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Autore: Elpis Aldebaran    01/08/2007    8 recensioni
CHAPTER SIXTEEN
«Non è Jiraya» sussurrò appena Gaara, attirando l’attenzione di Naruto.
«Ho tenuto sotto controllo l’entrata dell’edificio per due ore e non l’ho visto, deve essere qualcun altro».
E con quel qualcun altro intendeva il Suono. Nessuno sapeva che erano lì, quindi la lista dei loro possibili visitatori si accorciava di molto.
Dopo alcuni minuti, qualcuno fece saltare la porta del piccolo appartamento.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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The Kunai of Death

 

-Last battle: Uzumaki’sOrange Fox VS Uchiha’s Red Sharingan-

 

 

 

 

Chapter Seven:

“Gaara’s decision. For him, you’re a killer.”

 

 

 

Sasuke sospirò stancamente, sedendosi con un tonfo sul morbido letto bianco.

Allungò una mano verso la bacinella d’acqua fredda, posta sul comodino di fianco al letto e vi intinse dentro un panno, anch’esso bianco, di spugna. Lo strizzò bene, facendo uscire tutta l’acqua superflua e con un gesto secco lo passò dietro al collo, godendo di quella sensazione ghiacciata sulla pelle. Ripetè la stessa operazione sul viso stanco e sui capelli disordinati pieni di sabbia.

Il deserto era fastidioso.

Poi si sfilò la parte superiore dell’abito, con l’oscurità della stanza che gli avvolgeva i muscoli del torace e della schiena, rabbrividendo ancora di più passando il panno bagnato sugli addominali.

La porta della stanza si spalancò di botto, rivelando la figura di Ibiki, sudata e affaticata.

- Sas’ke-san! Orochimaru-sama chiede di te nella sa..-

La ragazza arrossì violentemente, voltandosi di scatto, dando le palle a Uchiha. Le avevano sempre detto che era educazione bussare..

- Mi dispiace.. io non volevo.. ma era urgente.. mi spiace infinitamente..-

Sasuke ghignò appena, portando involontariamente lo sguardo sulle gambe scoperte della ragazza. Non erano fini e lunghe. Erano muscolose come solo una ninja ben allenata poteva avere. Ma lui le trovava belle, nonostante questo.

Quella ragazza era carina, non rispettava magari i canoni della bellezza femminile, se l’avesse incontrata in un'altra situazione probabilmente non l’avrebbe nemmeno guardata per sbaglio, ma la trovava affascinante. Molto. Affascinante.

- Digli che vengo subito..-

La ragazza annuì e si preparò a sparire all’istante, troppo imbarazzata per poter guardare il ragazzo in faccia. Ma una mano le si posò sulla spalla, facendola sussultare. Si girò di scatto trovandosi a un palmo dal petto del ragazzo. Era davvero molto più alto di lei.

Sasuke notò i suoi occhi, ghiaccio allo stato puro, stupiti da tanta vicinanza, e le sue labbra piegarsi un una smorfia di stupore.

Il desiderio di baciare quella bocca piccola prese il sopravvento su tutto il resto. E lo avrebbe fatto se non fosse stato per quel maledetto ninja medico.

- Sasuke.. Orochimaru chiede di te..- ribadì Kabuto spuntando dall’angolo del corridoio.

Uchiha si allontanò dalla ragazza con disappunto tornando nella stanza a rivestirsi.

E il suo desiderio cresceva, quell’istinto primordiale di possedere una donna.

Voleva quella ragazza.

 

Gli esseri umani danno tutto per scontato. Danno per scontata la vita quando invece la morte è la cosa che più li spaventa.
Tendono a essere egoisti, a prendere tutto per se e non dare niente agli altri. E se una persona si sacrifica per un’altra, non è tanto per l’amore, l’affetto. È per l’orgoglio, per la voglia di continuare a vivere, restando nei ricordi degli esseri umani come l’eroe, il bravo ragazzo.

E sono queste infondo le persone che non muoiono mai.

