Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lory91    05/08/2007    8 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se quel giorno, ad Erbologia, per una buona volta Ron si fosse morso la lingua e non avesse detto ad Hermione “ Perché non provi a uscire con McLaggen, così Lumacorno potrà nominarvi Re e Regina dei Lumaconi..”, e lei lo avesse invitato alla festa di Natale del professore? Bè, certo non è detto che sarebbe successo davvero qualcosa, ma le possibilità che invece qualcosa accadesse sono alquanto probabili, o, almeno, possibili.
Una diversa svolta del sesto libro di Harry Potter, incentrata sulla R/Hr più realistica mai scritta, e sui suoi effetti su tutto quello che le sta intorno.
---
- Allora sicuro? Non ti piace Lavanda? – Ron scosse energicamente la testa, tanto che gli girò un poco. Quando si fermò gli parve di non avere ancora smesso, per un attimo vide il viso di Hermione, che ancora lo fissava, leggermente sfuocato. Poi più niente.
---
"A little more care", quando si comincia a impegnarsi per ciò che davvero si desidera.
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry, Potter, Lavanda, Brown | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
7 . Presi alla sprovvista {Ron}


Non la vide nemmeno la mattina dopo a colazione. Ginny le disse che l’aveva vista scendere prestissimo, e poi era tornata ne dormitorio a ripassare ancora prima che lui si fosse svegliato. Ron si sentì ancora più demoralizzato e finì lentamente la sua colazione, non mangiando per niente di gusto, cosa non insolita, addirittura straordinaria. Harry lo osservava storto scuotendo sardonico la testa. Ginny rideva sotto i baffi al pensiero di quello che stava per fare il fratello. Scusarsi con Hermione. Dev’essere impazzito, pensò.
Quel giorno Ron e Harry avevano buco alla prima ora, mentre Hermione era a Antiche Rune, e poi due ore insieme a Erbologia e di nuovo un’ora di buco che aveva anche Hermione. Passarono la prima ora in sala comune, Ron che faceva e mezzo scopiazzava il compito di Difesa Contro le arti Oscure di Harry, materia che avevano quel pomeriggio. Quando fu l’ora di scendere verso le serre, i due si infagottarono per bene in mantelli, sciarpe, guanti e borse in spalla uscirono nell’aria freddo di fine febbraio. Al tavolo con loro quella mattina si mise Neville, perché il suo solito posto accanto ad alcune Tassorosso quella mattina era occupato da una quanto mai taciturna Hermione. Se non altro Harry e Ron non avrebbero avuto problemi a travasare Tranelli del Diavolo senza finire strangolati, col miglior studente di Erbologia del loro anno accanto. Ad ogni modo la pianta ci provò con Ron, che divenne paonazzo iniziando a emettere versi strozzati fino a quando gli altri due si accorsero di quello che stava succedendo. Allora Neville, mormorando un incantesimo, liberò da quella morsa assassina Ron, che prese a massaggiarsi il collo rosso. Harry si girò a guardare Hermione. Quella aveva un faccia strana, non riusciva a capire se stesse ridendo o facendo un faccia apprensiva, spaventata. Alla fine si decise per la seconda, ma non prima che questa distogliesse con un’aria un po’ scocciata lo sguardo da Harry, che la fissava. Alla fine delle due ore ogni studente aveva travasato almeno una pianta e molti sfoggiavano un collo arrossato e un po’ gonfio. La professoressa Sprite assicurò che tra un paio d’ore i lividi sarebbe scomparsi, ma consigliò a Justin Finch-Fletchley, il cui collo più che rosso era di un viola assai poco rassicurante, di fare un salto da Madam Chips.
Tutti gli studenti si riversarono di nuovo sulla via per il castello. Ron e Harry appena usciti si ritrovarono dietro a Hermione che camminava con Hannah Abbott, di Tassorosso. I due si guardarono, l’espressione di Harry era più che eloquente e la leggere piega della sua bocca voleva non essere altro che un sorriso incoraggiante. Ma Ron si sentiva abbastanza nervoso.
- Augurami buona fortuna… - disse con tono cupo.
- Buona fortuna. – Harry cercò di trasmettergli tutto l’ottimismo possibile. Ron accellerò il passo, gettando un ultimo sguardo ad Harry, con un sorriso mesto sulle labbra. Si piazzò in mezzo alle due ragazze.
