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Autore: Sacrilega Ma Non Troppo    03/08/2007    2 recensioni
Gent. Sig.rina Petronilla J. Bouqueter
la seguente missiva le viene spedita per informarla dell’iniziativa di gemellaggio messa in atto tra la
Scuola d’Arti Magiche di Friezerose (San Fancisco, USA) e la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts (Londra, UK).
Di personaggi di fantasia ce ne sono, e anche più di uno, ma non è nata per essere un nido di Mary Sue. Solo un esperimento con alter-ego statunitensi dei Malandrini...il titolo è ben improvvisato.
Introduzione modificata per presenza di doppio tag br, vietato dal regolamento.
Charlie_2702, assistente amministratrice
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Cenare tutti quanti insieme, in fin dei conti, si è rivelato piuttosto divertente. Certo, la conversazione Petronilla Bouqueter - Desdemona McNamara vs Sirius Black – James Potter - con Remus come paciere e Peter come parte neutrale – è stata un po’ una rincorsa a chi la sputava più acida, ma, alla fine, qualche risata autolesionista c’è stata da entrambe le parti.
«E Desdemona è europeo, comunque» ha fatto notare James alla piccoletta bionda, all’ennesima frecciatina sull’inutile puntiglio inglese.
«Dai!» lei sgrana gli occhi, atteggiandosi perfettamente ad un finto sbalordimento «E non dirmi che è pure un personaggio dell’Otello
«Ah, ma allora v’insegnano anche qualcosa, in America!» Sirius ribatte con lo stesso tono della ragazza, sghignazzando divertito.
Remus inarca un sopracciglio, dubbioso.
«Tu sai cos’è l’Otello, Sirius?» chiede poco convinto, ma in assoluta buona fede.
Petronilla esordisce in una risata che lascia sbalorditi un po’ tutti. Non ha niente di particolarmente strano, a parte forse che suona molto alta e poco controllata. Solo, nessuno si aspettava che Petronilla fosse effettivamente capace di qualsiasi reazione spontanea.
«Almeno abbiamo la prova che è umana» bisbiglia Sirius agli amici quando le due ragazze si spostano verso altri lidi, alla ricerca di chissà chi.
«Il fatto che rida non è una garanzia» replica James poco convinto «Insomma, prendi Remus…»
«Ehi!» Lunastorta aggrotta la fronte, tirando un calcio da sotto il tavolo allo stinco del suo amico.
L’”ouch” dolorante di Ramoso fa ridere Peter e fa venire in mente qualcosa a Black.
«Ramoso, ma la Evans?» chiede senza troppi convenevoli, guardandosi in giro nel tentativo di scorgere qualche baluginare ramato tra tutte quelle teste di grifoni. Ma l’unica testa che spicca in modo allucinante è quella della yankee che sedeva lì con loro fino a qualche minuto prima.
James si arma della sua espressione più astuta e psicolabile, tant’è che Peter si fa un pelo più in là, stringendosi a Paul O’Reill, che gli lancia un’occhiata in tralice.
«Così è inquietante…» sussurra Remus all’orecchio di Sirius.
«Io l’ho sempre detto: ha una carriera assicurata come serial killer» replica l’altro, guardando Potter con diffidenza.
«Ragazzi, quest’anno è quello buono» bisbiglia Ramoso con tono complice, ignorando bellamente tutti quegli atteggiamenti diffidenti «James Potter e Lily Evans faranno coppia fissa da qui all’eternità, garantito»
«E quale sarebbe la fonte di cotanta sicurezza?» fa Black, inarcando un sopracciglio con scetticismo «Mi pare – e qualcuno mi contraddica se sbaglio – che non vi siate lasciati ottimamente, l’anno scorso…»
«Già» Remus alza gli occhi verso l’alto, fingendo di pensarci «forse ricordo male, ma mi sembra che qualcuno sia stato scaraventato tra i tentacoli del Platano Picchiatore appena questo maggio. E con un banale Expelliarmus, per giunta»
James sbuffa, seccato da tutti quei tentativi di smorzare le sue sicurezze.
