronunciare per lei, perché conteneva in quelle poche parole l’incubo che ormai faceva ripetutamente e senza minimi cambiamenti almeno una volta al mese da anni «N-Non hai mai avuto paura del fantasma del tuo passato?»
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon, Sirius Black | Coppie: Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Quando arrivò ad Hogwarts era già tutto finito.
Solo le macerie del castello e i fumi provocati dagli incendi appena spenti facevano capire quale terribile tragedia fosse appena avvenuta.
La guerra era stata vinta. Gli uomini di Voldemort momentaneamente sconfitti.
Ma a quale prezzo?
Gemiti di dolore ovunque. Cadaveri ovunque. Di amici e di nemici.
Dedalus aveva il cuore in gola.
Voleva comportarsi da eroe, per una volta nella sua vita.
Voleva che gli altri lo vedessero con occhi diversi.
Ma lui non era un eroe. Un eroe non avrebbe mai permesso che questo accadesse.
Avrebbe affrontato tutto da solo.
Dedalus invece era riuscito a mettere in salvo solo una persona.
E nemmeno sapeva perché aveva scelto proprio lei.
O meglio, in fondo lo sapeva, ma non lo avrebbe mai ammesso.
Okay, forse vi dovrei un po’ parlare del rapporto che correva tra Dedalus Lux e Andromeda Black.
Quindi scusate se inserisco questa brevissima digressione nella narrazione.
Dedalus trovava Andromeda decisamente affascinante.
La incontrava spesso in biblioteca.
Non aveva mai sostenuto con lei, però, una vera e propria conversazione.
Ogni tanto in classe lei gli aveva chiesto un po’ di inchiostro per il calamaio, ma lui si era limitato a rispondere con un cenno positivo del capo.
Pendeva totalmente dalle sue labbra.
Non solo per la bellezza fisica, quanto per quella interiore.
Passava giornate ad osservarla, tanto che aveva imparato a conoscerla.
Era forse l’unica che non l’aveva mai preso in giro, anzi, erano gli altri che diffamavano lei.
Era sorella di Bellatrix e Narcissa Black, due donne molto potenti e di famiglia nobile e ricca. Purosangue, Serpeverde.
Ma Andromeda faceva eccezione.
Il Cappello Parlante l’aveva smistata in Tassorosso e questo per ovvi motivi.
Le differenze caratteriali con il resto della famiglia Black saltavano immediatamente agli occhi.
Tanto per cominciare Andromeda era solare e dolce con tutti.
Si impegnava a scuola e odiava far parte dei gruppetti contro qualcuno.
Amava passare un po’ di tempo da sola e dipingere, arte che ormai tra i maghi si era quasi estinta grazie alla magia.
Queste sono solo pochissime delle ragioni che avevano portato Dedalus Lux a perdere la testa per lei.
Tornando quindi alla nostra storia.
Dedalus Lux entrò nella Sala Grande. Di morti non ce n’erano stati fortunatamente.
Ma di feriti ce n’erano molti.
Quelli che lui conosceva stavano bene.
Almeno sperava.
Non aveva fatto molta attenzione alle persone stese sui tappeti della Sala Grande perché era uscito fuori correndo e aveva afferrato nuovamente la scopa.
Era diretto nel punto esatto in cui aveva lasciato Andromeda.
La trovò esattamente dove l’aveva lasciata.
Lei era senza parole, paralizzata dalla paura.
E lui, che fino a quel momento non era riuscito a dire a Meda ciò che sentiva, si buttò, così, all’improvviso.
Le raccontò di Lupin e del suo strano comportamento, dell’amore travagliato tra Lily e Severus, tutte cose che a lei più di tanto non sarebbero dovute interessare.
Eppure questo la fece riprendere un po’.
Si sedette a gambe incrociate sull’erba umida del primo mattino e iniziò ad ascoltare la storia di Dedalus.
Il ragazzo le spiegava dei suoi buoni propositi, di quanto avesse voluto comportarsi da eroe e apparire diverso agli occhi degli altri, tutto.
«…Ma la cosa più strana che mi è capitata in tutto questo tempo,» terminò Dedalus tutto d’un fiato, prima di pentirsi di quello che stava per dire «è di essermi reso conto di essere follemente innamorato di te, senza un apparente motivo logico.»
A quelle parole Dedalus temeva che la ragazza si sarebbe sentita quasi offesa e sarebbe scappata via.
Ma non fu quello che accade.
Andromeda si mise in ginocchio e gli prese teneramente il viso tra le mani.
«Oggi tu sei stato il mio eroe.» con queste parole gli baciò la fronte.
Non si baciarono. Né si misero insieme. Mai.
Ma rimasero ottimi amici.
Dedalus a volte stava male per questa semplice amicizia. C’erano momenti in cui tornava alla Stamberga Strillante solo per prendere a calci le pareti e urlare e piangere.
Eppure sapeva che ne valeva la pena, che era il giusto prezzo da pagare.
In fondo non aveva mai nemmeno avuto un’amica, qualcuno con cui poter parlare e sfogarsi.
Questa ragione lo aveva spinto col tempo a pensare a voce alta, in modo da poter intraprendere quanto meno un discorso con se stesso.
Ora, non vi so dire esattamente se da quel giorno Dedalus Lux visse per sempre felice e contento, ma di sicuro il suo pizzico di follia non lo abbandonò mai, e il sorriso non sparì mai dalle sue labbra.
Sono certa che anche Marlene McKinnon, dopo aver parlato con lui dai “Quattro Manici Di Scopa”, nel profondo lo sapeva, quanto Dedalus Lux fosse speciale.







