Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Chanelin90    14/01/2013    5 recensioni
****COMPLETA****
- Può, cortesemente, levare le sue sudice mani dalla MIA Italia?-
Ludwig e Feliciano girarono la testa, trovandosi davanti un bambino, dagli occhi glaciali, che raggiungeva, a malapena, il bacino del tedesco con tutto il cappello.
Italia sussultò: conosceva quel cappello.
Non l’aveva mai dimenticato. Mai avrebbe potuto.
Germania lo fissò incredulo - Come scusa? No, aspetta un attimo..: CHI DIAVOLO SEI ?-
Il bambino si accigliò e la sua voce divenne un ringhio minaccioso: - Se non le togli subito le mani di dosso, molto presto, il tuo carnefice!-
Genere: Azione, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sacro Romano Impero
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IL RITORNO DI SACRO ROMANO IMPERO
Capitolo 14
– Il Sogno si Dissolve..

Scusate tantissimo per la prolungata assenza.
La rete web ha subito un guasto e non ho potuto postare con la solita frequenza T.T
In ogni caso, aggiustata la rete…: Rieccoci qui! J


***********

- …allora sono venuto qui! Ti giuro, Doitsu..sono così confuso!- terminò Feliciano, appoggiandosi alla spalla del tedesco il quale aveva ascoltato, silenziosamente, tutto il racconto.

Italia nascose il viso tra le mani: - So che avrei dovuto aiutare Impero…ma non c’era più al piano di sotto e, uscendo, non l’ho visto! Veee! Spero stia bene!-

- Sei sicuro che quello fosse il suo sangue?- azzardò Germania, avendo sperimentato già l’aggressività del compagno dell’italiano – Voglio dire era veramente ferito?-

Italia alzò la testa di scatto, sconcertato: -  Cosa stai dicendo, Doitsu? Di chi poteva essere altrimenti?-

Le rughe sulla fronte del tedesco divennero più profonde.
Italia amava Impero, ma quest’ultimo non era esattamente l’ angelo che lui credeva che fosse. Non lo era affatto!
E non escludeva che potesse aver compiuto qualche gesto efferato per un proprio piacere personale.
Germania aveva rischiato di morire già una volta a causa sua.
E Romano? Era fuggito chissà dove per scampare a un’eventuale impietosa vendetta.
E Italia…

Ludwig si soffermò sul corpo dell’interlocutore scosso dai brividi: “Italia forse non è in pericolo nell’immediato, ma se a Impero capitasse di perdere la testa anche solo per un istante, allora potrebbe costituire una seria minaccia per la sua vita e quella delle sue genti! “
 
Doveva metterlo in guardia, anche a costo di scontrarsi contro un muro insormontabile di cecità e fedeltà assoluta.
Dopotutto..era il suo migliore amico.

- Mah! Chessò…Magari potrebbe essere il sangue di qualcun altro! Qualcuno con cui ha avuto modo di scontrarsi…- buttò il tedesco con tono vago ma abbastanza sottile.

Italia lo fissò intensamente, ma nella voce, Germania, poteva percepire la diffidenza : - Cosa stai insinuando, Germania?-

Germania, sorpreso peraltro dall’insolita intuizione del ragazzo, sospirò: - Sto insinuando esattamente quello che ha insinuato tuo fratello prima di abbandonare la vostra casa!-

Italia si strinse nelle spalle e distolse lo sguardo meditabondo: - Uff..Romano…ha detto quelle cose… perché si sentiva trascurato!- sussurrò infine, nonostante il velo d’ afflizione che gli oscurava la fronte – Tornerà a casa molto presto!- affermò sicuro.

Ludwig alzò il sopracciglio con fare di rimprovero: - Non ti sembra un po’ superficiale declinare le  serie accuse di tuo fratello a una semplice gelosia infantile?-

-NON E’ LA PRIMA VOLTA!- replicò Feliciano, inviperito dalle accuse e dai sensi di colpa che, suo malgrado, non l’abbandonavano, come aghi di sale conficcati in una spugna.

- Non mi pare fosse mai stato costretto a lasciare la sua dimora per paura di essere ucciso!- ribattè il tedesco, affondando il dito nella piaga dell’italiano.

Feliciano respirava affannosamente.
Era confuso dalle parole e dagli eventi.
Perché tutti accusavano Impero di crimini così orribili? Era così ingiusto tutto questo!
Impero non avrebbe fatto male a una mosca!
Era solo un po’ riservato ma Italia, che lo conosceva certamente in maniera più approfondita e intima , sapeva che aveva un animo nobile e generoso: sempre a disposizione del prossimo e senza chiedere nulla in cambio.
No! Decisamente Impero non era malvagio!

