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Autore: Ginger01    17/01/2013    2 recensioni
[Dal Prologo]
Mi chiamo Victorie Weasley.
Sono per un quarto veela e, nonostante il mio aspetto, non ho mai avuto un ragazzo.
Durante la mia vita ho ricevuto milioni di lettere d'amore, dichiarazioni e fiori, ma io pensavo sempre e comunque ad una sola persona dagli strambi capelli blu e occhi color nocciola.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Salve a tutti! 
Allora, mi dispiace se ci ho messo tanto a scrivere...Perdonatemi. 
Non mi allungherò molto perché devo andare xD Sono in ritardo...
Comunque, mi sembra più corto del solito...ditemi voi xD
Mi piace tanto questo capitolo <3
un bacione,
Luna
P.S. non sapevo che immagine mettere, cosi ho cercato delle Fan Art...che ne dite? A me piace un sacco <3

 


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»Capitolo 10«

Il sole di mezzogiorno ad Agosto era il mio preferito. Di solito mi arrampicavo dalla mansarda al tetto e mi mettevo sotto il sole per sentire i raggi caldi sulla pelle. E cosi feci quell'anno, una settimana prima che la scuola ricominciasse. Con le gambe incrociate e posata sui gomiti, gli occhi chiusi, assaporavo gli ultimi raggi solari dell'estate.
Mi stiracchiai, quando il piccolo Louis mi chiamò dalla mansarda – Vicky! C'è un tipo per te! –
Storsi il naso: e chi mi voleva a quest'ora? Saltai con agilità e rientrai in casa.
– Chi è? – domandai al piccoletto. Lui alzò le spalle – Bo. La mamma è arrabbiata. – mi avvertì. Oddio e che aveva quella donna, ora? Scesi le scale sbuffando e mi recai in salotto.
Andai alla porta d'ingresso e la aprii per ritrovarmi davanti Richard Thompson. Il ragazzo idiota di Claire. Alzò la mano in segno di saluto – Ciao, Vicky. – sorrise. Che cavolo aveva da sorridere?
– Richard. Che Merlino ci fai qui?! – esclamai, chiudendomi la porta alle spalle. Aveva delle occhiaie tremende, il volto sciupato e gli occhi rossi.
– Ho bisogno di parlarti. – mi disse, serio. Annuii preoccupata, la rabbia scomparsa alla vista del suo stato. Ci dirigemmo in spiaggia, in una zona appartata.
– Io...Si tratta di Claire. – mi disse infine, la tristezza fatta persona.
– La stai facendo soffrire un sacco. – lo informai.
– Lo so. –
– E allora fa qualcosa. – lo raggelai con lo sguardo: ma non capiva che la stava perdendo?
Si passò una mano tra i capelli rosso fuoco – Non so che fare. – disse – La sto perdendo. E mi fa male io...Sono un'idiota, Victorie. –
– Si, l'avevo notato. – continuavo ad essere fredda e rude con lui, ma in quel momento non sapevo come altro trattarlo.
– Cosa posso fare? – mi chiese, gli occhi lucidi.
– Và da lei e chiedile scusa, spiegale perché non ti sei fatto sentire... – si era irrigidito quando pronunciai quella frase.
– Che c'è? –
Era pallido come un cencio – Non glielo posso dire. –
– Cosa? –
– Il motivo per cui non mi sono fatto sentire. Non glielo posso dire. – deglutì.
– Ma di cosa si tratta? – esclamai, preoccupata. Lui scosse la testa e, come un fantasma corse via, senza neanche salutarmi.
Sbuffai, alzai le spalle e rientrai.
Cheriè? Chi era? – la voce irata della mamma era davvero frustrante.
– Un mio amico, mamma... – dissi, scocciata.
– Non mi va bene che vengono ici quando li pare, ok? –
Alzai gli occhi al cielo – Si... –
Bon. – dio com'era stressante. Salii di corsa le scale e mi fiondai in camera, lo sguardo crucciato.
Che aveva in mente Richard? Cominciai a camminare avanti e indietro per la stanza, quando, con la coda dell'occhio, non vidi una testa blu seduta alla mia scrivania. Ma ero troppo presa. Continuai a camminare e a pensare, pensare...Che cavolo aveva combinato? Un orribile pensiero mi attraversò la mente: che...l'avesse tradita? No, no, improbabile. La amava troppo. Un tossicchio mi costrinse a fermarmi – Che c'è? – esclamai, rivolgendomi a Teddy. Teddy. Nella mia stanza.
– Ehi! Che ci fai qui?! – dissi, realizzando solo in quel momento. Teddy sorrise divertito – Ah, grazie per la considerazione. –
Sorrisi anch'io e mi fiondai tra le sue braccia: erano giorni che non lo vedevo. Gli scoccai un bacio a fior di labbra e poi lo fissai dritto negli occhi – Che ci fai qui? –
Lui alzò le spalle – Volevo vederti e Bill mi ha dato il permesso di smaterializzarmi quando mi pare. – Sgranai gli occhi: voleva dire che magari mentre ero in un qualche stato comatoso lui sarebbe potuto entrare in qualunque momento?
– Ah no, devo parlare con mio padre. – feci per alzarmi ma lui mi fermò dai fianchi, costringendomi a sedermi su di lui.
– Perché camminavi avanti e indietro con aria pensosa? – mi chiese, alzando un sopracciglio.
– Richard. E' appena venuto e mi ha parlato. Ha detto che ha fatto una cosa terribile che comprometterà il rapporto con Claire. Ma non mi ha voluto dire cosa. – risposi, la voce rotta. La mia Claire.
– Ah.. – disse semplicemente lui, fissando la finestra. Sapeva qualcosa.
– Teds, sai qualcosa? – lui fece spallucce: si, sapeva qualcosa. Probabilmente tutto.

