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Autore: CrystalPearl    03/08/2007    4 recensioni
In un ipotetico settimo anno a Hogwarts, lontano da Voldemort e dagli Horcrux, Hermione si ritrova a consegnare il suo regalo di compleanno a Ron. Ma accade qualcosa di imprevisto, e Ron pare aver perso ogni ricordo di lei. Riuscirà Hermione a farlo innamorare di nuovo? NO SPOILER SUL 7° LIBRO!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco un'altra fanfiction, sempre riguardante la mia coppia preferita: Ron e Hermione! Questa volta però è in capitoli. E' ambientata in un ipotetico settimo anno a Hogwarts, pur sapendo ciò che veramente accade nel settimo libro (che ho già avuto modo di leggere tra l'altro). Non dirò nulla di più, perché sinceramente detesto gli spoiler, e non voglio anticipare niente a chi non ha ancora avuto modo o ha preferito non sapere quello che succede. Quindi non abbiate paura, non ci sono spoiler qui, tranne ovviamente ciò che è accaduto nel sesto libro.

Auguro a tutti una buona lettura, e ricordo che i personaggi appartengono solo ed esclusivamente a J.K. Rowling.


Da Hermione...con amore


CAPITOLO 1: Primo Marzo


Finalmente...il momento che Hermione aveva sempre sognato e stava aspettando con una pazienza che nemmeno lei credeva di avere, era arrivato. In quel fresco pomeriggio del primo di marzo lei e Ron erano seduti in riva al lago, l'uno accanto all'altra. Harry era andato a fare una lunga passeggiata con Ginny, che aveva finto di dovergli parlare di qualcosa di molto importante, in modo da lasciare Ron e Hermione soli. Così Hermione avrebbe avuto la sua occasione per consegnare a Ron il suo regalo di compleanno. Quel giorno era il diciottesimo compleanno di Ron, e Hermione gli aveva comprato un elegante kit per pulire e lucidare la sua scopa, e aveva fatto addirittura incidere a lettere dorate sul coperchio della scatola di raffinato mogano la scritta: “Per Ron, da Hermione, con affetto”. Era davvero stata molto tentata di far scrivere“con amore”, ma al momento dell'acquisto le era parsa una scelta troppo azzardata, dunque aveva optato per un amichevole “con affetto”, anche se non esprimeva esattamente i sentimenti che ormai già da diverso tempo nutriva nei suoi confronti.

Quando Ron, dopo aver indugiato per qualche minuto sul nastro di raso scarlatto che ornava il pacchetto, riuscì a liberare il cofanetto anche da un lucido strato di carta dorata, spalancò gli occhi per lo stupore, e rimase a bocca aperta, con la stessa espressione di un bimbo che scopre di aver ricevuto in dono esattamente quello che desiderava. Il cofanetto si aprì, sfiorato dal tocco delle sue lunghe dita, rivelando il contenuto: delle piccole spazzole, un setoso straccetto bianco, e alcune boccette contenenti differenti tipi di lucido, che emanavano un delicato profumo, misto tra lavanda, pino e qualcosa di legnoso ed estremamente aromatico. Tutti gli accessori erano morbidamente adagiati su uno spesso strato di velluto rosso, quasi fossero dei gioielli preziosi.

Ron fissava estasiato quel piccolo tesoro che teneva amorevolmente appoggiato sulle ginocchia e, quasi con timore che il contenuto potesse danneggiarsi se esposto alla luce del sole, si apprestò a richiudere il cofanetto. Hermione non disse una parola. Aveva gli occhi fissi sulle mani di Ron, e sapeva che da un momento all'altro si sarebbe accorto della scritta sul coperchio. Infatti subito dopo aver nuovamente nascosto alla vista il contenuto del suo kit, Ron si accorse che c'era qualcosa di inciso sul coperchio. Hermione, sorridendo, si morse nervosamente il labbro inferiore, mentre osservava le sopracciglia di Ron che si corrugavano, e il suo sguardo, stavolta serio e concentrato, che si spostava lentamente da sinistra verso destra.

