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Autore: Fuffy91    05/08/2007    1 recensioni
Rieccomi!! Spero vi piaccia! é una storia di avventura, coraggio e mistero.Una strana ragazza legata ad un segreto , ad una ciurma di pirati ben conosciuta e ad un capitano con un cappello di paglia. Intrighi, paure, misteri, segreti, dolori, vie nascoste, strade insidiose, nascondigli , gioie, sorrisi, bevute in compagnia, profumo di arance e magia...questo è Orange Town! Leggete e commentate se volete! Baci da Fuffy91!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Orange Town era sempre stata considerata una città ricca, fiorente e famosa, popolata da persone di tutti i generi e sempre con il sorriso sulle labbra. Meta ambita da molti pirati, commercianti, mercenari o magari semplici turisti che volevano trascorrere le loro vacanze, staccando per qualche giorno dalla normale routine lavorativa, all’insegna del divertimento e dell’euforia, circondati dall’inconfondibile magia del dolce sapore e profumo delle arance appena colte da un grande albero. Ma questa era stata completamente estirpata ,come erbaccia che cresce in un giardino ricco di fiori variopinti, dai membri della famiglia Smitt. Per molte generazioni, infatti, gli Smitt sono stati la causa principale del terrore e della sete di potere che dominavano incontrastati come dei crudeli tiranni sull’intera città di Orange Town. Da molti anni ,ormai, gli abitanti di questa magnifica cittadella che sorgeva tranquilla nei pressi del Grande Blu sono stati costretti a sottostare alle richieste e a sopportare con masochistica apprensione i capricci della famiglia più crudele e spietata che il mondo abbia mai partorito dal suo grembo materno. I loro e quelli dei suoi sadici e malvagi seguaci, che nonostante venissero considerati la feccia dell’umanità ed erano privi di qualsiasi ideale, onore ed amor proprio, se no per il denaro e, stranamente, per il loro attuale signore, padrone e capo assoluto, a cui hanno donato e giurato la loro massima fedeltà la quale, se mal riposta, veniva pagata con la vita. Il nome di quest’ultimo non era altro che Roger Smitt, conosciuto e temuto con l’epiteto di “ L’uomo di ghiaccio”. Egli era l’ultimo discendente degli Smitt, ma non per questo il meno malvagio, anzi. Rog, infatti, veniva considerato il membro più sadico, malvagio, avido, spietato e affamato di potere che l’intera famiglia abbia mai avuto il piacere di procreare. I suoi occhi dello stesso colore del ghiaccio avevano, e continuavano, a terrorizzare e congelare all’istante, con un solo sfuggevole sguardo molti suoi ipotetici nemici, i quali erano solo dei poveri disperati che cercavano con i pochi mezzi a loro disposizione, di ribellarsi e liberarsi della sua tirannia. Ma tutti i loro sforzi vennero sempre e puntualmente soffocati nel loro stesso sangue. La sua bellezza ingannevole era pari alla sua malvagità. Quel uomo, inoltre, sembrava privo e svuotato di ogni minimo sentimento umano, quelli che riscaldano il cuore e sciolgono in un lago di emozioni indescrivibili, la propria anima traboccante e desiderosa d’amore. Amore. Sentimento inutile ed iniquo agli occhi gelidi e spietati di Rog Smitt. L’amore, a parer suo, rendeva deboli e sciocchi. E lui di certo non si rispecchiava e non veniva rispecchiato in nessuno dei due aggettivi qualificativi. Era un uomo tutto di un pezzo e la sua unica soddisfazione era quella di terrorizzare le persone, piccole o grandi che fossero, e farsi rispettare. Ma questi suoi due semplici desideri venivano prontamente ostacolati da una piccola, saccente e sfrontata mocciosetta che portava il nome di Ruby. La sua dannazione, la sua spina nel fianco di cui lui non riusciva mai a liberarsi, quando invece avrebbe tanto voluto schiacciare sotto la suola delle sue costosissime scarpe il suo piccolo visetto sanguinante e dolorante. Ma non poteva, per qualche motivo ancora a noi ignoto, non poteva. Non ancora, per lo meno. Sovrastato da questi pensieri, e sorseggiando un calice di vino rosso di antica data, accanto alla finestra spalancata