«E va bene, va bene» dice, alzando i palmi delle mani in segno di resa «ammetto che invitarla a passare un week-end a Woodstock con me non è stata una delle migliori trovate che abbia mai avuto, ma…»
«A-ehm…» calcata schiarita di voce per Remus.
«In effetti, James» concorda Peter con rassegnazione «La McGranitt quasi ti ci mandava lei, a farti un giro sotto quell’albero…»
«Ad ogni modo, è inutile stare a piangere sul latte versato» continua Ramoso, deciso a non farsi abbattere.
«E che c’entra?» Sirius è sempre più perplesso.
«Il punto è che è l’ultimo anno, e quindi, a questo giro, deve andare tutto liscio come l’olio»
«Il concetto di liscio-come-l’olio è piuttosto soggettivo, Ramoso» fa notare Lunastorta con cutela «ad esempio il liscio-come-l’olio della Evans potrebbe essere molto simile ad un tuo irreversibile rapimento da parte dei tritoni che stanno nel laghetto…»
«Qual è la tua infallibile tattica dell’anno, comunque?» chiede Sirius, dopo essersi fatto due risate sommesse nel figurarsi la scena.
Ramoso fa spallucce.
«È molto semplice» spiega con ovvietà «Aspetto che lo stress pre-M.A.G.O. la indebolisca, poi la prendo per sfinimento»
Religioso silenzio di raccoglimento.
«Wow» sussurra Sirius dopo un po’, gli occhi sgranati a fissarlo senza espressione «Cioè, praticamente fai quello che fai tutti gli anni, con l’unica differenza che quest’anno è l’ultimo anno, per cui ti deve riuscire?»
«Bèh, stai dimenticando che lei sarà molto più debole degli anni scorsi» fa James, col tono d’astuta confidenza di chi sa il fatto suo.
«Giusto, Felpato» infierisce Lupin, sullo stesso timbro dell’amico «Tu sottovaluti la fenomenale carica distruttiva dello stress pre-M.A.G.O.»

Silente ha fatto in modo che i bagni di tutti i Prefetti e Capocasa diventassero delle stanze da letto.
In realtà non si tratta che di una magia elementare, un trucco da prestigiatore con il quale ha sostituito vasche da bagno e ripiani con materassi e letti. Gli ambienti sono improbabilmente grandi, tanto che in ognuno delle quattro tolette private ci stanno, un pelo strette, cinque persone, e questa è forse l’unica cosa in cui il preside di Hogwarts possa essere intervenuto in massiccia parte…
Ad ogni modo, questa simpatica trovata ha provveduto a fomentare alcune ostilità tra ospiti e padroni di casa, privando quei pochi privilegiati dei loro tanto sudati benefici.
La Parola d’Ordine è stata condivisa con gli yankee e, per prevenire eventuali incidenti, Sigmund Jorje ha fatturato la scolaresca di Friezerose nella sua totalità. In questo modo ” le fughe di notizie verranno punite et smascherate da uno spiacevole attacco di Scarlattina Purulenta acuta, e il colpevole, oltre a far perdere note di merito alla propria Confraternita, sarà sottoposto a degna punizione”.
E, bene o male, tutti gli studenti di Friezerose, giunti al loro quinto anno, hanno testato cosa Jorje intenda con degna punizione.
Alle dieci di sera, quindi, la Sala Comune Grifondoro si ritrova più piena del solito, e il chiacchiericcio che di solito anima l’aria la prima sera dell’anno scolastico è, questa volta, duplicato.
«Ti sei salvato per il rotto della cuffia, Lunastorta» fa Ramoso, sprofondato nella poltrona di velluto rosso della Sala Comune, mentre scruta con occhi stretti gli yankee gozzovigliare in giro per il loro territorio «Se fossero venuti l’anno scorso, te lo sognavi il tuo bel bagno privato, con tutti quei sali colorati…»
«E anche tu, caro il mio James» fa notare Remus, memore di tutte le concessioni fatte ai suoi amici durante il suo momento di gloria, come lo chiama Sirius.
«Come va a casa, Felpato?» la domanda messa giù inaspettatamente da Codaliscia – forse con poca sensibilità e buttata lì soprapensiero – mette un punto netto alla questione Ospiti, e calamita tutte e tre le restanti paia di occhi su Minus.