Ma i ninja non sono esseri umani. Se davvero fossero esseri umani, ammazzerebbero la gente per salvarsi la vita senza un attimo di esitazione, perché le persone sono animali.

Un ninja, invece, fino all’ultimo ha esitazione. Ha rispetto per il proprio avversario. Fino all’ultimo secondo, il ninja evita di dare la morte, anche se questo implicherebbe la sua morte

Poi non importa quello che accadrà, non importa se il nemico verrà sgozzato da una lama tagliente, se verrà torturato, o se verrà graziato. Nessuno lo sa finchè non scade anche quel piccolo secondo di esitazione.

Ma quel secondo c’è.

È questa la differenza.

E Shikamaru sapeva, lui sapeva sempre tutto, che nonostante Ino fosse stata quasi sul punto di non tornare a Konoha, Choji aveva avuto quell’attimo di esitazione nel far fuori i suoi assalitori. Di questo, Nara Shikamaru, era fermamente convinto.

Si alzò da quella panchina di legno, così dannatamente uguale a tutte le altre dentro all’ospedale, per dirigersi verso il lettino dove Ino era stata sdraiata.
Sakura le stava medicando le piccole ferite sulle braccia troppo magre.

Quelle braccia bianche, come quelle di un morto, che erano attaccate alle flebo, per rimettere in circolo le sostanze nutritive.
Quei capelli, solitamente biondissimi, sempre accuratamente lavati e pettinati, adesso avevano solo un vago colore biondo.

E poi aveva perso uno dei suoi orecchini. Quegli orecchini che da sempre avevano contraddistinto il loro gruppo. Quegli orecchini che loro tre si ostinavano sempre a comprare uguali, come per voler far sapere al mondo intero “Ehi, siamo qui! Siamo il Team 10!”.

Cosa stupida, a suo avviso.

Ma Ino aveva tanto insistito. Choji era sempre accondiscende riguardo ai suoi capricci. Perché lui, allora, doveva sempre essere la persona contraria?

E dire che non avrebbe mai ringraziato abbastanza quella ragazza per avergli bucato le orecchie. In fondo, aveva sempre amato quegli orecchini.

Sakura, con cura quasi maniacale rifece, per la quarta volta, la fasciatura alla spalla di Ino.

 

“Ino.. Ino.. i suoi occhi.. non vedono..” aveva detto Choji prima di entrare nella sala operatoria, in un barlume di lucidità.

E Haruno era impallidita di botto, tanto che Shikamaru credette che fosse sul punto di svenire lì, all’improvviso.

Aveva chiamato medici e infermieri da tutte le parti, chiedendo diagnosi a qualsiasi persona con un minimo di conoscenze mediche le capitasse a tiro.

Finchè non era giunta Tsunade, di ritorno dalla sala operatoria di Tenten, urlandole come mai l’aveva vista fare in tutta la sua vita.

- Ha semplicemente la sabbia negli occhi! Basta solo ripulirglieli col chakra e lasciarli riposare!- questo aveva spiazzato Haruno. E fatto tirare un sospiro di sollievo a lui.

Adesso il ninja medico, dalla grave ferita alla spalla destra, era passata a fasciare gli occhi della bionda, con maniacale attenzione alle proprio mosse.

- Le ho messo delle speciali gocce negli occhi, in modo da pulirli definitivamente da qualsiasi granello di sabbia..- aveva iniziato Haruno, non togliendo però gli occhi dal proprio lavoro. -.. a volte non si pensa che della semplice sabbia possa fare dei grandi danni.. ma a volte sono le cose più piccole a fare più male..-

- Riprenderà la vista?-

- Certo.. ci vorrà dal tempo, ma pian piano ce la farà.-

Nara annuì e basta, mentre Haruno finiva il suo lavoro e con voce stanca ordinava alle infermiere di sistemare Ino in una della stanze, insieme a Tenten.

