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Autore: Ellaguarino    18/01/2013    1 recensioni
‘Sono Eugenia,ho 2O anni e gia’ sono stata violentata 5 volte.L’ultima da mio zio.’.
Bella storia da raccontare ai produttori,no?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L' irritante sveglia del mio cellulare suonò cinque minuti prima
.Ennesimo cellulare da buttare, anche perché mi era stato regalato da quel viscido al mio diciannovesimo compleanno.

Appena misi piede a terra vidi Africa correre verso di me abbaiando,seguita da apolo che era geloso della nuova arrivata ma anche protettivo verso di lei;la solidarietà dei cani di certo non era come quella degli uomini.
Mi abbassai per accarezzarli,aspettavano le loro solite coccole mattutine.
Rabbrividii,avevo una camicia da notte che mi arrivava alle ginocchia,lasciando le gambe nude.Mi avvicinai allo specchio,ancora incredula della notizia.
Mi misi di profilo accarezzando la mia pancia. Chi poteva essere il padre? Ma che cazzo di domande mi facevo?
Il mio pargoletto aveva cinque possibili padri e nessuno di quelli poteva essere considerato tale!

Non sapevo se essere felice o arrabbiata e triste per la vita che portavo in grembo. Ero solo tormentata dal lacerante pensiero che era frutto di un amore insistente.
Sapevo solo che era un errore,uno schifoso errore. Ma da cattolica praticante dovevo portar avanti quel compito,non me la sentivo di distruggere una vita,alla fine non aveva colpa,ma soprattutto perché era dentro me.

Scacciai questi pensieri e scesi in cucina,quasi barcollando,ancora insonnata.
Decisi di prepararmi un caffè-latte. Mi specchiai nel vetro opaco del forno e riuscii a scorgere due occhiaie enormi:bell' inizio direi.
Dopo mi sedetti sulla sedia,appoggiando la testa sulla tavola e chiudendo gli occhi per recuperare i miei cinque minuti perduti.
Credo mi fossi addormentata,dato che mi svegliai con Gaston che irruppe nella mia cucina.

Da quando era finito casi Angeles avevamo mantenuto buoni rapporti e continuato a lavorare insieme.mi veniva a prendere tutte le mattine per andare a lavoro,passavamo la maggior parte del tempo insieme,ed ormai mi considerava lasua migliore amica.
-come sempre-mi sorrise.
Alzai la testa dal tavolo e lui scoppiò a ridere..dovevo avere un'espressione da morto. Mi resi conto della situazione quando guardai l'ora del suo cellulare poggiato sulla tavola.
-È tardi,cavolo- urlai alzandomi dalla sedia, affrettandomi a vestirmi e a far in modo che non sembrassi una pazza appena uscita dal cimitero.
-con calma eh !-urlò Gaston dalla cucina. No,lui non sapeva ancora della gravidanza, volevo dirglielo..sinceramente non sapevo né quando, né come dirglielo.
Sapeva ciò che mi avevano fatto,ma non avrei voluto vedere la sua reazione. Non l'avrei detto neanche ai produttori.
Il mio problema non era dire 'hei sono incinta',ma dire 'hei,sono incinta e il padre é uno dei cinque animali che mi hanno violentata.' Non volevo stare al centro dei gossip per questa storia,non ci tenevo proprio.

Scesi già truccata,dovevamo fare le registrazioni per 'Mientras que..',serie prodotta da Nico Vazquez,dove io e Gaston eravamo i protagonisti,Mia e Martin.
-mi sorprende come tu riesca a diventare una dea quando dieci minuti prima sembravi uno zombie-rise guardandomi.
Gli sorrisi afferando la mano che mi porgeva.
 
POV. Gaston.

Le porsi la mano. Era stupenda,come sempre.portava sempre pantaloni attillati e magliette corte;questo era il suo stile e a me faceva impazzire. Ero sorpreso che non avesse messo i tacchi ,ma pensai che era stanca,quindi distratta,e che non avesse visto che scarpe mettersi. L' accompagnai fuori la porta,per poi girarmi e chiuderla.
-hai la mia canzone preferita, vero?-sfoggiò il sorriso più bello che avessi mai visto.
-ovvio,sempre pronta-dissi mentre da gentiluomo le aprivo la portiera.
Mi diede un bacio sulla guancia prima di entrare nella macchina.
-ti voglio bene-mi sussurrò.
Finsi un sorriso e le dissi-io di più.
Si,sorriso finto,un ti voglio bene. Non erano cose di cui avevo bisogno.
Avevo bisogno di lei,di sentire dalla sua bocca che mi amava..ma ormai dovevo sopportare il fatto che fosse solo la mia migliore amica. E che stupenda la mia migliore amica.
 
POV Eugenia.
Da gentiluomo mi aprì la portiera e mi fece salire in macchina,dopodiché fece il giro,si sedette e partimmo velocissimi.
Avevo paura quando faceva queste partenze improvvise. Stavolta di più. Infatti ebbi un capogiro.

