Capitolo undicesimo
Il mondo intero sembrava aver interrotto la sua
rotazione e il tempo, che per un attimo era sembrato un compagno favorevole, si
era ritorto contro Damon in un modo che non riusciva a concepire. Le ore, i
minuti e i secondi si erano congelati, stringendosi attorno a lui in un vortice
opprimente che non gli permetteva di pensare, né di capire.
Bonnie era lì, di fronte a lui, con un ghigno che
stonava decisamente con i dolci lineamenti del suo viso a cuore. I capelli
rossi le ricadevano sulle spalle, lasciate parzialmente scoperte dal vestito
scuro che le avvolgeva il corpo in modo sensuale, ma troppo provocante perché
potesse essere da lei. Eppure sembrava a suo agio, come il vampiro non l’aveva
mai vista.
Damon sapeva che quella non era la sua streghetta. Il
suo Uccellino non l’avrebbe mai guardato con quegli occhi duri, con quel
sorrisetto che sembrava godere del loro sbalordimento. Eppure, contro ogni
logica, si sentiva meglio ora che lei era davanti a lui.
Era diversa. Le era successo qualcosa e avrebbe
voluto uccidere l’uomo che l’aveva rapita, che l’aveva cambiata così, eppure
era viva. Era viva, questo bastava per lui.
-Bonnie?- la voce di Elena risuonò stonata nel
silenzio che era calato quando la rossa si era scostata dal vampiro –Bonnie,
sembri… stai bene?-
La strega si voltò verso l’amica, un sorriso appena
accennato sulle labbra –Bene.- sussurrò, come se stesse soppesando il sapore di
quella parola, giocandoci e vezzeggiandola –Bene. Sai, Elena, in questo momento
mi rendo conto di quanto io sia stata stupida, in questa vita.- commentò,
muovendosi in modo leggiadro, quasi volteggiando per raggiungere Fenrir –Avevo
così paura dei miei poteri… che idiozia! Il potere è così bello, così
coinvolgente, così…- si fermò accanto a Fenrir, che la guardava con gli occhi
rossi brillanti –Vivo. Ora ho assaggiato il potere fino in fondo ed è così
dolce.- sorrise e Fenrir la attirò a sé.
-Levale le mani di dosso.- ringhiò Damon
immediatamente, senza riuscire a trattenersi quando vide l’essere che faceva
scorrere le mani sul corpo della sua streghetta in quel modo possessivo. Immediatamente,
con il movimento di una sola mano, Fenrir fece comparire delle lance appuntite
che si posizionarono attorno al gruppetto, le appuntite lame dirette verso di
loro, minacciose.
Fenrir scosse il capo, sul viso un ghigno divertito
che Damon avrebbe tanto voluto cancellare con un pugno –Ah, Salvatore.
Dev’essere terribile accorgersi di ciò che si desidera quando ormai è troppo
tardi, non è vero?- domandò, attirando Bonnie sulle sue ginocchia. La ragazza
si lasciò stringere, quasi facendo le fusa –Posso ucciderli io?- domandò con
voce entusiasta, un gran sorriso sul viso, guardandoli con un divertimento
tanto puro da essere terrificante –Ho così tanti nuovi poteri da sperimentare.
Prima per errore ho fatto appassire un fiore.- si voltò e studiò i suoi tre
vecchi amici con occhi accesi –Chissà cosa accadrebbe se lo provassi su Elena.-
-Sarebbe senza dubbio interessante, mia diletta.-
concordò Fenrir, senza distogliere da Bonnie uno sguardo quasi adorante.
-Già.- mormorò la rossa, sciogliendosi dall’abbraccio
dell’essere e avvicinandosi di qualche passo al gruppetto, muovendosi attorno a
loro, tra le lance che si scostavano al suo passaggio. Damon non poteva evitare
di seguirla con lo sguardo, spaventato ma al contempo sbalordito dalla
trasformazione di Bonnie: l’uccellino era diventato un’aquila oscura, imponente
e fiera. Odiava vederla in quel modo, quello non era il suo pettirosso, eppure
c’era qualcosa che apprezzava in quel cambiamento. Era più consapevole di sé stessa,
dei suoi poteri, della sua bellezza, ed era come se attorno a lei si fosse
accesa una luce nuova che avrebbe trovato irresistibile in un’altra situazione.
