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Autore: haroldsecret    13/01/2013    1 recensioni
Vacanza studio. Londra. Due anni.
Una ragazza italiana alle prese con un'amica egocentrica, un ragazzo famoso e, di conseguenza, la celebrità da affrontare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis


Non me l'aspettavo, quel bacio. 
Sì, avevo capito che decisamente qualcosa per me lo provava, non è che proprio mi disprezzasse, però non pensavo fino a questo punto e ... solo ora mi accorgevo che era reale.
Solo ora, stretto a lei sotto le coperte. 
Respirava affannosamente, era terribilmente raffreddata, ma era dolcissima con quei riccioli castani che le coprivano gli occhi. Non riuscii a smettere di pensare a quel "Anche io". 
Era come una promessa, che, di certo, non potevo non mantenere.
Mi addormentai che aveva ancora la sua testa appoggiata al mio petto. Non riuscivo, non potevo spostarla; sentire il suo respiro era un calmante, era come la sicurezza che non stessi vivendo in un semplice sogno ma che era la realtà. Bella, fin troppo bella, ma era la realtà.

Mi svegliai poche ore dopo sentendo gli altri che smontavano. 
Guardai l'orologio, erano le cinque. Certo, non potevo sperare molto, era fin troppo tardi se non volevamo essere svegliati dal bagliore dei flash e dalle urla scatenate di qualche fan mattiniera.
Viola dormiva ancora, non si era mossa neanche di un millimetro dalla sera prima. Le presi la testa fra le mani e la baciai.
«Buongiorno principessa»
«hmm, di già?» borbottò, e si accovacciò sotto le coperte. 
Le diedi un bacio sulla guancia e aspettai, ma come risposta ebbi solo un «ho sonno, ancora un po'» 
Mi misi a ridere e si alzò di botto. Evidentemente non aveva capito che ero io. 
Le porsi una tazza di cioccolata calda e iniziai a piegare le coperte, ma ero davvero una frana, così mi diede la sua tazza e, in dieci minuti, aveva già piegato tutto e smontato la tenda. 
C'era un tiepido sole invernale, alla fine non si stava male.
Rimasi ad osservare il fiume per un bel po' finchè, voltandomi, non mi accorsi che dall'altra parte della strada c'erano due ragazze che ci guardavano storto.
Eravamo fregati.
Ci mettemmo sciarpa, cappello e occhiali da sole e facemmo finta di niente, ma fu tutto inutile.
Pochi minuti dopo essere partiti, Niall urlò: « Zayn ma la tenda? L'hai lasciata al fiume?» e fummo inevitabilmente circondati di fan.
In mezzo alla folla vedevo Viola completamente smarrita, mi sembrava avesse quasi paura, quindi feci un segno ad Harry e, in poco tempo, eravamo riusciti a "scappare" da lì. Per fortuna.
Le 7.00 .
Mi ricordai del concerto di quella sera, bisognava prepararsi.
Ci aspettava una giornata di duro lavoro.

Emma


Si vedeva negli occhi di Louis che era innamorato. Lo conoscevo fin troppo bene per sapere che non era così, ci conoscevamo da quando ero lì, andavamo a scuola insieme e non avevo mai visto quell'aria sognante dipinta sui suoi occhi.
Aveva avuto altre ragazze, ma niente di serio, duravano al massimo un mese per poi dimenticarsi completamente di ogni cosa.
Sta volta era diverso, sentivo perfino io le farfalle nel suo stomaco quando Viola lo guardava. E si che era stata sempre una ragazza solitaria, sempre troppo timida agli occhi di tutti. Era il tipo che andava a genio ai professori, non perchè fosse secchiona ... quelle doti ce le aveva di suo. Cantava da dio, era davvero brava e le piacevano tutti i cantanti italiani vecchi, quelli che secondo lei avevano fatto la storia della musica italiana. E la prendevamo sempre in giro, se le piaceva un cantante o era morto o malato, per forza. Non aveva mai sopportato le boyband, ma neanche cantanti come Justin Bieber o Demi Lovato o giù di lì. 
Adesso invece era diversa. 
Autoritaria, ironica, riusciva sempre a convincere la gente, in un modo o nell'altro e soprattutto se doveva dire qualcosa, lo diceva. Però, in più, aveva quella dose enorme di zucchero che la rendeva unica, amabile. E questo, a quanto mi pareva, non l'avevo notato solo io.
Ci congedammo poco dopo io e lei dai ragazzi, dovevano provare e soprattutto volevo aiutare Viola a sistemare il casino del giorno prima.
Svuotammo la valigia, pulimmo la casa e le feci vedere dove poteva trovare tutto e a chi riferirsi nel momento di bisogno.
Andai a prenderle a casa mia un elenco con i numeri di servizio, ma quando entrai la trovai sdraiata sul letto addormentata. Poveretta, erano due giorni che non dormiva più di tre ore, era esausta.
La coprii con una coperta da viaggio che avevo trovato nello zaino, probabilmente un gadget dell'aereo, e poi la lasciai.
Non ebbi più sue notizie fino a quando la chiamai, quel pomeriggio.

