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Autore: deliriums    17/01/2013    4 recensioni
Denti d'acciaio.
Quanto odiavo quel nomignolo.
Riusciva a farti sentire una merda solo sentendone il suono.
Ti faceva scattare all'erta e ti faceva paralizzare sul posto, poi, quando sentivi le risate, ti veniva voglia di buttarti a terra e morire sul pavimento.
Tutti pensavano che io lo prendessi come uno di quei soprannomi che si danno fra amiche tipo 'kikka' o 'ciccia'.
Peccato che le cose erano del tutto differenti.
Il loro e il mio modo di pensare erano differenti, i loro e i miei sentimenti erano differenti.
E infine, quando stai vagando chissà dove con la testa, quando non senti più nessuna voce intorno a te ma solo il suono dei tuoi pensieri che elaborano, eccolo che ritorna di nuovo a rovinarti la giornata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Denti d'acciaio.
Quanto odiavo quel nomignolo.
Riusciva a farti sentire una merda solo sentendone il suono.
Ti faceva scattare all'erta e ti faceva paralizzare sul posto, poi, quando sentivi le risate, ti veniva voglia di buttarti a terra e morire sul pavimento.
Gli altri invece pensavano che mi fossi abituata, mi chiamavano così, alcuni neanche per prendermi in giro, solo perchè ormai lo usavano tutti quel soprannome e gli veniva spontaneo.
Poi pensavano che anche per me fosse la stessa cosa, come se lo prendessi come uno di quei soprannomi che si danno fra amiche tipo 'kikka' o 'ciccia'.
Peccato che le cose erano del tutto differenti.
Il loro e il mio modo di pensare erano differenti, i loro e i miei sentimenti erano differenti.
Sospirai.
E infine, quando stai vagando chissà dove con la testa, quando non senti più nessuna voce intorno a te ma solo il suono dei tuoi pensieri che elaborano, eccolo che ritorna di nuovo a rovinarti la giornata.
“Ehi, denti d'acciaio!” scossi leggermente la testa impastando le labbra e stringendo più forte a me i libri mentre acceleravo il passo.
Deviai la classe di francese e corsi verso il bagno.
Mi guardai intorno e posai i libri sul lavandino per poi guardami allo specchio.
Socchiusi leggermente le labbra fine e rosee e mi leccai lentamente i denti coperti da quell'odioso apparecchio d'acciaio.
Feci una smorfia e sospirai per la seconda volta.
Pensare che quando due anni fa l'avevo messo ne ero entusiasta.
Ero stufa di quegli orribili denti storti che mi ritrovavo, stufa di essere presa in giro con quei nomignoli.
Ero certa che dopo aver messo l'apparecchio sarebbe tutto andato per il meglio, chi se lo immaginava che anche quando avessi avuto i denti perfetti sarebbero continuate le prese in giro?
“Smettila di tormentarti così, Sharon.” girai il volto e vidi Julie affiancarmi e tirare fuori dalla tasca un lucidalabbra.
Alzai gli occhi azzurri al cielo, “Fosse facile, Juls.” borbottai guardandola mentre si colorava le labbra perfette di rosa.
“E' facile se ci metti un po' di impegno.” già, come se l'impegno non ce lo avessi messo.
La guardai di sottecchi invidiando tantissimo i suoi capelli lunghi e rossi ai miei lunghi e biondi, i suoi occhi verdi smeraldo a i miei azzurro cielo, la sua bocca carnosa e rossa alla mia rosa scuro, il suo naso lungo e perfetto al mio piccolo e minuto, i suoi denti dritti, scoperti e bianchi ai miei.. “Comunque, dopo scuola ci sei per il giornale?” alzai il volto dai libri che stavo riprendendo ed annuii, “Tu?” chiesi poi avviandomi verso l'uscita, “Si, ci vediamo alla fine delle lezioni davanti il laboratorio.” annuii di nuovo, poi feci un cenno con la testa per salutarla, “Ciao, Julie.” mi sorrise, “Ciao, Sharon.”.

