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Autore: Chanelin90    16/01/2013    7 recensioni
****COMPLETA****
- Può, cortesemente, levare le sue sudice mani dalla MIA Italia?-
Ludwig e Feliciano girarono la testa, trovandosi davanti un bambino, dagli occhi glaciali, che raggiungeva, a malapena, il bacino del tedesco con tutto il cappello.
Italia sussultò: conosceva quel cappello.
Non l’aveva mai dimenticato. Mai avrebbe potuto.
Germania lo fissò incredulo - Come scusa? No, aspetta un attimo..: CHI DIAVOLO SEI ?-
Il bambino si accigliò e la sua voce divenne un ringhio minaccioso: - Se non le togli subito le mani di dosso, molto presto, il tuo carnefice!-
Genere: Azione, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sacro Romano Impero
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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IL RITORNO DI SACRO ROMANO IMPERO
Capitolo 16 ( Ultimo)  
– La Notte dei Fiocchi di Neve

 
Germania osservava l’agonia incredula di quella quasi Nazione.
Era uno spettacolo crudele e  pietoso.
Vederlo accasciato al suolo, mentre si rigirava nel costante desiderio di rialzarsi era commiserevole.
Tentò più volte, fino a prendere consapevolezza della sua pessima condizione.
Si arrese, cadendo sfinito, definitivamente, sul terreno.

- Italia…- bofonchiò Impero, con la faccia sporca della terra nel quale si era rotolato.

- Prego?-

- Italia…Italia..Dov’è? Dov’è Italia?-

Si aggrappò allo stivale di Germania, frenetico, sputando sangue.
Ludwig non potè fare a meno di pensare che stesse impazzendo del tutto.
Anche la sconfitta poteva influire per un’attitudine così complessa e contorta come la sua.

- Ti prego…ho bisogno..di vederlo!- supplicò ancora- Voglio…devo ..parlargli ancora!- implorò il ragazzo.

A quel punto, man mano che la forza e l’arroganza abbandonavano il suo corpo, anche chi era sotto il suo controllo venne liberato, tornando nelle piene facoltà di gestire le sue genti.
Di ciò che era la potenza e la tracotanza di quella Nazione, rimase solo un bambino dagli occhi azzurri che piangeva di rabbia e di dolore, rigirandosi e annaspando nel fango.
Germania, che pure era un tipo duro e scettico, non era così insensibile da negare sostegno ai destinatari dell’oblio prossimo.
L’Inferno l’avrebbe accolto a braccia aperte, ma, finchè era aggrappato in vita, chi era lui per giudicare le sue azioni e negargli l’ ultimo desiderio sul ciglio del baratro.
Ma Feliciano non era lì per soddisfarlo.

- Mi dispiace..- sussurrò il tedesco -…lui non è qui!-

**************************************************

Feliciano stava correndo più che poteva, ignorando le ginocchia e i piedi che scongiuravano una sosta, nella speranza di riuscire a fermare Impero dalla sua follia omicida.
Grazie al suo fisico minuto, era riuscito ad attraversare la finestrella che serviva a condurre l’aria nell’abitacolo.
Si era graffiato un poco e i vestiti apparivano stracciati, ma poco gli importava.
Poteva ancora farlo tornare alla ragione. Doveva provarci.
Seguendo le tracce di Germania giunse alla collinetta dove i due si erano sfidati, ma ciò che gli apparve davanti era raccapricciante.
Ludwig si ergeva con la pistola sopra il corpicino di bambino d’Impero che gemeva  abbattuto nella polvere e nel suo sangue.

- IMPERO!- urlò scandalizzato.

- Italia? Italia stai indietro! Sta delirando! Non sappiamo se sia ancora offensivo!- si premurò Germania, vedendoselo fiondare verso di lui.

Senza pensarci due volte, Italia si slanciò, quasi travolgendo Ludwig, il quale si mise ad assistere stupito il suo alleato che si prodigava verso quella canaglia morente.

