The Kunai of Death
-Last battle: Uzumaki’s
Chapter
Seven:
“Gaara’s decision.
For
him, you’re a killer.”
Sasuke sospirò stancamente,
sedendosi con un tonfo sul morbido letto bianco.
Allungò una mano verso la bacinella
d’acqua fredda, posta sul comodino di fianco al letto e vi intinse dentro un
panno, anch’esso bianco, di spugna. Lo strizzò bene, facendo uscire tutta
l’acqua superflua e con un gesto secco lo passò dietro al collo, godendo di
quella sensazione ghiacciata sulla pelle. Ripetè la stessa operazione sul viso
stanco e sui capelli disordinati pieni di sabbia.
Il deserto era
fastidioso.
Poi si sfilò la parte superiore
dell’abito, con l’oscurità della stanza che gli avvolgeva i muscoli del torace e
della schiena, rabbrividendo ancora di più passando il panno bagnato sugli
addominali.
La porta della stanza si spalancò
di botto, rivelando la figura di Ibiki, sudata e
affaticata.
- Sas’ke-san! Orochimaru-sama
chiede di te nella sa..-
La ragazza arrossì violentemente,
voltandosi di scatto, dando le palle a Uchiha. Le avevano sempre detto che era
educazione bussare..
- Mi dispiace.. io non volevo.. ma
era urgente.. mi spiace infinitamente..-
Sasuke ghignò appena, portando
involontariamente lo sguardo sulle gambe scoperte della ragazza. Non erano fini
e lunghe. Erano muscolose come solo una ninja ben allenata poteva avere. Ma lui
le trovava belle, nonostante questo.
Quella ragazza era carina, non
rispettava magari i canoni della bellezza femminile, se l’avesse incontrata in
un'altra situazione probabilmente non l’avrebbe nemmeno guardata per sbaglio, ma
la trovava affascinante. Molto. Affascinante.
- Digli che vengo
subito..-
La ragazza annuì e si preparò a
sparire all’istante, troppo imbarazzata per poter guardare il ragazzo in faccia.
Ma una mano le si posò sulla spalla, facendola sussultare. Si girò di scatto
trovandosi a un palmo dal petto del ragazzo. Era davvero molto più alto di
lei.
Sasuke notò i suoi occhi, ghiaccio
allo stato puro, stupiti da tanta vicinanza, e le sue labbra piegarsi un una
smorfia di stupore.
Il desiderio di baciare quella
bocca piccola prese il sopravvento su tutto il resto. E lo avrebbe fatto se non
fosse stato per quel maledetto ninja medico.
- Sasuke.. Orochimaru chiede di
te..- ribadì Kabuto spuntando dall’angolo del corridoio.
Uchiha si allontanò dalla ragazza
con disappunto tornando nella stanza a rivestirsi.
E il suo desiderio cresceva,
quell’istinto primordiale di possedere una donna.
Voleva quella
ragazza.
Gli esseri umani
danno tutto per scontato. Danno per scontata la vita quando invece la morte è la
cosa che più li spaventa.
Tendono a essere egoisti, a
prendere tutto per se e non dare niente agli altri. E se una persona si
sacrifica per un’altra, non è tanto per l’amore, l’affetto. È per l’orgoglio,
per la voglia di continuare a vivere, restando nei ricordi degli esseri umani
come l’eroe, il bravo ragazzo.
E sono queste infondo le persone
che non muoiono mai.
Ma i ninja non sono esseri umani. Se davvero
fossero esseri umani, ammazzerebbero la gente per salvarsi la vita senza un
attimo di esitazione, perché le persone sono
animali.
Un ninja, invece, fino all’ultimo
ha esitazione. Ha
rispetto per il proprio avversario. Fino all’ultimo secondo, il ninja evita di
dare la morte, anche se questo implicherebbe la sua morte
Poi non importa quello che accadrà,
non importa se il nemico verrà sgozzato da una lama tagliente, se verrà
torturato, o se verrà graziato. Nessuno lo sa finchè non scade anche quel
piccolo secondo di esitazione.
Ma quel secondo
c’è.
È questa la
differenza.
E Shikamaru sapeva, lui sapeva sempre tutto,
che nonostante Ino fosse stata quasi sul punto di non tornare a Konoha, Choji
aveva avuto quell’attimo di esitazione nel far fuori i suoi assalitori. Di
questo, Nara Shikamaru, era fermamente convinto.
Si alzò da quella panchina di
legno, così dannatamente uguale a tutte le altre dentro all’ospedale, per
dirigersi verso il lettino dove Ino era stata sdraiata.
Sakura le stava
medicando le piccole ferite sulle braccia troppo magre.
Quelle braccia bianche, come quelle
di un morto, che erano attaccate alle flebo, per rimettere in circolo le
sostanze nutritive.
Quei capelli, solitamente biondissimi, sempre
accuratamente lavati e pettinati, adesso avevano solo un vago colore biondo.
E poi aveva perso uno dei suoi
orecchini. Quegli orecchini che da sempre avevano contraddistinto il loro
gruppo. Quegli orecchini che loro tre si ostinavano sempre a comprare uguali,
come per voler far sapere al mondo intero “Ehi, siamo qui! Siamo il Team
10!”.