Ignorai l'ennesima presa in giro e mi appoggiai con la schiena all'armadietto dopo aver posato il libri dentro esso.
Dovevo raggiungere Julie e le altre davanti il laboratorio.
Vidi Louis Tomlinson e Zayn Malik venire verso l'armadietto del primo, tre o quattro armadietti dopo il mio.
Aprii velocemente l'armadietto e ci ficcai dentro la testa facendo finta di cercare qualcosa.
“Impossibile.” “Perchè?” “Perchè non ci siamo né mai parlati né mai guardati, su, Zayn.” li scrutai non facendomi notare, “Allora chi altro potrebbe essere?” “Non so.. qualcuno di timido, sicuramente.” mi fermai a guardare le labbra del più grande muoversi come a rallentatore, sfregando fra di loro, toccandosi appena e poi bagnarsi velocemente con la lingua.
“Wau, sei un genio, Louis. Qualcuno di timido?” Zayn alzò gli occhi al cielo, “Questo era ovvio, capoccione. Pensi che una troia ti lascerebbe bigliettini amorosi nell'armadietto? A meno che non ci fosse scritto 'Ho voglia di scoparti' non penso proprio.” Louis ridacchiò mostrando i denti perfettamente bianchi e allungando gli estremi delle labbra fine per poi mordersi piano il labbro inferiore.
Mi sentii quasi svenire e le gambe vacillare.
“Non fare l'idiota, ora, Zayn. Dobbiamo scoprire chi è questa s.t.” fece svolazzare il bigliettino con cui stava giocando dall'inizio della conversazione.
Il mio bigliettino.
'Ciao Louis,
non avevo la minima idea di come iniziare, scusa.
A dirtela tutta non ho nemmeno la minima idea di come proseguire.
Forse sto facendo la cosa più stupida e cretina che potessi fare scrivendoti questo bigliettino, considerando le conseguenze:
-Non riesci a scoprire chi sono.
-Riesci a scoprire chi sono.
E non so proprio quale sia quella che mi spaventa di più.
Bene, ora ti starei chiedendo perchè ti scrivo, oltre a star ridendo di me.
Là butto qui senza fare giri di parole: mi piaci tantissimo, non poco, non abbastanza, non tanto, tantissimo.
Scusa se ti sembro sfacciata, non sai quanto mi costi dirtelo anche solo con un biglietto.
Mi chiedo se riuscirò a lasciartelo.
Con tanto amore.. inutile che ti scrivi il mio nome, oltre il fatto che non lo farei mai, tu di sicuro mi conosci meglio come s.t.'

Steel teeth.
Ancora adesso mi chiedo dove avessi trovato il coraggio di metterglielo nell'armadietto.
Anche se ora avevo l'intenzione di lasciarglielo un altro, come avevo fatto col primo, nell'ora di laboratorio, quando tutti sono tornati a casa ed in giro ci siamo solo noi poche ragazze, il prof ed un bidello.
La campanella suonò e guardai Zayn fare segno a Louis di andare mentre si metteva lo zaino, quest'ultimo annuì, poi, quando Zayn si spostò, i suoi occhi incontrarono per un millesimo di secondo i miei prima che spostasti lo sguardo dentro il mio armadietto.

“Okay, ragazze, break.” ci richiamò il prof, Margaret posò la macchinetta fotografica sul banco, Julie smise di scrivere al computer, Kate posò la matita e il foglio su cui stava disegnando e Hilary stampò le ultime cose prima di poggiarle sopra la stampante.
Feci segno alle altre di andare alla caffetteria dicendo che le avrei raggiunte dopo.
Appena furono fuori smisi di scrivere gli appunti di un articolo che avevo in mente da stamattina e feci scorrere le pagine del blocchetto fino a una delle ultime dove avevo scritto la lettera da lasciare a Louis.
Strappai il foglio e lo piegai, poggiai il blocchetto e andai a passo veloce verso gli armadietti prima di fermarmi davanti quello di Lou.
Prima di infilarci il biglietto sbirciai dentro ma riuscii a vedere solo una montagna di libri, poi quel quaderno.
Quello tutto verde dove all'ora di inglese -l'unica che passavamo insieme- lo vedevo scarabocchiare sui suoi fogli e disegnare cose bellissime, come lui.
Lo osservavo mentre muoveva gli occhi insieme alla matita che disegnava sul foglio, i capelli che gli ricadevano sulla fronte, il collo inclinato, le sopracciglia che si incurvano leggermente quando per l'ennesima volta prendeva la gomma per cancellare la stessa cosa, la lingua che quasi ogni due minuti passava sopra le labbra per la concentrazione, i denti che mordevano il labbro inferiore quando si imponeva di non sbagliare e la fronte che si rilassava quando aveva finito.
Non siamo mai stati seduti insieme, lui stava sempre seduto insieme a Niall ed io lo osservavo da lontano.
Solo un giorno Niall era mancato e aveva fatto lo stesso Harry -il mio compagno di banco- così la professoressa mi aveva chiesto di sedermi vicino a Louis.
Mi scrutò con i suoi occhi azzurri poi aprì una pagina del quaderno verde e ci scrisse sopra 'Sono Louis, come ti chiami?' ed io frettolosamente scrissi solo 'Sharon.' prima che la prof ci disse di stare attenti.
Mi chiedo se quella conversazione ci sia ancora in quel quaderno.
Infilai lentamente il bigliettino in uno dei tre buchi per poi allontanarmi.
'Ciao Louis,
Ora sono ancora più terrorizzata perchè so che mi stai cercando.
Sembra tanto che io abbia commesso un omicidio, uno di quei film gialli, hai presente? Dove però c'è l'assassino che si diverte a lasciare indizi che non portano a nulla.
Con questo non ti sto dicendo che sto lasciando indizi che non portano a nulla, anzi, credo che non li stia neanche lasciando.
E se lo sto facendo non me ne accorgo.
Comunque, questa volta non ho le idee molto chiare, non so perchè ti scrivo.
Forse perchè è l'unico modo che ho per comunicare con te visto che di persona non ci riesco.
Oggi ti ho visto, perchè sei sempre più perfetto?
E' ingiusto.
Mi rendi tutto più difficile così.
E se ti lecchi o mordi le labbra non fai che peggiorare la situazione.
Con tantissimo amore, s.t'.


