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Autore: pollama    15/01/2013    2 recensioni
Jade Arc, una ragazza di 22 anni come tante, sogna di divenire una musicista di successo e proprio per questa sua passione si trasferisce a Parigi per incominciare la sua carriera in un piccolo bistrot nel centro della città. Per lei sembra tutto così nuovo, così magnifico e ad aumentare questa sua convinzione c'è Frederic Suén, un ragazzo dall' aspetto ammaliante che nasconde un inaspettato segreto.
Buona lettura :D
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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-10-



«Hai qualcosa di mio» sussurrò quelle parole, socchiudendo gli occhi celesti. Le labbra si schiusero in un sorriso malizioso, prima di avvicinarsi a lui.
«Come mai sei qui… in mezzo alle vie borghesi? Pensavo che il tuo habitat ideale fossero i giardini di Versaille.» Logan rispose con un mezzo sorriso, ma non accennò nemmeno per un istante alla domanda che gli fu posta.
«So che hai finto di non sentire la domanda… quindi ripeto con gentilezza… Hai qualcosa di mio… Mi ridai la pietra… per favore?» la donna disse quel “per favore” a denti stretti, si vedeva che si stava sforzando ad essere tranquilla.
«La pietra? Non so di che parli.» il ragazzo fece spallucce ed imitando lo stesso tono assunto da lei prima.
«Non fare lo spiritoso… so che l’hai portato qui, per te e per Frederic.»
«Come puoi essere sicura che ho io la pietra?»
Vievienne incrociò le braccia al petto e, puntando l’unghia alla base del collo di Logan, sorrise rispondendo: «Ho riconosciuto in casa mia lo stesso odore di piscio che ti distingue.»
«Caspita che vocaboli poco signorili… Una signora per bene non dovrebbe parlare con queste… volgarità.» Logan fece schioccare la lingua sotto il palato in segno di disappunto, ciò fece tramutare il perbenismo forzato della donna, in un impeto di aggressività.
«Non giocare con me, Logan!» arricciò il naso e facendo una smorfia fece accrescere i proprio denti e spinse con forza il ragazzo contro il muro.
«Credi che sia come la ragazzina della porta accanto? Come… quella Jade?»
«Tu… tu come…?»
«Io so molte cose… dopotutto sono un' Alfa.»
Logan la spintonò quel tanto che gli bastava per riprendere fiato, visto che Vivienne aveva la mano attorno al suo collo.
«E’ meglio per te che ridai la pietra.»
«Io non do nulla! Siamo una famiglia e non credo sia giusto lasciare il privilegio ad un Licantropo solo.»
«Pensieri nobili i tuoi… ma non basta a farmi cambiare idea… vediamo cosa ne pensa il tuo “protetto”.»
«Tieni lontano da questa storia Frederic. Lui non c’entra… io… sono stato solo io a rubarti la pietra.»
Logan congiunse le mani quasi in segno di preghiera, sapeva che a Frederic avrebbe fatto male la vista di lei.
«Sta calmo Logan! Dopotutto, mi manca un po’ Frederic.»
Il ragazzo abbassò lo sguardo, ma non fece in tempo a replicare con qualche parola che la donna lo spintonò giù dalle scale facendogli perdere i sensi.
 

§§§
 

«Sto bene assieme a te.» sussurrò Frederic all’orecchio di Jade. La ragazza sorrise mordendosi le labbra e senza parlare lo baciò delicatamente.
Era perfetto: bello, intelligente e simpatico.
Pensava che nulla potesse andare storto, forse aveva trovato la strada giusta per essere felice.
Si guardarono negli occhi, perdendosi nei loro pensieri, quasi come se si potessero leggere nella mente.

Il suono del campanello destò i due innamorati, come se fino ad allora fossero immersi in un sogno.
Quando Jade aprì la porta, si trovò di fronte gli occhi glaciali e quasi spaventosi di Vivienne.
«Salve» sussurrò intimidita e stranita.
«Tu devi essere Jade… Frederic non ti ha parlato di me, vero?»
Jade si guardò alle spalle, implorando Frederic, con gli occhi, di dirle qualche spiegazione.
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli biondi e disse il nome della donne con un tono incredulo che spezzò il fiato a Jade.
«Vi- Vivienne?»
«Sì, pasticcino sono io e sono tornata per vedere un po’ il mio cucciolo come sta.»
La donna entrò in casa di Jade, senza chiederle il permesso e senza nemmeno guardarla. In pratica, non la considerò nemmeno come un fantasma.
«Il tuo amico mi ha fatto un po’ arrabbiare. Lo sai?»
«Lo immaginavo… Se è per la pietra che sei qui, può consolarti il fatto che io non la ho!»
Vivienne si sedette sul divano soffice, annusando l’aria.
Le era sempre piaciuto l’odore della pelle di Frederic, lo stesso odore che si avvertiva sulla cima di un monte: fresco e che sapeva di polline.
«Il tuo profumo mi inebria ancora…» disse all’improvviso socchiudendo gli occhi per guardare Jade che scattò in avanti rossa in viso.
«Nessuno ti ha invitata! Va via!»
La donna rise di gusto, le divertiva quella ragazza minuta che non sapeva di poter essere la sua cena quella notte.
«Saresti un bel bocconcino.» disse, facendo vibrare le corde vocali.
«Lasciala stare e fa come ha detto… Va via!»
In quel momento Frederic strinse i pugni e, dando le spalle a Jade, ammonì la donna, facendo virare le sue iridi dall’azzurro al giallo paglierino.
La donna non disse nulla, annuì ed alzandosi dal divano poggiò una mano sul petto del ragazzo.
«Stai attento a non giocare come un duro. Ricorda sempre chi sono io.» quelle parole sussurrate prima di uscire dalla casa, fecero venire la pelle d’oca a Frederic, chiuse gli occhi e fece un grosso respiro. Doveva calmarsi, Vivienne era fatta così, voleva essere la prima donna in tutto, ma non avrebbe fatto mai del male a lui o a Jade… almeno lo sperava.
«Chi era?» la voce acuta di Jade gli arrivò alle orecchie all’improvviso.
«E’ una vecchia… amica.»
«Amica? Andiamo Frederic, una’ amica non si comporta così!»
Jade lo guardava con le braccia conserte e immobile dieci passi più in là di lui.
«E’… una storia complicata, ma credimi: spero che non la dovrai mai udire.»
Jade si sentì offesa. Come poteva pretendere di stare assieme a lei e al contempo non raccontarle un bel nulla?
Scosse la testa in disaccordo e con passi veloci si diresse in cucina, sentiva la gola secca per il nervosismo, aveva bisogno di un goccio d’acqua.
Frederic non sapeva come uscirne in modo onesto, ma come poteva dirle la realtà?
Ad un tratto, sentì il cuore esplodergli nel petto, il sangue iniziò a pulsargli violento fino alle tempie. Le arterie del suo corpo si gonfiarono, pronte a portare sangue eccesivo da un tessuto all’altro.
La vista iniziò ad annebbiarsi ed un dolore acuto sembrò lacerargli la schiena.
Si accasciò a terra, sentì Jade gridare più volte il suo nome,  percepì le sue mani piccole e fredde sul suo volto.
Con quegli ultimi sprazzi di lucidità guardò fuori la finestra e vide la luna piena levarsi nel cielo.
Ormai era troppo tardi. 
  
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