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Autore: CrystalPearl    04/08/2007    7 recensioni
In un ipotetico settimo anno a Hogwarts, lontano da Voldemort e dagli Horcrux, Hermione si ritrova a consegnare il suo regalo di compleanno a Ron. Ma accade qualcosa di imprevisto, e Ron pare aver perso ogni ricordo di lei. Riuscirà Hermione a farlo innamorare di nuovo? NO SPOILER SUL 7° LIBRO!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2: Ricordati di Me

Per Hermione fu come ricevere una pugnalata dritta al cuore. No...non è possibile...Mentre Ron la guardava in cerca di una risposta, lei pensò: “No, evidentemente è ancora sotto shock per quello che è successo...sì, deve essere così. Ora lo porto da Madama Chips.”

Ron si guardò intorno, spaesato, e disse:
«Dove...dove mi trovo?»

Hermione sentì le lacrime che le salivano agli occhi. Oh, Ron.
«Ascoltami, adesso tu vieni con me, che ti porto...ti porto da Madama Chips, ok?» La voce le tremava, e anche le mani mentre aiutava Ron ad alzarsi. No, non era possibile...

Mentre percorrevano il parco a passo spedito, Ron si lasciava trascinare da Hermione.
«E...scusami, chi sarebbe questa Madama Chips?»
«Una persona che ci può aiutare»
Ron la guardò perplesso:
«Perché, cosa c'è che non va? Io sto bene. Sei tu che hai bisogno di aiuto?»
Hermione stava per scoppiare a piangere. Era disperata. Dov'era Harry quando aveva bisogno di lui?

Giunsero in infermeria, dove Madama Chips visitò Ron. Hermione rimase a guardare la scena senza dire una parola. Alla fine Madama Chips, con espressione dura, le disse:
«Mi dispiace molto, ma è stato colpito da un incantesimo di memoria abbastanza potente. Potrebbe darsi che abbia completamente rimosso alcuni dettagli della sua vita.»

Hermione si sentì sprofondare. Ron l'aveva rimossa. Completamente rimossa. Gli lanciò un'occhiata fugace e vide che stava giocherellando con delle provette sul tavolino accanto al letto, facendole volare come aeroplanini.

«Tuttavia...»L'attenzione di Hermione si focalizzò nuovamente su Madama Chips «...io non credo che sia stato così potente da avere causato danni permanenti. E' probabile che il signor Weasley recuperi gradualmente la memoria, fino a tornare quello di prima.» Madama Chips si lasciò sfuggire un sorriso, e a Hermione brillarono gli occhi

«Oh, dice sul serio! Ma è un'ottima notizia!» E, abbassando il tono di voce, aggiunse:
«Ma quanto...quanto tempo ci vorrà?»
Lo sguardo di Madama Chips sfuggì da quello di Hermione e si posò su Ron
«Non posso dirlo con certezza...settimane, forse mesi. Ma non credo anni. Tutto dipende da lui.»
Hermione annuì. E Madama Chips riprese:
«Credo che fino a quel momento il signor Weasley avrà bisogno di qualcuno che lo segua. Lei...lei signorina Granger crede di poterlo fare?»

Hermione guardò ancora Ron, che in quel momento si era nascosto sotto le coperte, e stava gattonando come se fosse alla ricerca di qualcosa.
«Io...io penso di sì» deglutì «E poi...poi ci sarà anche Harry a darmi una mano.»
Madama Chips annuì, rassicurata.
«D'accordo. Sono sicura che con voi due farà ottimi progressi. Beh, ora vi lascio andare allora. E' quasi ora di cena. Signor Weasley?»

Ron uscì dalle coperte, alzò la testa dai capelli arruffati che in parte gli coprivano gli occhi, e disse:
«Dice a me?»
«Sì. Volevo chiederle se vuole scendere a cena con la signorina Granger. Credo che si senta affamato dopotutto...»
Madama Chips indicò Hermione, che sorrise debolmente a Ron.
«Oh, arrivo, arrivo.» Mentre Ron si affrettava verso le due donne, Madama Chips disse a Hermione:
«Mi raccomando, sia paziente con lui. Ha bisogno di vivere in un ambiente sereno finché non si sarà ripreso completamente. Altrimenti potrebbe avere uno shock.»
Hermione chiuse gli occhi che si stavano già bagnando di lacrime, e annuì debolmente.
«Non si preoccupi»

I due uscirono dall'infermeria.
«Ron, ti prego, stammi vicino, non vorrei che ti perdessi. »
Ron alzò lo sguardo, e rimase a bocca aperta.
«E' davvero molto grande questo posto. Come hai detto che si chiama?»
Hermione sospirò. «Hogwarts. Si chiama Hogwarts.»
«Hogwarts? Non so perché, ma mi dice qualcosa...Non è che sono già stato qui?»