 - No..no..io…non posso..COF..lasciare ..le cose..così!- anelava agonizzante Impero.

Italia prese il bambino tra le sue braccia, stringendolo teneramente a sé, mentre quest’ultimo sussultava: - IMPERO! IMPERO! O DIO MIO! IMPERO! – e lo baciò – Sono qui, amore! Stai tranquillo!-

Nonostante la morte incombere, gli occhi d’Impero videro come la luce: - Italia..io..COF..Potevo ..Volevo essere.il tuo..COF.. eroe! Potevo esserlo! COF..-

Feliciano lo baciò ancora, con gli occhi lucidi e  l’espressione dolce e apprensiva allo stesso modo: - Ma tu lo sei sempre stato, Impero!-

- Non è così! COF .. Ti ho… fatto soffrire! Ti …ho fatto..male! COF.. E non era mia intenzione! Ero accecato dalla…volevo..essere..perfetto..volevo..- farfugliò confuso.

- IMPERO! Smettila di parlare, per piacere!- pianse l’altro.

Rendendosi conto di aver raggiunto il limite e di non essere in grado di proseguire oltre, Impero si rilassò: - Oramai è tardi!- proferì sereno – Invoco… solo il tuo perdono..se vorrai.. concedermelo..mi faresti…questa grazia..per tutto..!-

In cuor suo, Impero non sentiva di meritarsela, ma era tutto ciò che voleva in quel momento.

Italia gli sussurrò delle parole all’orecchio che lo fecero sorridere e, a sua volta, mormorò anche lui qualcosa a Feliciano.
Quest’ultimo ebbe un sussulto e s’incantò sbalordito.
Impero sputò altro sangue.

Italia si scosse e pacatamente rispose: - Non posso seguirti, Impero! Devo restare per difendere il mio paese!-

- Lo ..immaginavo..!- ammise, finalmente in pace con se stesso, il bambino…esalando gli ultimi respiri.

Germania s’irritò, sospettando la sua proposta.
Feliciano posò le sue lunghe e affusolate mani sul petto del bambino che si alzava, faticosamente e  in maniera irregolare.

- Non posso accompagnarti in questa avventura! Ma non voglio perderti di nuovo!- sussurrò a Impero, mentre il sangue macchiava il candore delle sue dita.

Germania sussultò: - Italia? Ma che..?-

Feliciano sorrise placido mentre Impero chiudeva le palpebre: - Tu sei parte di me, ricordi?-

Ludwig avvertì una luce, provenire dalle due figure davanti a sé.
Si lanciò in avanti, ma venne sballottato via da quell’energia così magnifica e grandiosa.

- Vivrai per sempre nel mio cuore!-

Germania fissò sconvolto :- ITALIA  NOOOO! NON FARLOOO!-

- Ed è lì che devi stare!- proclamò Feliciano mite, lasciandosi avvolgere da quello splendore.

- NON PUOI SACRIFICARTI!- gridò il tedesco, cercando di resistere a quella luce.

- Perdonami, fratello!- pronunciò infine l’italiano, volgendosi al cielo.

- NOOOOOOO!-

*******************************************************

NEVE..
NEVE..
NEVE..

Feliciano soffiò cosicchè un  fiocco di neve, depositato sul guanto, volò via trasportato dal vento.
Erano le 6 del pomeriggio. Quasi buio. Faceva un gran freddo.
Feliciano se ne stava seduto a Piazza Navona, sul cornicione della fontana.
Molta gente era alle prese con lo shopping natalizio. Nessuno lo vedeva. Era come invisibile ai loro occhi.
Era la sera di Natale.
 Si era perso a fantasticare sui fiocchi di neve , così insoliti da quelle parti, ma che invece vedeva spesso nelle sue zone al Nord.

