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Autore: Ryta Holmes    17/01/2013    5 recensioni
“Se è tardi a trovarmi, insisti, se non ci sono in un posto, cerca in un altro, perché io son fermo da qualche parte ad aspettare te.„ [Walt Whitman]
Spoiler 5 stagione
Fu a quel punto che si inginocchiò per guardare meglio quel vecchio e… non vide nient’altro che un vecchio. Sporco e impaurito. Ed esausto. Con gli occhi di un azzurro vivido che adesso ricambiavano lo sguardo.
“Non dovrebbe stare qui. Quest’uomo va portato in ospedale o in un osp-“ non concluse la frase. La voce gli morì in gola, quando la mano raggrinzita ma forte del vecchio lo arpionò sull’avambraccio. Vide quegli occhi azzurri sgranarsi di sorpresa e poi quella bocca nascosta dalla folta barba bianca spalancarsi come per dire qualcosa.
Ma non ne uscì nulla alla fine. Il vecchio lo guardò iniziando inspiegabilmente a piangere. E lui si sentì a disagio.
“Mi… occuperò io di lui.”
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Desclaimer: Merlin e tutti i suoi personaggi non mi appartengono, se lo fossero, sarei ricca, la serie non sarebbe finita e Ginevra avrebbe sposato Lancillotto.
 

MENTRE TI ASPETTO

 
Capitolo 3
 
Lo sguardo di Lucius ricambiava quello dello specchio senza particolare espressione. Occhi celesti che guardavano occhi celesti. Si passò una mano tra i capelli biondi, lunghi quanto bastava per essere sempre in ordine ma non tanto da sembrare un soldato dell’esercito. Si osservò Lucius, ripensando alle parole di quel vecchio sconosciuto, poi con un gesto secco afferrò la schiuma da barba per rasarsi.

Un leggero filo di peluria iniziava a crescere e a lui piaceva essere sempre ben sbarbato, per dare lustro alla sua immagine di persona per bene, di capo ispettore e adesso, forse, anche di politico.

Mentre la lama passava sulla pelle recidendo ogni pelo biondo che trovava sul cammino, ripensò alla reazione del vecchio, quando gli aveva detto come si chiamava.

Si era commosso. Una commozione veloce, che era svanita subito dopo, così come era uscita fuori ma che lui aveva notato bene. Non gli aveva chiesto perché si chiamasse così. Di solito tutti lo facevano, un nome così insolito generava sempre la solita domanda a cui era riluttante a rispondere. Anzi di solito evitava anche di pronunciare il suo nome per intero ma chissà perché a quella richiesta così sentita non aveva saputo sottrarsi.

Quell’uomo dall’età incomprensibile però, non gli aveva chiesto niente. Si era limitato ad annuire e poi aveva continuato a sorseggiare il suo caffè in silenzio, lanciandogli di tanto in tanto alcuni lunghi sguardi quasi lo stesse studiando.

Quegli occhi, tuttavia, continuavano a metterlo a disagio, per cui, oltre a sfuggirli, aveva deciso di mettere le cose in chiaro.

“Perché continui a guardarmi?”

Il vecchio aveva posato la tazza sul tavolo e gli aveva mostrato un’espressione molto seria. “Somigli a qualcuno che conosco…”

“Beato lui.” Sentenziò, dando un’ultima passata con la lametta e iniziando a lavarsi la faccia per eliminare ogni traccia di schiuma da barba. Lui non conosceva nessuno che gli somigliasse.
 

***

 
“No aspetta… no, ascoltam-… ti ho detto che voglio iniziare quanto prima! Come sarebbe a dire che ci vuole una settimana?!”

Lucius camminava avanti e indietro per l’ingresso di casa, vestito di tutto punto e con il telefonino incollato all’orecchio.

“Non mi interessa! Dobbiamo iniziare la campagna subito, non ai comodi loro!” sbottò infuriato mentre dall’altro capo una voce femminile sciorinava parole a raffica di cui lui ne ascoltava la metà. Non gli importava che la sala del suo primo comizio fosse stata allagata dal guasto di una conduttura, doveva pensare alla sua campagna, diamine!

“Trovane un’altra! Lascia perdere la caparra, intenterò causa contro di loro se faranno storie!”

Dall’altra parte giunse una risposta di assenso, assieme a una serie di parole poco gentili. Lucius allontanò il cellulare dall’orecchio, finché la voce non si spense assieme alla chiamata. Poi sospirò.

“Accidenti…” avrebbe dovuto fare il suo primo comizio il giorno dopo e adesso per tutta quella storia, ne avrebbe persi di sicuro altri due!

“Perché non va' a trovarla?”

Quella voce gracchiante lo fece sobbalzare. Possibile che fosse così insolito per lui, avere un’altra presenza per casa? Si voltò in direzione del vecchio che sulla soglia doveva aver ascoltato tutta la conversazione.

“Non andrò a vedere una sala allagata, non potranno certo aiutarmi.” Replicò seccato e distogliendo lo sguardo da quel vecchio impiccione.

“Parlo della principessa. Perché non va' a trovarla? Ha il potere di entrare in quell’ospedale e porgere gli omaggi alla regina a nome di tutta la comunità.”

