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Autore: pollama    17/01/2013    3 recensioni
Cacciatrici di demoni. Un mestiere improbabile per delle semplici ragazze, ma è la loro vita, il loro destino.
Quando tutto sembrava fosse tornato alla normalità, qualcuno va a cercarle, per metterle in guardia da un qualcosa di terribile.
Cosa accadrà alle giovani Cacciatrici? E cosa nasconderà questo insolito avvertimento?
Genere: Azione, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sono avventuriero per scelta,
ma per destino.
(Vincent Van Gogh)

 

Non si era accorta della presenza del Demone.
“Non è possibile… i miei riflessi… sono stati lenti.”, pensava Amira mentre camminava poggiandosi a Valerie.
La costola era indolenzita e ad ogni respiro pareva che una spina le si conficcava nel fianco.
«Siamo quasi arrivate.» disse Sky scendendo dal treno.
«Ma non possiamo andare a casa. Eleni, ha detto che dovevamo aspettare il giorno dopo.» disse la ragazza mora, guardando l’orologio: erano passate solo otto ore.
«Al diavolo! Andiamo a casa.» sbotto Valerie, sbuffando e cacciando all’indietro, con un soffio, una ciocca di capelli.
 
Nell’aria si avvertivano delle piccole scosse di elettricità ed uno strano odore di bruciato si sentì provenire dall’abitazione delle Cacciatrici.
«Lo sentite anche voi?» chiese Valerie, annusando intensamente l’aria. Le altre due ragazze annuirono, ma non risposero. Tutte e tre avvertivano una strana sensazione, come se tutti i loro sensi si fossero svegliati.
“Ora sì che mi riconosco!”, rifletté Amira, facendo nascere un sorrisetto sulle labbra rosse.
Il cielo si incupì, ed un fulmine attraversò il cielo.
Il fascio di luce elettrica si andò a schiantare nella finestra della casetta, facendo esplodere letteralmente i vetri.
«Dannazione, che è successo?» Amira iniziò a correre, senza soffermarsi sul dolore al petto, ed aprì la porta d’ingresso; Sky e Valerie la seguirono.
Le due Cacciatrici sfoggiarono vigili le loro armi, mentre la Strega era pronta a pronunciare uno dei suoi incantesimi.
Il fumo, grigio e opprimente, regnava nel piccolo ambiente, nascondendo dentro sé tutto ciò che conteneva la stanza, comprese le pareti.
Le tre ragazze tossirono, mentre i loro occhi iniziarono ad abituarsi a quella fuliggine polverosa.
«Hai fatto adirare Fato… Sei contenta?»
Una voce maschile e profonda, arrestò il passo delle tre ragazze che cercarono di scorgere, nel grigio del pulviscolo, la persona che parlava.
 
A poco a poco, il fumo iniziò a scomparire lasciando intravedere due figure: una era senza alcun dubbio Eleni. Aveva la testa bassa ed i capelli biondi erano leggermente disordinati e alcune ciocche erano macchiate da ciò che pareva sangue.
Di fronte a lei, c’era un uomo che la sovrastava con la sua altezza e la sua corporatura atletica.
«Devi rimproverarmi anche tu? Non ti è bastato assistere?» La voce di Eleni era poco più che un sussurro.
«Perché hai disobbedito?»
L’uomo continuava a parlare, mentre tra le sue dita si iniziarono a scaturire delle scintille e dopo un battito di mani il fumo sparì e il soqquadro che regnava nella stanza fu completamente debellato.
«Che ci fate qui?» Eleni guardò sorpresa le tre ragazze che erano rimaste immobili a guardare lei e l’uomo.
«Non avevi detto che eri sola?» disse lui, scrutando le tre ragazze con i suoi occhi azzurro pallido, molto simili a quelli di Eleni.
«Veramente, questa è casa nostra.» disse Valerie alzando le mani.