dell’immenso terrazzo, il cui ostello offriva la visione idilliaca dell’intera città, ora illuminata dai bagliori rossastri e arancio del cielo serale e del disco di fuoco che stava per celarsi alla vista grazie alle cime delle colline che circondavano, come una cornice verdeggiante, il dipinto che rappresentava una città ricoperta e profumata di alberi d’arancio. Perso in quello scenario impressionistico, improvvisamente venne riscosso dal suo maggiordomo di fiducia, il quale forse era l’unica persona che tenesse davvero a lui, come persona, non come padrone o capo da rispettare. Nel suo impeccabile smoking, che Rog aveva fatto confezionare a posta per la sua taglia, e arricciando uno dei suoi baffi grigiastri, molto simili a quelli di un messicano, con fare inquieto, dopo aver richiuso la porta stile barocco discretamente, gli si avvicinò con passo lento e misurato:” Che cosa succede Filippe?” e questi portandosi al suo fianco e dopo un sommesso ed educato inchino, prese parola rispondendo al suo quesito:” Signore, perdoni la mia intrusione nelle vostre stanze senza permesso, ma vi porto notizie dai vostri seguaci!” esclamò Filippe con tono pacato e, dopo un sospiro di rassegnazione da parte di Rog, e un suo incolore:”Ebbene?” , continuò riferendogli:” Il signor Jacob ha incaricato un messaggero di riferirgli che lui e i suoi compagni si sono imbattuti in un gruppo di visitatori, pirati molto probabilmente, che hanno…come dire…accettato i loro impliciti messaggi di sfida aperta.” “ In poche parole si stanno divertendo con quei bambocci! Ah, non so proprio come fare con loro. Mi danno troppi pensieri. Spero almeno che facciano in fretta e non combinino qualche danno. Oggi sono piuttosto irascibile, e tutto per colpa di quella ragazzina impertinente!” esclamò non senza una punta di astio il freddo Rog, stringendo così forte tra le mani il calice di cristallo, che minacciava quasi di romperlo in mille pezzi, ricordando l’incontro poco amichevole che aveva avuto quel primo pomeriggio nella sua locanda preferita e, tra l’altro, di sua esclusiva proprietà:” Un'altra cosa signore. Il messaggero, poco fa, durante il tragitto, giura di aver visto la sagoma di due giganti di una somiglianza impressionante stesi e privi di sensi al suolo. Temo purtroppo che si riferisca ai fratelli gemelli Fred e Frost. Signore questo vuol dire solo una cosa, a mio parere.” “ Si, Filippe. Credo che i tuoi timori e i tuoi sospetti siano ben riposti. Vuol dire che la cara Ruby sta venendo qui e credo inoltre che non sia da sola, dico bene?” chiese sempre con tono pacato Rog al suo maggiordomo, e questi annuendo alla sua domanda:” Il messaggero dice di aver visto la ragazza in questione in compagnia di un ragazzo con un capello di paglia, credo che…” e Filippe tirando fuori dalla tasca del suo elegante smoking un volantino mal ridotto, glielo porse al suo padrone con fare misurato e controllato, poi continuò:” si riferisca a questo giovane pirata!” esclamò con un sorrisino divertito ,celato dai suoi baffi ben curati, per quella vicenda che si stava facendo molto interessante. Rog, dopo aver scrutato il volantino da ricercato di Rubber e scrutando con un certo disgusto e raccapriccio il viso sorridente del giovane pirata, privo di espressione esclamò:” Monkey D. Rubber! Si, ho già incontrato questo ragazzino. Credevo fosse innocuo, ma a quanto pare mi sbagliavo. Se ha sconfitto con l’aiuto di Ruby Fred e Frost, vuol dire che non è affatto innocuo come pensavo, anzi…” e dopo un attimo di soprappensiero, continuò:” Filippe, dì all’elemento 6 di entrare in azione e sbarazzarsi di questo tipo, ma dirgli di non eliminare Ruby. Lei la voglio viva. Intesi?” e Filippe raccogliendo il volantino di Rubber dalle mani del suo padrone, gli rispose reclinando il capo in avanti:” Sarà fatto signore!” e poi si diresse verso la porta richiudendo la porta alla sue spalle, lasciando il suo giovane padrone all’intimo dei suoi pensieri:” Un bel colpo di fortuna!” esclamò il misterioso Rog, risedendosi comodamente ed elegantemente sulla propria poltrona di velluto