Hermione avrebbe voluto urlargli: “Certo che sei già stato qui! Hogwarts è la nostra seconda casa da ormai sette anni, non ricordi? Non ricordi tutto quello che è successo, tutto quello che abbiamo passato qui, in questo castello? E...ed è sull'Espresso per Hogwarts che ci siamo conosciuti per la prima volta...” Ma si limitò a dire:
«Può darsi, magari non te ne ricordi.»
Ron si limitò ad annuire, mentre continuava a guardarsi intorno. Ad un certo punto disse:
«So che è una domanda stupida, ma...credo di essermi già dimenticato come ti chiami. Lo ha detto prima quella signora...Madama Chips se non sbaglio.»

Hermione si fermò di colpo. Immagini dritte dal passato le tornavano in mente... “Hermione” ...quante volte l'aveva chiamata, “Hermione”...pronunciato come un saluto, detto in tono allegro, o per prenderla in giro. “Hermione”...urlato dalla paura, come richiesta di aiuto. Oppure a denti stretti in preda alla gelosia o alla rabbia. E solo poche ore prima, in un dolce sussurro l'aveva chiamata... “Oh, Hermione...” , proprio mentre stava per chiuderle la bocca con un bacio. Il loro primo bacio.

«Io sono Hermione. Hermione Granger. Piacere.»
Ron le strinse la mano. Lei sentì il calore di quella stretta amichevole, e ancora i suoi pensieri si soffermarono a quando aveva sentito le sue mani che le accarezzavano la schiena, mentre lui la stringeva a sé in un tenero abbraccio. Possibile che non se ne ricordi?

«Anche se lo sai, Ronald Weasley. Puoi chiamarmi Ron, però...mi sembra che tu lo faccia già» E le sorrise. Lei ricambiò il sorriso, poi abbassò lo sguardo e disse:
«Beh, faremo meglio a sbrigarci. Harry sicuramente ci aspetta già in Sala Grande.»
«Harry? Chi è? Un tuo amico?»
«Oh...oh, sì certo. E non vedo l'ora di presentartelo.»

Quando finalmente giunsero in Sala Grande videro che era già decisamente affollata. Si diressero verso il tavolo dei Grifondoro, dove vennero salutati da un nutrito numero di compagni di Casa. Videro Harry che li aspettava con un gran sorriso, affiancato da Ginny.
«Ron, Hermione! Come è andato il pomeriggio?»
«Ciao Harry!» lo salutò Hermione. Ron, che fino a quel momento era rimasto educatamente in disparte, si avvicinò a Harry, gli tese la mano dicendo:
«Oh, piacere, davvero molto piacere! Io sono Ronald Weasley»
Harry guardò prima la mano tesa di Ron, poi guardò lui e disse:
«Ma che...Hai voglia di scherzare stasera?»
Ron guardò Harry perplesso. Ma tra i due indubbiamente il più stupito rimaneva Harry. Anche Ginny fissava il fratello con gli occhi sgranati
Hermione ruppe il silenzio dicendo:
«Ehm...Harry, non è che potrei parlarti per un momento? Oh, Ron mi dispiace davvero, ti prego di scusarmi, ma devo dirgli una cosa molto urgente. Torno subito.» E afferrò Harry per un braccio trascinandolo in fondo al tavolo, verso due posti liberi. Nel frattempo Ron rimase fermo al suo posto, guardando i due allontanarsi, finché Ginny, che aveva capito subito che qualcosa non andava, gli chiese:
«Vuoi sederti qui mentre aspettiamo che tornino?»
Ron la guardò e disse: «Oh, sì, certo» si accomodò e, sempre guardandola, aggiunse:
«Piacere, Ronald Weasley»
Ginny cercò di rimanere seria. Gli strinse la mano e disse:
«Ehm...Ginny...Ginny Weasley»
Ron la fissò sbalordito
«Miseriaccia! Anche tu ti chiami Weasley? Non è che siamo parenti?»
«Potrebbe darsi...» Ginny annuì saggiamente.

