Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: Yuliya    16/01/2013    13 recensioni
Bella, intelligente e ricca, Demi Lovato sembrava riunire in sé alcuni dei vantaggi migliori dell'esistenza.
All'apparenza perfetta, era invidiata da tutte le ragazze e desiderata da tutti i ragazzi.
E se in realtà fosse una maschera costruita con cura e dedizione?
Se fosse una debole foglia in balia del vento?
Beh, allora basterebbe una folata leggermente più potente per farla cadere.
[Demi/Niall]
{IN REVISIONE}
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demi Lovato, Niall Horan
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Fragranze



 



Demi osservava con sguardo addormentato le macchine sfrecciare rumorosamente sulla strada.
Niente la annoiava più della monotona vita quotidiana, ma era più forte di lei farsi del male.
La feriva soprattutto la sua frivola mente che non faceva altro che rimembrare i bei momenti passati in compagnia di Niall.
Era passato esattamente un mese da quando si erano conosciuti in quel frangente singolare, lei a frignare sul lurido pavimento di un aula, e lui a tentare di strapparle un sorriso.
Da quell’incontro Demi era tornata a vedere il mondo a colori. Prima del suo arrivo, se avesse dovuto utilizzare un tonalità per descrivere la sua vita, avrebbe certamente scelto il nero.
Nero.
Nero come il dolore che trasportava ogni giorno nel cuore.
Nero come il male che si infliggeva quanto pensava di aver commesso un errore.
Nero come l’amore che si era immaginata provenire dagli occhi magnetici di Zayn.
Nero come appariva la sua camera quando spegneva la luce prima di coricarsi a dormire.
La sua intera esistenza si era basata sul nero, ma ora poteva tornare a concentrarsi sulle altre tinte.



Sbuffò passandosi una mano sul viso a sfregare gli occhi che stavano lottando per non chiudersi dalla noia. Perché doveva essere l’unica adolescente a passare il sabato pomeriggio in casa da sola? Semplice, perché non aveva dei veri amici ai quali chiedere di uscire. Aveva Niall, ma non poteva disturbarlo ad ogni suo schiocco di dita, anche se non avrebbe dubitato della sua più completa disponibilità.
Demi non era una persona egoista, e non lo sarebbe mai stata. Era una delle doti che apprezzava più di se stessa, quella di essere modesta e umile.
Sarebbe morta nella sua noiosa solitudine, guardando Pancake, il suo pesciolino rosso che aveva vinto anni addietro ad una fiera, sguazzare nell’acqua oramai sudicia. Inarcò un sopracciglio accorgendosi solo in quell’istante di non cambiarla da ben una settimana. Alzò le spalle indifferente, Pancake aveva superato prove ben peggiori, e di certo non aveva la forza necessaria per muoversi fino al bagno.
Come non detto.
Il campanello bussò, e la ragazza si catapultò più velocemente di quanto potesse immaginare alla porta, forse sperando che un’anima buona la degnasse di una proposta allettante per passare la giornata. Il sorriso che le solcava labbra scomparve non appena oltre la porta riconobbe la signora Fletcher, un’anziana signora novantenne ancora arzilla nonostante la sua veneranda età. Non che non fosse felice di vederla, sia chiaro, è che aspettava una proposta semplicemente diversa. Magari poteva proporle una partita a scala quaranta se non avesse trovato nulla di meglio da fare.
Le sorrideva gentile, le mani callose congiunte in grembo e due occhi luminosi segnati dalle rughe. “Demetria cara, la mia adorata micetta Minù è sparita di nuovo. Non è che potresti aiutarmi a cercarla?” domandò, una voce di scuse.
Demi sospirò affranta, per poi annuire. Aiutò la signora ad attraversare la strada, ed insieme si incamminarono lungo il viale alberato che affiancava la strada principale, urlando a gran voce il nome della gatta.
Nonostante non fosse proprio quello che sperava, si sentiva bene ad aiutare il prossimo. Avrebbe potuto vagare con la mente mentre osservava la gente per strada. Se c'era una cosa che adorava, era proprio fantasticare sull’ipotetica vita delle persone.
Giova intimamente nell’ immaginare che lavoro facessero, che segreti nascondessero, che amori li accompagnassero; era una ragazza particolare, per niente scontata e superficiale.
Mentre volava con la mente, non si accorse di una presenza che si era avvicinata fino a raggiungerla, finché non le andò quasi a sbattere contro. Cacciò un urletto, per poi ricomporsi non appena riconobbe nel ragazzo Niall.
“Ti ho spaventata? Stavo venendo a trovarti.” ammise ridacchiando. La sua voce cristallina si disperse come una meravigliosa melodia nell’aria.
“Assolutamente, non farlo mai più!” finse un attacco di cuore, portandosi una mano al petto. Poi si ricordò della signora Fletcher, e con calma le presentò il suo amico.
Questa regalò un sorriso sdentato ad entrambi, prima di consigliar loro di usufruire del tempo per fare una bella passeggiata nel verde.
“Signora, la stavo aiutando a cercare Minù..” tentò di ribattere Demi, la fronte aggrottata.
“Ma cara, posso farlo benissimo da sola. Mi sei stata fin troppo di aiuto.” e lanciando un’ultima occhiata significativa ai due, si allontanò, il bastone sottobraccio e il canticchiare di una canzone risalente a parecchi ventenni precedenti.
Demi allora si volto verso Niall, per poi tuffarsi tra le sue braccia. Gli era mancato da morire, e pensò che non potessero coniare termine più giusto per descrivere ciò che aveva provato.
Aggrappata alla sua maglietta, inspirò a pieni polmoni la fragranza che emanava: arancia, sapone e fresco. Un misto che le faceva vorticare la testa. Non pensava che avrebbe mai amato un profumo che non fosse il suo: tabacco, menta e rugiada. Ma Zayn andava dimenticato, rimosso.
Scacciò via quel pensiero prendendo per mano il ragazzo, trascinandolo verso la gelateria più vicina. “Ti va un gelato?” domandò per conferma, sorridendo al solo pensiero del cibo.
Finalmente era tornata ad apprezzare le pietanze, ed era riuscita ad accumulare persino tre chilogrammi.
Un record per lei, se si pensava che ogni mese ne perdeva quattro. Il periodo più brutto della sua vita era stato caratterizzato dal superare l’anoressia e la droga. E se la seconda era riuscita a superarla indenne poiché si era fermata prima che la situazione si complicasse, non poteva dire lo stesso della prima. Non mangiava, ma non perché si trovasse brutta, tutt’altro: non era cieca ed era consapevole della sua bellezza genuina. Gli occhioni castani illuminavano un viso bianco come la porcellana, perfetto e leggermente marcato. Spesso non riusciva a ingurgitare cibo per il semplice fatto che desiderava la morte, la agognava. Un giorno era stata talmente irata e delusa da decidere di togliersi la vita. Perché Demi era stanca di soffrire, era troppo pretendere che una ragazza della sua età superasse innumerevoli prove senza rimanerne traumatizzata.
E lei da ogni scontro usciva con un arto in fiamme, un organo di meno, un passo in più verso l’inferno.
La dannazione.
Ricordava ancora come un giorno si fosse sporta dalla finestra per urlare a Dio di prenderla fra le sue braccia.
“Ti scongiuro, strappami da questa merda di mondo!” aveva gridato tra i singhiozzi, il volto arrossato dalle troppe lacrime versate.
Perché, vi chiederete giustamente.
Qual’ era il passato macabro e oscuro di Demi?
Presto lo avreste scoperto.
   
 
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