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Autore: Didone24    01/08/2007    7 recensioni
Una sfida dichiarata per gioco si trasformerà inaspettatamente in qualcosa di molto più intenso. Due anime così diverse che si fondono l'un l'altra, creando un'alchimia di sentimenti, passioni e dolori. Ma qualcuno ostacolerà l'unione di Draco ed Hermione...
- Non dirmelo. Sei arrossita, vero? – sussurra sicuro, percorrendomi la schiena con le dita.
- Già. E mi dai i brividi. – confesso senza imbarazzo, per poi poggiare una mano sul suo petto. Sento i battiti accelerati del suo cuore e mi chino per ascoltarli.
- E’ impazzito. Sai, quando ci sei tu non riesce a controllarsi, e non credo che ci riuscirà mai.
- Nemmeno il mio. – sorrido – E non mi dispiace per niente…
Postato il 25esimo capitolo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Okay. Arrendersi non è esattamente il comportamento che un Grifondoro con le palle assume in situazioni del genere. Mi sono fatta raggelare da uno stupido, dannato sguardo. Lo sguardo che ho odiato per sette anni. Lo stesso che mi ha stregata. Ma cazzo! La partita non è ancora finita! Posso ancora giocarmela, eccome se posso. Gli dimostrerò di che pasta sono fatta. Che Hermione Granger non si tira indietro. Mai.

 

Harry è così incavolato che ha i pugni così serrati che sembra quasi che le vene stiano per scoppiargli. Riesco a intravedere anche un sottile pulsare al livello della tempia. Ron è livido di rabbia. Non so perché, sarà scritto nel loro DNA, ma i miei migliori amici e Malfoy si odiano in una maniera quasi assurda. Anzi, il perché lo so eccome. Draco Malfoy è un bastardo. Per come si prende gioco delle persone, per come non si risparmia le sue stupide frecciatine volgari ogni volta che gli passo accidentalmente davanti.

 

Ma questa volta sarò io a fargliela pagare. Sarò io, per una volta tanto, a metterlo in ridicolo davanti a tutti.

 

-         Harry, vuoi sederti, per favore?

-         Non sopporto che ti chiami in quel modo!

-         Non… non importa, davvero. Infondo ci sono abituata.

-         E non è giusto, cazzo! Come puoi innamorarti di un tale infame?!

 

Merda.

 

Calma, Hermione. Fai un bel respiro e preparati a fingere.

 

-         Cosa hai detto? – dice Ron spaesato.

-         Niente! Non ha detto niente, vero Harry?

-         Io… scusa, ero soprappensiero.

-         Innamorata di Malfoy? Ma che diavolo ti prende, Harry!? Ahahah!

 

Almeno posso concedermi un sospiro di sollievo. Ovvio, non è possibile che Hermione Granger si sia innamorata di Draco Malfoy. E’ così assurdo che Ron ci si fa sopra una bella risata.

 

-         Io avrei una cosetta da fare, ragazzi. Ci vediamo a lezione.

 

Prendo la borsa e mi catapulto fuori dalla Sala Grande. Non c’è bisogno di riferire a nessuno quello che ho intenzione di fare. Voglio che tutta Hogwarts sappia che nessuno si prende gioco di Hermione Granger. Neppure il principe di Serpeverde.

 

Raggiungo in fretta il corridoio in cui è situata l’aula di Trasfigurazione. Fingendo di ripassare estraggo un pesante libro dalla borsa e mi apposto davanti alla porta. Mi provocherà, lo so. Lo fa sempre. Lo fa da sette anni.

 

-         Sempre col naso sui libri, eh, Mezzosangue? Non che tu abbia altro da fare… - Che vi avevo detto?

-         Io almeno non ho bisogno di una raccomandazione, Malfoy!

-         Non ti permetto di parlarmi in quel modo, sporca…

-         E cosa me lo impedisce? Credi che qualcosa di te mi spaventi? Te lo garantisco, razza di arrogante che non sei altro, questa volta il tuo sangue puro non ti aiuterà a salvarti la faccia!