- Come è andata la sua operazione?-

- Bene. A metà abbiamo avuto dei problemi seri, io e Shizune pensavamo di non farcela. Ma poi è arrivata la Godaime. Ha rischiato tanto.-

- L’importante è che adesso stia bene..-

- Già.. l’importante è questo..-

 

- Orochimaru è gia forte. Perché vuole anche i nostri demoni?-

- Le persone potenti non si accontentano mai, Naruto. Ricordalo.-

- Ma che senso ha attaccare così Suna. Insomma, avrebbe dovuto saperlo che Konoha poi si sarebbe preparata per ogni attacco!-

- Da una vita Orochimaru vuole distruggere la Foglia. Il suo piano, se ho capito bene, è abbastanza complesso e subdolo. Accanto a sé poi ha dei ninja molto potenti, non ha paura certo della difesa di un villaggio come Konoha.-

- E quindi cosa credi di fare, Gaara?-

La pioggia non aveva smesso di cadere sul Paese del Fuoco. Gaara non aveva dimenticato il suo colloquio con l’Hokage, avvenuto qualche ora fa.

E mentre fissava Naruto che finiva di mangiare il suo ramen, si convinceva sempre di più sulle sue supposizioni. Non potevano restare al villaggio.

- Sicuramente Konoha corre un grave pericolo. Credo.. credo che io e te ce ne dovremo andare. Sicuramente saremo esposti a maggiori pericoli essendo solamente in due, ma almeno Konoha sarà salva e nell’eventualità sarà pronta per mandarci aiuti. Nello stato attuale delle cose, il villaggio della Foglia è troppo debole.-

Naruto annuì, rimanendo in silenzio. Finì in un boccone gli ultimi spaghetti rimasti, e prese in mano la ciotola.

- La vecchia sa delle tue intenzioni?-

- Gliene ho parlato, ma con l’arrivo dei superstiti di Suna non abbiamo concluso nulla. Io vorrei solo partire il prima possibile, ovviamente se tu sei d’accordo con me. Non avrebbe senso che partissi solo io.-

Il ninja biondo bevve un lungo sorso di brodo.

- Stasera c’è una grande festa a Konoha. È l’anniversario della fondazione del villaggio. È molto bella dovresti partecipare anche tu.-

Gaara guardò il ragazzo incredulo, possibile che non avesse preso sul serio nemmeno una parola di quello che aveva detto?

- Naruto non è il momento di pensare a una stupida festa! Nel caso tu non lo avessi capito, una nostra minima distrazione e siamo tutti morti!-

Uzumaki allontanò da se la ciotola ormai vuota di ramen.

- Noi stasera parteciperemo a quella festa e domattina presto, quando le strade saranno completamente vuote e tutti nel mondo dei sogni, partiremo. Dovremo farlo nel modo più silenzioso possibile.-

- Per quale motivo?-

- Credi davvero che gli altri ci lascerebbero andare senza fare storie? Credi davvero che Temari non voglia accompagnarti? E credi che quella violenta di Sakura-chan lasci andare me? Tutti avrebbero qualcosa da ridire per non mandarci soli. Avvertiamo solo la Godaime che domattina partiamo, che lei voglia o no.-

Gaara annuì, scendendo dal proprio sgabello e indossando il suo mantello per la pioggia.

- Io torno dall’Hokage. E riferirò quello che ci siamo detti. Ci vediamo all’alba alla porta sud di Konoha. So io dove andare per nasconderci. A presto.-

Naruto osservò la sagoma del Kazekage allontanarsi velocemente sotto la pioggia battente.

Quello che stavano facendo era giusto, ma aveva una grande paura di non tornare. Era un peccato, proprio adesso che lei cose tra lui e Sakura-chan stavano andando così bene..

- Deduco che non verrai a mangiare il mio ramen per un bel po’, Naruto..-

- La sua deduzione è esatta, Ichiraku. Ma quando torno, si prepari, perché recupererò il tempo perso!-

L’uomo esplose in una forte risata mentre Naruto pagava il conto e indossava il proprio mantello.

 

- Bentornato a casa, Neji-san..- salutò Hinata osservando il cugino che entrava a villa Hyuuga.

Il ragazzo si tolse i sandali sporchi di fango e prese un asciugamano pulito dalle mani di una delle tante cameriere, passandoselo sui capelli fradici.