Nel frattempo Hermione stava parlando a Harry, aveva gli occhi castani spalancati puntati dritti in quelli verdi di lui, e gesticolava animatamente da quanto era nervosa.
«Ora capisci quello che è successo? Quel maledetto schifoso di Malfoy...»
Harry non riusciva a credere a quello che era successo a Ron. Da una parte gli veniva da ridere, pensando a quello che era accaduto durante il loro secondo anno a Hogwarts al Professor Allock, e dall'altra si sentiva incredibilmente furioso nei confronti di Malfoy e dispiaciuto per Hermione, che aveva assistito impotente alla scena.

E Hermione continuò:
«Ma si può sapere cosa è successo oggi? Da quello che ho capito, Malfoy si è sfogato su di noi, e tu e Ginny c'entrate qualcosa...o no?»
Harry chiuse gli occhi stancamente, si passò una mano nei capelli corvini arruffandoli e, sospirando disse: «Hermione, lo sai com'è Malfoy...io e Ginny stavamo camminando tranquillamente per i fatti nostri, quando lui e i suoi amichetti sono spuntati fuori e hanno cominciato a prenderci in giro. Finché si sfogavano su di me, non li ho ascoltati, ma quando hanno iniziato a prendere di mira Ginny e la sua famiglia...Malfoy dovrebbe essere contento che gli abbia scagliato contro solo un Levicorpus e l'abbia lasciato lì appeso a testa in giù in mutande.»
«Oh Harry, sai che a me non piacciono molto quegli incantesimi, soprattutto vista la loro provenienza...»
«Beh, dato che una volta anche mio padre l'aveva usato su Piton, non vedo perché io non posso usarlo sul suo pupillo.»
«Finché non usi il Sectumsempra come hai fatto l'anno scorso...Quello sì che è pericoloso, anche su uno come Malfoy, che in fondo se lo merita.»
«Ma lo sai che non avevo fatto apposta! Neanche li conoscevo gli effetti di quell'incantesimo...»
«Sì, vabbé, ora torniamo a Ron. Madama Chips mi ha raccomandato che non sia sottoposto a nessuno shock. Comunque ci sono ottime probabilità che si riprenda completamente, anche se ci vorrà del tempo...»

Harry, notando l'espressione preoccupata di Hermione, le prese le mani tra le sue, e le strinse con affetto fraterno, per rassicurarla.
«Non ti devi preoccupare, Hermione. Si riprenderà presto, ne sono sicuro. Ron è un ragazzo molto forte. E poi con te vicina...» le sorrise, e lei fece altrettanto. Entrambi si alzarono e Harry esordì:
«Ora è meglio che torniamo indietro. Devo presentarmi al mio migliore amico.»

Harry e Hermione tornarono ai loro posti e trovarono Ron che discuteva allegramente con Ginny e Neville. «Rieccoci qui. Scusate se vi abbiamo fatti aspettare. Ron, posso presentarti Harry?»
Ron si alzò bruscamente dal tavolo rovesciando un bicchiere di succo di zucca.
«Io sono Harry, Harry Potter. Piacere di conoscerti.»

Mentre Ron stringeva la mano a Harry e si presentava di nuovo, aggrottò la fronte e disse:
«Harry Potter...mi sembra di aver già sentito questo nome...»
Ginny si intromise:
«Oh, sì, Harry è molto famoso. Non mi sorprende che tu ne abbia già sentito parlare.»
Ron si illuminò in volto:
«Davvero? E...sei per caso un attore? No, aspetta...un cantante!»

Hermione e Ginny non riuscirono a trattenere una risata. Anche Harry rise, e involontariamente si scostò i capelli, rivelando così la cicatrice che gli saettava sulla fronte.
Ron fissò la cicatrice con espressione sconvolta:
«Aspetta...io...Harry!» E si prese la testa tra le mani, come colto da un improvviso dolore. Hermione si avvicinò subito, preoccupata. Ron parve riprendersi.
«Oh, scusate. Ho avuto un mal di testa improvviso...Comunque, ho fame. Che ne dite di mettere qualcosa sotto i denti?»