-Chissà cosa resterebbe di te, se la tua bellezza
sfiorisse?- domandò, rivolgendosi direttamente ad Elena e studiandola come un
predatore –Chissà se tutti ti troverebbero ancora così perfetta. Magari lo
diventeresti davvero: senza i tuoi bellissimi capelli biondi, privata dei tuoi
lucenti occhi azzurri, forse saresti costretta a guardarti davvero. Magari
anche gli altri vedrebbero la vera Elena Gilbert.- sorrise, lanciando uno
sguardo a Damon –Chissà se i Salvatore si innamorerebbero comunque di te, se tu
non fossi più la ragazza d’oro.-
Elena indietreggiò, colpita dalla durezza di quelle
parole e spaventata dallo sguardo infuocato di Bonnie. Meredith intervenne
prontamente –Bonnie, questa… non sei tu. Tu non vuoi farci del male… siamo le
tue migliori amiche.- tentò, guardando Damon si sottecchi nella speranza che il
vampiro intervenisse. Tuttavia sembrava distaccato dalla realtà. Gli occhi
fissi su Bonnie, era completamente immobile e muoveva solamente le pupille, che
seguivano ogni minimo movimento della rossa –Tu non sei così. Tu sei buona, sei
la persona più buona che io conosca.-
Bonnie si voltò verso di lei, ignorando Elena. Per un
istante non fece nulla, poi scoppiò a ridere, una risata profondamente
divertita che la scuoteva dal profondo.
-Oh, Meredith, quanto hai ragione.- esalò –Lo sono
stata, sono stata tanto buona da essere ingenua e tanto ingenua da diventare stupida.- sollevò una mano con un
movimento fluido e tra le sue dita crepitarono roventi scintille di
elettricità.
-Un istante, mia diletta.- la fermò Fenrir. Bonnie
chiuse la mano e si voltò verso di lui, imbronciata –Non posso ucciderli?-
-Ah, puoi decidere tu.- le assicurò Fenrir,
raggiungendola e stringendola a sé, gli occhi scarlatti fissi sui loro ospiti,
sui loro prigionieri –Ma non sarebbe più soddisfacente lasciarli… assistere al
tuo cambiamento? Alla realizzazione del nostro piano?-
-Piano?- esalò Elena –Cosa… cosa volete fare?-
Fenrir la ignorò –Allora, cosa scegli, mia diletta?-
domandò, accarezzandole i capelli e attorcigliandosi una ciocca di ricci
attorno alle dita.
Quel gesto, per Damon, fu la goccia che fece
traboccare il vaso della sua pazienza. Con un ringhio degno di un animale selvaggio
si slanciò in avanti, i canini che pulsavano di rabbia e le vene del collo che
pulsavano così violentemente da rischiare di esplodere. Si lanciò contro le
lance, incurante delle lame appuntite: non potevano ferirlo.
Invece le ferite, che comparvero a migliaia sulle su
braccia, gli strapparono un lamento intenso e cadde in ginocchio, tremando per
il dolore intenso.
-Damon!- strillò Elena, inginocchiandosi accanto a
lui –Che succede?-
-Ve…rbena.- esalò il
vampiro.
Meredith alzò lo sguardo verso Bonnie e sbarrò gli
occhi incontrando quelli color cioccolato della sua amica. Per poco un sorriso
non nacque sul suo viso, ma non ebbe il tempo di dire nulla.
-Hai ragione.- mormorò Bonnie –Sarebbe
insoddisfacente ucciderli ora. Che rimangano… che vedano.-
Fenrir lanciò un’ultima occhiata soddisfatta a Damon,
poi fece un gesto con il capo e tutto attorno ai tre ragazzi iniziò a roteare
rapidamente.
-No!- gridò Damon, balzando in piedi. Cercò di afferrare
Bonnie, ma tutto ciò che fide furono i suoi occhi, profondi e divertiti, poi
tutto scomparve.