«Ragazze» Eleni si voltò e avvicinandosi di più a loro continuò dicendo: «Vi presento mio fratello: Giustizia.»
«Originale come nome.» sussurrò Sky, facendo nascere un po’ di ilarità sul volto di Valerie che non riuscì a nascondere il riso.
«Se il mio nome vi mette così di buon umore… aspettate di vedere cosa potrei fare a voi piccole umane.»
Eleni gli posò una mano sul braccio e scosse la testa. I due si fissarono per lungo tempo, come se stessero comunicando con i pensieri.
Il silenzio era tanto sgradevole quanto snervante.
«Amira, posso aiutarti?» Eleni fu la prima a spezzare il silenzio, si accostò alla ragazza che la guardò con aria interrogativa.
«Ti sei fatta male…» disse, indicandole il fianco.
«Ehm… sì, ma passerà.»
La ragazza scosse la testa e fece uno sguardo implorante al fratello che disse: «Va bene. Ma solo per questa volta.»
L’uomo si avvicinò ad Amira che si lasciò stringere dalle sue braccia.
In un attimo, le fitte alle ossa passarono ed incredula chiese: «Come hai fatto?»
«E’ una delle tante cose che so fare. Non a caso sono Giustizia.»
«Incredibile!» Valerie guardò eccitata l’uomo e poi l’amica, mentre Sky raccontava a Eleni ciò che era capitato.
«Mi dispiace, non credevo ci fossero Demoni da quelle parti.»
«Non sono semplici Demoni.»
«Cosa vuoi dire?» chiese Amira sedendosi sul divano, seguita a ruota dalle altre ragazze. Attente nel sentire il chiarimento di Giustizia.
«So che mia sorella vi ha messo in guardia. Contro il volere di nostro padre, vi ha portato nel futuro. Persino la Strega ha capito che c’entra l’acqua con ciò che sta per accadere.»
«Dì a loro di chi si tratta.» Eleni sapeva che suo padre non si sarebbe arrabbiato con il suo figlio prediletto.
L’uomo fece un grosso sospiro e corrugando la fronte disse: «Demoni d’acqua. Sono furtivi e difficili da uccidere.»
Ad Amira brillarono gli occhi. Aveva compreso finalmente cosa le era capitato a Sheffield e perché non aveva avvertito la presenza del Demone.
«Il Demone è morto alla fine.» disse Sky con una nota d’orgoglio.
«Sì, ma pensate a ciò che può succedere, se la voce sul conto di voi tre si spargesse negli anfratti demoniaci.»
«Cosa può importare a loro di noi tre?» chiese Valerie.
Giustizia ridacchiò rocamente.
«Voi tre siete legate da uno stesso destino. Se rimanete in vita, i Demoni d’acqua non possono raggiungere il loro obbiettivo: divenire i padroni del mondo.»
«Vogliono uccidervi.» disse Eleni.
«Questo l’avevamo capito.» rispose Valerie, senza risparmiare sul tono agitato.
 
 

***


La sera era giunta e Giustizia era andato via, lasciando un po’ d’amaro tra le ragazze.
«Perché non sei andata con tuo fratello?» chiese ad un tratto Amira, mentre Eleni si ripuliva una ferita, divenuta invisibile.
«Preferisco rimanere con voi. Gli umani non sono poi così male.»
Amira sorrise, prendendo come un complimento quell’affermazione.
Valerie e Sky erano crollate in un sonno profondo, entrambe distese sul grosso letto nella camera della Cacciatrice.
«Non vai a dormire?» chiese Eleni ad Amira che era a contemplare il paesaggio urbano al di là della finestra.
«Ehm… non ho sonno.»
«Dovresti dormire… Sei stanca.»
La ragazza scosse la testa sorridendo.
«E tu? Perché non vai sul letto e riposi?»
«Io non dormo… Immagino sia una bella sensazione.»
Quella frase fece nascere un po’ di malinconia nel petto di Amira che continuò a fissare la ragazza così simile a loro umani, ma allo stesso tempo così diversa.
«Non hai raccontato ciò che  è accaduto quando ci hai mandato via.»
Eleni fissò per qualche istante le sue mani che giocherellavano con un bottone del maglioncino ocra.
«Non è stato un bello spettacolo. Fato, quando si adira, è… orribile.» disse, forzando un sorriso ed indicando il fazzoletto imbrattato di sangue sul pavimento. Con uno schiocco di dita lo fece sparire, per poi tornare a guardare Amira.
«Cosa ti ha fatto?»
«Abbiamo litigato.»
Quelle due semplici parole, fecero riemergere nella mente di Eleni, ciò che le disse il padre: «Tu non sei degna di essere la figlia di me, Fato. Sei una delusione e ciò non cambierà.»
Una lacrima le scese sulla guancia, ma subito l’asciugò con le dita.
«Stai piangendo?»
Eleni non rispose e Amira, senza dir nulla, l’abbracciò sussurrandole: «Stai tranquilla, puoi stare qui con noi quanto vuoi.»
Eleni annuì, sentendosi un po’ rassicurata.
Forse, dopo secoli, aveva trovato delle amiche e il luogo giusto in cui essere sé stessa.

  
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