rosso e continuando a sorseggiare il suo vino di antica data, ammirando per l’ultima volta il panorama dell’immensa ma piccola città. “ Che fame!” esclamò Rubber con la bava alla bocca e portandosi la mano sinistra sul suo stomaco brontolante, visto che quella destra stringeva ancora timidamente quella di Ruby, e quest’ultima sorridendo divertita:” Ancora? Ma Rubber, saranno passate solo poche ore dall’ultima volta che hai pranzato!” gli disse accennando una lieve risata:” Si, ma io ho ancora fame!” esclamò di nuovo Rubber questa volta guardandola e rispecchiandosi nelle sue iridi nocciola intenso e provando un brivido inaspettato lungo la spina dorsale ogni qualvolta incontrava il suo sguardo, ma con un’espressione che tradiva le sue vere emozioni: voglia di cibo! E Ruby, non riuscendo più a trattenere uno scoppio di risa, gli rispose:” D’accordo, d’accordo, ho capito! Non mi resta che accontentarti allora!” concluse lasciando per un attimo la mano grande e abbronzata del suo simpatico ed ora affamato amico, per tirar fuori dal suo piccolo zainetto blu-jeans, due bei panini farciti avvolti accuratamente in due lindi fazzoletti di carta. A quella vista gli occhi neri di Rubber emanarono tantissime stelline di approvazione e la bava alla bocca si triplicò, e quell’espressione fece scoppiare dal ridere per la seconda volta di seguito Ruby che, prima di consegnarglielo, gli indicò di aspettare un istante, nel quale tirò fuori dal suo zainetto porta tutto, una grande tovaglia a strisce di tutti i colori dell’arcobaleno, che dopo aver steso accuratamente in un piccolo prato di un parco vicino, sotto un grande albero d’arance, disse tutta contenta ad un Rubber meravigliato e stupito:” Bene. Prego, accomodatevi signore!” esclamò ironicamente e regalandogli un altro meraviglioso sorriso. Il giovane, dopo aver tinteggiato per alcuni attimi, si sedette al fianco della moretta tutta pepe, che intanto aveva preso anche due bicchieri di plastica e una bottiglietta di aranciata, regalatale da Mary lo stesso giorno, che depose accuratamente accanto ai due panini e dopo un ultimo sguardo soddisfatto alla sua improvvisata tavola imbandita, sospirò soddisfatta e riflettendo il suo sguardo tentatore in quello dolce e curioso di Rubber, gli chiese sempre sorridente:” Allora, mangiamo?” e lui ricambiando il sorriso, allungò la mano destra per prendere il panino più grande, ma questa si scontrò inevitabilmente con quella sottile e piccola di Ruby che, leggermente imbarazzata e con le guance colorate di un lieve colorito roseo, ritrasse immediatamente la mano e distolse lo sguardo da quello indagatore di lui, e un po’ turbata gli disse:” Scusami, credevo prendessi l’altro.” E lui, sorpreso e intenerito da quella inaspettata reazione, visto che gli era sembrato che Ruby fosse una ragazza molto espansiva nell’esprimere le proprie emozioni, non credeva possibile che si imbarazzasse per un semplice e non intenzionale sfioramento di mani. In un certo senso, da parte sua, era un po’ contraddittoria. Ma poi, osservando attentamente e in modo quasi studiato il suo improvviso imbarazzo, simile a quello che aveva avuto lui poco tempo fa, prima di stringerle la mano candida, la trovò così tenera e dolce che avrebbe tanto voluto stringerla a se e magari stamparle un bacio su una di quelle guance rosee, come aveva fatto lei per toglierlo dall’imbarazzo, ma lui sapeva di non esserne capace, e così si limitò a sorriderle complice e a stringerle di nuovo la mano,provando di nuovo quella strana ma splendida scossa elettrica, che provava ogni qualvolta la sfiorava, aggiungendo:” Non preoccuparti. Se vuoi puoi mangiarlo tu questo. Io invece prendo l’altro, d’accordo?” e lei ricambiando il sorriso e immergendosi nei suoi occhi dolci come quelli di un cerbiatto, gli rispose:” No, non importa. Prendo io l’altro. Ti cedo volentieri questo. Dopotutto, sei tu l’ospite no?” e lui scoppiando in una fragorosa risata, una di quelle irresistibili e coinvolgenti, le rispose tra le risate:” Si, si giusto!” e prendendo ognuno i rispettivi panini, li addentarono