Remus guarda Peter con quell’espressione dubbiosa da non-l’ha-veramente-detto. Il veleno nelle fauci di James sembra momentaneamente esaurirsi, e il ragazzo piega appena il capo verso il basso, guardando Codaliscia da sopra la montatura tonda degli occhiali. E il suo sguardo scuro dice sei-cretino-o-che-cosa?
Sirius, com’era prevedibile, fissa Peter per un attimo, anche lui perplesso per una domanda di quel genere posta in quel modo, poi caccia indietro la testa e ride, canino. Ma è una risata-riempi-silenzio, brusca, una di quelle risate che si riservano per le circostanze più scomode o delicate, ed è una delle più amare tra quelle poche risate simili a questa che gli altri tre gli abbiano mai sentito fare.
«Per Merlino, Peter» esclama Felpato, sghignazzando come se l’amico gli avesse appena raccontato la figura del cavolo più ridicola mai fatta da Mocciosus «quale casa?»
Codaliscia sprofonda nella sua poltrona, mentre un’intensa sfumatura aragosta gli sale sul viso come il mercurio di un termometro immerso nell’acqua ad ebollizione.
«Intendevo…» bofonchia a disagio «sì, ecco, volevo dire…»
Black soffoca le ultime risatine – più nervose che altro – poi si asciuga l’occhio destro con un dito, e tutto con l’aria più divertita che possa esistere.
«Ho capito, ho capito» fa, riprendendo fiato «beh, se intendi quel nido di vipere, a Grimauld Place» e James e Remus distolgono finalmente lo sguardo da Peter «non ne ho la più pallida idea»
Lunastorta porta gli occhi sul camino con aria un pelo rassegnata. Ramoso, dal canto suo, sospira, perché lui lo sa fin troppo bene come vanno le cose in Casa Black.
I genitori di Sirius hanno un figlio unico da un anno a questa parte, e non è lui. Nessuno dei due scrive e, se non lo fanno loro, non c’è dubbio che l’iniziativa parta da uno degli zii. Se non fosse che suo fratello Regulus frequenta Hogwarts, potrebbero tutti essersi trasferiti in Australia, per quanto se ne sappia.
L’unica Black con cui Felpato mantiene un qualche tipo di rapporto – e si tratta principalmente di qualcosa di epistolare – è sua cugina Andromeda perché, come Felpato, anche lei ha deciso che essere amica – o altro – dei babbani la diverte di più che partecipare a progetti di sterminio di massa.
James Andromeda l’ha conosciuta. Lo scorso Natale i Potter l’hanno invitata da loro, cosicché Sirius potesse incontrare Ted Tonks e la piccola Nimphadora – testa rosa ed enormi occhi curiosi - , di sei anni e mai vista prima.
«Andromeda come sta?» chiede Remus, con tono cauto e le iridi fisse sul camino ancora spento.
«Bene, bene» Sirius ha riacquistato compostezza, pur sempre standosene stravaccato in quella sua particolare maniera blanda «Anche se lei e Ted hanno qualche ristrettezza economica…»
Ramoso abbozza un ghigno alla allentiamo-un-po’-la-tensione.
«Detto di un Black è quasi un paradosso» esordisce scherzoso.
Sirius ricambia il sorriso furbo.
«Ti pare?» replica con tono concorde poi, con un cenno del capo, indica Remus «Non fa lo stesso effetto che a parlare di Lunastorta»
Quello ridacchia.
«Guardate che ce la passiamo piuttosto bene, ultimamente!» dice con scherzosa convinzione.

«Finish with my woman ‘cause she…» Rhonda tira un cuscino in faccia a Isobel, che si porta una mano sul naso, abbassando la testa.
«…couldn’t help me with my mind» continua la Wright, strofinando il palmo sulla parte offesa e rilanciando il cuscino all’amica.
«People think I’m insane because…» un'altra munizione colpisce Isobel in pieno petto, e la ragazza alza gli occhi verso Rhonda, con fare spiazzato.