- Grazie Hinata.. come stai?-

- Meglio.. e Tenten?-

- Meglio..- rispose di rimando il ninja. Non aveva voglia di parlare, aveva passato delle ore d’inferno all’ospedale e l’unica cosa che voleva adesso era mettersi a letto e dormire.

- Poco prima che tu arrivassi è passato Lee a trovarmi e parlando mi ha detto che c’era anche il signor Hanto, fuori dalla sala operatoria..-

Neji non diede alcun segno di fastidio. Buttò a terra l’asciugamano ormai umido e con passo strascicato raggiunse le scale, dove la sua camera da letto e il suo futon lo attendevano.

- Quanto andrà avanti questa ostilità Neji?- chiese con premura Hinata, raggiungendo il cugino.

- Chiedilo direttamente a lui! Io non ho niente contro di lui, è lui che ha qualcosa contro di me!-

- Ma se tu per primo non fai un passo per chiarirvi, non arriverete da nessuna parte, Neji!-

- Perché dovrei iniziare io?-

- Perché sei tu quello che vorrebbe Tenten tutta per sé!-

Il ragazzo rimase immobile, con un piede sopra il primo scalino. Tenten tutta per sé? Sì, assolutamente.

- Per il signor Hanto, tu sei come il ragazzo che vuole portargli via la sua unica figlia. Lo sai che la madre di Tenten è morta prematuramente, e lui ha paura di rimanere solo!-

- Il problema Hinata è che lui mi odia, ti sei forse scordata di questo piccolo particolare?-

- Ti odia perché ti fai odiare! Devo ricordarti quando hai cercato di farmi fuori al nostro primo esame di selezione dei Chunin? Naturalmente sei cambiato Neji, ma se ne sono accorte solo le persone che ti stanno vicino: io, Tenten, mio padre, Lee, Naruto e tutti gli altri! Per il signor Hanto tu sei.. sei ancora quello che voleva uccidere la propria cugina!-

- E quindi cosa dovrei fare? Andare da lui e dirgli: sa che non ho più istinti omicidi verso Hinata da almeno 6 anni?-

Hinata rimase in silenzio mentre Neji sbuffando e scuotendo la testa saliva le scale di camera sua.

No, decisamente così non andava.

 

Tsunade era seduta nel suo ufficio, con le gambe sdraiate non molto garbatamente sulla scrivania. Fra le mani teneva dei fogli clinici, delle analisi.

Li studiava attentamente, con particolare dovizia, chiedendosi se non stesse leggendo male.

Sakura entrò silenziosamente nell’ufficio della sua sensei.

- Tsunade-sama? Ho sistemato le ragazze nelle loro stanze e..- la ragazza non finì di parlare che la Godaime gli sbattè sul piano della scrivania quelle analisi, facendola sussultare.

- Leggi un po’..- la invitò, furiosa.

Haruno non capì il comportamento della maestra, prese i fogli titubante e lesse velocemente quelle poche righe, piene di termini medici.

- E’ una bella notizia.. ma di chi sono?-

- Ino Yamanaka.-

Il sorriso sul volto della ninja rosa si spense subito, rileggendo i fogli, nella speranza di aver capito male.

Speranza vana.

- Allora non è una bella notizia..-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note d’autore:

Mi scuso per il ritardo, ma alla fine, come avevo previsto, è venuto il blocco dello scrittore. Scrittore è una parola grossa, ma diciamo così per comodità.

È un capitolo corto, ma le cose “importanti” dovranno succedere nel prossimo capitolo.

Mi scuso infinitamente, chissà se avrete ancora voglia di leggere..

 

Ringrazio AtegeV, senza di te forse non avrei mai cominciato a scrivere questo capitolo, e probabilmente non lo avrei nemmeno concluso..

 

Ringrazio Fantafresh, ciccia sei la mia ancora di salvezza!!

 

Ringrazio chi legge e recensisce, a ogni vostro commento, le mie labbra fanno un sorriso in più.

 

 

Lee

 

   
 
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