Lucius tornò a guardarlo incredulo. Davvero gli aveva appena suggerito l’idea più brillante delle ultime settimane? Erano giorni che programmava, studiava, progettava ogni sua mossa pubblica e in un attimo quell’uomo gli aveva proposto la più semplice ma soprattutto la più proficua?

Sollevò una mano in un gesto di attesa, poi trafficò sul cellulare in cerca di un numero, quello del giornalista che lo aveva intervistato appena un giorno prima.

“Pronto? Parlo con il signor Roland? Sono Lucius Chaste. Forse le interesserebbe sapere cosa farò nel pomeriggio.”

Dall’altra parte una risposta di assenso. Lucius sorrise al vecchio – che con quelle idee avrebbe tranquillamente potuto continuare a impicciarsi quanto voleva – e sollevò il pollice in segno di vittoria.

***


Gocce. Con un ritmo cadenzato. Uno stillicidio continuo che risuona tra le pareti del bagno. Una goccia. Due gocce. Tre gocce. Potrebbe continuare a contarle all’infinito, ma quel rumore che si propaga fin dentro la sua stanza è quanto di più fastidioso conosca. E allora è un attimo, gli occhi da azzurri si fanno dorati e la porta si chiude: ora il rubinetto che perde non si sente più e lui può pensare con calma.

Non può essere lui.

Eppure… è identico. La voce, gli occhi… il sorriso. Persino l’aria saccente con cui affronta il mondo è la sua. Persino il nome. Lucius Artorius Chaste. E Artorius suona troppo come Arthur, come il Re Arthur…

Ma non può essere lui.

Lucius è un uomo di questi tempi, non ha la minima idea di cosa sia la vita medioevale, di dame e di cavalieri e di Camelot. Lucius usa un cellulare e guida un’auto e dirige un intero distretto di Polizia!

Eppure… Eppure vive in una grande dimora, ha attitudine al comando e aspira a diventare il capo di una nazione…

Ma non può essere lui.

Lo avrei sentito altrimenti, quando è risorto! E invece non ho sentito niente! Non sento niente in lui! Quando è rinato? Da chi? Non ha sangue reale nelle vene, come può essere Re?

Non può essere lui… non può esserlo…

Eppure… lo vorrei…

No no… no! No, stupido vecchio, non lasciarti condizionare, non lasciare che la stanchezza e la disperazione ti facciano perdere il senno, no! Ciò che vuoi non è ciò che è.

Non può essere lui. Ma il destino mi ha portato qui e devo capire perché.

 
Continua…
 
/////
 
Aloha!! A-rieccomi con un nuovo capitolo! Un po’ corto lo ammetto ma prometto che i prossimi saranno più lunghi! Intanto… le cose vanno avanti! Ghghggh e sono contenta di aver attirato la vostra attenzione! Anzi ci tengo a ringraziarvi, perché… wow! Non mi aspettavo così tante letture!

Un bacione e un grazie affettuoso va ovviamente, a chi ha anche commentato! Emrys, Jaya, Poll, None To Blame e Chibiusaru81. A voi è dedicato questo capitolo! ^-^
E a tutti coloro che leggono, se vi va di lasciare un commentino, non andrà sprecato, lo giuro! u_u Ad ogni modo grazie cmq, perché la leggete e perché l’avete inserita tra le seguite e pure tra le preferite! *-*

Prima di lasciarvi alla solita anticipazione, voglio fare una piccola precisazione. Sono contenta abbiate apprezzato la storia dei nomi ma non voglio che pensiate siano tutti i personaggi improvvisamente resuscitati per una strana coincidenza. Ho soltanto voluto rendere omaggio ai tanti personaggi di Merlin, citandoli di tanto in tanto in questa fanfic ^^

Il mio amato Gwaine è stato il primo, con uno dei nomi con cui è conosciuto: Gwalchmeil. Carter Knight è Lancelot, ovvero il Cavaliere della Carretta (the Knight of the Cart è diventato Cart Knight e poi Carter Knight XD lo so sono folle!). Ce ne saranno altri, ovviamente…. Anzi già nel prossimo ne avremo un altro! A tal proposito….

 
“Io sono già bello e magnanimo.” Replicò prontamente lui, mostrandosi serissimo a riguardo.

“Lo so!” esclamò Jennifer, accompagnando la parola con una pacca sulla spalla. “Ma alla gente lo dobbiamo far vedere! E io in questo sono bravissima.”

Lucius alla fine sorrise e le afferrò il braccio per avvicinarla a sé. Il contraccolpo la fece sbilanciare e per non cadere finì per poggiare entrambe le mani sulle sue spalle, un ginocchio sulla sedia dove lui era seduto, tra le sue gambe.

“Lo so!” Le fece il verso, abbassando poi il tono di voce. “Altrimenti non ti avrei scelto.”

Jennifer a sua volta, lo ricambiò con un sorriso malizioso. “Signor Chaste, sa benissimo che non mischierò vita privata e lavoro… una seconda volta.”

 
Ed è tutto! Alla prossimaaaaaaaaa
Baci, Ryta
 
   
 
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