Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Dama Grigia    15/01/2013    5 recensioni
Severus Piton non ha l'unico problema di dover uccidere Albus. Una seconda spiacevole missione gli si para davanti: rapire Sibilla Cooman. Dovrà farlo, perchè il Signore Oscuro glielo chiede. Per il Bene Superiore, non può tirarsi indietro. Tutto quello che può fare è evitarle le torture di Villa Malfoy tenendola segregata in casa propria, a Spinner's End.
La convivenza, già di per sé difficile, è complicata dalla presenza di Peter Minus.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton, Sibilla Cooman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Toc. Toc. Toc.
Tre colpi alla botola, uno dopo l’altro, lenti e cadenzati. Per la sorpresa, a Sibilla cadde di mano il mazzo di carte. Queste ultime andarono a spargersi per tutto il pavimento, strappando alla maga un lamento frustrato. Non era solita ricevere visite, ed ogni volta che succedeva era una sorta di avvenimento. Ragion per cui, si era stampata in mente il modo in cui ciascuno dei docenti era solito bussare. Piccola strategia indispensabile alla sopravvivenza della sua immagine. Sapeva che dietro quella porta c’era Severus, così come avrebbe riconosciuto il tocco affettato di Minerva o l’inconfondibile “ritmo” che Silente componeva con le nocche ogni volta che doveva parlarle.
Tentò di rimediare al pasticcio spingendo le carte sotto un tavolo (la cui “tovaglietta” arrivava a toccare terra) con entrambe le mani .
Diciamo che, se ricevere visite le faceva piacere, ricevere visite da lui la rendeva piuttosto felice. Si sedette alla scrivania ricoperta da drappi colorati ed assunse una posa composta, fissando la sua inseparabile sfera.
“Vieni avanti, Severus.”
Disse ad alta voce. Il mago entrò: come al solito non sembrava stupito dal fatto che lei l’avesse riconosciuto in anticipo. Aveva capito il trucco o era convinto delle sue doti? A Sibilla piaceva la seconda ipotesi. Anche perché lei era la prima ad aver fiducia nelle sue capacità, il fatto che ogni tanto le “incentivasse” era di secondaria importanza.
“Buongiorno, Sibilla.”
Disse lui piuttosto distaccato, cercando di ignorare l’odore di incenso che gli aveva appena invaso violentemente le narici.
“Buongiorno, caro. Vuoi scusarmi un secondo? Sto vedendo … ooooh, povera ragazza … mi duole informarti che una studentessa della tua casa si ferirà entro la fine dell’anno.”
Considerato che Diane Forrest aveva richiesto l’ingresso in squadra per l’anno successivo, consideranto che sua madre era un’influente e corrotto membro del Winzengamot, e considerato anche che la giovane sapeva a malapena stare su una scopa, chiunque avrebbe potuto pronosticare che sarebbe stata senza dubbio disarcionata alla prima partita. Tuttavia, Severus assunse un’espressione interessata che non avrebbe ingannato nemmeno un bambino.
“Davvero? Grazie per avermelo detto, in questo caso.”
 Forse un bambino no, ma Sibilla si gonfiò d’orgoglio. 
“Dovere, caro, dovere.”
Come farsi schifo da soli, disponibile in tre comodi volumi a cura di Severus Piton. 
“Allora, vogliamo arrivare al punto? So che non sei qui per sentirmi parlare della sorte degli alunni.” Tagliò corto lei, alzandosi con un sorriso radioso.
Solo per oggi con l’allegato speciale “sentirsi un verme in poche semplici mosse”.
“Certamente. Possiamo uscire? Non sono abituato a tutto quest’incenso.”
Come se non passasse serate intere rinchiuso tra i fumi decisamente poco salubri del calderone.
Lei non si scompose, anzi, colse la palla al balzo.
“Sapevo che me l’avresti chiesto. Come vedi, indosso già lo scialle.”
“Tu indossi sempre almeno un paio di scialli.”
Obiettò il mago.
“Ma non questo, vedi? È quello pesante, da passeggio.”
… meglio non contraddirla ulteriormente, decise lui.
“Giusto, non l’avevo notato. Vogliamo andare o pensi di continuare a martoriarmi i polmoni ancora a lungo?”
