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Autore: jawaadskebab    17/01/2013    13 recensioni
“E se provassimo a separarli?”
Separarli? “In che senso?”
“Possiamo farli dividere. Così Olivia si metterà con me, e Harry con te.”
“…Zayn, io…”
“Viola, pensaci.”
“Non lo so…”
“Pensa che potrai realizzare le tue fantasie erotiche con Harry. Pensa che sarà tutto tuo.”
Appena sentii le parole ‘erotiche’ e ‘Harry’ si accese una lampadina sopra alla mia testa.
Davvero sarebbe successo? Dopo 15 anni, sarebbe davvero stato mio?
Dopo aver spento la lampadina, guardai Zayn: “Ci sto.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AM I IN LOVE?


 

 
 
 
 
 
 
 
 
Ero seduta a un tavolino ad aspettare Zayn, quando una ragazza dai lunghi capelli mori si avvicinò  a me: “Viola? Oddio santo da quanto, ma come stai?”
La abbracciai e la baciai sulle guance: “Puttana vacca, da troppo tempo. Io sto benissimo, e tu tesoro?”
Parlai per un po’ con quella ragazza, e non appena se ne andò, Zayn mi raggiunse sedendosi davanti a me: “Chi era quella ragazza?”
“Ah non ne ho la minima idea.”
No davvero, mai vista in vita mia. Solo che era venuta a salutarmi, come potevo dirle ‘chi cazzo sei?’ ?
Ghignò: “Oh bene. Allora demente? Tra te e Harry?”
Stavo per insultarlo in una lingua mista fra aramaico antico e arabo, che ancora non era stata decifrata, ma appena nominò ‘Harry’ mi risvegliai.
“Uhm, si. Bene. Anzi, molto bene. Ma che dico, moltis…”
“Si, ho afferrato il discorso.”
Stronzo, era lui che me l’aveva chiesto. “Sai che odio essere interrotta, coglione.”
“Ma tua nonna.”
“Ma la tua.”
“Mi sei mancata.”
Sorrisi: “Anche tu, non immagini quanto.”
Eccheccazzo, Zayn mi era mancato davvero tanto.
Pur sapendo che era un grandissimo coglione, quando stavo insieme a lui il mio umore cambiava improvvisamente. Se ad esempio fossi venuta a sapere che Ryan Reynolds e Scarlett Johansson fossero tornati insieme, e in quel momento ero insieme a Zayn, me ne sarei fottuta alla grande. Anzi, sarei anche stata felice per loro.
Era una sensazione strana.
Oltretutto molto strana, perché odiavo davvero quei due come coppia.
E ve l’avevo anche già detto, si.
 
Passammo tutta la serata seduti a quel tavolino, a parlare del più e del meno. Mi trovavo bene con lui, troppo. Potevo dire qualsiasi cosa mi passasse per la mente senza aver paura di fare qualche casino, com’era solito da parte mia visto che pensavo solo stronzate.
Parlammo di quando lui mi suggerì l’idea di separare Harry e Olivia, di quell’enorme figura di merda al cinema, degli slip nella felpa di Harry e della prima volta che parlai con lui, del bacio di Chanel sul suo collo, del maglione di hello kitty, e della litigata decisiva fra di loro.
Ricordammo tutti i momenti passati, ma c’era una cosa di cui non avevamo parlato. Ed io non avevo osato farne parola.
Quel pomeriggio a casa mia.
Quando le mie ovaie morirono, ma riuscirono tuttavia a sopravvivere.
“Ti ricordi quel pomeriggio a casa tua?”
“Quando le mie ovaie morirono, ma riuscirono tuttavia a sopravvivere?”
Mi guardò passivo, mentre io sarei corsa a prendere una pala per scavare una buca e sotterrarmici dentro per il resto della mia inutile vita.
“No, non mi ricordo. Perché?” continuai senza distogliere lo sguardo.
Dopo 2 minuti, scoppiò a ridere.
Coglione. Era il suo compleanno? No. E allora che cazzo se rideva?
“Che cazzo ridi?”
“E’ il mio compleanno.”
Come era il suo compleanno? Lo guardai confusa, e poi lui continuò: “Stavo scherzando.”
Ah. “Ah. Ma perché ridevi? Guarda che quel pomeriggio è stato traumatico per me.”
“Traumatico? Oh avanti, ci sono ragazze che pagherebbero dell’oro per passare giornate intere insieme a me, come hai fatto tu.” Mi rinfacciò con un sorrisetto soddisfatto.
“Dio mio, che tristezza. Quelle ragazze non sanno ciò che non si perdono.”
Inarcò le sopracciglia. “Che vorresti dire?”
Marò, quanto era secsi con quell’espressione. Era talmente secsi, che rimasi a fissarlo per un po’ con una faccia da ebete. 
E lui se ne accorse. “Scommetto che stai pensando a quanto sia secsi con le sopracciglia inarcate.”
Checcazzo.
“Nah.”
“Io dico di si.”
“No.”
“Si.”
“No.”
“Si.”
“La smetti di rompere i coglioni?”
“E tu vuoi ammetterlo, minchiona?”
“Ma minchiona tua nonna.”
“Ma la tua.”
“Non ti permettere di insultare mia nonna.”
“Sei stata tu la prima ad insultare la mia.”
“Vabbè, ma tu non dovevi tirarla in ballo.”
“Sbaglio, o è un déjà vu?”
Ma quanti minchia di déjà vu ci sono in questa storia? Maronn.
“Mi mancavano le nostre litigate.”
“Anche a me.”
Sorrisimo entrambi.
 
