I: Le margherite sono delle bugiarde
[129 parole]
Le margherite sono delle bugiarde.Dorcas non ci credeva mai. La nonna diceva sciocchezze in continuazione, la sua mente era annebbiata dai fumi di visioni che non era mai riuscita a comprendere.
A cui Dorcas faticava a credere.
II: Segreto
[157 parole]
Dorcas gli rivolse un’occhiataccia, lampi che partivano dai suoi occhi color nocciola. Sirius Black scoppiò a ridere, davanti all’espressione accigliata della ragazza.
-Non ti piacciono le margherite?- domandò ancora, senza nessuna intenzione di arrendersi.
Le prese la mano, depositando fra le dita quel piccolo fiore dai petali bianchi. No, avrebbe voluto urlare, è sbagliato. Invece chiuse la mano attorno alla margherita, rivolgendo a Sirius un sorriso esitante.
-Grazie- mormorò, piano, prima di correre via.
Si fermò solo quando fu nel dormitorio dei Serpeverde, al riparo dagli sguardi indiscreti. Aprì le mani, facendo cadere sul letto la margherita.
Con tutta l’incertezza che le era stata donata per il suo undicesimo compleanno, Dorcas sfiorò un petalo. Aveva sempre amato le margherite. Un amore segreto, da nascondere. Impossibile.
Un sorriso si formò sulle labbra sottili. Si chiese se avrebbe mai potuto amare Sirius allo stesso modo.
III: M’ama, non m’ama
[198 parole]
Non m’ama. Un secondo petalo raggiunge il primo. Il sorriso muore sul volto di Dorcas.
-Cosa stai facendo?- domandò Sirius Black, scivolando con malgrazia accanto a lei. Le lanciò un sorriso innocente, prima di posare il capo sopra le gambe di lei.
-Cosa stai facendo tu, Black?- domandò Dorcas, una nota stridula nella voce.
Sirius scoppiò a ridere e chiuse gli occhi, beandosi dei pochi raggi di sole che filtravano attraverso una folta coltre di nubi grigiastre.
-Rilassati, Dorcas- disse Sirius, semplicemente. –Sei sempre tremendamente agitata. Avresti bisogno di scioglierti un po’.
Dorcas sbuffò, irritata. –Taci, Black- sibilò. –Sai essere tremendamente irritante, lo sai?
Sirius le rivolse un sorrisetto strafottente.
-È per questo che mi ami, no?- domandò, con aria innocente.
Dorcas trattenne una delle sue scroscianti risate, tipiche della sua famiglia. –Non correre, Black- disse. –Ti sei dimenticato un piccolo ed insignificante particolare: io ti detesto.
Sirius rise, sinceramente divertito. –L’unica Serpeverde incapace di mentire- osservò. –Ti faccio i miei complimenti.
Dorcas sbuffò nuovamente, ma non replicò. L’ultimo petalo della margherita cadde fra i fili d’erba.
M’ama.
IV: Bugia
[164 parole]
Le urla le graffiavano la gola: non importava se qualcuno avesse sentito, non le importava più niente.
-Mi fai schifo!- urlò, con tutto il fiato che aveva in gola. –Mi hai capito, Black? Io ti detesto!
Si voltò di scatto, per fuggire, via da lui. Non fu abbastanza svelta: Sirius riuscì a fermarla, prendendole la mano.
-Dorcas…- mormorò, piano. –Io…
-Stai zitto- rispose lei, la voce rotta. –Non m’interessa. Sei solo un bugiardo, Sirius.
La presa di Sirius s’indebolì leggermente, sentendo lei che pronunciava il suo nome. Guardò il viso addolorato della diciassettenne che gli stava davanti.
-Mi dispiace- mormorò, sentendosi uno stupido.
Dorcas gli lanciò un sorrisetto storto, umido di lacrime che non riusciva a non versare.
-Bugia- disse, semplicemente. Riuscì a liberarsi e corse via, il fantasma di Marlene McKinnon che aleggiava fra di loro.
V: Silenzio
[143 parole]
Ogni tanto riusciva a vederla, da sola, una margherita in mano. Strappava i petali con una rabbia che non le si addiceva. M’ama, non m’ama. Sempre lo stesso risultato, alla fine. M’ama. E Dorcas iniziò ad odiare quei fiori bugiardi: sua nonna aveva ragione. Le margherite sono delle bugiarde.
Ogni tanto, Sirius trovava l’ardire di sedersi accanto a lei, per parlarle.
-Dorcas, io…- diceva, ogni volta.
-No- era la risposta di lei. E poi solo il silenzio che Sirius non riusciva a tollerare.
-Tu non mi odi, Dorcas- disse, un giorno. –Tu non mi odi.
Quella volta, lei non rispose. Gettò a terra l’ennesimo petalo candido, l’ennesima risposta che si ostinava ad ignorare. M’ama.
VI: Morte
[147 parole]
Lupin indietreggiò, spaventato dal bagliore di pazzia dell’amico. Sirius continuava a percorrere la stanza a grandi passi, stringendo fra le mani un lembo della sua veste da Mago.
-Non sto mentendo- si difese Remus, debolmente. –Lei… Voldemort l’ha…
Sirius si voltò, la pazzia nel suo sguardo cedeva il posto alla disperazione. –Non può essere vero- mormorò. –Lei… è sempre stata la migliore. La preferita di Malocchio. Non può essere…
-Conosceva il rischio, Sirius- osservò il suo amico, posandogli una mano sulla spalla. –Sapeva che la stavano cercando. H-Ha… ha lasciato una cosa per te.
Sirius guardò Remus, perplesso. –Cosa?- domandò.
Osservò Lupin che frugava nella tasca del mantello, per estrarne una vecchia margherita ormai appassita. Sirius la prese, come aveva fatto lei, anni prima.
Chiuse le mani e scoppiò a ridere. Le margherite sono delle bugiarde.