Lei parve offendersi, ma fu questione di un attimo.
“Oh ... Non c‘è problema, caro. Andiamo pure.”
Perché. Diamine. Doveva. Sempre. Usare. Quello. Stupido. Appellativo?
Severus si diresse a passo di marcia verso il parco di Hogwarts, seguito da Sibilla che per stargli dietro senza inciampare continuava a sollevarsi freneticamente l’orlo dell’abito.
Quando furono sufficientemente inoltrati nel parco, lui rallentò, permettendole di raggiungerlo. 
“Adesso posso sapere di cosa vorresti parlarmi?”
Fece lei, tradendosi.
“Credevo lo sapessi.” 
Non era riuscito a trattenersi. In fondo, come poteva Sibilla sapere cosa lui voleva dirle se nemmeno lui lo sapeva con precisione? Aveva deciso che avrebbe inventato qualcosa sul momento. Inoltre, se davvero Sibilla avesse previsto quanto stava per accadere, si sarebbe ben guardata dall’uscire allo scoperto.
“Certo che lo so!”
Arrossì la maga, pensando disperatamente ad una scusa.
“Ma devi essere tu a parlarmene. Sai, è una questione di principio.”
Lui fece valere tutto il suo autocontrollo per non ribattere.
“Sì.”
Avanti, qualche decina di metri e sarebbero stati fuori dalla protezione che impediva di smaterializzarsi. Doveva tirare avanti solo per un minuto o due.
“Volevo un tuo consiglio, in effetti.”
“Davvero, caro? A che proposito?”
Bella domanda. E adesso che le diceva?
“Più che altro, si tratta di un parere.”
“Dimmi pure, perché continui a tirarla così per le lunghe, caro?”
Basta con quel dannatissimo “caro”! Che dirle, che dirle?
“Ho sentito parlare di una pozione …”
“Non sei tu l’esperto nel campo?”
Momento di silenzio. Ancora pochi metri.
“Si tratta di una pozione in grado di rendere più chiara la lettura delle foglie di the. Vorrei sapere che ne pensi.”
Era consapevole di aver appena detto una sciocchezza? Sì, lo era.
“Che sciocchezza.”
Appunto. 
Tre metri.
“Dici?”
“Certo! Non esistono pozioni in grado di fare cose del genere, caro. Chi ti ha detto una cosa simile?”
Due metri.
“Oh… qualcuno deve avermelo detto. Non ricordo bene.”
In quell’istante, lei sorrise. Gli afferrò il braccio sinistro con entrambe le mani e, senza smettere di camminare, parlò a voce bassa.
“Non hai bisogno di scuse per fare una passeggiata con me, Severus.”
Che cosa?
Un metro.
Non era possibile. Si era voltata, nel vano tentativo di nascondere il sorriso, ed era palesemente arrossita. No. Non poteva essere. Sibilla provava qualcosa per lui? Questo era quello che si evinceva dal suo comportamento. Ed effettivamente si spiegavano anche diversi episodi passati. La consapevolezza di quanto stava per farle lo travolse. Stava per essere profondamente delusa dall’uomo che, verosimilmente, amava.
Solo per le prime dieci telefonate, in regalo una pala per scavarsi una buca in terra.
Dall’ombra balzò fuori Bellatrix. La bacchetta puntata, in un secondo disarmò Sibilla, senza abbandonare nemmeno per un secondo la sua espressione da pazza.
La veggente gridò e si nascose come poteva dietro al collega, contando sul fatto che l’avrebbe protetta.
Con un modico supplemento sarà disponibile il primo volume dell’ “enciclopedia del pezzo di merda.”
Severus sospirò. Prese Sibilla per le braccia e, costringendosi a guardarla in faccia, le disse con voce quanto più possibile distaccata:
“Vieni con noi. Non fare resistenza e andrà tutto bene.” 
Il volto della donna divenne di colpo marmoreo. Negli occhi le si dipinsero la delusione, il dolore, la disillusione.
Si lasciò trascinare via senza nemmeno provare ad opporsi, i muscoli non le rispondevano, le braccia le ricadevano inermi lungo il corpo.
Sarà inoltre possibile abbonarsi all’enciclopedia completa, che consta di ventisette pratici fascicoli.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Dama Grigia