Con affetto...” mormorò Ron tra sé e sé. Hermione si sentì avvampare.

Le sopracciglia di Ron si distesero, e le sue labbra che dapprima gli davano un'espressione lievemente imbronciata, si rilassarono in un dolcissimo sorriso. Chiuse gli occhi, e continuando a sorridere scosse piano la testa. Hermione stava trattenendo il fiato mentre lo osservava, curiosa di vedere quello che sarebbe accaduto. Poi Ron alzò lo sguardo, e fissò Hermione dritta negli occhi. La dolcezza e la gratitudine che lesse negli occhi blu di Ron la disarmarono completamente, tanto che, come era già successo più di una volta, non riusciva a trovare nulla di sensato da dire. Ma fu lui a parlare per primo.

«Io...davvero, non so cosa dire...cioè, grazie...grazie Hermione, è davvero...davvero...»

La voce della ragione dentro Hermione la spingeva a credere che Ron stesse parlando solamente del regalo in sé, ma qualcosa nel suo cuore le diceva che forse stava parlando anche della frase, o forse, soprattutto della frase.

«Figurati...l'ho visto l'ultima volta che siamo andati a Hogsmeade in una vetrina di articoli per il Quidditch e...ho subito pensato che ti sarebbe potuto piacere...Poi, siccome avevo messo da parte qualche galeone...»

«Ma.. non avresti dovuto...»

Ora Hermione vide chiaramente negli occhi di Ron quella luce velata di tristezza, che spesso compariva quando gli veniva in qualche modo ricordato che la sua famiglia non si poteva proprio definire “benestante”. Hermione sapeva che Ron si era sempre dovuto accontentare, prima di conoscere lei e Harry, di regali molto semplici: a Natale un maglione realizzato da sua madre con amorevole premura, che spesso si rivelava troppo grande di una o due misure, e che non aveva sempre colori molto allegri o alla moda, oppure solamente scatole di dolci, ma mai nulla di particolarmente prezioso, eccezion fatta per l'orologio che Ron aveva ricevuto l'anno precedente in occasione del suo diciassettesimo compleanno, ovvero il passaggio all'età adulta. E anche se sapeva che ciò che davvero conta è il pensiero, i regali o le cose troppo eleganti lo mettevano sempre a disagio.

Hermione si fece coraggio, e posò delicatamente la piccola mano su quella di Ron e, quasi in un sussurro, gli disse:

«Non ti devi preoccupare, Ron. Questo cofanetto non è nulla, è solo un regalo. Io ci tenevo a dartelo, perché so quanto tu ami il Quidditch...» e ridendo aggiunse :«E poi nel mondo dei Babbani si diventa maggiorenni a diciotto anni, non a diciassette, quindi fai finta che te lo abbia dato l'anno scorso»

Ron abbassò lo sguardo, tornando a fissare il cofanetto, e le parole incise che brillavano di luce dorata. Poi sorrise con aria furba

«Ma...se devo fare finta che me lo hai dato l'anno scorso...allora quest'anno?»

Hermione lo guardò perplessa. Poi lui scoppiò a ridere, riuscendo a strappare un sorriso anche a lei, che in quel momento stava immaginando il regalo che le sarebbe piaciuto dare a Ron.

In fondo era così vicino...le sarebbe bastato solo prendergli la mano e chinarsi verso di lui...era così bello quando rideva...solo ora Hermione parve notare quanto i suoi denti fossero candidi e dritti, e come si formavano quelle piccole fossette ai lati della sua bocca. Gli occhi castani di lei si spostarono su, verso le guance e il naso, picchiettati qua e là da efelidi, e che ora si stavano tingendo anche di rosso. Da lì il suo sguardo nocciola incontrò quello di lui, azzurro come il cielo: anche i suoi occhi sorridevano. Hermione involontariamente posò ancora gli occhi sulla bocca di Ron, sulla quale era dipinto un meraviglioso sorriso. Lei si sentì come chiamare da quelle labbra. Chiuse gli occhi e trasse un profondo sospiro. Intorno a sé sentiva il profumo umido e fresco della terra, e dell'erba che cominciava timida a crescere in quei giorni. Sapeva che ben presto la primavera sarebbe sbocciata, portando con sé i primi tepori e l'aroma fragrante della natura che rinasceva dopo il lungo inverno.

