Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: Nereisi    13/01/2013    6 recensioni
Immaginate un mondo dove la magia esiste solo per certi individui. Provate a metterli tutti in una scuola.
Provate a immaginare cosa succederebbe se una ragazza si innamorasse di uno dei più belli e tormentati ragazzi di quella scuola. L'avete immaginato? Bene, non basta. Perché non è neanche un decimo della realtà. Preparate i salvagenti e immergetevi in queste acque, alla ricerca della chiave per l'amore. Troppo poetico? Avete ragione.
Leggete e ditemi cosa pensate! Non adatto ai deboli di cuore.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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                                                    Incontro e… scontro?
 
 
La prima cosa che Lucy sentì fu il caldo. Molto, troppo caldo.
La seconda cosa fu un peso sullo stomaco.  Forse era scoppiato un incendio e si trovava sotto a delle macerie…
Poi un suono inconfondibile le arrivò alle orecchie. Qualcuno stava russando.  Qualcuno di PESANTE e CALDO . Spalancò gli occhi, mettendo a fuoco il soffitto della sua nuova camera.
Si accorse di essere ancora vestita e, guardandosi intorno, cercò di individuare la causa di tutto quel fracasso. Tastò alla cieca, finché non sentì qualcosa di morbido e setoso solleticarle i palmi.
Alzò la testa e vide Natsu che riposava serenamente usando il suo addome come cuscino. Le guance le si imporporarono. Cercò di ricordarsi come erano finiti in quella situazione, sforzandosi di rivangare nella memoria qualche indizio che l’aiutasse. Vari flash si susseguirono nella sua testa: la pioggia, la casa nuova, Natsu e i suoi addominali, Mirajane che lanciava Happy, la presunta  morte di Happy, il sorriso di Natsu , la rinascita del gattaccio e la scoperta che l’aveva portata a svenire… e poi il buio. Sussultò, ricordandosi che Happy, oltre ad essere uno stupido gattaccio blu parlante, volava. Volava, santo cielo! Con che razza di gente era finita? Gente pericolosa? Bariste albine assassine di gatti, gatti volanti blu parlanti e… Natsu.
Si calmò. In fondo, non tutte le prime impressioni erano veritiere, e se avessero voluto farle del male di certo non l’avrebbero messa a letto… e poi, a conti fatti, nemmeno lei era una persona normale.
Portò la mano alla cintura, facendo tintinnare dei piccoli oggetti dorati.
La torcia umana si sistemò meglio su di lei, tirandola verso di sé.
Lei si tirò a sedere e qualcosa di umido e bagnato si staccò dalla sua fronte, cadendo sulla coperta che la copriva. Una pezza. Dopo averlo preso in mano, la ragazza notò che Natsu aveva la mano sinistra bagnata e che, sul comodino di fianco al letto, troneggiava una bacinella piena d’acqua. Un sorriso le increspò le labbra.
Prese ad accarezzare i capelli rosati del ragazzo e il russare scemò gradualmente, sostituito da delle progressive fusa e da un sonno sereno.
Anche Lucy si rilassò, cominciando a scivolare di nuovo nel mondo dei sogni.
 