«Ahm…» Isobel si guarda in giro con occhi larghi, cercando l’aiuto delle altre due Biancolume che dividono con loro uno dei bagni dei Prefetti «I…I am…»
«Sì?» Rhonda la guarda già con quel sorrisetto vittorioso che preannuncia la tortura «Dimmi, Beldisastro?»
«I…beh, comunque non è giusto che sia sempre tu a scegliere le…»
Isobel non fa in tempo a dire canzoni che Rhonda le è già saltata addosso e la sta colpendo con energia con il cuscino.
«Non cercare scuse Izzy!» esclama ridendo, mentre la sua arma impropria si abbatte impietosa su qualsiasi parte del corpo Isobel non riesce a schermare «Hai perso. E c’è una punizione doppia per chi non conosce i Black Sabbath!»
«Io li conosco i…» Isobel riesce a trovare temporaneamente riparo rifugiandosi dietro Loretta Coubrik – oltretutto più piccola e minuta di lei – che si prende una cucinata dritta dritta sulla testa «…Black Sabbath! Solo che non puoi pretendere che –ouch! Lotte!»
«Così impari a usarmi da scudo!» Loretta le lancia il cuscino dopo averla colpita in pancia.
«Ah, è così?» Isobel sbuffa, ravviandosi con una mano i capelli ormai amorfi «Adesso le prendete. Accio cuscini!»
Quello che probabilmente voleva essere un tentativo di armarsi in maniera consona va a finire con una pioggia di guanciali a seppellire Isobel Wright sotto una morbida montagnetta bianca, con un paio di piume d’oca che svolazzano per il bagno.
Poi, Izzy non ha nemmeno la possibilità di rialzarsi: riappropriatesi dei propri cuscini, la Coubrik, la Dwaine e la Cooney le sono saltate addosso, e si consuma la penitenza.
E dire che è stata proprio lei, Isobel, ad introdurre Rhonda nel favoloso mondo della musica babbana.

È a colazione che James Potter finalmente trova – dopo una ricerca senza risultato la sera prima –Lily Evans. È talmente presa nella sua conversazione con Cecile Holmes che non si accorge della presenza di Ramoso accanto a lei se non quando Kenny Bale – terzo anno – non si avvicina di corsa, estremamente su di giri, esordendo con un ”James Potter! A quando i provini per la nuova squadra?”
Così, mentre gli occhi verdi di Lily si dilatano, spostandosi con lentezza spasmodica e spaurita verso la sua destra, James esibisce uno dei suoi sorrisi più sfacciati, pregno di sicurezza, guardando il ragazzino con l’aria di un eroe mondiale non troppo modesto che racconta delle sue prodezze ai piccoli fan tutti occhi e orecchie.
«Ci sto lavorando» dice, senza riuscire a mascherare la punta di orgoglio che gli trapela dal tono di voce «Metterò un annuncio in bacheca, giovane…»
A sentire quell’appellativo Lily, che già stava tentando di scivolare il più lontano possibile dal Capitano della squadra Grifondoro, rabbrividisce di fastidio, rivolgendogli un’occhiata fulminante, che lui nemmeno coglie, preso com’è dal crogiolarsi nel suo stesso brodo.
«Ken» il ragazzino viene in aiuto di Ramoso, impaziente di imprimere bene nella mente del Capitano il suo nome, già fantasticando sul suo futuro ruolo da battitore «Ken Bale, signore»
«Perfetto Ken, allora…»
«Non ci credo…» bofonchia Lily infastidita, tra i denti, ma non abbastanza sommessamente per passare inosservata.
Mentre è già lì che si alza, Ramoso si volta verso di lei, atteggiandosi come se si fosse accorto solo ora della sua presenza.
«Evans!» esclama con finta sorpresa «Come stai? Noto con piacere che ti sei venuta a sedere proprio…»
«Ah-ha» Lily sbotta con voce secca, che non ammette repliche, i nervi aggrovigliati come molle «Non provarci nemmeno, signor Capitano, io non mi sono seduta proprio vicino a nessuno. E, se ora vuoi scusarmi…»
Il suo tentativo di fuga sfuma quando Oloferne McNamara, con un’aria assonnata che la metà basterebbe, individuandola tra la folla, la raggiunge proprio in quel momento.
«Lily Evans!» esclama con un tono alla hai-visto-che-me-lo-sono-ricordato?