- Ciao Hannah. – salutò con falsa allegria. – Hermione, - si girò verso di lei, lo guardava curiosa, come se non capisse perché mai gli stesse rivolgendo la parola. – Dobbiamo parlare. – Non fece troppe cerimonie, si aspettava che Hermione protestasse trovando mille scuse per non seguirlo, o che magari lo ignorasse del tutto; la afferrò per un braccio, ancora prima che riuscisse ad aprire bocca, anche se l’intenzione che aveva stampata in faccia di replicare non la lasciò fin quando si accorse che la stava letteralmente trascinando via. Non credeva che Ron fosse così forte, le stringeva il gomito e stava anche iniziando a farle male. Ma lo seguì nel parco, oltre gli alberi, fino alla riva del lago, senza dire un parola. Giunti sotto un enorme faggio che per mole ricordava il Platano Picchiatore, Ron mollò la presa; Hermione prese a massaggiarsi il braccio indolenzito, sdegnata.
- Che diavolo. Mi hai fatto un male cane… - mormorò, ma Ron iniziò a parlare forte e con decisione.
- A me non piace Lavanda Brown.. E’ una specie di iena che mi gironzola sempre intorno, ma-non-mi-piace. – scandì bene le ultime parole, voleva essere sicuro che Hermione capisse ogni singola sillaba.
- Buono a sapersi. – Hermione aveva smesso di massaggiarsi il braccio e si era seduta sull’erba, con le braccia serratamene incrociate. Non lo stava guardando, fissava il lago. Ron si sedette a sua volta, accanto a lei ma non proprio vicino, a un mezzo metro di distanza.
- Non avevi alcun diritto, tanto meno alcuna ragione di arrabbiarti con me. Non avevo fatto assolutamente nulla. – Hermione fece per replicare, ma Ron proseguì. – E’ stata lei a baciarmi sulla guancia ieri mattina. Io non l’ho né incoraggiata né nient’altro. – Hermione annuì lentamente. – Quindi ti volevo dire che non dovevi arrabbiarti con me e che non sopporto che non mi parli e poi… - Ron iniziava a incespicare. Mentre parlava Hermione gli si era avvicinata sull’erba, puntellandosi sui palmi delle mani. –e che… - si arrestò.
- Forse hai ragione, - iniziò Hermione, abbassando gli occhi sugli steli d’erba sotto il suo mantello. Ron non la interruppe stavolta. – Mi sono arrabbiata per nulla. Ma non credevo che saresti venuto a parlarmi. Di solito non ci pensi nemmeno per un secondo, quando litighiamo. – aveva rialzato il viso.
- Be’, forse perché di solito so che hai ragione di essere arrabbiata con me. Ma stavolta proprio non capivo cosa ti avesse dato tanto fastidio, perché mi evitassi del tutto. – si fissarono negli occhi. Adesso Hermione le era perfettamente accanto, appoggiata al tronco del faggio. Ron vide una successione di espressioni nei suoi occhi. Vergogna, perché quella volta doveva ammettere di avere esagerato ad arrabbiarsi per così poco. Sollievo, perché quella situazione assurda non era durata più di un giorno. Poi uno sguardo che gli risultò vago ma familiare le invase il viso. Si guardò intorno, velocissima, come per vedere se ci fosse qualcun altro.
- Allora sicuro? Non ti piace Lavanda? – Ron scosse energicamente la testa, tanto che gli girò un poco. Quando si fermò gli parve di non avere ancora smesso, per un attimo vide il viso di Hermione, che ancora lo fissava, leggermente sfuocato. Poi più niente. Nel senso che si sentì attorcigliare lo stomaco e. la sua vista fu offuscata da un’onda di capelli crespi e si ritrovò la bocca serrata da quella di Hermione che premeva delicatamente sulle sue labbra. Si riebbe. Spalancò gli occhi, tirò indietro la testa di scatto e si allontanò reggendosi sui gomiti.
- Hermione, io… - non riusciva a dire più di così. Hermione pareva avere appena ingoiato una Pluffa. Era scarlatta, gli occhi sbarrati e il mento tremante. Si alzò in piedi di scatto, spaventando Ron, e prese a camminare verso l’uscita del parco.
- Ho capito, Ron. Scusa, non preoccuparti. Amici come prima. – sbraitò indietro, poi sparì oltre gli alberi, lasciando Ron che guardava il punto in cui era stata inghiottita dai cespugli, ancora seduto sotto il faggio, incapace di muoversi. Si ricordò improvvisamente quando doveva aver visto sul suo viso l’ultima espressione che le avevano assunto gli occhi, prima che lo baciasse. Al terzo anno, quando aveva dato un pugno a Malfoy.