in contemporanea. Dopo averli completamente divorati, i due ragazzi si stesero entrambi sulla tovaglia, a qualche centimetro di distanza l’uno dall’altro, ammirando il gioco di luci rossastre ed arancione che creavano gli ultimi raggi del timido sole nascosto dalle colline, tra la folta cima dell’albero d’arance:” è bellissimo!” esclamò Ruby e Rubber, voltandosi verso il suo profilo longilineo e bellissimo ai suoi occhi, ammirando i capelli castani, sciolti e fluenti che ricadevano come una raggiera perfetta sulla tovaglia colorata di mille colori, e a volte qualche boccolo lungo e ribelle fuoriusciva dalla sua cornice variopinta per incontrare dei fili d’erba che sembravano giocare con esso. E Rubber, continuando ad ammirare quella stupenda visione, pensò:” In tutta la mia vita non ho mai visto nulla di più bello!” e poi commentò con voce leggermente ovattata per l’emozione del momento:” Si, è bellissimo!”. Ruby, notando il suo cambiamento, voltò lo sguardo per incontrare di nuovo quello dolce ed intenso di lui, che questo trovò invece intensissimo ed evanescente, e per allentare la tensione che si era creata, sorrise come al suo solito, sorriso che venne prontamente ricambiato ed apprezzato. Lo sguardo intenso di Rubber percorse il suo profilo per poi fermarsi verso il ciondolo che lei portava al collo:una bella farfalla argentata. Attirato dai suoi luccichi rossastri e gialli, non poté fare a meno di avvicinarsi un po’ di più verso il suo candido corpo, notando affascinato il delicato contrasto tra la sua pelle abbronzata e quella simile all’avorio di lei, e trattenendo il respiro quando le sue dita sfiorarono quella meraviglia incatenata al suo collo:” Dove l’hai presa? È bellissima!” esclamò interessato e sorridente, e lei gli rispose:” è un regalo di mio padre. La donò a mia madre il giorno prima di sposarsi, e lei l’ha ceduta a me. È il mio piccolo tesoro!” concluse sorridendogli. A quell’ultima frase, non poté fare a meno di ricambiare il sorriso e prendere il suo amatissimo cappello tra le mani, e tendendolo verso l’alto le rivelò:” Questo invece è il mio tesoro! Il più prezioso che possiedo! Me lo regalò un amico e con esso suggellammo la nostra promessa!” e mentre lui era perso nel ricordo più prezioso ed importante della sua vita, il momento in cui Shanks il Rosso gli consegnò il cappello e gli fece promettere di diventare il re dei pirati ,prima di partire verso una nuova avventura, Ruby non poté frenarsi nel chiedergli incuriosita ed avvicinandosi un po’ di più verso di lui, sfiorandogli la spalla destra con il viso:” Quale promessa?” e Rubber, riscuotendosi dai suoi lontani ricordi, si voltò e trasalì alla visione del viso di Ruby così vicino al suo, ma poi, imbarazzato e con le guance imporporate di un rosso acceso, le rispose tremante:” Que-Quella di diventare il Re dei Pirati trovando il One Piece.” E Ruby, sorridendogli e meravigliandosi allo stesso tempo, gli disse:” Davvero?! È una promessa impegnativa!” e lui annuì e cercò di scrollarsi quell’improvviso imbarazzo, mentre lei continuò accarezzandogli i ciuffetti corvini della frangetta:” Ma sono sicura che la manterrai!” e gli sorrise conciliante. Dopo qualche attimo di silenzio in cui si sentivano solo i respiri regolari di entrambi, Ruby giocherellando sempre con i capelli di Rubber, gli chiese:” Rubber, posso abbracciarti?” e lui, sussultando e arrossendo a quella richiesta inaspettata, le rispose annuendo:” Va…Va bene!” e lei ,sorridendogli soddisfatta, si accoccolò serenamente sul suo petto. Rubber sembrava pietrificato tra le braccia di Ruby, forse a causa della tensione e l’imbarazzo di sentirla così vicina a lui, ma bastò ammirare il suo visino rilassato e sorridente che si intravedeva sotto quella morbida cascata di capelli, che con un gran sospiro, cominciò a riacquistare il controllo di se e a rilassarsi. Con suo grande stupore,si accorse che Ruby, che intanto si era completamente lasciata rapire dall’avvolgente calore che emanava il petto del suo simpatico e dolce amico gommoso, aveva socchiuso gli occhi, come colta da un’improvvisa