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Autore: ElPsyCongroo    13/01/2013    3 recensioni
Nel grande Regno del Giallo vivono due giovani ragazzi, anzi, una ragazza e un ragazzo, dai capelli del colore dell'oro e gli occhi del colore del cielo. Hanno un carattere un po' strano, malato per certi versi. Inoltre sono di una bellezza regale, a soli 14 anni entrambi hanno un grandissimo fascino. A questo punto si potrebbe pensare che siano fratelli, addirittura gemelli, e che siano i regnanti del Regno del Giallo no?
E invece lei è principessa del Regno, mentre lui è solo suo servo.
Lei è una regina arrogante, malvagia.
Lui è un servo fedele, malvagio.
Lei ama il suo servo, ma non come amante, ma come una sorella ama un fratello.
Lui ama la sua principessa, come un fratello ama una sorella.
Perché è questo che sono, fratelli, gemelli, anche se lei non lo sa.
Oltre a loro però ci sono altre persone che nascondono segreti, come la popolana dai capelli rossi, la serva dai lunghi capelli color smeraldo e il principe dagli occhi color zaffiro.
Un Regno intero finirà a causa di questi segreti.
Essi porteranno alla più grande tragedia.
(Si tratta della storia completa di Aku no Musume, anche se questa è solo la prima parte ^^).
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 4: Lo scoprirà a tempo debito.

«Leeeeeeeen!!! Ma quanto ci hai messo? È da ore che ti aspetto! Devo raccontarti una cosa! Non ci crederai! Sono felicissima!»

Len era appena arrivato al castello quando  un’ombra vestita di giallo gli era piombata addosso, facendolo finire a terra per l’ennesima volta durante quella giornata. Ovviamente la suddetta ombra era Rin, che sprizzava felicità da tutti i pori. Len era parecchio confuso: non era mai capitato che dopo una giornata intera di incontro ufficiale con ambasciatori di altri paesi lei fosse così felice. Ma questa volta, per qualche strano motivo a lui ancora ignoto, lei era incredibilmente allegra.

«Cos’è che l’ha resa tanto felice?» chiese ancora spiazzato.

«Il principe del Regno del Blu! Kaito! È stupendo, bellissimo! E lo sai perché è venuto?! Per chiedermi in sposa! A quanto pare mio padre aveva già organizzato tutto tempo fa a mia insaputa, ma oggi Kaito è venuto per farmi ufficialmente la proposta! Dovevi vedere la faccia delle serve, erano scioccate almeno quanto me! Questo sabato si terrà una grande festa qui al castello per annunciarlo a tutti! Kaito allora mi farà la proposta davanti a tutto il popolo, tutti dovranno sapere del nostro fidanzamento!

A Len cadde il mondo addosso. La sua sorellina doveva sposarsi con un perfetto sconosciuto!?! Era un principe, ok, ma neanche conosceva Rin! Come si era permesso loro padre di fare una cosa simile!?! Non poteva assolutamente accettarlo! Per carità, era felice che sua sorella si sposasse, sapeva che un giorno sarebbe successo, se n’era già fatto una ragione, ma non poteva accettare che il tutto fosse successo a sua insaputa. Suo padre non gli aveva più parlato da quando lui e Rin erano stati divisi, ma per una cosa così importante doveva renderlo partecipe! Sapeva dove trovarlo, quindi poteva informarlo, anche tramite lettera, non era quello l’importante, ma doveva venirne a conoscenza! Era lui che negli ultimi anni si era occupato di Rin e non poteva permettere che un morto prendesse ancora decisioni!

Però capì che se Rin era davvero felice con questo Kaito, allora anche lui doveva esserlo, altrimenti sarebbe diventato come suo padre, l’avrebbe resa triste, ed era l’ultima cosa che voleva.

«Ehi Len, Leeen! Ma mi stai ascoltando? Guarda che se non mi ascolti non ti invito alla festa!»

«Mi scusi lady, è che mi ha colto di sorpresa. Non ne sapevo niente, ma se lei è felice allora lo sono anch’io per lei.»

«Grazie Len! Oh, vorrei che lo conoscessi! È bellissimo! Ha gli occhi e i capelli blu zaffiro, e un sorriso splendido!»

Occhi blu zaffiro? Li aveva già visti da qualche parte….