Viola 


Sentii squillare il telefono, mi svegliai di soprassalto e mi trovai non so come sdraiata sul letto con una coperta e un biglietto con scritto "Buona notte dormigliona, ci sentiamo questo pomeriggio. Se ti svegli ad un'ora decente, chiamami. -E"
«Pronto.» balbettai.
«Ciao Vi, ti ho svegliata?» Non dormiva, a quanto ne sapevo, da due giorni, però era sempre più sveglia, quasi lo stare in piedi per lei costituisse una fonte di riposo. Era impressionante.
«Si nota così tanto?»
«Hai dormito 9 ore, alla faccia»
«Ti devo ricordare che sono le prime ore di sonno consecutive che faccio da tre giorni?» 
«Touchè. Vieni 'sera, quindi?»
«Dove, scusa?» Cosa c'era quella sera? Cercai di ricordarmi in tutti i modi, ma non capivo davvero.
«Ma dai, Vi, stai scherzando? C'è un concerto dei ragazzi, svegliati!»
«Ok, ma non ho i biglietti»
«Tu no, io si. In prima fila. Fatti trovare pronta tra due ore, passo io.»
Non feci neanche in tempo a ribattere che già aveva attaccato. Sempre così, una causa persa parlare con lei.
Dormii ancora un'ora, non mi reggevo in piedi, poi mi preparai svogliatamente, con quella faccia, quegli occhi sempre davanti a me, come se fossero lì a fissarmi. Mi ricordai di quel bacio, ma come avevo fatto? Come avevo fatto a vivere così distante dalla mia anima gemella per tutto quel tempo?
Se Emma non si fosse trasferita, non avrei mai incontrato Harry, Niall, Zayn, Liam, non avrei mai incontrato Louis.
«Si, se mio nonno avesse avuto le ruote sarebbe stato un autobus» dissi senza accorgemene ad alta voce e uscii di casa. Emma era già lì, in anticipo di un quarto d'ora.
«Andiamo Bella Addormentata, muoviti. Sei in ritardo.»
«Si, sono di mezz'ora in anticipo, quindi terribilmente in ritardo. E' vergognoso, lo so, perdonami.»
Sapevo che non sopportava il mio parlare a vanvera per confonderla, lo feci apposta per vedere la sua reazione. In fondo non la vedevo da 8 anni.
Mi lanciò un'occhiata fulminante, sbuffò e sbattè la portiera della sua mitica 500.
Accese la macchina. «Sai che fra una settimana esce il loro nuovo album?»
«Sai che non ho la minima idea neanche di come si chiami il loro primo singolo?»
«What Makes You Beautiful, e adesso che stai con Louis forse è il caso che ascolti almeno QUELLA canzone. La loro prima canzone.»
Mi aveva spiazzato. Io stavo con Louis? Non sapevo più cosa dire, stavo pensando a Lou, ancora, ancora tornavo indietro alla sera prima, mi passavano davanti le scene come se le stessi vivendo in quel momento.
"... But that's what makes you beautiful!" 
Facemmo in tempo ad ascoltarci tutto l'album prima di arrivare al Forum dove si teneva il concerto. Mancava un'ora e già strabordava di fans. Non avevo mai pensato a quanto successo avevano effettivamente. Ma adesso ne avevo la dimostrazione.
Scendemmo dalla macchina e Emma corse da Paul che ci fece entrare, sotto gli occhi arrabbiati delle altre ragazze che invece avrebbero dovuto aspettare. Mi sentivo strana, fosse stato per me avrei anche aspettato, però Emma ci teneva ad essere proprio sotto il palco, sotto al suo ragazzo. E, in qualche modo, anche io avrei passato la serata a pochi centimetri di distanza da uno dei ragazzi più acclamati e ricercati del momento, nonchè da quello che la sera prima mi aveva baciato e mi aveva detto che mi amava, dal mio ragazzo.
Non potevo sperare di meglio.
  
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