– Ti conviene dirmelo. – lo avvertii.
Lui mi sorrise, un po' malinconico – Sono certo che Richard farà la cosa più giusta. Le dirà tutto. E tu devi stare muta. – e mi mise un dito sulle labbra. Lo morsi per mostrare il mio pensiero a riguardo.
– Ahi! – disse lui, togliendo il dito divertito. Mi alzai sbuffando e mi sedetti sul letto, gambe incrociate, fissandolo. Indossava una t-shirt bianca, attillata, che metteva in risalto l'abbronzatura dell'estate e i muscoli scolpiti. Mi morsi un labbro: caspita se era bello. Notò che lo fissavo forse da troppo tempo – Che c'è? – chiese, sorridendo malizioso.
Alzai le spalle – Nulla, niente! – mi girai dall'altra parte, arrossendo.
Lui si alzò e si avvicinò a me, sedendosi accanto.
Mi accarezzò una spalla dolcemente, facendomi rabbrividire. Girai il viso verso il suo e vidi che mi fissava con una dolcezza infinita. Non resistetti: gli presi il volto tra le mani e lo baciai con passione. Si poteva amare cosi tanto una persona?

– Spazzola: si. Divisa: si. Libri: ach, si...Scopa: presente! Divisa da Quidditch...Si! – presi una pergamena posta vicino al baule:
“Signorina Victorie Weasley,
La volevo informare che è stata scelta come nuovo capitano per la squadra di Quidditch di Grifondoro per quest'anno scolastico.
Cordiali saluti;
Prof.ssa. McGranitt”

