Let it Snow
Itachi,
fin dal principio della sua esasperante carriera da fratello maggiore,
aveva
intuito che occuparsi di Sasuke spesso era più faticoso di
una sessione di
esami a luglio. Il compito che stava svolgendo in quello che prometteva
di
diventare il peggior capodanno della sua vita era un esempio lampante
di tale
teoria.
«Nii-san,
sbrigati o l’angelo volerà via!»
Itachi
avrebbe voluto ribattere che portare un moccioso sulle spalle
– trenta chili
scarsi, vero, ma pur sempre un carico considerevole –
limitava inevitabilmente
le sue possibilità di sbrigarsi,
tuttavia
si trattenne e continuò ad arrancare tra la neve che ormai
superava il metro di
altezza.
Il
motivo per cui si era issato suo fratello sulla schiena era stato
proprio il
fatto che Sasuke minacciava di sparire ad ogni passo sotto la distesa
bianca
che chissà quale kami a lui avverso aveva deciso di
rovesciare sulla città. Tousan
e la sua meravigliosa idea di regalargli un libro di mitologia
giapponese per
Natale.
«Eccoci
qua, otouto» sospirò, mentre lo faceva scendere.
«Sulla cima della montagna,
proprio come volevi. Adesso, di grazia, vuoi convincerti che qui non
c’è nessun
angelo?»
Sasuke
si guardò intorno, mentre l’aspettativa nei suoi
occhi scemava mano a mano che
studiava ogni singola porzione di spazio raggiungibile a vista. Alla
veneranda
età di otto anni non era in grado di distinguere
un’altura da una montagna, e
Itachi non pensava che quello fosse il momento più opportuno
per rivelargli la
sottile differenza.
«Forse
si nasconde» azzardò il bambino. «Magari
gli hai fatto paura.»
«Otouto,
gli angeli non esistono.
È solo una
leggenda.» non cercò nemmeno di informarsi sui
motivi per cui lui avrebbe dovuto
spaventare una
creatura celeste. Decise di avergli concesso fin troppo tempo e che era
giunto
il momento di riportarlo a casa, prima di morire entrambi assiderati,
quando il
fratello scappò via senza nemmeno dargli la
possibilità di muoversi.
«Sasuke!»
urlò, basito. «Torna subito qui!» Ma il
bambino era già lontano e l’orribile sospetto
che rischiasse di sprofondare tra la neve lo prese con una violenza
tale da
lasciarlo senza fiato.
«Niisan,
vieni!»
Sasuke
rideva, sdraiato a pancia in su, mentre allargava gambe e braccia per
imprimere
una figura sul terreno candido. Lo guardava con
un’espressione talmente
soddisfatta che il desiderio di prenderlo a schiaffi gli fece bruciare
le mani.
«Kaasan
mi ucciderà, quando ti riporterò a casa tutto
bagnato.» brontolò. Lo acciuffò
per la collottola e se lo infilò sotto il mantello,
rabbrividendo mentre entrava
in contatto con il suo corpicino freddo.
«Hai
visto, niisan?» lo riprese Sasuke, saccente come solo lui
poteva essere in
quelle condizioni. «Gli angeli esistono.»
e indicò il cumulo di neve da cui era appena emerso, che in
effetti sembrava
accennare la forma di un paio di ali e una tunica.
«Chiudi
il becco, otouto.»
Poi
però notò i suoi capelli spettinati, le gote
arrossate dal freddo e quel
sorriso sdentato che era solo per lui, e dovette ammettere che, in fin
dei
conti, non aveva tutti i torti.
Gli angeli
esistono davvero.
Note
dell’autrice:
Nel
buddismo giapponese il Tennin è
un
angelo che può apparire su una montagna, e chi vuole
incontrarlo deve
arrampicarsi fino in cima.
☑Originalità
☑Grammatica
☑IC Personaggio Base (ma
quanto è tenero? :3)
☑IC
Personaggio Aggiunto
☑Uso del Prompt (un
utilizzo davvero originale ed
azzeccato, non c'è che dire!)
☑Gradimento
personale
☑Bonus/Malus (prima a
consegnare)
Con questa
flashfic ho ottenuto
[7] punti per un totale di [12] punti nella sfida