Amava quel profumo, così fresco. Un profumo che si sentiva nell'aria proprio i primi giorni di marzo, giusto in occasione del compleanno di Ron. Da quando lo aveva conosciuto meglio e aveva cominciato ad apprezzarlo, aveva cominciato a credere che lui e l'inizio della primavera fossero una cosa sola, o meglio, suscitavano in lei la medesima sensazione.

Fu riportata alla realtà quando sentì che le calde braccia di Ron la stringevano in un tenero abbraccio. Per lo stupore spalancò gli occhi, e si rese effettivamente conto di quanto le fosse vicino. Sentiva i capelli fulvi e morbidi di lui premerle sulla guancia, e nel frattempo avvertiva il suo respiro, che stava accelerando il ritmo, mentre gli cingeva le forti spalle con le sue braccia esili. Richiuse gli occhi, e si accorse che così riusciva a sentire il battito del cuore di Ron, così vicino al suo. Per l'emozione di quel momento, così a lungo atteso, non riuscì a trattenere le lacrime, che silenziose cominciarono a scendere lungo le sue guance.

«Oh, Hermione...»

Hermione non riuscì a trattenere un singhiozzo. Ron se ne accorse, si separò da lei e le disse, quasi spaventato:

«Ma...ma tu stai piangendo!»

Hermione soffocò una risata, e asciugandosi gli occhi umidi con una manica della veste disse:

«Sì, lo so...mi commuovo sempre troppo facilmente...accidenti»

Ma Ron non sorrise. Né disse nulla. Hermione alzò lo sguardo, e notò che aveva un'espressione seria in volto. Anzi, non lo aveva mai visto così.

Si sentiva come paralizzata mentre lo guardava avvicinarsi. I suoi occhi erano catturati da quelli di lui, e non riusciva ad allontanarli da quella magica luce blu, che la chiamava irresistibilmente, quasi fosse una calamita. Era sempre più vicino a lei, tanto che poteva cogliere ogni sfumatura dell'iride, che pareva dapprima dello stesso colore del mare, poi un istante dopo cambiava, e sembrava azzurra come un limpido cielo estivo. Le venne da sorridere quando si accorse che avrebbe potuto contare ogni piccola, singola lentiggine sul volto di Ron. Poi lo vide chiudere gli occhi, e notò le sue lunghe ciglia ramate, dello stesso colore dei capelli. Come se stesse vivendo in un sogno, chiuse gli occhi, e si lasciò trasportare dalle emozioni che stava vivendo. Sentì il profumo fresco di Ron, sentì il suo calore che si stava avvicinando, sentì il suo respiro che le sfiorava dolcemente il viso...

«STUPEFICIUM!»

«Ma che...»

Hermione riaprì di colpo gli occhi, e sentì un urlo. Vide un raggio di luce rossa colpire Ron in pieno petto, che lo fece volare in aria e lo scagliò contro un albero. Poi lo vide cadere a terra svenuto. Non fece in tempo ad estrarre la bacchetta che sentì urlare:

«Stai ferma, piccola Mezzosangue! PETRIFICUS TOTALUS!»

L'incantesimo la colpì in pieno. Era stata colta di sorpresa, e non aveva fatto in tempo a reagire con prontezza. Ora era completamente immobilizzata, e dalla sua posizione riusciva a vedere tutto quello che succedeva. Draco Malfoy, in compagnia dei soliti Tiger e Goyle e di un paio di altri Serpeverde, si dirigeva ridacchiando verso Ron. A Hermione pareva strano il fatto che riuscisse comunque a sentire e a vedere tutto quello che stava succedendo. Evidentemente Malfoy non era poi così bravo a pietrificare le persone.