-         Che cosa…

-         LEVICORPUS!

 

Fra risatine e grida di approvazione, l’intero corridoio esplode in un boato alla vista di un Draco Malfoy che sembra appeso per una gamba ad un filo invisibile che lo tiene sospeso a mezz’aria.

 

-         Così la prossima volta imparerai a tenere a freno quella lurida lingua che ti ritrovi! – ghigno orgogliosa.

-         Ma và a quel paese, sporca mezza babbana! EXPELLIARMUS!

 

Un raggio di luce rossa mi colpisce in pieno petto, facendomi sobbalzare parecchi metri più indietro.

 

-         Stupeficium!

 

Da penzolante per aria, Draco Malfoy cade a terra con un tonfo sordo. Ma non abbastanza perché la McGranitt non lo senta. La professoressa ci viene incontro di gran carriera, ansiosa di conoscere il motivo di tutto quel trambusto. E fa presto a scoprirlo, vedendoci entrambi a terra.

 

-         Signor Malfoy! Signorina Granger! Cosa succede?

-         Professoressa… io… - inizio, cercando di inventarmi in una frazione di secondo una scusa plausibile.

-         Questa lurida Mezzosangue mi ha appena schiantato, professoressa. – Stronzo di merda. Ora si che sono nei casini!

-         Signorina Granger! Come hai potuto… e tu, Malfoy, dovresti sapere che questo non è esattamente il linguaggio più consono ad un ambiente scolastico! Nel mio ufficio tutti e due, immediatamente!

 

Non posso fare altro che seguirla. Certo che nuoto nella sfiga più nera. Io volevo solo… dargli una lezione. E invece cosa mi becco?

 

-         Questo non è il comportamento che mi aspetto da due allievi modello. – Dice la MacGranitt, torva. – E’ inutile dire che mi avete parecchio deluso, soprattutto tu, signorina Granger. Non mi resta altro che assegnarvi una punizione. Tutti i sabati a partire da domani, dalle otto alle dieci. Per tutto il mese.

 

Malfoy è a dir poco basito. Io non posso dirmi meno turbata. Perché sono così stramaledettamente stupida?

 

-         A domani. – ci congeda la McGranitt.

 

-         Sei un’idiota! – è così che Malfoy mi rinfaccia tutto il suo rancore, appena usciti dall’ufficio della McGranitt. – Come cazzo ti è passato in testa di fare… quello che hai fatto? Tutti i sabati! Per un mese! Sai che significa?

 

-         Che dovrò passare quattro giorni d’inferno assieme a te?

 

-         Che sono rovinato! Merda, è possibile che tu possa provocare solo guai, Granger? Te la farò pagare cara.

 

-         Quanto mi spaventi!

 

-         Vedrai se te la farò pagare.

 

Mi si avvicina pericolosamente. Il suo viso è a un passo dal mio. Posso persino sentire il suo profumo…

 

-         Bè, è stata colpa tua. Perché non la smetti neanche per un secondo di chiamarmi Mezzosangue e mi eviti categoricamente dopo quello che è successo e…

-         Diavolo, Granger! Non me ne frega niente di quello che è successo! Non me ne importa niente di te né di ciò che fai o pensi! Chiaro?

 

 

Perché sono così bugiardo? Perché non mi levo la maschera di freddezza che mi ritrovo? Io non sono bravo con i sentimenti. Semmai gioco con quelli altrui.

Non riesco a fare niente neppure quando i suoi grandi occhi si riempiono di lacrime. Me ne resto lì, immobile, a fissare il vuoto.

 

-         Ti odio!

 

Idiota. Sei un idiota. E’ tutto quello che la mia mente riesce a formulare. Poi più nulla...

Lei corre via, ignara di tutto. E un terribile e insopprimibile senso di inquietudine mi assale. L’unica consolazione è che domani, nonostante mi odi, io la rivedrò.

  
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