…urtando per sbaglio un uomo dagli occhi color zaffiro…

«Non è possibile…»

«È dolcissimo! Devi assolutamente conoscerlo! Anche perché se non piace a te non lo sposo mica» disse con semplicità la principessa, bloccando il flusso dei pensieri di Len.

«Come scusi?»

«Hai capito bene. È anche per questo che devi partecipare anche tu alla festa sabato, così lo conosci e poi mi dici che ne pensi. Non posso mica passare il resto della mia vita con uomo che non ti piace.»

«Ma cosa dice lady? Io sono solo un servo, non le deve mica interessare la mia opinione. Non dovrebbe mai rinunciare a qualcuno o qualcosa per me, un servo! Ahi! Ma perché l’ha fatto!?» Un’altra botta in testa. Possibile che oggi tutte ce l’avessero con lui? Tra cadute e botte in testa aveva perso il conto di quante volte si era fatto male.

«Non dire queste cose! Tu per me sei importante, molto più importante di un servo! Sei come un fratello per me! Sei più importante della mia stessa vita, sarai più importante anche dei miei stessi figli! Tu mi consoli, mi aiuti e fai di tutto per rendermi felice! Non potrei mai ignorare qualcosa che mi dici tu! Perciò rinuncerò a Kaito se non lo riterrai degno!»

Len rimase senza fiato. “Come un fratello” aveva detto. Avrebbe pianto se questo non avesse fatto insospettire Rin. In quel momento aveva voglia di rivelarle tutto, di stringerla forte a sé come solo un fratello può fare con la sua sorellina: non pensava che lui fosse così importante per lei. Certo, sapeva che ci teneva a lui, ma pensava che fosse solo perché era l’unico della sua età… Che sciocco che era, non era nemmeno in grado di capire la propria sorella.

«D’accordo principessa. Le sue parole mi rendono molto felice, perciò non vedo l’ora di conoscere il principe Kaito, anche se so per certo che il mio futuro “cognato” sarà perfetto per la mia lady Rin e che andremo d’accordo.»

«Eheh, cognato! Guarda che purtroppo non siamo davvero fratelli! E se anche lo fossimo non sarei di certo disposta a condividerti con qualcuno, saresti solo mio!»

«Ah no eh? Guardi che non sono mica di sua proprietà esclusiva.»

«E invece sì! Io Len non lo condivido con nessuno, a patto che non sia la donna che colpirà il mio Len dritto al cuore come un fulmine.»

«Quindi se avessi un colpo di fulmine con un eventuale ragazza mi cederebbe a lei?»

«Se fosse il vero amore di Len sì.»

Len non se lo aspettava: un tempo non l’avrebbe mai fatto. Sorrise pensando a quanto era cresciuta in poco tempo. Tornò con la mente, con un misto tra la rabbia e la tristezza, a quel giorno in cui aveva pensato che il mondo sarebbe finito, al giorno in cui erano stati separati.

 

“Ahhhh, grazie Len!” gridò la piccola Rin, dimentica del pianto, abbracciando forte il fratello.

-È vero- si disse Len –quelle cose le fanno i fratelli maggiori. Noi siamo gemelli, e anzi sei nata prima nata tu, per questo il nostro destino è di dividerci, ma io ti proteggerò in eterno, anche quando non ti ricorderai più di me.-

“Ehi, cos’è successo!?! Che cosa le hai fatto!?! Lasciala subito andare!” Rin fu strappata via violentemente dal fratello da un uomo dal volto severo, crudele, che incuteva timore. Un uomo che poteva decidere della vita e della morte dei due gemelli, perché quest’uomo, questo demone, era loro padre.

“Non è successo niente, davvero! Non era mia intenzione farla piangere, le avevo fatto solo un piccolo scherzo! Mi sono pentito amaramente di ciò che ho fatto, la prego, non si arrabbi, padre!” Len Era praticamente in ginocchio, stava pregando quel demone con tutta la sua volontà per ottenere la sua grazia.

“Te l’ho detto mille volte stupido idiota di non chiamarmi padre!” sbraitò l’uomo, mentre la piccola Rin, di nuovo in preda ad un pianto disperato, si trovava contro la sua volontà tra le sue braccia.