Caspita non riuscivo ancora a crederci! Io, capitano! Uao! Infilai il rotolo nel baule e lo richiusi, sedendomici sopra con poca grazia. Bene. Tra poche ore sarei salita sull'espresso e avrei cominciato il mio sesto e penultimo anno ad Hogwarts. Senza Teddy. Come avrei riempito le mie giornate senza di lui? Senza prenderlo in giro per la scuola chiamandolo “Teddino”? Senza i baci nascosti dietro le collone, senza ritrovarmelo sugli spalti durante le partite a urlare il mio nome...Come avrei fatto? Scossi la testa e mi diedi degli schiaffetti sulle guance: niente rimpianti.
Presi il baule, la gabbietta con la mia civetta, Jenna, e scesi le scale per raggiungere Minnie, pronta da brava Corvonero ad affrontare il suo quarto anno, e il piccolo Louis che piangeva.
– Perché piangi, campione? – gli domandai, come ogni anno, abbassandomi alla sua altezza e passandogli una mano tra i capelli rossi.
– Tu e Minnie ve ne andate... – disse lui tra i singhiozzi.
– Ehi, come ogni anno, e ogni anno sopravvivi. – tirò su con il naso e annuì.
– Voglio venire anch'io ad Hogwarts. – aggiunse. Sorrisi – Tra due anni ci verrai! –
Ci lasciammo Villa Conchiglia alle spalle e ci smaterializzammo in un vicolo buio vicino a King's Cross. Uscimmo dal vialetto e ci dirigemmo alla stazione che, alle 8 e mezza del mattino, era già piena.
– Eccoci arrivati. – disse mio padre, quando arrivammo davanti al muro tra il binario 9 e 10.
– Vai prima tu, cara. – disse alla mamma che, prendendo per mano Louis, corse verso il muro.
– Mins. – Dominque scosse la testa, facendo ricadere un boccolo dietro la schiena e, altezzosa, attraversò il muro. Alzai gli occhi al cielo: tipico.
– Vai, Vicky, io chiuderò la fila. – annuii e precedetti mio padre. Attraversai il muro di mattoni rossi e, quando riaprii gli occhi, mi ritrovai la scritta del Binario 9 e Tre Quarti davanti agli occhi. Sorrisi: stavo tornando ad Hogwarts.
Una piccola pacca sulla spalla mi ridestò – Andiamo, cerchiamo qualcuno che ti aiuti a caricare. –
Mio padre indicò un addetto ai bagagli e subito gli affibbiai la mia valigia e la gabbia.
Mi stiracchiai e cercai intorno le mie amiche: Juliette era insieme ad Ann, sua madre, e il padre, Paul, che sembrava essere un po' a disagio: era un babbano!
– Ehi, Julie! – la salutai, non appena al raggiunsi.
– Ciao, Vicky! – risposero in coro i tre della famiglia Springs. Risi – Hai visto Claire? – lei alzò le spalle – Andiamola a cercare insieme. – lasciò i genitori e andammo a cercare la nostra amica.
Chissà se Richard era riuscito a dirle la verità?

