Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Kurokami    18/01/2013    1 recensioni
"2134, Giappone, Distretto 24."
Questa è la mia unica premessa per la mia prima fanfiction AU e di genere fantascientifico. Il resto lo trovate tra gli avvertimenti e nella storia. Grazie per la vostra attenzione. ^^
(Ah, ho due avvertimenti da fare: il primo è che questa fiction è a rating giallo, ma potrebbe cambiare. Il secondo è che le altre due fiction che ho in corso, "The truth- revisioned and corrected" e "Black Holes" sono momentaneamente sospese)
Genere: Azione, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Laws_
 
 
 
 
 
 
 
La settimana passò senza nessun’altra novità.
Nonostante non si fossero più visti in giro gli uomini vestiti di nero con le nuvole rosse, Sakura non si azzardò a uscire di casa nemmeno una volta, terrorizzata dall’idea di essere scoperta.
Sasuke, invece, era costantemente di malumore e non parlava quasi mai; solo Itachi sembrava comportarsi come sempre, nascondendo alla perfezione l’ansia che provava dal giorno in cui quell’inquietante coppia era venuta a far loro visita.
 
 
Il lunedì successivo, Sasuke esplose. Letteralmente.
 
-BASTA!- urlò, alzandosi improvvisamente dalla sedia su cui era seduto un attimo prima.
 
Sakura e Itachi sussultarono, guardandolo come se fosse impazzito.
 
-Sasuke, che diamine…?- chiese Itachi.
 
-Sono stufo marcio di stare fermo qui a non fare niente!- lo interruppe il ragazzo –è da quasi una settimana che stiamo rintanati in casa come dei conigli! Io non ne posso più!-
 
-E allora cosa proponi, grande genio dei piani? Fare irruzione in tutte le fabbriche di robot e chiedere gentilmente a chi ha costruito Sakura di lasciarci in pace?- ribatté Itachi, ironicamente.
 
Sasuke trattenne il fiato, diventando ancora più rosso in viso: non era un buon segno.
 
-NO!- urlò –sto semplicemente dicendo che sono stufo marcio e che intendo fare qualcosa!-
 
-E che cosa?- chiese Sakura, che fino a quel momento era rimasta in silenzio a fissarlo, incredula.
 
-Scoprire chi diavolo è che ti ha creata mi sembra un buon inizio- rispose Sasuke, imponendosi a forza di restare calmo.
 
-D’accordo. Come?- domandò Itachi, come se in realtà desse già per scontata la risposta di Sasuke.
 
Infatti, il ragazzo si grattò la testa, sbuffando con il naso.
 
-Non mi è ancora venuto in mente nulla…- ammise, riluttante –ma ci sto riflettendo-.
 
Itachi sospirò, scuotendo leggermente la testa; non gli piaceva quando suo fratello era in preda a quella smania di fare, non c’era da aspettarsi nulla di buono.
 
-So cosa stai pensando- disse Sasuke, dopo aver fissato il maggiore per qualche istante –che in realtà dovrei starmene buono ad aspettare che si siano calmate le acque e cose del genere: ma io non ce la faccio! Voglio sapere cosa c’è dietro questa storia-.
 
Itachi si girò dall’altro lato rispetto a Sasuke, ma Sakura vide che il suo viso si era rabbuiato. Previde l’arrivo di un litigio (anche se, fino ad allora, non aveva mai visto i due fratelli litigare), e si disse che forse era il caso di levare le tende.
 
-Sakura, rimani qui, per favore- la fermò Sasuke -questo è un argomento che riguarda anche te-.
 
Poi, il ragazzo ritornò a fissare Itachi, in attesa di una reazione che non arrivò.
 
-Itachi… dì qualcosa- disse Sasuke, stupendosi per il suo tono stranamente supplichevole.
 
Itachi, dopo alcuni istanti, si girò. La sua faccia esprimeva chiaramente rimprovero.
 
-Mi sembra inutile dirti che non approvo nulla di tutto questo- disse, poi si girò verso Sakura, assumendo un tono e un’espressione leggermente più addolciti –poi, vorrei sapere cosa hai intenzione di fare tu, a proposito di tutto questo. Questa storia interessa principalmente te, e se tu non ne vuoi sapere niente…-
 
Sakura era indecisa su cosa rispondere.
Voleva davvero conoscere l’uomo che l’aveva creata? Oppure, sarebbe stato meglio dimenticarsi definitivamente di questa storia, e vivere una vita tranquilla nel Livello Tre?
Guardò l’espressione apparentemente impassibile e impenetrabile di Itachi, poi quella di Sasuke, che tradiva un moto di speranza.
 
E prese la sua decisione.
 
-Io…- mormorò, alla fine –…vorrei saperne di più sulle mie origini -.
 
Itachi accettò la sconfitta chiudendo gli occhi e sospirando profondamente, mentre Sasuke assunse un’espressione di totale trionfo.
 
In fondo, era stufa anche lei di starsene ferma in casa senza fare nulla.
 
 
 
 
 
 
In tutto il Distretto 24 c’era una sola persona che era informata di tutto ciò che accadeva all’interno (e forse anche all’esterno) dei Sette Livelli, e Sasuke sapeva anche chi era.
Ci aveva pensato parecchio in quei giorni, e si era accorto che solo lei era in grado perlomeno di fornirgli un punto di partenza per risolvere la questione di Sakura.
 