“La vuoi smettere di fissarlo?” mi richiamò sulla terra Harry passandomi una mano davanti gli occhi.
Guardai prima lui poi la prof prima di ritornare al riccio, “Non ci riesco.” dissi poi lanciando una veloce occhiata a Louis che scarabocchiava tranquillamente sul quaderno verde.
Harry alzò gli occhi al cielo, “Sei patetica, Sharon, stai cinque ore dentro ad un edificio con lui, il suo armadietto dista un metro dal tuo, andate a lezione di inglese insieme e tu ti limiti a fissarlo.” sbuffò esasperato guardando il libro di inglese aperto ad una pagina che sicuramente non era quella che stavamo leggendo.
“Lo so, ma..” mi morsi nervosamente il labbro, “Non posso andare a parlargli.” dissi infine, “Perchè no?” sbuffai, “Perchè.. no. Perchè no, Harry.” risposi irritata grattandomi sotto l'orecchio, lo vidi ridacchiare, “Ribadisco, sei patetica.” poggiai il mento sul banco, “Grazie, Harry, mi sento molto più sollevata adesso.” lui alzò gli occhi al cielo, “Che vuoi che ti dica? Devi andare a parlargli, ecco tutto.” “Non posso, non posso neanche sorridere senza che tutti mi prendano in giro.” ed istintivamente mi leccai i denti.
Il riccio scosse la testa, “Quella è una tua paranoia, non c'è niente che non va nel tuo sorriso.” feci un sorrisino strafottente, “E' con me che parli? Con 'denti d'acciaio'?” dissi ironica indicandomi i denti, “Si, proprio con te, signorina 'do troppa importanza al giudizio degli altri'.” imitò una voce stramba facendo smorfie alla 'Harry', risi piano scuotendo la testa, “Visto? Sorridi, nessuno ti ha preso in giro e siamo tutti felici e contenti.” abbassai lo sguardo, “Tanto è inutile, non gli parlerò mai.” e sprofondai il volto nelle braccia.

Feci per uscire dal bagno delle ragazze ma vidi Louis e Zayn appoggiati al muro del corridoio.
Mi arrestai all'istante e indietreggiai di qualche passo nascondendomi dietro la porta.
“Per me è una cozza.” commentò Malik girandosi attorno alle dita il foglietto, Louis glielo strappò dalle mani, “Ma che cazzo dici, Zayn.” “Pensaci, ti scrive perchè non vuole farsi vedere, si vergogna di farsi vedere di persona perchè è brutta, c'è scritto che non ha lasciato indizi, non vuole che tu la scopra e la vedi.” Louis alzò gli occhi al cielo sorridendo, “Solo a te vengono certe idee.” “Magari è Sisi della 4G.” Lou scoppiò a ridere, “Zayn, non fare il cretino.” anche il moro ridacchiò sotto i baffi, “La penna le sprofonda nella ciccia della mano.” ed il moro scoppiò a ridere della sua stessa battuta, Louis gli diede una pacca -non amichevole- sulla schiena, “Non stavo ridendo per quello, idiota, ma per le cazzate che spari.” disse scazzato tornando a guardare il biglietto.
“S.t.” sussurrò, “Steven Thomas.” Louis guardò confuso, quasi schifato, Zayn, “Lo sai che è un maschio, vero?” “Oh, dai, ma l'hai visto?” Lou alzò gli occhi al cielo, “Quando può averlo lasciato?” chiese quest'ultimo, Zayn fece spallucce, “Una come questa non è tipa che non va a lezione e non credo che lo lasci mentre in giro ci sono tutti gli studenti.” osservò il moro, “Magari frequenta un corso dopo scuola.” sentii un fremito, “Già, ma quale?” “C'è teatro, calcio, pallavolo, pittura, giornale, canto e chimica.” “Ora si che riusciremo a trovarla.” “Mmh, quanto sei pessimista, Zayn, se ci diamo da fare prima o poi la troveremo.” il moro sbuffò, la campanella suonò, si staccarono dal muro e si allontanarono.