«Bene bene, Weasley. Vedo che ci stavamo divertendo, eh?» Risate da parte degli altri Serpeverde.

«Sai, a dire la verità non mi piace molto colpire alle spalle le coppiette, però in questo caso devo dire che una Mezzosangue e un poveraccio come te sono stati un ottimo bersaglio...»

Ron cominciava a riprendersi. Socchiuse gli occhi, mentre dolorante si portava una mano alla testa.

Malfoy continuò: «Così impara quello sfregiato di Potter a provocarmi. Lui e quella piccola sgualdrina di tua sorella...» Sul volto affilato di Malfoy era dipinta un'espressione di puro disgusto.

«E voi sareste dei...Purosangue? Weasley...non fate altro che disonorare la società magica, con i vostri stracci di seconda mano e i vostri pulciosi capelli rossi» Malfoy lanciò un altro sguardo sprezzante a Ron, e prima di andarsene disse: «Scommetto che quando Weasley si riprenderà andrà a dire tutto a quella spiona della Granger, e la Mc Granitt verrà a cercarci. Forse sarà meglio fargli un incantesimo di memoria.» Tiger e Goyle, con lo sguardo perso nel vuoto, annuirono, e così fecero anche gli altri Serpeverde.

«Sarebbe davvero divertente se si scordasse del tutto chi è, ma è meglio fargli dimenticare solo quello che è successo adesso...» E tra le risate generali, Malfoy pronunciò ad alta voce:

«OBLIVIATE!» e dalla sua bacchetta sprizzarono scintille bianche, che si posarono sul capo di Ron, che parve cadere in un sonno profondo.

«Ecco fatto» disse Malfoy, con un ghigno malefico e soddisfatto stampato in faccia. A quel punto Tiger sussurrò preoccupato: «E...la Granger?»

«Oh, Tiger, quanto sei idiota. Non vedi che è pietrificata? In sette anni mi sono chiesto tante volte se hai un cervello in quella tua testa enorme. Evidentemente no.»

Tiger abbassò lo sguardo e si ritirò timidamente. Malfoy diede un'altra occhiata a quello che aveva fatto, sorrise beffardo, si voltò e, seguito dal gruppetto di Serpeverde, si diresse a testa alta verso il castello.

Hermione aveva assistito a tutta la scena in silenzio. Non era riuscita a fare nulla, e si sentiva orribilmente in colpa. Malfoy era il solito vigliacco, e lei non aveva avuto la possibilità di impedirgli di fare del male a Ron. Improvvisamente sentì il sangue che ricominciava a scorrerle nelle gambe e nelle braccia: l'incantesimo stava per svanire. Qualche istante dopo riuscì a chiudere gli occhi. Li riaprì, poi si alzò in piedi. Ron giaceva ancora sdraiato sotto l'albero. Hermione corse verso di lui più rapidamente che potè, e giunta accanto a lui si inginocchiò, e lo chiamò:

«Ron!»

Lui non rispose. Lei riprovò a chiamarlo, ma lui non reagì ancora. Hermione cominciava ad agitarsi.

«Ron! Ron! Svegliati, ti prego!» gli aveva afferrato le spalle e aveva cominciato a scrollarlo.

Non si svegliava. Hermione sentì che gli occhi le si riempivano di lacrime.

Si mise a sedere, si abbracciò le ginocchia e vi nascose la testa, mentre singhiozzando continuava a ripetere:« Oh, Ron...» e «E' stata tutta colpa mia...»

All'improvviso sentì un leggero grugnito, e un profondo sbadiglio.

«Ron! Oh Ron, stai bene? Come ti senti?» Ora era china su di lui, alquanto preoccupata di vederlo crollare ancora a terra.

Lui sgranò gli occhi, che erano ancora annebbiati di sonno come se avesse dormito per una settimana intera, poi si accorse di Hermione. Lei lo vide, e gli sorrise con dolcezza mentre aspettava che le dicesse qualcosa. Lui la fissò dritta negli occhi con sguardo vacuo e in parte smarrito, e le disse: «Scusa ma...tu chi sei?»

  
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