“Non dire così papà, ti prego! Len è così bravo con me, io sono felice che lui sia con me! È dolcissimo, non mi farebbe mai del male! Ti prego papà, non arrabbiarti con lui!”

“No, mi sono stufato! Avrei dovuto affogarlo nello stesso fiume in cui ha fatto cadere tua madre! Ti avevo avvisato schifoso verme: se ti fossi avvicinato ancora troppo a lei non l’avresti rivista mai più, ed ora è arrivato il momento! Serg! Vieni immediatamente qui! ”

“No! No no no! La prego! Mi perdoni! Non accadrà mai più! La supplico padre! Non voglio, non ancora! È troppo presto! Se ci separa adesso Rin potrebbe non ricordarsi mai più di me!”

“Tanto meglio! Tu dovrai sparire dalla sua vita, non dovrai mai più farti vedere! E ringrazia che non ti uccido! Forza Serg, portalo via!”

“Papà, papà, cos’è questa storia!?! Dove vuoi portare Len!?! Siamo fratelli, non dovremmo stare sempre insieme? Ti prego, non portarlo via da me, non separarci, non voglio! Ti prego, ti prego!”

“Stai zitta! Questo qui deve essere allontanato da te,è pericoloso! Ha ucciso tua madre, ti ha resa orfana di madre! Potrebbe uccidere anche noi per quanto ne sappiamo!”

“Basta papà, non dire che Len ha ucciso la mamma! Non lo ha fatto apposta! Era caduto nel fiume mentre giocavamo insieme e la mamma si è tuffata per salvarlo! Se poi si è ammalata ed è morta non è colpa di Len! Non avrebbe mai ucciso la mamma!”

“Piantala! Lo faccio per il tuo bene! E adesso andiamo via da qui!”

“No no, ti prego! Lasciami, lasciami! Len, Leeen!”
“Sorellina, Rin! Vi prego padre, non portatemela via!”

Con un ultimo sforzo i due gemelli, entrambi con la forza della disperazione, riuscirono a liberarsi dai loro carcerieri e a corrersi incontro, abbracciandosi il più forte possibile.
“Non dimenticarti di me Rin, ti supplico! Ricordati sempre di me, ti prego! Tieni!” disse Len con disperazione, prendendo la mano della sorella e donandole un ciondolo a forma di chiave di violino.
“Non dimenticarti, ti prego! Non dimenticarti per sempre di me! Indossa questo quando nostro padre morirà, forse allora ci rivedremo, ma fino ad allora tienilo nascosto, non fartelo prendere! Deve essere il tuo più importante tesoro! Promettimelo!” erano soliti fare così per le promesse; poggiare la mano sul cuore dell’altro, giurando così sulla cosa che avevano di più importante: loro.
“Ma che stai dicendo Len?! Non ti potrei mai dimenticare, mai! Anche se saremo divisi, sarai sempre nel mio cuore, non potrò mai dimenticarti! No!” urlò lei, quando fu di nuovo divisa dal fratello.

Con quel gesto violento venne alla luce, a causa dei vestiti che si erano strappati, un particolare, che solo loro possedevano, che li distingueva da tutti gli altri: un piccola voglia a forma di due sul cuore di entrambi i gemelli, una strana voglia di cui andavano fieri, perché era il loro piccolo segreto. Nessuno infatti ne era a conoscenza.
“No, no! Len, Leeen!”

“Riiin! Vi supplico, non le faccia del male! Padre, padre!”

Ormai era tutto inutile, nessuno stava più ad ascoltarlo. Lui riusciva solo a sentire le grida disperate della sorella, e i suoi occhi si riempirono di lacrime, tristezza, odio e rabbia verso il padre, lasciandolo completamente disperato.

 

«Ehi Len, Len! Ma vuoi piantarla di ignorarmi? Ultimamente hai davvero la testa fra le nuvole! Non mi ascolti più!» La principessa si era alzata da terra per dirigersi all’interno del castello. Si trovavano infatti nel giardino di rose dove era solita stare la giovane principessa.

Len, ancora perso nei suoi pensieri, mentre si alzava toccò il ciondolo che portava al collo, ben nascosto sotto la maglia: una chiave di basso. Aveva deciso di comprare quei ciondoli perché entrambi amavano la musica: Rin cantava come un angelo e lui suonava come nessuno nell’intero paese. Quando duettavano tutti restavano a bocca aperta, totalmente incantati.