Una settimana dopo ero sempre allo stesso punto di prima.
Gli avevo scritto tre lettere, una per ogni giorno che andavo al giornale.
Ma non riuscivo a capire se Louis era riuscito a capirci di più o no.
Una cosa era certa: non gli avrei mai detto chi ero.
“Ehi, denti d'acciaio, ci passi la palla?” mi urlò un ragazzo ad educazione fisica, lo rimasi a guardare per qualche secondo poi presi la palla con le mani e la buttai dall'altra parte del muretto.
“Ma che cazzo hai fatto!” urlò quello correndo al muretto, scossi la testa allontanandomi lentamente, “Sei una stronza, denti.” altro nomignolo, nonché diminutivo dell'altro nomignolo.
Alla fine delle lezioni non vidi Louis, solo Zayn che per un'inspiegabile motivo mi guardò per un secondo prima di uscire da scuola.
Tutti usciti, andai al laboratorio e mi sedetti in un angolo dell'aula cercando le parole per scrivere la prossima lettera a Louis, non ricordandomi che dovevo lavorare sull'articolo.
“Sharon, ti aspettiamo alla caffetteria, giusto?” mi chiese Julie, annuii e vidi le altre uscire mentre chiacchieravano.
Staccata la lettera la piegai e corsi all'armadietto di Louis.
Rimasi per un po' a fissare lo sportello esitante, poi sospirai ed avvicinai il biglietto al buco.
“Beccata, Sharon.” sobbalzai a quella voce e la lettera mi scivolò dentro l'armadietto senza che me ne accorgessi, mi girai di colpo ed ebbi una profonda voglia di morire quando vidi Louis davanti a me sorridere beffardo e compiaciuto.
“Ti ho scoperto, fine dei giochi.” continuò fiero di aver scoperto il caso, abbassai il capo imbarazzata.
“Hai vinto, Louis.” dissi guardandolo negli occhi, lui mostrò la sua lunga e perfetta fila di denti bianchi di cui ero profondamente invidiosa e stregata.
“Lo sapevo, quando ho scoperto che facevi un corso dopo la scuola mi sono girato quasi tutti i corsi cercando un collegamento e ne ho eliminati alcuni, finita la settimana mi sono accorto che non mettevi una lettera al giorno così ho controllato i corsi che c'erano quei giorni, ho trovato il giornale, ho cercato qualcosa fra le ragazze che c'erano ma non le conoscevo bene, tranne te con cui avevo parlato al banco all'inizio della scuola, ho confrontato la scrittura della lettera a quella mini conversazione sul mio quaderno e.. bam!” si diede un pugno sulla mano annuendo ad occhi chiusi, sorrisi divertita per poi richiudere la bocca appena aprì gli occhi.
“Complimenti, Holmes, caso chiuso.” ironizzai facendolo ridacchiare, “Beh, che mi aspetta? Carcere, penitenza, sputtanamento?” chiesi pregando che fosse carcere.
Lui sorrise scuotendo la testa, “Ho una punizione migliore, denti d'acciaio.” feci una smorfia al suono di quel nomignolo.
Sorridi.”.
Cosa? “Scherzi?”.
“Dovrei?” chiese alzando un sopracciglio ma continuando a sorridere divertito, scossi la testa, “Mai.” dissi decisa per poi fare il gesto del 'cucire le labbra'.
“E dai, devi solo sorridere, che ti costa?” “Mi costa perchè io non ho i denti perfetti come i tuoi o come chiunque in questa scuola.” sbuffai distogliendo lo sguardo, lo sentii avvicinarsi, “E chi te lo ha detto questo?” chiese tornando serio, “Lo hai detto anche tu, prima.” “Io?” chiese shoccato, “Che pensi che voglia dire 'denti d'acciaio'?” chiesi alzando lo sguardo ed incastrandolo nel suo, ora vicinissimo.
“Ma è uno scherzo, una presa in giro.” disse sorridendo, “Già, una presa in giro..” mormorai, mi alzò il mento con due dita, “Non dirmi che te la sei presa.” disse serio, mi morsi il labbro distogliendo lo sguardo, “Nessuno mi capisce.” sospirai, rimase in silenzio, “Per voi può sembrare un'insignificabile nomignolo per divertirsi, per me no. A me prendono sempre in giro sui miei denti, sulle mie imperfezioni, lo so già da me che non sono perfetta, è inutile che me lo ripetete. Io ci sto male, Louis, ogni giorno torno a casa in lacrime, sono stufa, quando ero piccola mi prendevano in giro per i miei denti storti, ora per l'apparecchio, e dopo? Troveranno un'altra scusa per prendersela con me? .. ma tu non puoi capire.” feci per allontanarmi ma mi bloccò la strada mettendosi davanti a me, “Tu sei perfetta, Sharon. La tua unica imperfezione è quella di non capirlo.” mi sussurrò guardandomi negli occhi, rimasi paralizzata da quella vicinanza.
“Nessuno qui vuole prenderti in giro, credimi. Sei bellissima.” mi soffiò sulle labbra, abbassai lo sguardo sulla sua bocca per poi ritornare ai suoi occhi, non sapevo cosa fare, dovevo baciarlo? E se poi si fosse ritirato schifandosi? Dovevo dirgli un'altra cosa? Dovevo abbracciarlo e ringraziarlo? Dovevo scappare a gambe levate? Dovevo ridergli in faccia?
Poi le sue labbra si posarono sulle mie.. mi correggo: le mie labbra si posarono sulle sue.
Ma che mi era passato in mente? Come avevo potuto baciarlo? Oddio, oddio..
Con mia sorpresa invece di staccarsi e sputare a terra approfondì il bacio mentre mi prendeva delicatamente i polsi e me li poggiava sulle sue spalle tirandomi su da terra e facendomi mettere i piedi sui suoi.
Mi ero immaginata in mille modi quel bacio.
Quando lo osservavo da lontano nell'ora di inglese immaginavo che si alzasse di colpo e sotto lo sguardo di tutti mi baciasse.
A volte cercavo anche di disegnarci su dei fogli, in mensa a bere un frullato con due cannucce, a mangiare un gelato, un bacio lasciatomi per salutarmi prima di andare a casa.. mentre il mio compagno di banco mi guardava alzando gli occhi al cielo e mi minacciava di mostrarglieli se non gli avessi parlato.
Mi ero immaginata in mille modi quel bacio, ma non si avvicinavano neanche minimamente a quello.