***
Quando Meredith aprì gli occhi vide sopra di sé il
viso di Lady Ulma, preoccupato, con i begli occhi sbarrati.
-Oh, Meredith, sei sveglia. Cos’è successo?- domandò
la donna, aiutandola a sollevarsi –Siete comparsi improvvisamente dal nulla e
Damon…- indicò con circospezione un punto alle spalle della ragazza, che si
voltò.
Damon era furibondo, in modo più che evidente. Prendeva
a pugni un muro del palazzo, o almeno quello che ne restava: i primi assalti dovevano
essere stati fatali alla parete, che era in gran parte crollata. Elena, rossa
in viso, cercava di fermare il vampiro gridandogli di smetterla e di ascoltarla
–Damon, ora basta, smettila! Cosa ti prende??- gridò, decisamente poco
angelica.
Lady Ulma aiutò Meredith ad alzarsi e immediatamente
la ragazza, tranquillizzandola con un sorriso, si avvicinò ad Elena e Damon –Damon,
devi smetterla ora.- proruppe in tono pacato ma deciso.
Non ebbe effetto, tuttavia. Il vampiro, distrutta la
prima parete, passò a quella successiva e la colpì con violenza, soffocando un
grido furibondo.
Meredith inspirò profondamente –Damon, devi calmarti.
Devi calmarti subito, dobbiamo pensare a Bonnie, ha bisogno di noi.-
-Non è Bonnie.- ringhiò il vampiro, interrompendo
finalmente il suo attacco contro il muro per rivolgere la sua furia verso la
cacciatrice –Bonnie è morta. Sembra lei, si muove come lei, ma quella non è
Bonnie.-
Mentre pronunciava quelle parole, la voce di Damon si
spezzò e la sua furia sembrò placarsi. Il vampiro si lasciò cadere su una
poltrona, portandosi una mano alla testa come a voler nascondere il suo volto.
Elena lanciò uno sguardo a Meredith, sperduta. La
ragazza si fece coraggio, cercando le parole adatte, e si avvicinò a Damon,
inginocchiandosi di fronte a lui –Damon, non è così. È ancora lei… Bonnie è da
qualche parte, dietro quel muro di crudeltà.-
Dopo un secondo Damon alzò lo sguardo e Meredith
quasi si sciolse di fronte ai suoi occhi neri: non l’aveva mai visto così, era
come se si fosse spezzato e finalmente riusciva a vedere l’umanità che si
nascondeva dietro il mostro –Come lo sai.-
-Ho visto il suo sguardo quando sei stato ferito. Per
un istante… lei era di nuovo Bonnie. La conosco da una vita, Damon, devi
credermi. Ho pensato che sarebbe corsa ad aiutarti ma poi…- lanciò un’occhiata
ad Elena, cercando di non farla sentire in colpa –Elena si è inginocchiata
accanto a te ed è tornata ad essere quella che avete visto oggi.-
Cadde il silenzio. Damon abbassò il volto e Meredith,
poggiandogli una mano sulla spalla, avvertì un tremito. Quando rialzò lo
sguardo era di nuovo il solito Damon, deciso e duro.
-Dobbiamo tornare da Phos.- annunciò, e Meredith avvertì che qualcosa in lui era profondamente cambiato. Con sollievo decise che avrebbe potuto affidargli la salvezza di Bonnie senza preoccuparsi. Lui avrebbe fatto di tutto per salvarla, per riaverla con sé.
_______________L’angolo di Jane
Sììì sì, sono in
ritardo. In genere le vacanze sono un periodo di riposo, ma non per la
sottoscritta. Esami, un paio di feste e qualche lavoro mi hanno portato via un saaaacco di tempo, ma alla fine sono tornata!!
Il capitolo è
un po’ di transizione, ma succede comunque qualcosa di rilevante. Come al
solito, aspetto di sapere cosa pensate!!
E grazie anche
a chi ha commentato il prologo della mia nuova storia J
Un bacione a tutte,
attendo i vostri pareri!
Un bacio e buon
2013 a tutte!
Jane