Lei sobbalza, presa tra due fuochi, e si volta verso di lui proprio mentre James si sporge di lato per vedere di chi si tratti, un sopracciglio inarcato. «Ah! McNamara» Lily è presa alla sprovvista «Ciao…»
«Abbiamo lezione insieme» Oloferne non perde tempo, sfoderando un sorriso sornione «Mi fai da guida?»
A farle accettare quell’invito imprevisto è, in larga misura, la faccia stizzita di Ramoso, che riserva a McNamara le occhiate più ostili che lei stessa gli abbia mai visto lanciare.
La vista di Potter in quello stato è sufficiente a farle spuntare uno spontaneo quanto assurdamente largo sorriso.
«Sicuro» esclama annuendo, con un tono che fa sembrare il tutto come se non aspettasse altro da tempo «Andiamo?»

«Odio questi maledetti statunitensi» James sibila frasi di questo tipo da quando, appena qualche minuto fa, ha tirato tutti e tre i suoi amici su dal tavolo con la forza – tra le proteste di Sirius, intento a masticare il suo pancake, e la perplessità degli altri due – costringendoli a seguirlo di corsa in direzione dell’aula di Pozioni.
«Bèh, l’odio è un sentimento forte, Ramoso» puntualizza Remus, allungando il passo per stargli dietro «non credo che…»
«Lunastorta?» l’occhiata che Potter gli riserva, guardandolo da sopra la spalla senza smettere di camminare, è qualcosa di mortifero «io odio tutti questi maledetti statunitensi»
Pure Sirius pare un pelo dubbioso. Camminando con più calma rispetto agli altri – privilegio dovuto all’estensione delle sue gambe -, si guarda in giro con sopracciglia inarcate, grattandosi la testa.
«Cosa può essere successo – in quel quarto d’ora scarso in cui ci hai permesso di fare colazione» chiede, più diretto a Peter e a Remus che al diretto interessato «da far crescere in questo modo i tuoi cattivi sentimenti nei confronti dei nostri ospiti?»
«E piantala di parlare in questo modo, Felpato!» sbotta James con sgarbo, senza neanche guardarlo.
«Ce lo dici o no, cos’è successo?» domanda Peter, dando voce anche ai pensieri degli altri due.
James sbuffa.
«Vi è chiaro il discorso dello stress pre-M.A.G.O.?»
Sirius che si schiaffa una mano sulla fronte, rovesciando gli occhi verso l’alto in una perfetta espressione di non-è-vero-non-può-essere-vero-qualcuno-ci-salvi, viene perfettamente ignorato da Potter, che va avanti nel suo discorso senza attendere sirposta.
«Ecco, è a monte»
«A monte?» fa Remus, spiazzato.
«Perché a monte?» chiede Codaliscia, guardando gli altri due con aria interrogativa.
«Qui bisogna velocizzare i tempi» è la risposta convinta e grave di James, che varca la soglia dell’aula di Pozioni, andando a sedersi esattamente dietro a McNamara e alla Evans.

«Signorina Wright» la voce tutta miele di Europa Hartigan fa rabbrividire la metà di classe che conosce quel timbro.
Isobel sussulta non appena sente il suo nome, irrigidendosi sulla sua seduta «Sì…professoressa?»
«Vuole farci gentilmente vedere come pratica un Incantesimo di Ridimensionamento?» continua la Hartigan con quel suo tono da zietta sforna-biscotti, facendo roteare con fare blando la sua bacchetta.
Sirius, dall’altra parte dell’aula, aggrotta la fronte dubbioso, ritirandosi istintivamente un po’ verso James.
Nel corso della mattinata, osservando Isabel Wright prima per i corridoi, poi in classe, hanno avuto modo di constatare quale sia il grado massimo di impaccio e sbadataggine che un essere umano può effettivamente raggiungere.
E Felpato – così come molti altri lì nei dintorni – ha dovuto farsi violenza per contenere le risate quando, nell’entrare nell’aula di Incantesimi voltata indietro, la Wright è andata a sbattere con un tonfo piuttosto sordo contro lo stipite della porta, barcollando indietro con una mano sulla fronte e gli occhi un pelo lucidi per il dolore.