Cosa stupida, a suo
avviso.
Ma Ino aveva tanto insistito. Choji
era sempre accondiscende riguardo ai suoi capricci. Perché lui, allora, doveva
sempre essere la persona contraria?
E dire che non avrebbe mai
ringraziato abbastanza quella ragazza per avergli bucato le orecchie. In fondo,
aveva sempre amato quegli orecchini.
Sakura, con cura quasi maniacale
rifece, per la quarta volta, la fasciatura alla spalla di Ino.
“Ino.. Ino.. i suoi occhi.. non
vedono..” aveva detto Choji prima di entrare nella sala operatoria, in un
barlume di lucidità.
E Haruno era impallidita di botto,
tanto che Shikamaru credette che fosse sul punto di svenire lì,
all’improvviso.
Aveva chiamato medici e infermieri
da tutte le parti, chiedendo diagnosi a qualsiasi persona con un minimo di
conoscenze mediche le capitasse a tiro.
Finchè non era giunta Tsunade, di
ritorno dalla sala operatoria di Tenten, urlandole come mai l’aveva vista fare
in tutta la sua vita.
- Ha semplicemente la sabbia negli
occhi! Basta solo ripulirglieli col chakra e lasciarli riposare!- questo aveva
spiazzato Haruno. E fatto tirare un sospiro di sollievo a
lui.
Adesso il ninja medico, dalla grave
ferita alla spalla destra, era passata a fasciare gli occhi della bionda, con
maniacale attenzione alle proprio mosse.
- Le ho messo delle speciali gocce
negli occhi, in modo da pulirli definitivamente da qualsiasi granello di
sabbia..- aveva iniziato Haruno, non togliendo però gli occhi dal proprio
lavoro. -.. a volte non si pensa che della semplice sabbia possa fare dei grandi
danni.. ma a volte sono le cose più piccole a fare più
male..-
- Riprenderà la
vista?-
- Certo.. ci vorrà dal tempo, ma
pian piano ce la farà.-
Nara annuì e basta, mentre Haruno
finiva il suo lavoro e con voce stanca ordinava alle infermiere di sistemare Ino
in una della stanze, insieme a Tenten.
- Come è andata la sua
operazione?-
- Bene. A metà abbiamo avuto dei
problemi seri, io e Shizune pensavamo di non farcela. Ma poi è arrivata
- L’importante è che adesso stia
bene..-
- Già.. l’importante è
questo..-
- Orochimaru è gia forte. Perché
vuole anche i nostri demoni?-
- Le persone potenti non si
accontentano mai, Naruto. Ricordalo.-
- Ma che senso ha attaccare così
Suna. Insomma, avrebbe dovuto saperlo che Konoha poi si sarebbe preparata per
ogni attacco!-
- Da una vita Orochimaru vuole
distruggere
- E quindi cosa credi di fare,
Gaara?-
La pioggia non aveva smesso di
cadere sul Paese del Fuoco. Gaara non aveva dimenticato il suo colloquio con
l’Hokage, avvenuto qualche ora fa.
E mentre fissava Naruto che finiva
di mangiare il suo ramen, si convinceva sempre di più sulle sue supposizioni.
Non potevano restare al villaggio.
- Sicuramente Konoha corre un grave
pericolo. Credo.. credo che io e te ce ne dovremo andare. Sicuramente saremo
esposti a maggiori pericoli essendo solamente in due, ma almeno Konoha sarà
salva e nell’eventualità sarà pronta per mandarci aiuti. Nello stato attuale
delle cose, il villaggio della Foglia è troppo debole.-
Naruto annuì, rimanendo in
silenzio. Finì in un boccone gli ultimi spaghetti rimasti, e prese in mano la
ciotola.
- La vecchia sa delle tue
intenzioni?-
- Gliene ho parlato, ma con
l’arrivo dei superstiti di Suna non abbiamo concluso nulla. Io vorrei solo
partire il prima possibile, ovviamente se tu sei d’accordo con me. Non avrebbe
senso che partissi solo io.-
Il ninja biondo bevve un lungo
sorso di brodo.
- Stasera c’è una grande festa a
Konoha. È l’anniversario della fondazione del villaggio. È molto bella dovresti
partecipare anche tu.-
Gaara guardò il ragazzo incredulo,
possibile che non avesse preso sul serio nemmeno una parola di quello che aveva
detto?
- Naruto non è il momento di
pensare a una stupida festa! Nel caso tu non lo avessi capito, una nostra minima
distrazione e siamo tutti morti!-
Uzumaki allontanò da se la ciotola
ormai vuota di ramen.
- Noi stasera parteciperemo a
quella festa e domattina presto, quando le strade saranno completamente vuote e
tutti nel mondo dei sogni, partiremo. Dovremo farlo nel modo più silenzioso
possibile.-
- Per quale
motivo?-
- Credi davvero che gli altri ci
lascerebbero andare senza fare storie? Credi davvero che Temari non voglia
accompagnarti? E credi che quella violenta di Sakura-chan lasci andare me? Tutti
avrebbero qualcosa da ridire per non mandarci soli. Avvertiamo solo
Gaara annuì, scendendo dal proprio
sgabello e indossando il suo mantello per la pioggia.