Poggiò una mano sul cuore, lì dove era ancora ben visibile la voglia a forma di due. Si era sempre chiesto se la sorella ce l’avesse ancora e se si fosse mai chiesta il perché di quello strano segno.  

«Uffi, ma allora proprio non mi ascolti! Cos’hai per la testa?»

L’espressione che aveva in quel momento era identica a quella che gli aveva mostrato tempo prima, un misto di curiosità e un po’ di fastidio, quando lui si era presentato al castello come nuovo servo. Ancora rideva a pensare a quel giorno.

 

“Chi è questo ragazzo?”

“Si è presentato qui in qualità di nuov-”

“Il mio nome è Allen, miss Rin, ma la prego di chiamarmi Len. Da oggi in poi spero di poter essere al suo fianco come suo nuovo servitore.”

“Ehi tu, pezzente! Come osi rivolgerti così alla principessa? Avresti dovuto inchinarti ed aspettare il consenso della principessa per poter parlare! Solo per questo meriteresti di-”

“Piantala stupida domestica! Il ragazzo ha la lingua, può presentarsi da sé!”

“Ma-”

“La ringrazio lady Rin” disse Len con un lieve inchino.

“Allora, cosa ci fai qui? Sembri avere la mia età, come puoi essere mio servo?”

“Sono venuto a sapere, come il resto del popolo d'altronde, che il re è da poco venuto a mancare e che, in mancanza di altri eredi, è salita lei al potere. Detto ciò sono anche venuto a conoscenza del fatto che sta cercando ancora qualcuno che possa sostituire il precedente servo che la serviva direttamente e che chiunque poteva presentarsi. Dato che io necessito di un tetto sulla testa per dormire e di un lavoro ho pensato di venire qui. Mi accontento anche di dormire nelle cantine, l’importante per me è essere suo servo.”

“Come fai ad essere a conoscenza di tutto ciò?”

“Quella del raccogliere informazioni nel migliore dei modi in minor tempo possibile è una delle mie abilità che potrebbero tornarle utili.”

“Non hai risposto alla mia domanda.”

“Infatti non intendevo rispondere più del necessario.”

“Cosa significa?”

“Lo scoprirà a tempo debito.”

“E cosa ti dice che tu abbia il tempo in futuro di dirmelo? Chi ti dice che ti assumo?”

“L’intuito.”

“Potrebbe sbagliarsi il tuo intuito.”

“In genere sono abbastanza intuitivo.”

“E io sono abbastanza la principessa. Spettano a me le decisioni.”

“So che prenderà la decisione giusta.”

“E sarebbe?”

“Assumermi.”

“Perché sarebbe la decisione giusta?”

“Perché possiedo molte abilità che potrebbero tornarle utili.”

“E sarebbero?”

“Lo scoprirà a tempo debito.”

“Ti diverti a farmi innervosire?”

“Devo essere sincero?”

“Ovvio.”

“Allora sì”

“Come osi, feccia! Non puoi permettert-”

“Vuoi stare zitta una buona volta? Parla ancora una volta senza il mio consenso e ti faccio tagliare la lingua. Sono in corso di un colloquio con il qui presente Allen,”

“Len.”

“Sì, scusa, Len, e fino a prova contraria sono io a decidere cosa può o non può dire, chiaro?”

“Ma milady! Non può parlare con questo plebeo! Lui è suo-”

“Suo cosa? Dimmi.”

“Niente, mi scusi. Sono solo contraria alla presenza di questo ragazzo per motivi personali e comunque non credo che suo padre avrebbe accettato questo ragazzo.”

“Motivo in più per assumerlo se questo mi permetterà di far rivoltare nella tomba quel vecchio schifoso. Su, ora va, devo continuare a parlare con Len e non accetto nessuna obiezione, chiaro? Ora sparisci.”

“Come volete, mia signora” e dopo un breve inchino se ne andò, passando accanto a Len che le rivolse uno sguardo glaciale, che la fece tremare come mai prima di allora.

“Torniamo a noi.”

“Certo miss.”

“Spiegami una cosa: come mai desideri tanto lavorare nel mio castello, al servizio della Figlia del Male?”