POV narratore esterno

Richard era seduto in uno scompartimento vuoto, solo lui. Non poteva stare lì, non era più uno studente, ma il capostazione aveva acconsentito a lasciarlo stare per qualche minuto: questione di vita o di morte, gli aveva detto il ragazzo per convincerlo. E in effetti lo era. Sfiorò un'incisione nel legno di un bracciolo: Victorie, Juliette, Claire. I loro tre nomi incisi nel legno. Perché quello era il loro scompartimento. Sospirò e si sfregò le mani, nervoso.
Rumore di passi, chiacchiericci, porte che sbattono, risate...I ragazzi erano entrati nel treno. Tra poco tempo anche loro tre sarebbero arrivate nel loro scompartimento. Tre inconfondibili voci, tre risate diverse, una più squillante dell'altra, la voce vivace di Victorie.
Tre ombre che si stagliarono dietro il vetro della porta ed ecco che quest'ultima viene spalancata.
Tre espressioni uguali: stupore, sorpresa.
– Che...Che cosa ci fai qui? – chiese Claire, incredula. Richard si alzò e, respirando a pieni polmoni, si avvicinò alla sua ragazza – Claire, ti devo parlare. –
– E direi. – aggiunse lei, lo sguardo truce.
– Mi dispiace. –
– Di che? Del fatto che non ti sei fatto sentire per tutta l'estate? Che sei praticamente scomparso, lasciandomi sola? Ringrazia Victorie e Juliette che mi hanno evitato l'esaurimento! – la sua dolce e pacata Claire stava gridando.
– Claire... – cercò di calmarla lui. Lei respirò a fondo e si sedette su un divanetto, incrociò le braccia e si mise a fissare il cielo. Richard si sedette davanti a lei e lanciò un occhiata a Victorie. Lei prese per le spalle Juliette e la portò fuori.
Claire le fissò andare via – C'era davvero bisogno? Tanto prima o poi verranno a sapere quello che mi dirai, lo sai bene. –
Lui sorrise malinconico – Si, si lo so. – ci fu un attimo di silenzio in cui Claire fissava le nuvole e Richard fissava i bei occhi cioccolato della ragazza.
– Claire...Mi dispiace, davvero. Non mi sentivo pronto. – lei volse subito la testa verso di lui – Pronto a cosa? –
– A dirti la verità. – deglutì. Ora aveva tutta la sua attenzione – Ho fatto una cosa imperdonabile. –
Claire impallidì, già con un'idea orribile che le balenava nella mente – Cos...Cos'hai fatto? – domandò, a fil di voce.
Lui abbassò lo sguardo e Claire capì. Le sembrò che mondo le cadesse addosso. Richard. Il suo Richard, il ragazzo di cui si fidava immensamente. L'aveva tradita.
– Con chi? – chiese, la voce rotta e le lacrime che cominciavano a scendere.
– Non ha importanza, davve... –
– CON CHI?! – urlò lei, abbracciandosi le braccia, le lacrime che ormai le inondavano il volto.
– Allison...Allison Corner. Lei è...una babbana. – gli occhi di lui avevano cominciato ad essere lucidi. Lei annuì, gli occhi sgranati, le guance rigate: era irriconoscibile.
– Claire, mi dispiace...Non, non ero in me, probabilmente ero ubriaco... – la pregò Richard, le lacrime che stavano scendendo.
– Vattene via. – sussurrò lei, tornando a fissare il cielo.
– Claire... –
– Vattene.Via. – sibilò la ragazza.
La porta si aprì e Victorie e Juliette fecero irruzione. Juliette raggiunse subito Claire e l'abbracciò, lasciandola sfogare, Vicky rimase appoggiata allo stipite – Ti conviene lasciare il treno, Rich. Sta per partire. – lo avvertì, le sopracciglia inarcate con aria di rimprovero, ma aveva un sguardo...di pena.
Richard annuì e, mentre passava davanti a Victorie, la sentì sussurrare – Perché l'hai fatto? – con un tono malinconico. Lui si girò subito verso di lei, ma la porta era già stata chiusa. Fissò i vetri per un po', finché qualcuno non lo distrasse – E' ora di andare. – Teddy lo prese per una mano.
– Che ci fai qua? – domandò Richard, la voce rotta.
– Ho salutato Victorie. E sapevo che ti avrei trovato. Volevo starti vicino. – disse, sorridendogli. Lo tirò giù dall'espresso prima che questo partisse.
– L'ho persa, Teds. – annunciò Richard, le lacrime che rigavano il volto, fissando il treno che correva via – L'ho persa per sempre. –

POV Victorie

Stavo odiando il giovane Richard. Non avrebbe avuto vita facile, non dopo questo. Tradire Claire. Cavolo, il detto babbano “l'abito non fa il monaco” era davvero azzeccato in questo caso.
Eravamo quasi arrivate ad Hogwarts, io e Juliette indossavamo già la divisa di Grifondoro, Claire, con gesti meccanici ed aiutata da noi due, si stava finendo di vestire. Aveva lo sguardo perso e il viso bagnato. Quanto aveva pianto in quelle poche ore di viaggio...
Scendemmo dal treno in silenzio, un silenzio rotto ogni tanto da un singhiozzo di Claire. Accarezzai un Threstal e salimmo sulla carrozza scura, dirette al castello.
Il silenzio aleggiava anche all'interno della carrozza. Claire fissava il vetro scuro, io e Juliette ci guardavamo, indecise sul cosa fare. D'un tratto Claire alzò gli occhi al cielo, guardando le nostre facce preoccupate. Si scosse, sorrise – Ehi, che sono quei musi? –
Sgranai gli occhi – Claire... – lei mi zittì, scuotendo la testa – Va tutto bene, Vicky. Davvero. Io...ormai è accaduto. E se è accaduto doveva esserci un motivo. Magari non mi ama abbastanza. Certo, avrei preferito che me lo dicesse invece di tradirmi, ma prima o poi l'avrei saputo. In un modo o nell'altro. – sorrise con rammarico, cercando di tranquillizzarci.
Juliette annuì preoccupata, e io guardai torva Claire: si vedeva lontano un miglio che non stava affatto bene. Certo, aveva appena ricevuto una bella batosta. In quel momento mi chiesi se mai Teddy mi avesse tradito: c'era stata quella confusione con Roseleen, ma ero sicura che non avessero fatto nulla. Ma se...Se mi avesse tradito con un'altra? Come avrei reagito? Non potevo pensare ad una vita senza Teddy. Non poteva esserci una vita senza Teddy, non ne contemplavo l'esistenza.
Forse neanche Claire immaginava una vita senza Richard, e ora se la ritrovava davanti. L'ignoto. Aveva l'ignoto davanti a sé. Come potrebbe essere definita altrimenti, una vita senza amore?

