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Autore: Gatto Magro    14/01/2013    2 recensioni
- Adesso c’è sangue anche sulla lampada, quella verde in salotto, e sono andata fuori in silenzio però, perché ho pensato che ora dobbiamo accendere la lampada col sangue di Brian sopra e mi è venuto da vomitare.
Genere: Angst, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Novembre 2012

Saskia si dimentica quasi subito dello strano incontro sul treno.
Le cause sono due: appena entra in classe ci trova quell’atmosfera di palpabile terrore che precede un compito in classe; i suoi compagni ingurgitano caffè delle macchinette, sfogliano i libri tenendosi il capo con una mano, ripetono silenziosamente concetti imparati a memoria con gli occhi rivolti davanti a sé senza il minimo tentativo di comprendere davvero – e come si potrebbero capire frasi come “Due occlusive aspirate appartenenti a sillabe diverse di una stessa parola non possono coesistere, e la prima si muta nell’occlusiva non aspirata della stessa serie” - quello che stanno blaterando. Saskia rimane sulla soglia e sbatte le palpebre per cinque secondi. Lei non ha studiato. Non sapeva nemmeno ci fosse un compito.
Oh, merda.
Si siede al suo banco e getta un’occhiata a Emma, al suo fianco, che ha in mano il libro di greco e fissa un paragrafo sul piuccheperfetto con gli occhi ridotti a fessura e la fronte agrottata.
Doppia merda.
La seconda causa le farà dimenticare anche del tre che si è assicurata con il compito di greco questa mattina. Per Saskia, gli avvenimenti sono un po’ come le pillole che butta giù; hanno forme e colori diversi, alcune sono davvero disgustose e le provocano conati, ma una volta ingoiate finisce tutto, si pensa alle prossime due, tre, quattro. E poi, lei si autoimpone di comportarsi almeno in superficie come un’evidente conferma che nel cervello di una bionda naturale può esistere soltanto un pensiero alla volta; Saskia ha un sacco di amici, ed è persino riuscita a convincere sé stessa di essere generalmente felice.
Perciò è per l’appunto felice quando all’ora di ginnastica scoppia un temporale e gli allenamenti di pallavolo vengono annullati. La palestra è occupata dai ragazzi che giocano una partita di calcetto e lei passa le due ore successive seduta sugli spalti circondata dalle compagne, a guardare il ragazzo biondo che corre da una parte all’altra, sudato e divertito e bello come un dio.
- Oh, ho appena notato i tuoi pantaloni. Sono nuovi? – le chiede Emma.
- Mmm? – Saskia si guarda le gambe fasciate – stritolate- dal jersey rosa fragola, abbandonando per un secondo la schiena del ragazzo biondo. – Non sono miei. Cioè. Ero da Lex e me li sono infilati per sbaglio.
Emma sgrana gli occhi e molla un risolino. – Sono di Leeex? – dice, allungando la “e” e scoppiando a ridere di nuovo.
Saskia sorride. – No. Sono della ragazza che ha dormito con me stanotte. Lex non era nemmeno in camera quando mi sono svegliata, ora ricordo!
L’amica fa una faccia sconvolta, sembra che la sorpresa le scivoli lungo il viso quando spalanca la bocca; Saskia stira le labbra pensando a quanto Emma sia stupida e torna a dedicarsi al biondo che ha segnato un goal e ride in mezzo ai compagni festanti. Non sa un cazzo della vita, Emma, pensa la bionda intenerita dal viso entusiasta del ragazzo. E’ felice di essere sé stessa. E’ felice di avere quei jeans addosso, anche se un po’ li odia per come le stanno segando le cosce, perché sono il simbolo delle figate che Saskia Viskji può fare solo perché è lei, perché le va.
Pensa a come le piacerebbe dire quanto sono scomodi quei jeans al ragazzo biondo e lasciarseli togliere da lui, e improvvisamente li odia un po’ meno.
- Bee. – pensa di dirgli Saskia. – Mi aiuti a toglierli, Bee?
 

Giugno 2002

I bambini tacciono, forse si sono dimenticati come si fa a parlare.
Può succedere anche questo mentre la nonna racconta e la Voce li porta via dalla camera senza bisogno di schiudere le tende o aprire la porta alle loro spalle.
Sunshine ha la bocca socchiusa e probabilmente non si rende conto dei capelli che le si incollano alla nuca mentre suda. Il pavimento sembra ardere nonostante non veda mai la luce del sole. Il caldo torrido dell’estate – un indizio di mondo vero in quella stanza impossibile – penetra dalle fessure tra le finestre e sotto l’uscio, indifferente a ciò che accade lì dentro.
In ogni caso, anche le tre persone nella stanza sono indifferenti a lui, come anche noi, anche se per ragioni leggermente diverse.
Ci si sente un po’ osservati, vero?
Lo sguardo della bambina non appare così vacuo a un’occhiata più attenta. Fissa incantata un punto preciso a mezz’aria nella stanza; se ci spostiamo dove la luce rossastra è meno fioca, più pura e trasparente, possiamo percepire un movimento di fili d’oro in un vento dolce e inesistente.
Ci vede.
Il bambino invece è diverso, guarda le labbra della nonna muoversi e il suo odio per lei vibra attraverso la stanza, intensificandosi nei nostri corpi traslucidi e irradiandosi lungo i nostri capelli. Ogni nostro movimento ne urta fisicamente una scheggia, scheggie di odio che vanno in pezzi tintinnando come cristallo e si ficcano a fondo nella pelle e negli occhi, nere, scivolose. Il bambino sta quasi male da quanto è pieno di angoscia, ma verso di noi non nutre rabbia, è troppo accecato da sé stesso per badare a noi in questo momento. Chissà se capisce che ogni sua cosa ci è nota.
Noi invece siamo al riparo dai loro sensi. Possono vederci, salvarci, disprezzarci, ma non vedono cosa contengono le nostre membra d’aria… i nostri cuori affogati…
Le nostre anime incrinate…
Nel vento di giugno, quell’aria sottile che fa frusciare gentilmente i raggi brucianti del sole, sentiamo uno di noi piangere, e le lacrime prendono a scorrere sul viso bianco della bambina. Il fratello gliele asciuga con le dita sottili, senza guardarla, le schegge d’odio rimangono sospese e traballano senza il suo sostegno. Guarda noi ora – un punto poco più alto della mia spalla destra.
 
 
Mi sa che stiamo per entrare nell’atmosfera vera e propria della storia, finalmente!
Ora, se lasciate un commento per farmi sapere che cosa pensate di questo qualsiasicosasia, non vi accadranno cose orribili, promesso!

   
 
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