“Ho le mie ragioni.”

“Fammi indovinare: anche questo lo scoprirò a tempo debito?”

“Esattamente” rispose Len con una gran sorriso.

“Lo sai che sei un insolente?”

“Me lo dicono in molti”

“E sei anche molto coraggioso. Non conosco nessuno che osi parlarmi in questo modo, tutti mi temono; tu no?”

“No miss.”

“E perché?”

“Lo scoprirà…”

“…a tempo debito?”

Len sorrise di nuovo, inclinando lievemente il capo per assentire.

“E quando sarà questo “tempo”?”

“Dipende se mi assume”

“Immaginavo.”

“Quindi sono assunto?”

“Devo ancora pensarci.”

“So che da quando suo padre è morto per avvelenamento ha fatto licenziare tutti i servitori perché erano tutti sospettati, così da non rischiare. Ovviamente ha provveduto immediatamente a far assumere nuovi servi e domestici per non destar sospetti, ma nessuno vuole accettare l’incarico per cui mi sto proponendo volontariamente. Credo quindi che le convenga assumermi.”

“Sei davvero convinto di essere così speciale?”

“Ovvio.”

“Dimostramelo.”

“Come desidera.” Rin non ebbe nemmeno il tempo di un battito di ciglia che Len le si era avvicinato e le aveva posato una ghirlanda di rose gialle in testa al posto della corona.

“Le rose gialle sono le sue preferite, vero?” e con uno schiocco di dita fece cadere un pioggia di petali sul capo della principessa, come una dolce nevicata.

“Come hai fatto a-? Ok, non te lo chiedo più” disse lei con un gran sorriso in volto.

“Allora sono assunto?”

“Non lo avevi ancora capito?”

“La ringrazio lady.”

“Grazie a te. Non so se tu l’abbia fatto apposta a farmelo capire, ma l’ho capito. Ti ringrazio per avermi liberata. Comunque non preoccuparti, nessuno lo verrà a sapere, ci penserò io a proteggerti.”

“Non ho idea di cosa parli miss, e comunque spetta a me il compito di proteggerla.”

“Hai ragione. Beh, ti aspetto domani mattina con la mia colazione già pronta a letto, chiaro? Hai ancora la stessa divisa di allora vero? Altrimenti chiedi alla prima persona che incontri, te ne fornirà una nuova.”

“Eh va bene, è inutile nasconderlo. Non si preoccupi, l’ho conservata. Mi può solo spiegare una cosa?”

“Certo.”

“Come ha fatto a vedermi?”

“Lo scoprirai a tempo debito.”

“Lo immaginavo. A domani allora, miss Rin.”

“A domani, Len.”

-Ovvio che l’ho fatto apposta, sorellina. Volevo che tu capissi subito ciò che è successo in realtà. Non pensavo però che tu mi avessi visto: forse mi sono fatto prendere troppo dalla situazione. Comunque sapevo che non ti saresti arrabbiata: uccidere nostro padre è stata una liberazione per entrambi.-

 

Rin, allora, esattamente come adesso, non lo aveva riconosciuto. Di certo il padre aveva fatto in modo che lei dimenticasse tutto del fratello. Che schifo d’uomo era: sin da quando era piccola il padre aveva sempre abusato della sua piccola Rin. Forse dipendeva dalla prematura morte della moglie, o forse dal fatto che Rin assomigliava incredibilmente ad essa, ma niente poteva giustificare il comportamento del padre nei suoi confronti. Era per questo che aveva deciso di ucciderlo: sapeva che da quando lui era stato allontanato da lei il padre si era preso ancora più “libertà” con la sua sorellina. L’unica cosa di cui si era pentito era che non era intervenuto prima. Ancora pensava al giorno della morte del padre: era il giorno del loro compleanno, suo e di Rin. Len si era travestito da servo del castello e aveva indossato una maschera per non farsi riconoscere e passare inosservato: infatti la festa dedicata alla sorella era in maschera, quindi nessuno gli avrebbe prestato troppa attenzione.