stanchezza, e stringeva con la sua piccola e delicata mano destra, quella appoggiata delicatamente sul suo ampio petto,la sua maglietta a giro-maniche rossa, in un gesto che voleva intendere dolcezza e tenerezza insieme. E fu proprio quest’ultimo gesto a spingere Rubber ad accarezzarle a sua volta i capelli, quei boccoli ondulati, castani, morbidi e profumati d’arance che lui tanto adorava in lei. A quell’inaspettata carezza, Ruby prima sgranò gli occhi, in segno di ovvio stupore, facendo per un attimo irrigidire Rubber per paura di averla in qualche modo infastidita, ma poi lei sorrise socchiudendo di nuovo le palpebre e abbandonando il capo di nuovo sul suo petto. Rubber sospirò rassenerato e nello stesso tempo pensò contento:” Si fida di me come io mi fido di lei!” e ,incoraggiato da quel pensiero, chiese a una Ruby quasi addormentata ,con grande meraviglia di se stesso:” Ruby?” la chiamò per avere la conferma che non si fosse addormentata per davvero, e il suo volto si illuminò quando sentì un impercettibile:” Hm?” proveniente dalle sue rosse labbra serrate ma dipinte in un perpetuo sorriso, e a quel punto Rubber fece la sua richiesta, che più una richiesta vera e propria, era un bisogno,un desiderio che stava crescendo in lui da quando la teneva tra le braccia così teneramente:” Potrei…” cominciò un po’ impacciato, ma poi riprendendo coraggio e attorcigliando delicatamente tra le dita un suo boccolo ondulato, riprese:” Potrei avere un altro bacio?”. E Ruby, sorridendo ancora di più fuori e dentro di lei per la semplicità e la dolcezza immensa che Rubber manifestava di avere da quando era in sua compagnia, aprì gli occhi nocciola e avvicinandosi al suo visino d’angelo, si chinò per dargli un terzo e caldo baco sulla guancia destra, mentre lui arrossiva e sorrideva per i boccoli di lei che gli inondarono il viso come una lenta cascata. Il suo cuore mancò per la terza volta di un battito, quando Ruby posò le sue rosse e incandescenti labbra sulla sua pelle e il suo viso parve di nuovo andare a fuoco quando incontrò la sue iridi nocciola intenso. Poi con sua grande sorpresa, invece di riabbassarsi sul suo petto, Ruby scrutò il suo visino arrossato in ogni piccolo particolare, mentre lui, imbarazzatissimo, sudava freddo e inghiottiva rumorosamente per la gola diventata inaspettatamente secca. In seguito Ruby percorse con l’indice della mano destra la cicatrice che aveva sull’occhio destro, prima da un lato e poi da un altro, facendolo fremere e sussultare per i brividi che lo percorsero da capo a piedi. Nessuna ragazza lo aveva abbracciato, baciato e toccato così tanto in vita sua e nell’arco di una giornata, e si ritrovò a pensare se accettare passivamente quelle dolci carezze o ribellarsi e staccarsela di dosso. In fondo come biasimarlo, lui era abituato ai corteggiamenti mielosi e appiccicosi di Sanji nei confronti di Nami e di Nico Robin, e sulla nave, tra le loro chiacchiere di ragazzi, l’argomento ragazze era radicalmente scartato, e poi lui non ne era mai stato particolarmente interessato…fin ad ora! Ruby, stranamente, riusciva a scatenare in lui reazioni e sensazioni mai provate prima e, a volte, lo coinvolgevano così tanto da rimanerne stordito e impaurito:” Eppure…eppure…è così bello lasciarsi andare con lei, soprattutto con lei! Ruby è la ragazza più dolce, gentile, bella e simpatica che abbia mai incontrato in tutta la mia vita, senza togliere nulla alla mie migliori amiche, si intende. Ma loro sono mie amiche e mie compagne di viaggio e…nulla più! Invece Ruby è mia amica e…e…non so cos’altro! Strano! Di solito inquadro bene le persone che incontro nei miei viaggi, invece ora con Ruby…perché con lei tutto risulta sconvolto e confuso? Non capisco! Però, è così bella e poi sorride sempre e non mi giudica mai da quando la conosco e mi accontenta in ogni mia richiesta, sempre sorridendomi! Adoro il suo sorriso! E poi i suoi capelli, sono così lunghi e morbidi…e la sua pelle è così bianca, delicata e profumata…chissà se anche lei prova le stesse sensazioni che provo io? E se glielo chiedo? No! Non