Remus, in quel frangente, ha tirato un paio di gomitate ammonitrici agli amici, ma nemmeno lui ha potuto evitare di farsi scappare un sorrisetto quando, nel ripetere la gestualità necessaria per praticare l’Incantesimo di Ridimensionamento, la bacchetta di Isobel le è sgusciata via dalle mani, mancando per un pelo l’occhio del ragazzo dietro di lei.
Ora gli occhi scuri di Isobel fissi su quell’ondeggiare svagato della bacchetta della Hartigan non fanno presagire nulla di particolarmente riuscito, sicché c’è già qualcuno che, immaginandosi il peggio, ridacchia sommessamente, cercando di non farsi sentire.
Rhonda Cooney da un col pettino d’incoraggiamento sulla spalla dell’amica, sorridendole un po’ incerta.
Remus Lupin, a sua volta segretamente diffidente, osserva Isobel alzarsi – con una lentezza forse calcolata – ed alzare la sua bacchetta a mezz’aria, la mano che trema impercettibilmente.
«Ahm, se è possibile, signorina Wright» la Hartigan la fa sussultare ancora una volta «le chiederei di puntare la sua…bacchetta in un’altra direzione. La ringrazio»
Isobel sente le gote farsi calde, mentre di gira in direzione della finestra, verso una pila di libri poggiati su un banco – di proprietà della Hartigan – assicurandosi di coprire una traiettoria sicura.
Sospira, alza la mano e, facendo roteare il polso come meglio le pare, mormora “Redu…”
Prima che possa finire di pronunciare la formula, la vetrata della finestra s’incrina, e scoppia poi verso l’esterno, come se qualcuno ci avesse lanciato contro un pallone di cuoio, mentre i libri diventano semplice pioggerella di carta ingiallita.
Sirius si preme forte una mano sulla bocca per evitare di esplodere a sua volta, mentre James, accanto a lui, quasi non si nasconde rotto il banco, piegato dal ridere, cercando di nascondere quell’attacco di allegria.
Isobel avvampa brutalmente, mentre gli occhi turchesi della Hartigan le rivolgono un’occhiata rassegnata.
«Perfetto, miss Wright» dice piatta, muovendo con destrezza la bacchetta «Reparo!» e la finestra torna quasi come nuova «Mi faccia il favore, signorina, di scandire con precisione la formula, prima di agitare quel suo polso. Lanciare un Reducto al posto di un Reducio potrebbe costarle parecchio, non solo durante i M.A.G.O.»
Con la testa bassa fin quasi a coprirsi gli occhi con i capelli, Isobel torna a sedersi al suo posto, in sottofondo un brusio di risolini mal contenuti.
«Direi che abbiamo raccolto materiale a sufficienza» dice Sirius, lanciando un’occhiatina eloquente a James «per etichettare la signorina Wright come un C.S.S.»
«E C.S.S. sia» fa Ramoso, guardando Remus di sottecchi «e questa volta non provare ad opporti, Lunastorta, perché questa è una causa persa in partenza»




Nota al capitolo: ah-ha, siamo al capitolo numero 4, e pure questo sembra, nel complesso, abbastanza inutile, ma il punto è che mi diverto un sacco a scriverlo (purtroppo per voi mi diverto più a scrivere le piccolezze che il resto :P). Un appuntino per quel che riguarda gli incantesimi: diciamo che sono andata un po’ a memoria ed un po’ ad invenzione, per cui non è una roba troppo puntigliosa. Mi interessava più descrivere la goffaggine di Isobel che altro. Vedrò di cominciare a dargli una piega più sensata col prossimo aggiornamento.
Dk86: grazie mille, i suggerimenti sono sempre bene accetti, ne prendo atto. Per quel che riguarda il rapporto James-Oloferne, beh, tra loro c’è attrito sin dall’inizio, conto di continuare a fare leva su questo punto anche in futuro, per cui…XD
Avalon: grazie ^^’. Gli aggiornamenti arrivano in base alla mole di recensioni! No, gags a parte, finchè mi diverto come mi diverto adesso dovrei essere abbastanza celere :P
  
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