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Autore: Laura012    15/01/2013    2 recensioni
Un lupo, una ragazza. Quando tutto sembra normale, inizia l'impossibile, l'inizio ma anche la fine, il bene e il male, una storia dove tutto è possibile, dove non esiste la coincidenza, ma il destino. Dove si da tutto per avere tutto, dove una nuova scoperta cambierà anni e anni di generazioni. L'inizio di una nuova Era sta per arrivare, il futuro non è di macchine e robot che fanno quello che gli chiedi, il futuro è nel passato, nel lupo che ululava alla Luna.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5


- Che succede Kade? Perchè quell'espressione triste? - Chiese la ragazza dai lunghi capelli, erano due giorni che si nascondevano tra i boschi lui sapeva la storia di lei, ma non era il contrario.

Lo vedeva spesso pensieroso, triste, lo sguardo sembre basso, solo quando osservava i progetti della fortezza dov'erano rinchiusi gli animali nei suoi occhi si vedeva accendere una piccola fiamma di speranza.

- Siamo una squadra noi due? - chiese lui con quasi sussurrando.
- Ovviamente. E' per questo motivo che voglio aiutarti, siamo una squadra. Ci supportiamo e sosteniamo a vicenda, ci guardiamo le spalle l'un l'altro non ci nascondiamo niente, quindi ti prego dimmelo. Ho bisogno di saperlo. - rispose Mizuko cercando di incontrare il suo sguardo.
- Sento la presenza del mio animale sempre più debole, sta chiamando aiuto, ma non posso fare niente perchè non capisco questi stupidi progetti. - disse aumentando sempre di più il tono della voce.
- Ascoltami, anch'io inizio a sentire che la forza vitale del mio lupo si sta indebolendo, progetti o non progetti domani entro. -
- Non puoi farlo. -
- Tu stai zitto e guarda la Luna, resterò lì dentro due notti se essa si oscurerà mi sarà successo qualcosa. Hai capito? -
Kade annuì.


***



Mizuko prese l'arco e la faretra e li mise in spalla. Era mattina, presto, scese dall'albero dove stavano per la notte cercando di fare meno rumore possibile. Si diresse verso la fortezza, con l'arco sempre impugnato. Grazie ai progetti che aveva memorizzato la sera prima aveva abbastanza informazioni per entrare e uscire dal palazzo, l'unica cosa che avrebbe trovato difficile sarebbe stata trovare i combattenti, ovvero, gli animali.
Passarono ore, doveva fare attenzione, evitare tutte le trappole e non farsi vedere dalle sentinelle appostate, dopo un lungo cammino giunse a un dirupo, prese un profondo respiro e si buttò. Lei sapeva che era abbastanza profondo da permetterle di evitare il campo di elettricità. Scivolò sulla parete lasciando alzarsi dietro di sè un'enorme nuvola di terra. Atterrò senza nemmeno un graffio, appena fu completamente sicura di non essere vista rimise l'arco sulla spalla e la freccia nella faretra.
La fortezza era più grande di quanto sembrava da lontano, grandi cinte di mura circondavano il palazzo interno, erano in pietra stranamente di colore rosso, era impossibile vedere l'interno, ma con la coda dell'occhio scorse la cima della torre più alta. Guardò il ponte levatoio, era in legno, sembrava quasi innoquo, ma alle estremità era pieno di mine e nella profonda acqua sottostante c'era un mostro marino.
Doveva rivelare la sua posizione se voleva entrare dentro.

- amin imesnois olpse - sussurrò.

Un secondo, i palmi le luccicarono.
Un altro secondo, l'incantesimo si schiantò sulla parete.
Un altro ancora, contemporaneamente all'esplosione scattò e con una velocità sovraumana raggiunse l'altra facciata.

Tutte le sentinelle si stavano radunando sul posto per vedere cos'era accaduto, lei ne approfittò per cercare l'entrata che dava sui sotterranei. Osservò tutta la fascia bassa di quella muraglia infinita e quando sembrò arrendersi vide brillare qualcosa, sbarre di ferro. Le osservò spaventata, cercò nelle immagini dei progetti che aveva memorizzato una minima traccia di quelle sbarre, ma non trovò niente, erano state aggiunte dopo, l'entrata doveva restare scoperta.
Sentì i passi di un gruppo di sentinelle avvicinarsi da destra, le voci di un altro gruppo da sinistra.

Senza pensarci chiuse gli occhi e pronunciò - outtas revart ta auqcal -.

Vide il suo corpo diventare acqua e attraversare le sbarre in ferro per poi rimaterializzarsi. Ancora scossa controllò che tutto fosse al suo posto, non l'aveva mai fatto e non sapeva se tutte le particelle sarebbero ritornate identiche a prima, appena si fu calmata continuò a pensare solamente a una cosa: il suo obiettivo.








Spazio Autrice
Scusate per il ritardo D:
In questo periodo ho avuto troppi casini, comunque
spero di riuscire ad aggiornare presto.
Recensite in tanti eh :3

Laura


  
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