*** {Lavanda}


Uscita da Divinazione Lavanda Brown si avviò velocemente, seguita dalla solita Calì, quel giorno coi lunghissimi capelli neri raccolti in un’elaborata treccia, verso la Sala Grande, per il pranzo. Sperava di vedere Ron, senza la solita Hermione-segugio, magari. Aveva notato che dopo il “casuale” avvenimento del giorno prima, non li aveva più visti insieme. Solo Harry con Hermione o Harry con Ron, mai tutto il trio. O solo i due che tanto la preoccupavano. Arrivò calma al tavolo di Grifondoro. Nessuno dei tre in vista. Con Calì accanto, zitta mentre le apparivano nel piatto pollo e patate, iniziò anche lei a ingurgitare il proprio pranzo molto lentamente, senza fare troppo caso a quello che stava ingoiando. Si guardava intorno in cerca della sua preda. Poi la vide. Ron, con una faccia strana, si sedette accanto a Seamus Finngan, intento a parlare serratamene di Quidditch con Dean. Lavanda smise simultaneamente di mangiare. Osservò Ron che si cibava al suo solito, come se non avesse mangiato per un mese. Ma quello sguardo stranito continuava a imperversargli sul viso. Non le rivolse alcuno sguardo, come non rivolse alcuno né a Dean né Seamus. Pareva rinchiuso in un mondo suo, dove esisteva solo lui… e il suo piatto. Finì velocemente di mangiare, e si alzò subito, ritraendo verso l’uscita della Sala Grande. Lavanda liquidò Calì, che capì volesse abbordare nuovamente Weasley da sola, e questa si alzò a sua volta e andò dietro e Ron raggiungendolo appena fuori dall’arcata.
- Ciao. – Esordì, raggiante, felice di averlo beccato da solo. Questi le rispose con un debole cenno della testa. Si fermò a osservare la bacheca. Lavanda aveva già letto quell’avviso. Tra circa due settimane ci sarebbe stata la prima gita a Hogsmade dopo quella prima di Natale. Esattamente il prjmo marzo.
Lavanda sussultò. Ecco in cosa le era familiare quella data. Il primo marzo era il compleanno di Ron. Il diciassettesimo compleanno di Ron. Colse al volo l’occasione.
- E’ il tuo compleanno vero? – - Quando? – Ron pareva appena uscito da un profondo trance, la guardò come se l’avesse appena vista. Lavanda pensò che era la stessa espressione che aveva sempre, costantemente addosso, Lunatica Lovegood.
- Il primo marzo! –
- Oh sì, certo… - Ron aveva ripreso a camminare per il corridoio principale del primo piano.
- E pensi di andare a Hogsmade, giusto? –incalzò Lavanda. Altro cenno di assenso da Ron, questa volta un po’ più vigoroso; scrutava indietro allungando il collo, oltre la spalla di Lavanda.
- Potremmo andarci insieme, no? Io e te. Compi diciassette anni dopo tutto, non si fanno tutti i giorni… - ma Ron, se mai lo avesse fatto, non pareva più ascoltarla. Si fermò di scatto, con la testa sempre girata alle loro spalle. Si voltò anche Lavanda: dietro di loro, nella sua migliore camminata impettita, sopraggiungeva Hermione Granger. Stava letteralmente guardando Lavanda con uno sguardo fulminante, poi rivolse gli occhi a Ron, mentre gli stava sorpassado. Parve fare un guizzo a fu loro davanti, si era di nuovo voltata a fissare di fronte a sé. Ron girò la testa mentre li sorpassava, poi i suoi occhi dardeggiarono, e Lavanda fu pervasa da un presagio funesto.
Con uno scatto in avanti Ron afferrò per un braccio Hermione, che si girò suo malgrado, lo fronteggiò per un secondo e poi questi, senza alcun preambolo, alcun preavviso, prendendo sia Lavanda che lei alla sprovvista, le si fiondò sulla bocca, ghermendola, con impeto.
Ron sta baciando Hermione Granger davanti ai miei occhi, saettò nella mente di Lavanda. Nel corridoio non c’era nessuno oltre loro tre. Lavanda si guardò intorno, già arrabbiata, con se stessa, per tutto. Delusa ancora da quello che il destino le aveva riservato in una giornata che sembrava essere iniziata bene. Voleva piangere, urlare. E soprattutto non voleva assistere alla scena che si stava svolgendo di fronte ai suoi occhi, spiritati, increduli, già sbarrati e ricolmi di lacrime, odio. Si voltò di scatto, riprese a camminare, trotterellando poi correndo verso la Sala Grande. Doveva trovare Calì. Doveva raccontarle ciò a cui aveva appena assistito, doveva sfogarsi, uccidere. Quello che più aveva temuto le era appena accaduto sotto il naso. Riflettè, con quella poca lucidità che poteva ancora avere, e capì che molto probabilmente era stata proprio lei l’espediente che aveva permesso che ciò succedesse, che Ron e Hermione si scoprissero gelosi l’uno dell’altra.