NOTA DELL'AUTRICE:

Sì. Ahimè la storia è finita.
Mi rendo conto che molti di voi siano delusi.
Mi rendo conto che non ci sia una trama precisa, in questa storia.
Mi sento quindi in dovere di dover spiegare le motivazioni di questa fanfiction.
Ho iniziato a scrivere questa storia senza sapere dove mi avrebbe portato.
Avevo bisogno di scriverla per sfogarmi.
Quando ho fatto morire il personaggio di Marlene, potrete trovarlo stupido, ma ho pianto.
Quando Dedalus ha trovato Andromeda, ho esultato.
Questa FF è una piccolissima parte di me, e del travagliato momento che purtroppo sto passando.
Ho voluto parlare di amori, di amicizie, ma soprattutto di un giovane ragazzo considerato pazzo da tutti, ma che sapeva nel profondo quanto valesse.
E questo perché ho conosciuto una persona simile.
Ovviamente il carattere di questa persona è stato portato all’esagerazione nel personaggio di Dedalus Lux.
Ma speravo che arrivasse voi un piccolo messaggio che io ritengo fondamentale.
 
Non sottovalutate mai qualcuno perché è diverso.
Spesso la diversità non è sinonimo di stranezza, ma di genialità.
Cercate sempre di conoscere affondo qualcuno, di scavare nella sua anima.
Perché persino un carciofo in apparenza è duro e spinoso, ma nasconde un cuore tenero e dolce.
 
Vi prometto che la prossima storia che scriverò avrà una trama ben precisa e la rispetterò al massimo.
 
Con affetto,
la vostra autrice.
 
Ps. “Persona speciale”, se stai leggendo avrai capito che questa storia è dedicata a te e al piccolo genio che nascondi dentro. Aspetterò anche in eterno, ma prima o poi ti sentirò urlare le parole “io sono bella e merito amore” con così tanta convinzione e sincerità che tutti cadranno ai tuoi piedi. Devi solo credere in te. Perché io so che persona meravigliosa tu sia, dentro e fuori, ma finché non vedrai allo specchio quello che vedo io quando ti guardo, non potrai mai sperare che anche gli altri lo vedano…
  
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