Riprese a respirare normalmente, deciso a mantenere la calma : -Sacro Romano Impero NON E’ un assassino!- asserì convinto e con voce ferma; dopodichè si alzò.

- Ah! Immagino di essermela sognata la spada che attraversava il mio petto da parte a parte!- ironizzò l’altro.
 
Italia trasalì: - Voi non lo capite affatto!- sbottò.

“ Non l’ha fatto apposta!” lo giustificò fra sé.

Ovviamente era all’oscuro dello scambio di battute avvenute successivamente tra il tedesco e Impero.
Ludwig però era un osso duro.
Non era in grado di figurarsi un’ulteriore occasione per dissipare un po’ delle illusioni di Feliciano su quel moccioso e, di conseguenza, sentì di dover insistere.

- Se c’è qualcuno che qui non lo capisce sei proprio tu, Italia!- accusò severamente.

Feliciano aveva già litigato con suo fratello sulla questione.
Era stanco e nervoso. Non aveva proprio voglia di continuare.
Purtroppo nessuno conosceva veramente Sacro Romano Impero e quindi era inutile proseguire la discussione ulteriormente.

- Grazie della compagnia, Germania! Vado!- salutò.

- Aspetta, Italia! Non abbiamo finito la nostra conversazione!- ringhiò il tedesco.

- La nostra conversazione è inequivocabilmente finita, Germania! Ci vediamo domani…per gli allenamenti!- soggiunse Italia, testardamente.

Sarebbe tornato a casa…era la cosa migliore che potesse fare.
Avrebbe parlato con Impero e, quest’ultimo, certamente l’avrebbe capito.
Sacro Romano Impero lo capiva sempre.
Si diresse verso il corridoio che conduceva alla porta per uscire da quella casa ricolma di calunnie e insinuazioni verso il suo amato, incurante dell’ombra famelica che si proiettava sopra di lui.

**********************************************

Impero si sarebbe aspettato di trovare il suo avversario assopito nel letto come il francese.
Sarebbe stata la cosa più logica, considerata l’ora tarda.
Ma, dopotutto, si trattava pur sempre di Germania: un rivale temibile, sebbene inferiore rispetto a lui.
La prevedibilità la doveva scartare dai suoi piani.
Sentì dei passi avviarsi lungo il corridoio e lui, dietro il muro, aspettava il momento giusto per colpire.
Probabilmente, il codice d’onore avrebbe imposto una sfida faccia a faccia…ma Germania era un ladro…e un ladro non ha niente di onorevole.
Colui che lo aveva derubato delle sue terre non meritava un simile ragguardevole trattamento.
Sarebbe morto come il lestofante che era : annegato nel suo stesso sangue meschino.
I passi si fecero sempre più distinti e Impero strinse l’elsa della spada, trattenendo ,freddamente,  la sua ferocia.

TAP TAP

Altri pochi passi e la sua spada si sarebbe nutrita di sangue nemico.

TAP TAP

E la sua vendetta si sarebbe compiuta egregiamente.

TAP TAP

E il suo Regno avrebbe visto splendere nuovamente la luce della rinascita.
Niente avrebbe potuto distoglierlo dal quel proposito.

TAP TAP

Carpì l’attimo.
Da dietro l’angolo del muro si fiondò sull’avversario.
Quest’ultimo non ebbe nemmeno il tempo di capacitarsene.
Riconobbe solo la lucentezza del metallo della spada che cadeva ineluttabilmente su di lui.

- GERMANIA!! PREPARATI A PERIRE SOTTO I COLPI DELLA MIA SPADA!- inaugurò Impero.

******************************************************

“ Non ci siamo! Non caverò un ragno dal buco in questo modo!” contemplava Ludwig, ascoltando i passi dell’italiano che si allontanavano decisi.

“ Fosse così cocciuto e determinato anche durante gli allenamenti e forse non mi toccherebbe essere così poco indulgente nei suoi confronti!”

Il tedesco sospirò rassegnato.

“ E’ come combattere contro i mulini a vento: o il vento cessa di fendere le pale oppure queste finiranno per schivare sempre i tuoi colpi o ti lasceranno disteso a terra …se solo avessi il temp…”

- AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!-

Un urlo angosciato, proveniente dal corridoio, trapassò la porta della sua stanza, interrompendo i suoi solitari pensieri.
Saltò in piedi e corse a verificare l’accaduto.
Cos’era successo? Chi aveva cacciato quell’urlo terribile? Ma soprattutto…perché?
Focalizzò la scena.
L’accaduto, in questione, assunse toni drammatici.
Schizzi di sangue coloravano la bianca parete della sua casa e due pallide figure spiccavano immobili sullo sfondo buio.

