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Autore: Yumuz    14/01/2013    1 recensioni
[Storia completamente riscritta il 15/06/15]
È finita. Stiamo per morire. Ironico come la persona che mi ha quasi salvato la vita neanche qualche ora fa, adesso mi abbia scavato la fossa involontariamente. Mi limito ad abbandonare il mio già stanco corpo al muretto, arrendendomi alla stupidità di Hidan Gokupo. Un sorriso ironico, probabilmente dettato dalla disperazione, mi si inarca sulla faccia. Hidan si sposta cautamente al mio nascondiglio, strisciando.
"Che ti prende, amico?" dice, afferrandomi la spalla.
"Vuoi veramente morire in modo così stupido?"
"Assolutamente."
Queste sue parole mi fanno cambiare involontariamente espressione facciale.
"Meglio morire cercando di salvare qualcuno, che in una stupida guerra."
Quelle parole non avevano senso, a prima impressione. In guerra si cerca di salvare un intero popolo. Solo dopo capii il vero significato di quelle parole.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Dopo essere entrati, passiamo una buona mezz'ora a chiaccherare del più e del meno, seduti nella piazza centrale dell'Accademia. L'interno di essa è lussuosa; un pavimento a parquet di legno pregiato, un soffitto alto, muri in marmo - pieni di quadri e affissi scolastici vari - e un odore suadente di fiori. "Sono quasi le 9:00...", dice amareggiata. "C'è la cerimonia d'apertura." - conclude.
"Sarebbe stato bello se fossimo stati in classe insieme. Sei molto simpatica. Saremmo stati degli ottimi amici."
"Ehy, non dirlo come se non ci rivedremo mai più.",  dice imbronciata. "Ti verrò a trovare alla fine delle lezioni... cioè, sempre se a te va bene."
"Certo che mi va bene. Il problema è quando ti troverò davanti alla porta dei dormitori."
Mentre ridiamo, udiamo il suono di una campanella. Valanghe di studenti si muovono in una direzione, come un gregge di pecore. Dopo un rapido cenno del capo, decidiamo di seguirli.

Arriviamo davanti a tre enormi portoni, in cui gli studenti entrano in modo ordinato in fila indiana. Una volta entrati, ci ritroviamo davanti ad una gigantesca sala, simile ad un stadio semicircolare di Ferret*. Nel lato del "palco" si trova uno spazio in cui è presente una scrivania con tanti professori - presumo - seduti. Dopo un po', troviamo due posti liberi nell'ala destra, a metà altezza.
Un uomo calvo ed anziano si alza dalla cattedra e si avvicina a noi, sorridendo leggermente. Ad un tratto, egli porta la sua mano sinistra verso la sua bocca, dalla parte opposta del palmo.
"BENVENUTI!" - un suono stordente porta tutti gli studenti - includendo me e Rin - a coprirsi le orecchie con forza.
"OH, SCUSATE. DEVO REGOLARE IL VOLUME." - l'anziano modifica qualcosa sulla sua mano alzando e abbassando le dita.
"Sa, sa sa..." - dopo una manciata di test, trova finalmente un suono accettabile all'orecchio umano.
"Tutti gli anni la stessa storia... Sono vecchio ormai.", bofonchia tra sé e sé. "Benvenuti, studenti! Mi chiamo Herbert Bellerin, e sono il preside di questa Accademia." - dice con fierezza. Il preside comincia il suo discorso che riguarda le regole accademiche da rispettare e altre cose come progetti ed iniziative. "Voi, Yomi dal grande potenziale, verrete suddivisi in delle classi in base a quale tipo possediate." Io e Rin ci giriamo insieme, guardandoci negli occhi, sorridendo sarcasticamente. È questo il motivo per cui non avremo neanche una minima probabilità di essere in classe assieme. Il preside continua blaterando le materie che studieremo - storia, matematica, scienza - e le lezioni pratiche, il motivo per cui siamo tutti qui.
"Ho sempre odiato la matematica." afferma Rin, con una espressione decisa. "Così sei quel genere di persona, eh?" - rispondo provocante, accavallando le gambe.
"Che intendi dire con questo?" dice sbuffando. "Niente, niente. Io non la trovo male, però. Sono sempre stato bravo."
Mentre parliamo,  un professore - anch'esso calvo - si alza dalla sedia e si avvicina al preside, sussurandogli qualcosa all'orecchio, e lui annuisce.
"Veniamo alla regola più importante di tutte..." all'improvviso, assume un aria seria, anche se sembra piuttosto forzata. "Mai, ripeto, mai, usare gli Yomi in ambito scolastico al di fuori delle lezioni pratiche. Pena, la consegna all'Homero."
"Homero?" - si chiede Rin, dubbiosa. "Tu ne sai qualcosa, Kiba?"
Non rispondo. Stringo i pugni dalla rabbia.
"Kiba...?" - la mia rabbia viene confermata da un lamento generale di tutti gli studenti, creando un bel baccano.
"Rin..." - mi sforzo di parlare. Lei deve saperlo. "L'Homero è un posto situato a Gojatsu, dove chi ci va, viene messo sotto operazione di rimozione Yomi. Solo una piccola percentuale sopravvive, di solito." dico con schiettezza.
"Ma... sono pazzi!", esclama Rin. "Non dirlo a me."

"SILENZIO!" - il frastuono degli studenti viene interrotto di colpo da uno strido del preside. "Abbiamo i nostri motivi."
"Certo!", grido alzandomi. "Bei motivi del cazzo!" - quanto vorrei mi avesse sentito.
La cerimonia si conclude con la spartizione degli alunni nelle classi. Quando viene chiamato il mio nome, mi alzo, ma Rin mi afferra il braccio.
"Allora... a dopo?" - dice, guardandomi negli occhi.
"A dopo." - le accarezzo la testa, sorridendo.

*Ferret: sport molto popolare in tutto il continente, che consiste nel calciare una palla di ferro il più lontano possibile, praticato unicamente dagli Yomi-piede.

  
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