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Autore: _RadinA_    14/01/2013    0 recensioni
Questa è la storia di due giovani innamorati: Paolo e Francesca, il loro è un amore speciale, caratterizzato da un affetto illimitato e da un legame indissolubile. un giorno però Paolo dà una notizia a Francesca, che dopo una serie di avvenimenti si troverà in una situazione impensabile.
Grazie se leggete e mi consigliate!!!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                                                             Capitolo 4

Vidi l’orologio sul cruscotto: 22:30,considerando che non li sentivo e vedevo da 2 giorni e che avevo 17 anni (ancora per poco, ne avrei compiuti 18 il 26 maggio) ero davvero nei guaiCi baciammo, questa volta più velocemente, poi lo salutai, dopo ciò fui costretta a scendere dalla sua bellissima macchina blu metallizzato ed a incamminarmi verso il portone del palazzo. Appena entrai dal portone sentii subito sgommare la sua macchina via  dal cortile malandato, salii le scale e con le chiavi aprii la porta. Ma prima di entrare sentii come sempre le urla di Angela e il fracasso che faceva Toni,non volevo vederli ma non potevo evitarli per sempre  perciò entrai in casa e mi accorsi che loro erano in cucina, poggiai delicatamente le chiavi sul mobile e chiusi silenziosamente la porta, mi levai il giubbino e con tristezza andai in cucina “ciao” dissi senza guardarli in faccia
“guarda chi si vede, non ti vedo da due giorni, che fine hai fatto?”disse Angela, voleva sgridarmi ma non gli riusciva tanto bene, aveva i capelli biondi scomposti, gli occhi castano chiaro spenti e una tuta molto sporca addosso, non aveva neanche la forza di lavarsi i suoi vestiti? Bah.
 “da nessuna parte, ieri sono uscita e poi sono tornata, siete voi che non mi avete notata, ero in camera!”dissi prendendo il piatto e servendomi da sola.
Non è che fosse il miglior pasto ma andava bene:brodo e poi bastoncini. Faceva freddo e un bel brodo caldo era l’ideale.
“e in questi giorni dimmi un po’ con chi eri? Lo sai che ci ha fatto preoccupare? Discutevamo appunto di questo io e tuo padre…” parlava in un modo così strano come se avesse recitato quella frase mille volte in testa sua prima di esprimerla ad alta voce a me.
La interruppi “ lui non è mio padre come tu non sei mia madre, e non fingete di interessarmi a me, perché so che non lo fate per niente, ancora non so perché mi hanno affidata a voi, stupidi buoni a nulla”dissi calma, senza urlare, ma con un gelo spaventoso. Angela abbassò gli occhi, mettendo in mostra le sue guance, bianco porcellana, alla luce.
“Come ti permetti Stupida signorina ingrata? Non ti devi nemmeno azzardare a risponderci cosi, hai capito?”mi chiese Toni scrollandomi per un braccio. Le sue parole non mi facevano affatto paura, forse ancora lo doveva capire,
“Lasciami immediatamente,io mi rivolgo come voglio a voi, non me ne importa più di tanto tra poco faccio 18 anni e nessuno mi trattiene più a stare qui!” dissi a quel punto urlando anche io. “Non vedo l’ora che accada, non so nemmeno io perché ti abbiamo voluta con noi, stupida ragazzina” dicendo questo, si mise a sedere, strofinandosi più volte i capelli scuri e si versò nel bicchiere un po’ di birra. Toni era ancora più mal ridotto di Angela, ma dove erano andati a frugare nei cassonetti dell’immondizia? Aveva una canottiera bianca, sporca di grasso e fango, che gli copriva quel pancione che si ritrovava, un pantalone marrone strappato sulle ginocchia, la barba incolta e occhiaie che avrebbero spaventato anche un vampiro. Comunque  non parlai più, non volevo che la discussione si accendesse ancora di più. Avevo fame perciò non m’importava se  dopo quella discussione stavano con me nella stessa stanza. Mangiai in fretta dopo di che pulii i piatti e corsi in camera mia, ignorandoli sempre di più, chiusi la porta. Non ci potevo credere si erano permessi pure di dire che non sapevano perché mi avevano voluta con loro, ma come si fa ad essere più crudeli?
Anche io non è che mi fossi comportata da angelo, ma dopo i loro comportamenti era pur comprensibile, loro litigavano sempre, bevevano e spesso tornavano tardi la sera senza curarsi troppo di me, come non si curavano troppo anche del fatto che non ero mai a casa ma sempre con Paolo, solo questa sera chissà perché volevano fare gli attori e recitare la parte dei genitori attenti alla propria figlia.  Come se non fosse così evidente che stavano fingendo. Perché loro erano genitori di mezza età  che volevano fare i ragazzi di 20, tornando indietro nel tempo, ma questo non si poteva e loro non lo capivano. Speravo ogni giorno, sempre di più che quel fatidico 26 maggio  arrivasse, così che me ne sarei andata via da quella fogna finalmente; ma la domanda che mi perseguitava era dove sarei andata. Non  volevo pensarci in quel momento, ci avrei riflettuto a tempo debito. Sapevo a ogni modo che la scuola l’avrei continuata, ero al 5°anno di liceo “socio psicopedagogico” e mi mancavano quasi due mesi alla fine dell’anno e all’esame di maturità, perciò non volevo buttare tutto per due stupidi mesi. Ero brava, mi stavo preparando bene all’esame perché avevo intenzione di prendermi quel diploma. In quel periodo comunque non ci stavo andando perché ero nelle vacanze pasquali,che per la cronaca sarebbero finite quando Paolo se ne sarebbe andato. Che bello le cose si associavano sempre a meraviglia.
Stavo andando nel mio bagno, quando lo specchio nella mia camera attirò la mia attenzione, avevo perso qualche chilo in questo mese, o due mesi,non so bene da quanto tempo ma sapevo che qualcosa non andava. Non era la prima volta che me ne accorgevo, da un po’ di tempo mi sentivo strana. Forse mi sentivo così per questa situazione con i miei genitori che andava sempre di più peggiorando. Per il momento però avevo già troppi pensieri per la testa, perciò a cosa mi stava succedendo ci avrei pensato in un altro momento. Rimanendo ancora davanti allo specchio, osservai il mio riflesso:una ragazza dal corpo gracile e dai capelli lisci e castani; dagli occhi verde chiaro e dalla bocca sottile e dolce. Quella bocca che ogni mattina veniva baciata dal ragazzo dei suoi sogni e che non lo sarebbe stata più tra un po’ di tempo. I miei pensieri si stavano dirigendo verso la tristezza più pura, così decisi di fermarli e di dirigermi in bagno a lavarmi.
                                             