Quest'anno ad Hogwarts sarebbe stato tutto diverso: i miei cuginetti, James e Rose sarebbero arrivati! E ovviamente sarebbero stati degli ottimi Grifondoro. Anche se avevo dei dubbi su Rose...E se ci avesse traditi come Dominique? Se fosse finita in Corvonero, dato il suo quoziente intellettivo superiore, come zia Herm? Però lei finì in Grifondoro. Mh.
Appena entrarono nella Sala Grande sorrisi: erano elettrizzati, James aveva già fatto amicizia con un biondino e non smettevano mai di chiaccherare, Rose si guardava attorno curiosa.
Appena mi passarono davanti mi salutarono energicamente e io alzai un pollice in segno di incoraggiamento.
– Anch'io voglio dei parenti ad Hogwarts. – sbuffò Claire, fissando le file di undicenni. La scrutai nuovamente: apparte gli occhi rossi sembrava essersi ripresa. Ma dentro di lei ero sicura stesse accadendo il putiferio. Tornai a concentrarmi sui miei cuginetti. Dopo innumerevoli nomi ecco il piccolo dai capelli spettinati e gli occhioni castani.
– Potter James! – ovviamente tutta la Sala Grande si ammutolì. Alzai gli occhi al cielo: era successa la stessa cosa quando chiamarono me. Una Weasley. Ormai le nostre famiglie erano leggenda. La cosa mi dava anche un po' fastidio. La McGranitt posò il cappello parlante sulla testa corvina del mio cuginetto. Non ci mise molto che urlò – Grifondoro! – mi alzai in piedi e cominciai ad applaudire – Vai, Jamie! – lui mi corse incontro e mi abbracciò, quindi lo feci sedere al nostro tavolo.
– Loro sono Juliette e Claire, le mie migliori amiche. – lui porse la mano da bravo gentiluomo – Felice di conoscervi, finalmente! – disse sorridendo, le guance in fiamme per l'emozione di essere un Grifone. Dopo pochi nomi ecco la piccola Rose, nervosissima.
Il cappello venne posato sui suoi ricci capelli rossi e gli occhioni nocciola, quelli di zia Hermione, scrutarono il tavolo dei Grifondoro, cercando nei miei azzurri un qualche segno di conforto. Le sorrisi dolcemente e lei sembrò rassicurarsi. Il cappello ci mise un po', forse troppo. Lo sapevo, aveva un cervello da Corvonero.
Ecco, ora la metteranno in Corvonero. Lanciai un'occhiata al tavolo blu e argento e vidi in Dominique un'aria speranzosa. Bé, sarebbe anche stato giusto, insomma, io Jamie lei Ros.. – Grifondoro! – gridò finalmente il cappello.
– Evvaii! Vieni, Rosiee! – lei sembrò entusiasta e mi corse incontro abbracciandomi. Prima di sedermi feci una linguaccia a Minnie che rise. Rose era elettrizzata, quasi quanto James. Misi un braccio sulle spalle di uno e l'altro sulle spalle dell'altra.
– Lo sapevo! Siete due Grifoni! – dissi felicemente, rischiando di strozzarli. Anche il ragazzino biondo venne smistato in Grifondoro, per la felicità di Jamie. Rose cominciò a chiacchierare con una ragazzina dai capelli scuri e occhi castani, che sembrava molto dolce e gentile.
Ero cosi contenta.