                                                                                 ***
 
Le uova sfrigolavano nella padella, sprigionando un profumo che metteva l’acquolina in bocca. La scia odorosa si dipanò per le varie stanze dell’appartamento, raggiungendo e solleticando le narici di una certa persona; che si alzò, barcollante per il sonno, raggiunse la cucina e con essa la fonte di quella deliziosa fragranza.
Lucy, con indosso uno svolazzante grembiule azzurro, canticchiava tra sé e sé, girando di tanto in tanto la pancetta, posta di fianco al pentolino con le uova; quando, all’improvviso, sentì ancora quel calore familiare aderire alla sua schiena e un fiato rovente sul collo. S’irrigidì. Natsu era molto soddisfatto: aveva ottenuto una fonte di calore e la colazione.
<< B-buongiorno…. >>
<< ‘Gionno…. >>  biascicò lui, la bocca ancora impastata dal sonno.
Silenzio.
<< Ehm… potresti toglierti? >> azzardò lei
<< Uh? Perché? Ho freddo. >>
<< Ma se scotti! >>
<< Che dici? >> la guardò stranito mentre si portava la mano alla fronte << Questa è anche più bassa della mia temperatura normale. >>
La bionda aveva una faccia stranita; poi si riprese,  ricordandosi di una cosa. Si girò e si diresse verso il mobiletto all’entrata, prese un foglietto posto vicino al telefono e lo porse a Natsu.
<< Cos’è? >>
<< L’ha lasciato Mirajane. Dice che le dispiace ma oggi non può stare con noi perché ha avuto da fare al bar. Dice anche che mi devi mostrare la strada per arrivare a Fairy Tail. E c’è anche scritto che non devi fare confusione. >>
Natsu si illuminò. << Ah, è vero! Domani si ricomincia! >>
<< Già. >>  Lucy sorrise.
Fecero colazione, poi lasciarono l’appartamento e si diressero verso la piazza dove il giorno prima Lucy si era addormentata per il troppo caldo. Lì si fermarono.
Natsu fissava nervosamente la gelateria, torturandosi le mani, mentre i suoi occhi avevano uno strano tic. Sembrava  cercasse di trattenersi. Lei lo guardò, incuriosita da quello strano comportamento. Sembrava di assistere a un vero e proprio conflitto interiore. A quanto pare, perse la parte moderata.
Si voltò verso Lucy, sfoderando il miglior sguardo da cucciolo che riusciva a fare.
<< Ehm… senti, Lu… ti dispiace se, prima di andare, faccio una cosetta? Ci metto poco. >>
Lei rimase un momento interdetta, poi però capitolò di fronte a quegli occhioni.
<< D’accordo, nessun problema. >>
Non appena ebbe udito quelle parole, Natsu sembrò come rilassarsi di botto, come se i freni inibitori che fino a quel momento lo avevano trattenuto fossero stati rilasciati tutti in una volta. La calma prima della tempesta.
Rialzò la testa con non più uno sguardo cuccioloso, ma, al contrario, uno strano luccichio sinistro negli occhi. Non perse tempo: si avviò a grandi falcate verso la gelateria, abbatté la porta con un calcio e urlò a squarciagola, come se non bastasse tutto il fracasso che aveva fatto per identificare la sua presenza:
<< Capitan mutanda! Lo so che ci sei! Vieni fuori che ti faccio un servizio completo! Fatti sotto se ne hai il coraggio! >>
Dal retro della gelateria una voce parecchio contrariata lo rimbeccò
<< Non rompere, occhio languido! Te l’ho detto mille volte: quando sono al lavoro non mi scocciare! Torna ancora e vedrai come ti concio! >>
<< Sta’ zitto! Hai solo paura! >>
<< Che hai detto?!? U-U- UAAAARGH! >> si sentì rumore di vetri e stoviglie infranti  << Accidenti! È tutta colpa tua, maledetto fiammifero ambulante! Mi dovrai risarcire, idiota! >>
Natsu e la voce (o meglio, il proprietario sconosciuto della voce) continuarono a ricoprirsi di insulti, mentre una Lucy del tutto sconcertata era rimasta pietrificata sulla porta sin dall’inizio di quel turpiloquio.
Un uomo sulla trentina, un cameriere probabilmente, la notò e le si avvicinò. Era alto, i capelli castano chiaro tirati all’indietro e la barba un poco incolta, ma aveva un sorriso rassicurante e scherzoso sul viso e gli occhi bruni sembravano dire “proprio come al solito” accompagnati da un’alzata di spalle e un leggero scuotimento della testa.
<< Non si preoccupi, signorina. È normale amministrazione, i clienti sono abituati. Anzi, alcuni vengono addirittura apposta. Vede? >> e con un ampio gesto del braccio indicò la sala e i suoi occupanti che, per nulla turbati dal marasma che andava creandosi, continuavano a mangiare pacificamente i loro gelati. Alcuni, con gesti che davano l’evidenza di essere abitudinari, si spostavano dalla probabile traiettoria di lancio di eventuali oggetti contundenti. Dopo poco, infatti, cominciarono a prendere il volo piatti e stoviglie.
<< La situazione sta degenerando un po’ troppo, è meglio che vada a fermarli. Ah, e comunque mi chiamo Gildarts, molto piacere! >>
E detto questo, si avviò verso di Natsu, lo afferrò e lo sollevò senza alcuno sforzo.
<< Gildarts! >> squittì il ragazzo.
<< Ok moccioso, per oggi hai dato abbastanza spettacolo. La signorina sulla porta è con te, giusto? Guardala, è scandalizzata. >>
Il rosato sembrò colpito. Sembrò dispiacersi, e smise di dimenarsi.
<< Oh. Scusa, Lu. >> Gildarts annuì soddisfatto e permise ai piedi del pentito di tornare a toccare terra. Gli diede una spintarella sulla schiena, indirizzandolo verso Lucy. Natsu si girò a guardarlo, incerto. Poi si diresse verso la porta. L’uomo si girò verso di lei, un sorriso gentile sul volto.
<< Non ti preoccupare, sono bravi ragazzi. Solo… sono un po’ scalmanati, tutti qui. >>
La ragazza si girò a guardare il rosato, troppo lontano per capire cosa si stessero dicendo, e si toccò la fronte. Sorrise.
<< Lo so. Natsu, aspettami! >> e gli si incamminò dietro.
Il rosato si girò verso di lei. Poi un ghigno divertito gli si dipinse sulla faccia e lui scattò fuori dal locale, prendendo la mano di Lucy e tirandosela dietro.
<< Dai, vieni! Ti devo ancora mostrare la strada! >>
<< A-aspetta! >>
<< Dai Lu, muoviti! >>
 