- Io torno dall’Hokage. E riferirò
quello che ci siamo detti. Ci vediamo all’alba alla porta sud di Konoha. So io
dove andare per nasconderci. A presto.-
Naruto osservò la sagoma del
Kazekage allontanarsi velocemente sotto la pioggia
battente.
Quello che stavano facendo era
giusto, ma aveva una grande paura di non tornare. Era un peccato, proprio adesso
che lei cose tra lui e Sakura-chan stavano andando così
bene..
- Deduco che non verrai a mangiare
il mio ramen per un bel po’, Naruto..-
- La sua deduzione è esatta,
Ichiraku. Ma quando torno, si prepari, perché recupererò il tempo
perso!-
L’uomo esplose in una forte risata
mentre Naruto pagava il conto e indossava il proprio
mantello.
- Bentornato a casa, Neji-san..-
salutò Hinata osservando il cugino che entrava a villa
Hyuuga.
Il ragazzo si tolse i sandali
sporchi di fango e prese un asciugamano pulito dalle mani di una delle tante
cameriere, passandoselo sui capelli fradici.
- Grazie Hinata.. come
stai?-
- Meglio.. e
Tenten?-
- Meglio..- rispose di rimando il
ninja. Non aveva voglia di parlare, aveva passato delle ore d’inferno
all’ospedale e l’unica cosa che voleva adesso era mettersi a letto e
dormire.
- Poco prima che tu arrivassi è
passato Lee a trovarmi e parlando mi ha detto che c’era anche il signor Hanto,
fuori dalla sala operatoria..-
Neji non diede alcun segno di
fastidio. Buttò a terra l’asciugamano ormai umido e con passo strascicato
raggiunse le scale, dove la sua camera da letto e il suo futon lo
attendevano.
- Quanto andrà avanti questa
ostilità Neji?- chiese con premura Hinata, raggiungendo il
cugino.
- Chiedilo direttamente a lui! Io
non ho niente contro di lui, è lui che ha qualcosa contro di
me!-
- Ma se tu per primo non fai un
passo per chiarirvi, non arriverete da nessuna parte,
Neji!-
- Perché dovrei iniziare
io?-
- Perché sei tu quello che vorrebbe
Tenten tutta per sé!-
Il ragazzo rimase immobile, con un
piede sopra il primo scalino. Tenten tutta per sé? Sì,
assolutamente.
- Per il signor Hanto, tu sei come
il ragazzo che vuole portargli via la sua unica figlia. Lo sai che la madre di
Tenten è morta prematuramente, e lui ha paura di rimanere
solo!-
- Il problema Hinata è che lui mi
odia, ti sei forse scordata di questo piccolo
particolare?-
- Ti odia perché ti fai odiare! Devo
ricordarti quando hai cercato di farmi fuori al nostro primo esame di selezione
dei Chunin? Naturalmente sei cambiato Neji, ma se ne sono accorte solo le
persone che ti stanno vicino: io, Tenten, mio padre, Lee, Naruto e tutti gli
altri! Per il signor Hanto tu sei.. sei ancora quello che voleva uccidere la
propria cugina!-
- E quindi cosa dovrei fare? Andare
da lui e dirgli: sa che non ho più istinti omicidi verso Hinata da almeno 6
anni?-
Hinata rimase in silenzio mentre
Neji sbuffando e scuotendo la testa saliva le scale di camera
sua.
No, decisamente così non
andava.
Tsunade era seduta nel suo ufficio,
con le gambe sdraiate non molto garbatamente sulla scrivania. Fra le mani teneva
dei fogli clinici, delle analisi.
Li studiava attentamente, con
particolare dovizia, chiedendosi se non stesse leggendo
male.
Sakura entrò silenziosamente
nell’ufficio della sua sensei.
- Tsunade-sama? Ho sistemato le
ragazze nelle loro stanze e..- la ragazza non finì di parlare che
- Leggi un po’..- la invitò,
furiosa.
Haruno non capì il comportamento
della maestra, prese i fogli titubante e lesse velocemente quelle poche righe,
piene di termini medici.
- E’ una bella notizia.. ma di chi
sono?-
- Ino
Yamanaka.-
Il sorriso sul volto della ninja
rosa si spense subito, rileggendo i fogli, nella speranza di aver capito
male.
Speranza
vana.
- Allora non è una bella
notizia..-
Note
d’autore:
Mi scuso per il ritardo, ma alla
fine, come avevo previsto, è venuto il blocco dello scrittore. Scrittore è una
parola grossa, ma diciamo così per comodità.
È un capitolo corto, ma le cose
“importanti” dovranno succedere nel prossimo capitolo.
Mi scuso infinitamente, chissà se
avrete ancora voglia di leggere..
Ringrazio AtegeV, senza di te forse
non avrei mai cominciato a scrivere questo capitolo, e probabilmente non lo
avrei nemmeno concluso..
Ringrazio chi legge e recensisce, a
ogni vostro commento, le mie labbra fanno un sorriso in
più.
Lee