***************************************************

Italia fissò, scioccato e tremante, i freddi occhi azzurri, ora anch’essi inorriditi, del suo amato.
La lama sfiorava il suo naso e, se non fosse stato per la prontezza di riflessi d’Impero, il quale, urlando selvaggiamente,  l’aveva bloccata con l’altra mano, provocandosi una grave lesione sul palmo, probabilmente, gli avrebbe perforato la gola in un istante.

Impero appariva ancora più sconvolto di Feliciano.
Che ci faceva il suo amore lì?
Non l’aveva lasciato a casa a dormire?
Perché proprio lì?
Da Germania?
Contemplò le innocenti e intense iridi color miele dell’italiano.
Le sue pupille erano ritirate dal terrore.
Non era come la discussione che avevano avuto prima: in quel frangente, Impero, aveva letto la delusione nell’anima d’Italia…adesso vi leggeva solo paura.
La cosa lo straziava ancora di più.
Stava per ucciderlo.
Lo avrebbe ucciso se non se ne fosse accorto in tempo.
E se fosse morto per mano sua, poi, che avrebbe fatto? Che avrebbe potuto fare?
Nemmeno la sua morte avrebbe potuto espiare un peccato così atroce e lacerante.
Il lungo e freddo letargo di questi secoli sarebbe apparso una liberazione più che un fardello.
Quale destino sciagurato e nefasto lo avrebbe atteso?

Nessuno dei due sapeva cosa dire.
Italia era troppo traumatizzato per spiccicare parola coerente e rimaneva a fissare il biondino con la bocca tremante, incerto tra il mettersi a urlare o a piangere.
 Impero cercava confusamente di trovare una giustificazione a ciò che stava per fare o, almeno, rimediare a quella situazione quasi sfociata in tragedia.
Entrambi, per motivi diversi, erano bagnati dal sudore.

- Italia..- cominciò.

Sentendo pronunciare il suo nome, l’italiano sbattè le palpebre, riprendendo per un attimo coscienza.
Era vivo?
Perché aveva l’impressione di essere scampato per un soffio dall’abbraccio della morte?
Perché Impero gli aveva puntato un’arma contro?
Scoppiò a piangere spaventato.

- NO, ti prego, amore! Non piangere! – si affrettò Impero, gettando l’arma e prendendolo per le spalle per cercare di abbracciarlo e consolarlo.

“ Va tutto bene!” pronunciò il suo cuore.

Italia fece un salto indietro, atterrito.
Impero rimase sgomentato e desolato a mirarlo, consapevole della gravità del suo gesto ma incapace di figurarsi le ripercussioni future.
Finchè non arrivò, Germania.

***********************************************

Germania appariva sconcertato, a sua volta.
Sacro Romano Impero, perché, nonostante l’aspetto di un adulto, era inevitabilmente lui,  si ergeva davanti a Italia che, impaurito, piangeva miserabilmente.
Il sangue proveniva dal palmo del biondino e sgorgava copiosamente.
 Si trattava di una ferita molto profonda, ma il ragazzo non pareva soffrirne o farci caso.
Avvicinandosi, Ludwig si accorse che Italia respingeva sia lo sguardo che il tocco d’Impero come se, quest’ultimo, gli avesse detto o gli avesse fatto qualcosa di brutto.
Germania si sentì prudere maledettamente le mani.
Non sapeva cosa fosse successo, ma l’istinto gli diceva che avrebbe dovuto sbattere la testa d’Impero dritta nel muro.

- Cosa è successo?- domandò con disappunto, squadrando sospettoso l’intruso.

- La faccenda non ti riguarda, vile usurpatore!- lo apostrofò Impero, malamente.

Germania fece qualche passo avanti, per portarsi al fianco dell’alleato italico : - Stai bene, Italia?- sussurrò premuroso, incurante dello sguardo assassino dell’altro.

A questo mandò il sangue alla testa, infatti scattò in avanti, costringendo il tedesco a scollarsi da Feliciano  per evitare di essere spintonato via dalla sua furia.

- STA LONTANO DA LUI!!!- aggredì rabbioso.

- No, Impero..- mormorò Italia fatalmente - ..Sei tu che devi stare lontano da me!-

*****************************************

Sacro Romano Impero, in un primo momento, rimase intontito da quella dichiarazione lapidaria.
Non poteva e non voleva credere alle sue orecchie.
Neanche i suoi peggiori incubi osavano cotanta crudeltà.