Aveva colto l’occasione al volo: appena il re si era allontanato dalla sala da ballo per ritirasi brevemente nelle sue stanze Len l’aveva seguito ed era entrato nella sua stanza con la scusa di servirgli un’ottima bevanda rinfrescante che gli avrebbe permesso di ritornare al più presto dalla figlia. Che sciocco che era. Quando si accorse che c’era qualcosa che non andava era già troppo tardi: mentre il padre si contorceva tra atroci dolori davanti ai suoi occhi Len si tolse lentamente la maschera, scoprendo il suo volto.

«Sai, mi fai davvero pena» aveva detto rivolgendosi al padre «no, anzi, scherzavo. Ora hai finito di torturare la mia sorellina. Pensavi davvero che ti avrei lasciato continuare? Ahah, proprio non mi conosci! Io la proteggerò per sempre, da chiunque, anche se questo dovesse costarmi la morte! Però una cosa buona l’hai fatta: mi hai permesso di ucciderti nel giorno del nostro compleanno, il dono migliore che tu potessi fare a tua figlia. La ringrazio infinitamente, sire.»

Quando Len pronunciò quelle parole aveva un’espressione calma, placida, come se si stesse rivolgendo a chiunque, in una situazione qualunque. Fu per quello che, quando il re fu ritrovato ormai senza vita, sul volto aveva un’espressione di puro terrore.

E anche tutti coloro che ritrovarono il corpo avrebbero avuto la stessa espressione di puro terrore, se prestando attenzione avessero sentito quella voce, un sussurro, che canticchiava con tono glaciale, spaventoso, “happy birthday to we”, interrompendosi soltanto per lasciar udire un urlo di terrore troncato sul nascere, appartenuto, si scoprì in seguito, al servo Serg, il fedele cane del re, tale al padrone per la sua ossessione, perversione, verso la principessa.

«Allora Len mi raccomando, voglio che tutti vengano alla mia festa! Assicurati di invitare tutti, anche dei regni confinanti!»

«Certo principessa, mi assicurerò di far venir tutto il popolo alla sua festa, non si preoccupi.»

Potrò rivedere Miku alla festa. Verrà sicuramente ed allora parlerò di lei a Rin. Di sicuro l’accetterà. La riconoscerò, molto probabilmente indosserà il vestito che le ho regalato. Non vedo l’ora: sabato sarà il giorno più felice per entrambi, io e Rin saremo finalmente felici.

 

______

Nota d’autrice: questo è uno dei capitoli che preferisco, adoro soprattutto la parte in cui Len ricorda il giorno della sua assunzione, mi diverte ogni volta che la leggo e me ne vanto tantissimo (la mia modestia è andata a farsi una passeggiata al momento, portate pazienza ^^) ^^

Passando ad altro spero di essermi riuscita a spiegare bene per quanto riguarda la morte della madre dei nostri adorati gemelli: giocando Len era caduto in un fiume ed essendo piccolo non era riuscito ad uscire da solo, così la madre, essendo l’unica ad essere con loro, si tuffò per salvarlo, ma essendo di costituzione debole si ammalò ed in seguito morì. Dopo il fatto il padre scaricò tutta la colpa al figlio ed iniziò a prendersi certe “libertà” con la figlia, poi separò i due gemelli perché non sopportava più la vista del figlio e che spesso nascondeva la piccola Rin per difenderla da lui. Da lì divenne il Re del Male, che portò alla crescita della Figlia del Male.

Bon, credo sia tutto, quindi ringrazio:

Hikari Megami (la mia dooolce Hicchan che scrive Synchro, leggetela che è uno spettacolo *W* )

Glasgow_R_evolver (a cui ricordo che adoro complicarmi la vita)

Ayukiko_Watarai (che ha vinto il “concorso” della volta scorsa, ovvero indovinare qual’era la canzone citata (non l’avevo pensato come un vero e proprio concorso, anzi, pensavo che fossi stata ignorata ç.ç), vincendo una storia a richiesta scritta dalla sottoscritta (e me ne vanto anche, mi credo una gran figa, bye bye modestia))

REAwhereverIgo (che mi ha tempestata di recensioni e quindi è una persona da amare *W*)

SabryKagamine (che segue la mia storia ed è dunque da amare V.V)

Blue_Flames (idem come sopra V.V)

Raven Cullen (idem come sopra sopra V.V)

 

Al prossimo capitolo,

See ya, ElPsyCongroo

  
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