 
La canzone di rhianna, “what’s may name” mi svegliò tanto violentemente che per spegnere la sveglia la ruppi, facendola cadere. Bene, nella mia lista di cose da fare adesso c’era anche “comprare una sveglia”. Dal mio telefono vidi che erano solo le nove del mattino, così con calma mi feci una doccia calda, che mi rigenerò completamente e mi vestii molto decisa quel giorno ad essere elegante, sì a volte capitano quelle mattine piene di aspettative e altre volte no. Così mi misi un pantalone aderente, una camicetta blu con sopra un cardigan corto grigio ,  comode scarpe grigie. Dopo di che mi truccai e mi aggiustai i capelli. Bhe avevo fatto il mio meglio, andando nel salone mi accorsi che c’era qualcuno in cucina. Strano, perchè di solito a quell’ora dormivano ancora, mi sporsi per controllare e vidi Angela rannicchiata a terra che piangeva, così mi avvicinai e poggiai una mano sulla sua spalla. Lei molto debole si fece girare senza problemi e vidi che aveva la bocca e il naso sanguinante e anche un occhio nero, piangeva e si copriva con entrambe le mani un punto del polpaccio, preoccupata le scostai le mani e vidi un taglio profondo che perdeva troppo sangue.

Angolo autrice: bene, più informazioni sulla situazione familiare di Francesca, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere i vostri pareri che circolano liberi nel vostro cervelletto, a molto presto,
un bacio caloroso, Radina.
  
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