 
Passammo un’altra buona mezz’ora a chiacchierare, e d’un tratto urlai al barista: “Oh Gianni, portaci un’altra bottiglia.”
“Ragazzi mi dispiace, il bar sta chiudendo.”
“Dai Gianni, fa un’eccezione per noi.”
“Non posso, anche perché se vi dessi retta, mi scolereste tutto il bar. E poi porca puttana, perché mi chiami Gianni?” Sbuffò e, dopo aver chiuso il bar, se ne andò.
“Dio, come sono maleducati i baristi di oggi.” Sospirò Zayn.
“Già. E poi il nome Gianni gli si addiceva molto.”
“Viola che ne dici se andiamo in camera? Si è fatto un po’ tardi.”
“Certo.”
 
Zayn mi accompagnò fino alla porta della mia camera. Era strano da parte sua essere così gentile, molto strano.
“Allora…”
“Mi sono divertita.”
Sorrise: “Anche io, molto.”
Ci guardammo un momento negli occhi, poi si avvicinò e mi circondò il collo con le braccia, nascondendo il viso nell’incavo del mio collo.
Nel momento in cui ricambiai l’abbraccio, sentii una scia di brividi passare per tutta la schiena.
Ma che cavolo succedeva? Che mi fossi…?
Nah. Era geneticamente impossibile. Sarà stato sicuramente l’effetto dell’alcohol.
Però non ne avevo bevuto molto….
“Allora…. a domani.”
“Si, buonanotte.”
“Notte.”
Ok, la situazione stava iniziando a farsi imbarazzante. Nessuno dei due accennava ad allontanarsi.
Quando finalmente riuscimmo a staccarci, lo guardai negli occhi e notai qualcosa di diverso nel suo sguardo.
Non lanciava nessuna frecciatina maliziosa, com’era sua solito. Era…dolce.
Poco dopo Zayn avvicinò il suo viso al mio e fece combaciare le nostre labbra. Sapevo che era la cosa sbagliata, sapevo che dovevo staccarmi da lui. Ma, per qualche strana ragione, non ci riuscivo.
“Sarà meglio che vada.” Sussurrò allontanandosi di poco da me.
“Si…ci…ci vediamo…si.”
Entrai in camera mentre Zayn si allontanava lungo il corridoio.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEH.
114 recensioni. Mai gosh.
Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie.
Siete tutte bellissime.
Comunque, finalmente sti due deficienti hanno limonato.
Eccheccazzo era ora.
Ehm…gente, ancora due capitoli e la storia finisce.
Forse farò anche l’epilogo, quindi in questo caso mancherebbero tre capitoli alla fine.
So contare, visto? Spacco i culi, yo.
Voi che dite, dovrei fare l’epilogo?
Vabbò, al prossimo capitolo. Sciao bele asdfgh
- Il kebab di jawaad.
  
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