credo sia opportuno chiedere una cosa del genere! O si? Ma, chissà, meglio non pensarci, anche se…Uff, che confusione!” “ Come te la sei procurata?” le chiese Ruby sempre accarezzando la sua cicatrice e interrompendo bruscamente il flusso di coscienza del ragazzo, che ritornando alla realtà, ci pensò un attimo su per pensarci e darle una risposta e quando questa arrivò, sbalordì molto Ruby. Infatti, Rubber fece spallucce e disse semplicemente:” Non mi ricordo!” e subito seguì la risata fragorosa di Ruby, la quale tra le risate repentine e lo sbigottimento di Rubber alla sua reazione, gli chiese:” Ma come non te lo ricordi?” e lui ancora frastornato dalle sue risate:” Bè, ero piccolo quando me la procurai, quindi ora non mi ricordo come me la sono procurata!” esclamò lui e Ruby, cessando di ridere con relativa difficoltà, concluse con un laconico:” Capisco!”. Nello scoppio di risa e per continuare quella piccola parentesi, Ruby si era riseduta portandosi le ginocchia al petto e racchiudendole con le sue morbide braccia, mentre Rubber era ancora steso ma si puntellava sui gomiti. Erano di nuovo distaccati e questo non piacque molto a Rubber, che ormai si era abituato al calore del suo corpo caldo stretto al suo. Così, istintivamente e con un sorriso dipinto sulle labbra, la prese per un braccio e le fece reclinare di nuovo il capo sul suo petto, ed infine si ristese con un sospiro di soddisfazione sulla tovaglia colorata, trascinandosela con se. A quel gesto inaspettatamente possessivo, Ruby non potè fare a meno di trasalire e rimanere rigida tra le sue braccia, ora lei nel panico e carica di imbarazzo. Questo suo improvviso mutamento non sfuggì a Rubber, che per cercare di tranquillizzarla e farla rilassare come lei aveva fatto con lui molte volte, cominciò ad accarezzarle di nuovo i capelli. Ma questo purtroppo servì solo di poco, così Rubber iniziò a riflettere su un’altra soluzione. Pensa e ripensa, un’illuminazione. La prese tra le braccia completamente, alzandosi di poco, stringendola a se ancora di più e deliziandosi del suo corpo caldissimo, e la baciò per la prima volta sulla tenera guancia leggermente arrossata per l’imbarazzo di quel intimo contatto dei loro corpi. Per lui era semplicissimo:per toglierla dall’imbarazzo, bastava semplicemente baciarla come aveva fatto inizialmente lei. Più semplice di così?! Ma questo sconvolse completamente Ruby, che a dirla tutta, non si sarebbe mai aspettata tanta audacia da Rubber. Ma infondo era solo un bacio sulla guancia, nulla di che, infondo. Ma ci credeva davvero!? Dopotutto era piacevole sentire le labbra morbide e sottili di Rubber sulla sua guancia, ed era anche dolce sentire il suo corpo stretto al suo, era come se fosse fatto per essere stretto da lui! Questi improvvisi pensieri sconvolsero non di poco la piccola Ruby, che si sentì improvvisamente avvampare, proprio nel preciso istante in cui Rubber si staccò da lei e con aria innocente, rimanendo sempre inginocchiato, le chiese soddisfatto:” Allora, ti sei rilassata adesso?” e lei, rimanendo di stucco a quell’improvvisa domanda, gli sorrise e gli rispose:”No” e a quella risposta Rubber si rabbuiò, ma poi lei, avvicinandosi di più a lui e con un sorriso un po’ malizioso, continuò:”Però, forse se mi stringi di più forse mi rilasso così tanto da addormentarmi!” esclamò e Rubber immediatamente si sentì avvampare in viso, mentre Ruby rideva. Poi, con un sorriso che per Ruby non prometteva nulla di buono, la prese e cominciò a farle il solletico dappertutto, facendola ridere come una matta e ridendo a sua volta. Infine stanchi dei loro piccoli giochi infantili, si stesero di nuovo sulla tovaglia variopinta e stanchi si addormentarono stretti l’uno a l’altra e pensando contemporaneamente:” Si, così va meglio!”. Fine settimo capitolo. Allora, spero vi sia piaciuto, soprattutto a te Aky. Fatemi sapere se vi è piaciuta, mi raccomando. Ecco i nuovi sviluppi della coppia Rubber/ Ruby. Spero vi piaccia!!!Baci Baci dalla vostra e sempre presente Fuffy91!!!XDDDD
  
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