Mangiarono allegramente finché non furono sazi, poi decisero di dirigersi in Sala Comune. Mentre salivano le scale, Harry tenne occupato Ron raccontandogli di Gazza, Mrs Purr, Hagrid, Piton, e tutto quello che gli veniva in mente, e Hermione spiegava a Ginny quello che era successo.
Ginny era inorridita.

«Quindi...quindi non sa nemmeno che sono sua sorella?»
«Purtroppo non credo che se lo ricordi...Ma ricorderà.»
«Io penso che abbia già dei sospetti...quando gli ho detto il cognome è sembrato che si risvegliasse da un sonno profondo.»
«E' probabile. Comunque...non so se hai notato, ma quando ha visto la cicatrice di Harry è stato come se si fosse ricordato qualcosa di importante.»
«Sì, l'ho visto anch'io. Beh, in fondo è il suo migliore amico, non può essersi dimenticato di lui così in fretta.»

Hermione sospirò. Già, Harry era il suo migliore amico. E lei?
«Hermione?»
Ginny la fissava con sguardo penetrante, quasi le leggesse nella mente
«Guarda che lo so a cosa stai pensando. E ho anche la risposta: E' impossibile.»
«Cosa? Ma...di che stai parlando, Ginny?»
Ginny alzò gli occhi al cielo
«Non fare la stupida con me, lo sai benissimo. E sai anche che è impossibile che lui ti dimentichi.»

Hermione non disse più nulla finché non furono nella Sala Comune. Ma nel frattempo sorrideva in silenzio.

Ron si era molto stupito nel vedere la Signora Grassa, e aveva insistito nel dirle la parola d'ordine che, come pensò Hermione, era a dir poco azzeccatissima.
«Obliviate»...che stupidaggine mettere il nome di un incantesimo come parola d'ordine. Ma perché proprio quell'incantesimo?

Hermione si sedette davanti al fuoco con un paio di libri aperti sulle ginocchia e il lungo rotolo di pergamena della sua traduzione di Antiche Rune. Ad un tavolino Ron e Harry erano seduti a giocare a scacchi. Hermione si voltò mentre li sentiva ridere: Ron rimaneva ancora l'imbattibile giocatore di scacchi di sempre. Sollevata, riprese a scrivere la traduzione, facendo scivolare fluida la penna d'oca sulla pergamena. Ancora un paio di righe e avrebbe terminato. Non vedeva l'ora di andare a dormire dopo quella giornata estenuante, e forse otto ore filate di sonno erano proprio quello che le ci voleva. Ron urlò:

«Scacco matto! Mi dispiace amico, ma hai perso.»
«Oh...come sempre. Cioè, volevo dire...bella mossa.»

Ron si alzò, si avvicinò al divano dove era seduta Hermione, e si sedette accanto a lei, fissando il fuoco che ardeva nel camino. Proprio in quel momento Hermione terminò il suo compito di Antiche Rune, riavvolse il rotolo di pergamena e chiuse i libri, dopodiché si lasciò sprofondare stancamente nei morbidi cuscini del divano. Anche lei si mise a fissare il fuoco. Entrambi, sia lei che Ron avevano lo sguardo perso nel vuoto, davanti a loro. Hermione pensava a come fosse bello, il fuoco, e quel dolce tepore quando fuori faceva ancora freddo...

Di colpo Hermione si ricordò di una cosa: quando Malfoy li aveva aggrediti quel pomeriggio, lei stava consegnando il regalo di compleanno a Ron. Ed ora il regalo era...

«Oh, no!» Hermione si alzò di scatto.
«Che cosa c'è, Hermione?» chiese Harry.
Hermione non disse nulla, poi gli si avvicinò e gli sussurrò in un orecchio:
«Harry, non è che mi faresti un favore? Mi potresti prestare il Mantello dell'Invisibilità?Ti prego, è importante!»
Harry balbettò qualcosa, poi si limitò ad annuire, e si diresse di corsa verso le scale del dormitorio maschile.

