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Autore: CrystalPearl    04/08/2007    1 recensioni
Ora che Voldemort se n'è andato per sempre, sembrerebbe che i sogni strani abbiano definitivamente abbandonato la mente di Harry Potter...ma chi sarà mai quella misteriosa creatura dai lunghi capelli d'argento e la pelle di luna che tormenta il suo sonno? Attenzione! Ci sono piccoli spoiler sul 7° libro ogni tanto, ma nulla di particolarmente rilevante.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ecco un'altra fic!! So che questo capitolo è molto breve, ma è una sorta di “introduzione” a quello che verrà dopo. E vi posso dire che accadranno cose abbastanza insolite, ma vista la protagonista femminile, ci si può aspettare di tutto...C'è qualche spoiler ogni tanto, ma sono tutti piccoli dettagli, che non hanno molta importanza. Il più rilevante è il luogo dove andranno a vivere Bill e Fleur una volta sposati.

Auguro a tutti una buona lettura!


Ossessione di Mezzanotte

Era notte, una calda notte estiva di luna piena. Il grande disco luminoso splendeva nel cielo, immerso in un mare di scuro velluto liquido, e la sua luce bianca, perlacea, oscurava il lontano bagliore delle stelle, che quasi scomparivano, sprofondando, perdendosi nel buio. Il silenzio che avvolgeva quel luogo misterioso, illuminato dal solo chiarore lunare, era interrotto dal lento e ritmico infrangersi delle onde del mare sulla battigia in lontananza, e, più vicino, dal frinire dei grilli nascosti nei campi, dove l'erba ancora emanava un delicato aroma di fieno.

Non sapeva perché si trovasse lì, ma il suo cuore gli suggeriva di andare avanti, di proseguire fino a raggiungere la meta, di cui però ignorava l'esatta posizione.

Si muoveva lentamente, e sotto i suoi piedi non riusciva a percepire lo scricchiolio della ghiaia che ricopriva la stradina. I suoi passi erano silenziosi, quasi gli pareva di volare, di scivolare nell'aria come se fosse una piuma, che si lasciava trasportare dal vento.

La stradina era in salita e curvava verso sinistra, svanendo dietro il fianco della montagna. Preso dall'emozione e dalla curiosità, continuò il suo cammino. Appena prima di superare le rocce che nascondevano l'ultima parte del percorso, si appoggiò alla parete calcarea e lanciò un'occhiata fugace a quello che lo aspettava.

Vide che il sentiero continuava a salire, fino a portare ad un promontorio naturalmente scolpito dalle acque, la cui pietra bianca scintillava alla luce della luna come se avesse la superficie ricoperta di piccoli diamanti. Mentre si avvicinava al promontorio, notò una sagoma in lontananza, che si stagliava scura contro la luce lunare, formando un'ombra che si allargava sulle rocce bianche lì attorno.

Incuriosito da quell'ombra misteriosa affrettò il passo, ma era appena giunto all'inizio del lungo promontorio quando si accorse che dapprima i suoi piedi, poi le sue gambe, stavano sprofondando nel terreno roccioso. Si ritrovò a lottare, ad annaspare per non perdersi in quelle strane, candide sabbie mobili, che solo un momento prima erano parse così solide. L'ultima cosa che vide fu la sagoma, lontano davanti a lui, che si voltò lentamente, e parve fissarlo mentre soffriva di quella tremenda agonia, senza fare nulla per aiutarlo.

Si svegliò con un sussulto. Non appena si rese conto che tutto ciò era stato solo un sogno, si accorse anche che aveva le gambe avvolte nel fresco lenzuolo di lino, che lo stringeva come una morsa, impedendogli di muoversi. Il suo cuore batteva ancora all'impazzata.

Si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore, soffermandosi per un momento sulla lunga, sottile cicatrice che lì l' attraversava. L'accarezzò, seguendone le linee spigolose. Erano ormai mesi che quella piccola saetta non gli doleva più. Da quando Voldemort se n'era andato per sempre era riuscito a dormire sonni tranquilli. Ma da due settimane era costantemente ossessionato dallo stesso sogno, che ogni volta durava un po' di più, e gli consentiva di vedere nuovi particolari. Da qualche giorno si chiedeva quando sarebbe riuscito ad arrivare fino in fondo e vedere il volto della misteriosa persona che pareva attenderlo in fondo a quel promontorio.

Stranamente il luogo del sogno gli pareva familiare, anche se non ricordava precisamente dove si trovasse o quando vi fosse stato. Ma era certo di averlo già visto.

Si passò nervosamente una mano tra i folti capelli corvini, spettinandoli e, cercando alla cieca sul comodino, riuscì ad afferrare l'orologio da polso che i signori Weasley gli avevano regalato per il suo diciassettesimo compleanno. Controllò l'ora: erano solo le quattro e un quarto...fuori il cielo era ancora buio, anche se non lo sarebbe stato per molto. Harry tuttavia si decise a riaddormentarsi prima che i chiarori dell'alba potessero disturbarlo. Si girò su un fianco e chiuse gli occhi, cercando di ignorare il russare sommesso di Ron, che dormiva profondamente e, Harry ne era praticamente certo, con la bocca aperta.

Tutto sommato era sempre piacevole trascorrere l'estate alla Tana, e Harry desiderava ardentemente che queste vacanze fossero le più piacevoli della sua vita. Anzi, era certo che lo sarebbero state. Sapeva che dopo aver perso un anno a Hogwarts per rincorrere gli Horcrux e sconfiggere Voldemort, lui, Ron e Hermione si sarebbero dovuti impegnare con tutte le loro forze per recuperare gli studi, e ottenere ottimi risultati nei M.A.G.O. In fondo era da questo che dipendeva la sua futura carriera di Auror.

E con questo pensiero nella mente, si riaddormentò, udendo il canto del gallo alle prime luci dell'alba.

  
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