Il moro si appoggiò allo stipite della porta, incrociando le braccia e osservando la ragazza e il piccolo drago correre insieme. Una testa blu spuntò al suo fianco.
<< Ehi, Gray! Che c’è? Ti manca il tuo compagno di giochi? >>
Gray lo fulminò << Non dire cavolate, vecchiaccio! >>
<< Vecchio a me! Come ti permetti? Sono il tuo capo! E poi ho solo trentasette anni… >> borbottò, offeso. << Comunque! Vai, vai, che se rimetti a posto il disastro che hai fatto ti lascio uscire prima! >>
Il ragazzo di illuminò. << Grazie boss! >> e corse dentro.
Gildarts ridacchiò sotto i baffi. << Mi chiedo cosa aspettano a mettersi insieme… >>

Un sibilo soltanto, e una carta da tarocchi si conficcò nel legno, a pochi centimetri dal suo naso.
Una formosa ragazza, con il braccio ancora steso in posizione di lancio, lo apostrofò decisa
<< Gildarts! Smettila di fare la comare pettegola e torna a lavorare! I clienti non si servono da soli! >>
L’espressione dell’uomo mutò drasticamente.
<< Canaaaaaaaaaaaa! Perché ti ostini a non volermi chiamare papà?!? >> ululò disperato, abbrancandola vita della gitana, che sospirò al cielo, rassegnata. Dopodiché si girò e trascinò il padre nel retrobottega, da dove, non molto dopo, proruppero delle grida di dolore acutissime.
I clienti, calmi come non mai, continuarono a leccare i loro gelati.
                                          