-  Italia, io sono innamorato di te! Non voglio starti lontano! Non lo sopporterei!- implorò Impero.

- Mi hai quasi ucciso, Impero…- constatò ripugnato Feliciano -..Come hai potuto?-

- NON VOLEVO FARLO! NON L’AVREI MAI FATTO! NON CREDEVO FOSSI TU! TU NON DOVEVI ESSERE QUI! TU…- supplicò l’altro che certo non ardiva a perdonarsi il pericoloso gesto antecedente, ma nemmeno a riconoscerlo come spontaneo.

Feliciano s’irrigidì : - E chi volevi uccidere allora? Germania?-

Impero ammutolì.
Si, era quella la verità… ma ammetterlo quanto poteva costargli?
Distolse lo sguardo, impacciato.
A maggior ragione, Italia s’irritò ancora di più.

 - Guardami negli occhi e non mentirmi!-

Impero obbedì.
I suoi occhi non aveva la sfrontatezza di mentire.
Feliciano sprofondò nell’azzurro di quelle iridi, fin dentro l’anima di quel ragazzo tanto desiderato e amato, potendovi scorgere i sentimenti contrastanti che lo affliggevano e lo ravvivano.
Rabbia e Passione, Dolore e Gelosia, Vendetta e Indulgenza, Orgoglio e Amore.
I suoi occhi avevano ancora impresse, come macchie peccaminose, le smorfie agonizzanti di Francia e Svizzera.

- Allora è vero…- proferì infine Italia -..Sei un assassino!-  realizzò agghiacciato.

- No, non è così! Io volevo solo renderti felice!- si giustificò l’altro.

- Ammazzare il mio migliore amico o mio fratello dovrebbe rendermi felice?-

 Questa volta, Italia, si era veramente arrabbiato.
Lui non doveva dimostragli niente!
Potevano vivere felici insieme senza che lui ambisse alla distruzione altrui.
Tutto questo lo disgustava.
E pensare che aveva negato ascolto a suo fratello e a Germania perché credeva a Impero più che a se stesso.
Oramai, nemmeno la verità poteva più essere ingannata dalla triste realtà che gli appariva davanti.
Lo spettacolo era finito: gli attori abbandonavano le maschere e il sipario veniva calato.

- Italia..ti prego di ascoltarmi! Io..-

Non sapendo che dire o che fare, Impero, tentò di seguire il disperato suggerimento del suo cuore.
Si sporse in avanti, afferrando Feliciano per i gomiti e tentò di baciarlo.
Forse certe cose potevano essere spiegate solamente in pochi e significativi gesti.
Un bacio poteva valere più di mille parole.., ma quando il ragazzo si scostò, Impero capì che era veramente finita.
Aveva rotto il legame di fiducia tra lui e il suo amato e recuperarlo gli appariva, ora come ora, impresa impossibile.
Vincere le più ardue sfide, abbattere i nemici più ostinati o riconquistare il suo Regno non avrebbero avuto più alcuna importanza se non poteva condividere queste gioie con chi amava.
Aveva rovinato tutto. Il suo sogno era perduto.
Caddè a terra, come pugnalato, nascondendo il viso tra le mani, piangendo il suo dolore amaramente, maledicendo se stesso e tutto ciò che lo circondava.

**************************************

Italia osservava il suo amato piangere sommessamente e lanciare alcuni angosciati gemiti di tanto, in tanto.
Le sue implorazioni echeggiavano nella casa come il canto dei lupi invernali.
Nonostante tutto, quella scena, gli flagellava il cuore.
Commiserava Impero per il suo stato e si sentiva in colpa per averlo ridotto così.
La colpa, in fondo, era anche sua: avrebbe dovuto capirlo…avrebbe dovuto salvarlo.
Improvvisamente, percepì un tocco gentile sulla sua spalla.
Era Ludwig che, premurosamente, cercava di trasmettergli un po’ di forza ma, soprattutto, di fiducia  per affrontare quella gravosa situazione. Sia per lui che per Impero.
Fu allora che quest’ultimo alzò gli occhi arrossati dalle mani.
Il sangue della lacerazione della mano scivolava lungo il suo mento a partire dall’occhio, dove poco prima aveva appoggiato il palmo.
Guardò prima Italia e poi Germania.
Il labbro superiore rivelò i denti bianchi come belva selvaggia pronta ad azzannare.

CONTINUA

Allora: voglio sapere se, almeno per un attimo, avete provato compassione per Impero oppure non vi ha sfiorato alcun sentimento di umana pietà nei suoi confronti!
Siate collaborativi!

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Chanelin90