Ron, che aveva assistito alla scena, ora guardava Hermione che camminava nervosamente avanti e indietro per la Sala, e le chiese:
«E' successo qualcosa di grave?»
Hermione si fermò, lo guardò in quei suoi occhi blu, sempre così ingenui e sinceri, e gli rispose:
«No, non ti preoccupare, nulla che non possa risolvere.»
Ron abbozzò un mezzo sorriso, poi abbassando lo sguardo verso i libri che giacevano ancora sul divano continuò:
«Vedo che ti piace molto studiare.»
Hermione sorrise:
«Beh, sì, in effetti è vero...»
Ron guardò per un momento fuori dalla finestra, come se stesse cercando qualcosa nella sua mente:
«Sai, ora che ci penso, mi pare di conoscere una persona che ama molto i libri...Anche se non ricordo chi sia.» c'era un lieve tono d'ironia nella sua voce.

Hermione si fermò. No...Ron! Ron si ricordava di lei! Un calore le stava crescendo ora nel petto, un calore rassicurante, il calore della consapevolezza che lui non l'aveva dimenticata.

«Beh, comunque prima o poi mi verrà in mente.»
«Sì, certo. Ne sono sicura.»
Ron si voltò verso di lei.
«Sai, Hermione, tu sei la prima persona con cui mi sembra di aver parlato dopo molto tempo...prima non ricordo cos'è successo. Beh, ecco...»

Ron si alzò in piedi e raggiunse Hermione al centro della stanza. Ora era di fronte a lei, e la fissava dritta negli occhi:
«Sono contento di avere incontrato proprio te. Non so come dirtelo, ma...mi ispiri fiducia.»
Hermione non sapeva cosa dire.
«Ah...beh...sì, suppongo che...anche per me sia la stessa cosa.»
«Davvero?»
«Sì, davvero.»

Il loro lungo, languido sguardo fu interrotto da Harry, che si chiuse alle spalle la porta del dormitorio, con il mantello tra le mani. Hermione lo ringraziò, prese il mantello assicurando che sarebbe tornata presto, e uscì.

Non appena si fu lasciata alle spalle il ritratto della Signora Grassa, indossò il Mantello dell'Invisibilità preoccupandosi di esserne completamente coperta e, bacchetta alla mano, si mosse spedita lungo i corridoi del castello. Per sua fortuna non incontrò praticamente nessuno: in fondo erano solo le nove di sera. Corse più veloce e silenziosamente che poté e riuscì ad uscire nel parco. «Lumos!» disse e, guidata dalla punta della sua bacchetta, raggiunse in pochi minuti il luogo dove lei e Ron erano stati attaccati da Malfoy. Qui cercò, cercò affannosamente, ma non trovò nulla.

Oh, accidenti!” pensò. “Ma che fine ha fatto?”
Poi, le apparve la risposta, chiara e nitida nella mente: “MALFOY!”

Quando tornò nella Sala Comune era più abbattuta che mai. Harry e Ron andarono da lei, e Harry le chiese cos'era successo. Lei raccontò tutto, e alla fine decise che era troppo stravolta per fare qualsiasi cosa, così si diresse lentamente verso il dormitorio femminile.

Ron e Harry la guardarono mentre scompariva dietro la porta che conduceva ai dormitori. Harry era convinto che in tutta quella storia c'entrasse Malfoy, e stava già pensando a un modo per riavere indietro il prezioso cofanetto, mentre Ron purtroppo non capiva nulla.

«Aspetta, fammi vedere se ho capito bene...Hermione ha perso...un cofanetto, che le è stato rubato da questo Malfoy. Ma...chi è Malfoy?»
«Uno da cui è meglio stare alla larga, perché sa essere fastidiosamente irritante. Odia tutti quelli che non sono come lui.»
«E...com'è lui?»
«Malfoy? Lui si definisce: Purosangue, ricco e Serpeverde. Per questo odia i Grifondoro, i figli di Babbani e quelli che non sono, diciamo, benestanti come lui. Ma più di tutti detesta me.»
«Ah, ho capito.»
La conversazione cadde lì. Sia Harry che Ron decisero che erano troppo stanchi e andarono entrambi a dormire.




Ecco qui il secondo capitolo! Volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto e recensito questa fic, e lo stesso vale per chi ha lasciato un commento alla mia altra fic, sempre su Ron e Hermione. Grazie, grazie a tutti! Spero che continuiate a leggere anche il seguito!

A prestissimo, con il prossimo capitolo

Julia
  
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