-Eugenia,stai bene?-disse Gaston mentre parcheggiava e cercava di non farmi svenire.
Rimasi lucida.
-Gaston,sto bene,solo un capogiro.-gli dissi sorridendo.
-sicura?stai bene?devi dirmi qualcosa?-mi accarezzò il viso.
-c..cosa dovrei dirti?-dissi irritata da quella sua domanda. Mi aveva fatto venire in mente che davvero dovevo dirgli qualcosa,ma non potevo,no.
-scusa,niente. L' importante per me é che tu stia bene,mi accarezzò la mano mentre con l' altra accendeva la radio.
La mia canzone preferita;l'avevo incisa con lui qualche settimana prima,la amavo, amavo la sua voce,amavo la mia,amavo le nostre voci insieme.
Mi metteva di buon umore ascoltarla. Mi girai a guardarlo,canticchiando la canzone. Avevo un migliore amico perfetto.
Semplice,sempre sorridente e sopratutto bellissimo. Lo consideravo mio fratello,eravamo quasi in simbiosi,come se fossimo gemelli.

-il padre di mio figlio dovrà essere come te-sorrisi malinconicamente,cercando la speranza di trovare un padre presente per mio figlio.
-perché volere la copia se hai l'originale??- mi stuzzicò.
-quasi quasi..-risi.
Arrivammo agli studi in perfetto orario,per fortuna.
-bene,in orario oggi? Che vi siete bevuti stamattina?-disse Nico spiaccicando un bacio sulla fronte a me ed una pacca sulla spalla a Gaston.
-dai, cambiatevi in fretta,oggi lavora! -urlò Nico dal sto megafono.
-si,perché le altre volte ci prendiamo il caffè al bar e chiacchieriamo..-dissi stendendo i muscoli del collo e delle braccia.
-dai, non si scherza,su.
Corsi nel mio camerino,mi vestii in fretta,feci un respiro profondo e mi preparai per un'estenuante giornata di lavoro.
-Eugenia! Sentii Gaston chiamarmi.
-dimmi-uscii dal camerino con la minigonna e la maglietta scollata che l' aiuto costumista (che mi aveva dichiarato varie volte il suo amore),aveva detto di mettermi.
Gaston aprì la bocca iniziando a guardarmi dalla testa ai piedi.
Non aveva mai avuto atteggiamenti del genere,quindi o ero fin troppo sexy,o stavo male con quella roba addosso.

-fammi ricordare di uccidere Mario-dissi guardandomi allo specchio.
-ma no,sei..stupenda-disse Gaston prendendomi la mano e facendomi fare un giro su me stessa.
Mi inchinai come una dama di corte dopo un ballo a palazzo,poi scoppiai a ridere come una pazza guardando i pantaloni rotti di Gaston proprio in prossimità del sedere.
E che sedere.

-ti piace eh? -disse Gaston mostrandomelo.
Non resistetti alla tentazione e lo palpai.
-non poco,chico-gli dissi dopo averlo fatto.
Non sapevo cosa mi fosse preso, ma fu più forte di me.
-no,no,non ci siamo,cosa sono questi vestiti..-disse Nico guardando prima Gaston poi me per poi coprirsi gli occhi.
-chiedilo a Mario-dicemmo io e Gaston contemporaneamente.
-No,no,cambiatevi su-disse spingendo tutti e due nel mio camerino;poi su girò e prese Gaston per le orecchie.
-il tuo camerino é di là, tronco.
Gaston sbuffo' . Il solito guardone.
Mi vestii con i miei  vestiti ,quelli che avevo prima con la sicura approvazione di Nico.
Uscii dal camerino scontrandomi con Gaston che mi prese per i fianchi e mi diede un bacio sulla fronte.
-Che ti prende??-dissi staccandomi. 
-Te la senti di lavorare oggi??ho paura che tu ti senta male di nuovo..
-Hei,non preoccuparti -sorrisi-vedi?sto bene..
-Sicura??
-Sicurissima-dissi allontanandomi saltellando per tutto il corridoio.
 
-Dai,si prova la scena del litigio tra Mia e Martin-disse Nico battendo le mani.
-Nico,lo sai che se io e lei iniziamo a litigare finiamo per ridere,soprattutto se facciamo finta-urlò Gaston dal bagno. 
-Siete attori o no?
-Si,lo siamo!-ripetemmo tutti in coro tipo pecore. Era la frase che inaugurava ogni mattinata di lavoro,come un rituale che ci incoraggiava.
A me invece che coraggio tutto quello mi mise un'ansia addosso incredibile.

Mi iniziò a girare lo stomaco,erano i sintomi della gravidanza. Feci un respiro profondo..ma non servì a nulla. Ebbi un altro capogiro,stavolta più forte.
 
POV Gaston.
Svenne tra le mie braccia. Cercai di mantenerla per non farle sbattere la testa a terra. Cercavo di rianimarla,ma non si riprendeva..
-Chiama un ambulanza!-urlai a Nico.
-Aspetta fammi provare..
-Chiama un ambulanza cazzo!!-hai urlai.
Sapevo che qualcosa non andava e se me l'avesse detto prima avrei potuto fare qualcosa,non so,chiamare un dottore,impedirle di andare a lavoro.
L'ambulanza arrivò in fretta, ma non ci fu bisogno di portarla in ospedale.

-Come sta?-chiesi in preda al panico.
-Ha avuto altri girameni di testa?-.
-Non mi risponda con un altra domanda.
-Se non risponde alla mia non le potrò dire nulla! Avanti...
Annuii,temevo il peggio 
Il dottore si avvicinò a me,e mi mise una mano sulla spalla.
-Congratulazioni,lei sta per diventare padre!
-Ma non sono il fidanzato..-dissi scuotendo la testa. Mi accorsi che aveva la detto la parola padre.
-É incinta??-chiesi al dottore.
-Si -disse mentre cercava di far rinvenire Eugenia.
  
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