                                                                                                                          ***
 
<< Eccoci, siamo arrivati! >>
<< Wow! Davvero questa è la scuola? >>
Davanti a loro si estendeva, imponente, una cancellata altissima e finemente lavorata in ferro battuto, che li separava da un ampio giardino costellato di alberi, siepi e aiuole fiorite. Al centro di quell’immenso giardino faceva bella mostra di sé quella che aveva tutta l’aria di essere una reggia. A occhio e croce, tutto il terreno occupava un decimo di tutta la città.
<< Già, quella è la scuola. >>
<< Sembra una villa per ricchi! Adesso capisco perché viene considerata la scuola più prestigiosa e rinomata della regione! >>
<< Mah, a me non piace. >>
<< Ah, sì? Come mai? >>
<< Credo che sia tutta apparenza. Quel posto è pieno di gente con la puzzetta sotto il naso che và in quel posto solo per vantarsi di poterci  andare. Non c’è nulla di… vero. Persino le amicizie che ti fai non sai mai se sono sincere o meno. >>
Lucy rimase un po’ interdetta. << Bè… io non ci sono mai entrata, quindi non posso giudicare… però >> continuò << se quello che dici è vero, nemmeno a me piacerebbe andare in quel posto. >> concluse, con un sorriso sulle labbra. << posso curiosare un po’ in giro? >>
<< Ok, io ti aspetto qui. >>
Lucy si avviò, girando intorno alle mura, cercando una via d’entrata, mentre Natsu si sedette su una panchina poco distante.
Qui da qualche parte dovrebbe esserci un’entrata… magari posso visitare la scuola! Dopotutto sono una studente anche io… tecnicamente, lo sono a partire da domani… però tentar non nuoce!
Seguendo il perimetro del cancello, arrivò in un punto dove due alte siepi separavano il ciottolato dalla strada. Si guardò intorno. Poi, dopo aver constatato che non c’era nessuno nei dintorni, portò la mano alla cintura e estrasse un piccolo mazzo di chiavi. Ne prese in mano una, color argento, e la agitò in aria, simulando l’atto di apertura di una porta, mentre si concentrava.
<< apriti, porta del cane minore! Nicolas! >> la chiave si illuminò, e davanti alla ragazza comparve un cerchio magico. Dopo che si fu dissolto, la chiave smise di brillare e davanti le si materializzò la buffa creatura compagna delle sue avventure. Lo prese in braccio, o meglio: lo stritolò.
<< Ciao Plue! Scusami se non ti ho fatto uscire per tutto questo tempo! Non sai quante me ne sono successe! Ma non potevo utilizzare la magia davanti a delle persone normali… da domani però, quando sarò a Fairy Tail, potrò farti uscire sempre e ti farai un sacco di nuovi amici! >>
La creatura tremolante mugolò e sorrise, contenta.
All’improvviso si udirono delle grida poco distante. << MALEDETTO! COSA CERCHI DI FARE, EH? >> la voce sembrava quella di Natsu. Si preoccupò.
<< Perdonami, Plue, devo già farti ritornare nel tuo mondo! Scusami, è un’emergenza! >> e con un fluido movimento del braccio, lo Spirito Stellare fece ritorno nella sua chiave.
La ragazza face marcia indietro di corsa.
Forse è nei guai e ha bisogno di aiuto! Forse ha attaccato briga con qualche teppista! Anche se è un civile, non posso negargli il mio aiuto. Ok, è deciso, se è qualcosa di serio utilizzerò la magia.
Ripercorse il perimetro del cancello, fino a giungere al punto dove poco prima si era congedata a Natsu.
Appena girò l’angolo, la scena che le si presentò davanti ebbe il potere di scuoterla nel profondo.
Natsu che, mezzo nudo, combatteva con un altro ragazzo. O meglio: faceva a botte. Era una vera e propria rissa! Ma non era la lotta che l’aveva sconvolta. Era l’avversario di Natsu che le stava facendo salire le lacrime.
 
<< Gra…y… >>
 
Il rosato si interruppe, accortosi della sua presenza e si separò dal suo rivale. Il quale, vedendola, spalancò gli occhi, incredulo.
<< oh, Lu! Ci sei anche tu! Ehm… ascolta… questo non è come può sembrare… >> le si avvicinò a braccia aperte, come per rassicurare un animale spaventato << non ti preoccupare, non stavo facendo niente di pericoloso! Conosco questo idiota, non è uno sconosciuto! Lui è- >>
<< GRAY! >>
Natsu vide soltanto una ciocca di biondi capelli danzargli davanti agli occhi, prima che Lucy, non calcolandolo minimamente, gettasse le braccia al collo del suo rivale, piangendo lacrime di gioia.
<< L… Lucy? >>

 
 
Angolino dei Funghi
Salve, popolo di EFP! È da un po’ che non ci sentiamo, vero? Premesso che ho avuto veramente molte cose da fare (e le storie che ho pubblicato di recente non stanno venendo cagate neppure di striscio perciò le cancello *coooooooooooooooooooooooooooof*), sono molto contenta che almeno le storie che mi stanno veramente a cuore continuino a sopravvivere. Ma ricordate, questo dipende anche da voi (e soprattutto dalle vostre recensioni *ricoooooooooooooooooooof*)! Perciò, se avete tempo, lasciatemi un commentino, ne? :3
Ve l’aspettavate? Chissà come facevano Lucy e Gray a conoscersi? Come reagirà Natsu? E Fairy Tail sarà proprio quello che si aspetta la biondina o il parere del rosato sarà veritiero? E chi vincerà la scommessa, Happy o Mirajane?  A chi appartiene l’aura oscura che si leva dai fornelli di casa mia? Oh, aspetta! È mia madre, devo andare! Ciao belli al prossimo capitolo! ;)
  
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