*** {Hermione}


Era finito tutto troppo in fretta. Lei aveva baciato Ron un’ora prima sulla riva del lago. Lui le aveva fatto intendere che non era interessato e poi l’aveva baciata in mezzo al corridoio del primo piano, senza alcun preavviso, davanti ad una Lavanda Brown a dir poco scioccata e molti altri studenti che conoscevano. E dopo quelli che a Hermione erano parsi pochi frammenti di secondo, erano riemersi dal bacio, guardandosi entrambi intorno. Ron aveva stampato un sorriso ebete sulla faccia. Doveva ammettere che nemmeno lei era proprio tutta questa calma serafica, e si guardà intorno anche lei. Colina Canon li osservava con uno sguardo interessato, fermo a pochi metri da loro con altri due ragazzi del quinto anno. Due ragazze di Serpeverde del settimo li guardarono indifferenti, tirando a dritto per la loro strada. Hermione si voltò indietro per vedere la chioma bionda di Lavanda sparire oltre il portone della Sala Grande e poi si girò nuovamente verso Colin, che aveva preso a smanacciare rivolto verso la scalinata. Ginny Weasley, che camminava per mano con Dean, non pareva aver notato Colin, tanto meno Ron e Hermione ancora in piedi in mezzo al corridoio. Ma di sicuro Ron aveva visto lei.
- Direi che sarebbe meglio tagliare la corda. – sussurrò. Hermione annuì energicamente, prese Ron per la manica del mantello e sparirono insieme oltre il portone. Cammiavano, non sapevano bene per dove. In realtà non ne avevano la minima idea. Si trovarono sul lato est del castello, in mezzo al prato. Non c’era nessuno fuori a quell’ora, erano tutti ormai a pranzo. Hermione pensò che stava diventando la sua specialità trovarsi sempre in posti che non coincidevano con gli orari corrispondenti, tranne quelli delle lezioni naturalmente.
Si erano fermati, in piedi, l’uno davanti all’altra.
- Che voleva Lavanda? – fece Hermione. Non sapeva davvero che cavolo dire. Ron rise piano.
- Chiedermi di andare ad Hogsmade con lei.
- Quando? Quando c’è la gita? – Hermione, troppo “impegnata” per farci caso, non aveva ancora visto l’avviso in bacheca sulla gita al villaggio.
- Il primo marzo. – Ron ondeggiava da una gamba all’altra, appoggiando il peso del corpo ora sulla destra, ora sulla sinistra, indugiando su ciascuna gamba non più di cinque secondi. Sentiva che se si fosse fermato non sarebbe più riuscito a ricominciare a camminare, tanto si sentiva strano ed esaltato. – Ma io non voglio andare a Hogsmade con lei. A me non piace Lavanda. – terminò quest’ultima frase col tono di uno che aveva appena detto di aver vinto mille galeoni.
- Mi sembra giusto. Andremo come al solito io tu ed Harry, giusto?
- Giusto. – Ron si fermò di botto, scrutò Hermione aspettando che dicesse qualcos’altro. Avrebbe voluto baciarla di nuovo, lì com’erano, ritti in mezzo all’erba. Ma non lo fece, pensò che quello che aveva fatto in quel corridoio era forse davvero una delle prime prove che il Cappello Parlante non aveva sbagliato a metterlo fra i Grifondoro. Coraggio, ecco quale doveva essere la virtù dei componenti di quella casa, come l’intelligenza per i Corvonero, l’essere imparentati con purosangue o essere purosangue e discendenti di maghi oscuri per i Serpeverde e … beh, non aveva mai capito quale fosse la caratteristica differenziante dei Tassorosso.
Ad ogni modo, lui e Hermione, senza aggiungere altro, senza alcun cenno, senza alcuno sguardo eloquente, ripreso la via per il castello. Ron pensò, sorridendo tra sé, che forse per una volta Harry avrebbe potuto fare a meno di loro per qualche ora, durante l’imminente uscita a Hogsmade.


******************

Un altro capitolo al termine… adesso Thanks To:
Moony Potter

ele

Lucy Light

Alessandra

Herm90

Emma94

nikodemo

Lory91

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lory91