Capitano Victorie Weasley, capitano della squadra più grande di Hogwarts. Mh, suonava bene.
Le audizioni per la squadra stavano per cominciare. Io e Lucy ci portavamo dietro il baule con le palle e lo piazzammo immezzo al campo dove almeno una dozzina di ragazzi ci aspettava.
– Molto bene. Io sono Victorie Weasley, capitano della squadra. Benvenuti! Allora, ci divideremo in squadre e giocherete nel ruolo che vorreste occupare. – Vidi spuntare da dietro un emergumeno del settimo la piccola Sophie Lawrie, secondo anno, la ragazzina che avevo accolto l'anno prima.
– Toh, Sophie! Non sapevo giocassi a Quidditch! – lei alzò le spalle, sorridendo intimidita – Si, gioco come cacciatrice... – sussurrò. Annuii felicemente – Bene, la piccola Lucy, qui, è una cacciatrice e avete un solo anno di differenza, penso vi troverete bene. – le due si diedero la mano e si sorrisero: stava per nascere una bellissima amicizia.
Saltammo a cavalcioni sulla scopa e cominciammo a giocare. Notai con felicità che molti del secondo anno se la cavavano egregiamente. Forse avevo scelto un portiere, una ragazza del quarto, una certa Katy, mi pare, Katy Pollins. Scarseggiavano i cercatori, ma forse ne trovai uno decente, certo non al pari di Mike. Come sarebbe stata la squadra di Grifondoro senza di lui? Guardai sugli spalti e vidi Juliette guardare la squadra con malinconia: anche a lei mancava Mike. Un bolide proveniente dal prato mi sfiorò una guancia: abbassai lo sguardo e vidi la squadra di Serpeverde aspettare impaziente.
– Ehi, ragazzi! Negli spogliatoi! – gridai, planando verso il terreno.
Quando tornammo nella Sala Comune era ora di nominare i giocatori.
– Ok, bé...vi ho valutato attentamente, e siete tutti davvero molto bravi, perciò...Comincerò con i cacciatori. –
– Lucinda Williams. – sorrisi alla piccola Lucy che, eccitata, si mise dietro di me. – Sophie Lawrie. – Sophie si avvicinò a Lucy, altrettanto entusiasta – e Gerard Fettie. Gerard...Scusami figliolo ma non mi piace il tuo nome. – lui sorrise e alzò le mani – Neanche a me... – era un ragazzo del quarto anno con dei simpaticissimi capelli ricciolini e un viso pieno di lentiggini.
– Ok, battitori: Victorie Weasley – e mi toccai il petto – e Diana Clarks. – una ragazza del terzo con gli occhi blu notte mi si avvicinò titubante e io le porsi il cinque. Sembrò rincuorarsi e lo battè sorridendomi.
– Cercatore... – Juliette si irrigidì. – Fredrique Renns. – nella schiera dei ragazzi si aggiunse il nuovo cercatore, un biondino che purtroppo mi sembrava arrogante. Mandai un'occhiatina a Juliette che sospirò e mi sorrise. Continuai – Per ultimo il portiere...Katy Pollins. – dissi sorridendo, quando la ragazza che mi aveva colpito ci raggiunse.
– Bene questa è la squadra. Grazie a tutti per aver partecipato, comunque! – esclamai, sorridendo ai rimanenti.
– Si, e abbiate pazienza con il nuovo capitano! – mi girai di scatto nel sentire quella voce.
Sgranai gli occhi, i miei nuovi compagni si girarono verso lo strano individuo che era comparso dietro il ritratto, chi lo conosceva, sorrise, chi non l'aveva mai visto rimase un po' interdetto.
Lo strano individuo aveva i capelli stranamente blu e due occhi nocciola. E rispondeva al nome di Teddy Remus Lupin.

 


~Angolo Autrice
Si, è più corto del solito. Allora, che ne dite? Si, non penso ci si aspettasse da Richard un comportamente del genere...Bé, lasciatemi una recensione <3
Un bacione,
Luna

 


 

  
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