************************************************

Romano passò di lì: - Fratello? Ti decidi a venire?-
Feliciano sorrise: -Vee!  Arrivo subito, Romano! Tu comincia ad andare che ti raggiungo!-
Sbuffando, il maggiore prese la via di casa.
Sapeva già che il minore, prima, sarebbe passato da quelle parti, come faceva di consueto.
Nel frattempo, Spagna stava seduto sul marmo della Fontana di Trevi, ad attendere che comparisse il suo compagno per quella nottata di Natività.
Romano lo vide e sospirò seccato.

- Hai comprato le lenticchie?- domandò innocentemente Antonio, indicando il sacchetto che portava in mano l’italiano.

- Sono un tradizionalista! - puntualizzò beffardo,  passandogli oltre.

Antonio balzò di lato e tirò fuori uno scatolone colorato contente uno Zampone natalizio.

- Anch’io!- assicurò  allargandosi in un sorriso affettuoso.

Così si mise al fianco dell’italiano e, insieme, si recarono a sistemare i preparativi per festeggiare il Natale.

************************************************

Feliciano rimase lì, a fissare la neve che si librava fino a terra.
Sembravano tante piume e formavano disegni favolosi nel cielo invernale.
Si accorse di essere rimasto solo.
Avvolse la sua sciarpa più stretta intorno al collo, man mano che la temperatura scendeva.
A casa, probabilmente, era già sul tavolo e non era garbato lasciarli in attesa.
Solo che prima doveva consegnare un dono: una scatola di omini di marzapane.
Attraversò la confusione di Castel Gandolfo, volgendo un cenno di saluto all’angelo che sorvegliava quelle antiche mura.
Continuò a camminare dritto davanti a sé, in direzione opposta a quella della maggior parte delle persone comuni che, ora, si recavano a casa per la cena in famiglia.
Quando arrivò nella Piazza di San Pietro, sotto l’Obelisco, l’area era stata transennata e la zona era praticamente deserta e, ovviamente, silenziosa.
Un’insolita notte di Natale accompagnata dal barlume candido dei fiocchi di neve.

Feliciano si appoggiò stancamente alla colonna, tirando fuori il suo cestino di omini di marzapane.
Alzò amorevolmente gli occhi verso l’immensa cupola.

- Ti ho portato un regalo! Spero che ti piaccia!-

Un paio di benevoli occhi azzurri comparvero davanti a lui, aprendosi poi in un dolce sorriso.

FINE

*****************************************************

E anche di questa storia dobbiamo salutare i protagonisti.
Mi mancheranno pure loro.
Spero vi sia piaciuta.

Il finale, per chi non l’avesse inteso pienamente, vede Italia sacrificare il suo cuore, la Capitale, San Pietro per l’appunto, per permettere a Impero di sopravvivere in una modalità simile a quella che utilizzò quest’ultimo con Francia.
Non proprio la stessa, in quanto, Impero possiede legittimamente un suo spazio di sovranità.
In un certo senso..è come se Impero sia diventato parte del suo amato, vivendo all’interno del suo cuore.
Anche per questo motivo, Feliciano chiede scusa a Romano.

Questa soluzione spiega la relazione dell’Italia con il Vaticano..inoltre, storicamente, il Sacro Romano Impero era una ramificazione dell’influenza della Chiesa che, man mano si è riassorbita, mantenendosi appunto viva all’interno del Paese che l’ha vista nascere e l’ha amata più di tutte. Diventando, così, una Nazione vera e propria , invece di relegarla all’oblio.
La sovranità del Pontefice, in passato, era tutt’altro che trascurabile.
Quindi possiamo interpretarla come se lo spirito del prodigioso  Sacro Romano Impero sia, in realtà, sopravvissuto nella piccola, grande piazza del Vaticano che, appunto, lo rappresenta come attuale sua manifestazione.

Finale affascinante, in un certo senso.

Bè..dopo tanto tempo non posso che augurarvi di rivederci alla prossima storia!
Un saluto e a presto ^^/

 

  
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