'Ciao Louis,
Stana la vita, vero?
Io ti osservo mentre mi cerchi, potrei semplicemente spuntare fuori e dirti con un sorriso “Ehi, Lou! Sono io quella dei bigliettini!”.. già.
Il punto è che non ce la farò mai e questa cosa mi distrugge.
E mi distrugge ancora di più il fatto che tu non mi trovi.
Anche se ho davvero paura che tu mi trovassi lo desidero con tutto il cuore.
Sono una tipa infantile e stupida, si.
Ma è quello che fanno le persone innamorate.
O almeno credo.
Nei film è così, poi, se nella vita reale è vero non lo so, non credo di essere mai stata innamorata prima d'ora.
Ecco perchè è strana la vita.
Prima sei una ragazza chiunque, sola, immune ai ragazzi, tanto che cominci a pensare di essere lesbica.
Poi un giorno alzi il volto da terra, incontri degli occhi azzurri ed ecco che ti innamori.
E la cosa più strana è che poi non riesci neanche a capacitartene.
L'amore è una fregatura, Louis.
Ti auguro di non innamorarti mai.
Anzi, ti auguro di innamorarti della persona giusta, di quella perfetta.
Perchè solo lei potrà farti felice.
Con tutto l'amore che ho nel cuore, steel teeth.
P.s.: Ti amo.


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#legalizegay
Buonasera c:
Comincio col dirvi che Sharon me la immagino come la ragazza qui su, si chiama Acacia Clark, non so se la conoscete, io la adoro ♥
Patti chiari, amicizia lunga.
Mi devo sbrigare che devo farmi velocemente la doccia e sistemare le ultime cose prima della partenza per Barcellona di domani.
Quindi.
Ecco qui la mia nuova one shoooot C:
A me piace molto, è dolce, boh.. non è come le mie altre one shot ma mi piace lo stesso ♥
Scusate se vi lascio così ma devo davvero scappare :c
Grazie mille a tutte quelle che hanno speso un pò di tempo per leggerla, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, un bacio a tutte quante ♥

  
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