Già…
 
Il problema era che Sasuke non aveva assolutamente voglia di incontrare quella persona, nemmeno se gli avessero offerto tutto l’oro del mondo.
Va precisato che il ragazzo non l’aveva mai vista, ma aveva molto sentito parlare di lei (male), e gli era stata descritta… beh, in poche parole, come la quintessenza di tutto ciò che è più irritante e fastidioso al mondo. Per questo ci aveva messo tanto a prendere una decisione definitiva; aveva passato un’intera settimana ad arrovellarsi il cervello, pur di trovare un modo per non dover andare per forza da quella seccatrice. Non ci era riuscito e quindi si era arreso all’ evidenza, e aveva deciso di fare “il grande passo”.
 
 
Non aveva detto all’androide chi fosse la persona da cui sarebbero andati, e non poteva rimediare, dato che lui e Sakura in quel momento si trovavano in sella alla moto solare, durante l’ora di punta. Distrarsi a parlare sarebbe significato morte certa.
“Quella persona” si trovava tra il Livello Uno e il Due, non perché non potesse permettersi una casa in un altro Livello, ma perché era sua convinzione che “dal basso è più facile tenere d’occhio il resto”.
 
 
Dopo circa mezz’ora passata a evitare di essere investiti dalle altre auto, L’Uchiha fermò la moto davanti a una casetta, che affondava le sue fondamenta nel Livello Uno, altrimenti noto come “la Zona Antica”, perché si trattava appunto del luogo in cui c’erano stati i primi insediamenti della città, prima che la tecnologia riuscisse a realizzare sistemi anti-gravitazionali in grado di reggere interi edifici (e quindi permettere di costruire le città “a livelli”).
 
Sasuke parcheggiò  affianco al ponte che collegava la casa al cavalcavia principale e smontò dalla moto: Sakura lo seguì.
L’Uchiha premette senza esitazione il campanello affianco alla porta di metallo, e attese: una minuscola parte di lui si augurò che “quella persona” non fosse in casa in quel momento.
 
Purtroppo per Sasuke, venne ad aprire una ragazza che doveva essere più o meno della sua età, con i capelli rosso-fuoco dal taglio asimmetrico e leggermente scarmigliati: portava occhiali a montatura nera, e in quel momento indossava pantaloncini che bastavano appena a coprire l’inguine, calze nere che arrivavano a metà coscia e una felpa lilla aperta sull’ombelico. L’espressione era abbastanza seccata, ma si fece subito attenta non appena vide Sasuke.
 
“Fa che non mi conosca, fa che non mi conosca…” pregò dentro di sé Sasuke, anche se sapeva benissimo che ciò era impossibile. Lei sapeva tutto di tutti, e quindi non poteva certo essersi lasciata sfuggire Sasuke e tutto ciò che riguardava lui.
 
-Tu devi essere Sasuke Uchiha, vero?- miagolò la ragazza, con fare lezioso.
 
Sakura la fissò con perplessità.
 
-Sì- rispose Sasuke, tra i denti. Avvertì una sgradevole sensazione di nudità nel sentirsi osservato da quegli occhi di colore indefinibile (rossi? castani?), ma non abbassò lo sguardo, per non sembrare debole –tu invece sei Karin, no?- aggiunse.
 
-Uhm… Sasuke Uchiha…-continuò lei, soppesando quel nome come se si fosse trattato di una merce di ottima qualità– so che sei molto bravo nei lavori manuali, eh?- concluse lei, rivolgendogli uno sguardo terribilmente ambiguo.
 
Sasuke fece finta di non aver sentito l’ultima parte della frase, anche se aveva colto benissimo lo stomachevole doppio senso: arricciò leggermente il naso, come a dimostrare che non era lì per divertirsi o che (soprattutto perché aveva paura di scoprire quale fosse la concezione di divertimento di quella ragazza)
 
Sakura invece continuò a fissarla senza capire cosa stesse dicendo, ma realizzò che non le piaceva affatto il tono con cui si stava rivolgendo a Sasuke: inoltre, si sentì alquanto trascurata.
 
Finalmente quella Karin sembrò accorgersi della presenza dell’androide, perché la sua espressione di fece di colpo seria, e si mise a squadrare Sakura con espressione di sufficienza.
 
-E tu chi saresti?- disse, evidentemente disturbata dalla presenza di quella completa sconosciuta.
 
Sakura sostenne lo sguardo, facendosi avanti.
 
-Mi chiamo Sakura- rispose, ostentando spavalderia.
 
Karin assottigliò lo sguardo, forse per lanciarle uno sguardo fulminante o per osservarla meglio, difficile dirlo. 
 
-Mmh, non so molto sul tuo conto- disse la rossa, facendo intendere quanto poco fosse significativa per lei l’esistenza di Sakura –so solo che sei improvvisamente comparsa, come dal nulla, e ti sei piantata a casa sua- concluse velenosamente, accennando a Sasuke.
 
Sakura strinse le mani, ripentendosi che darle un pugno in faccia sarebbe potuto essere fatale per un essere umano come lei.
 
-In ogni caso- riprese Karin, rivolgendosi a un nervosissimo Sasuke –sarà meglio che entriate, fa parecchio freddo fuori. Parleremo con calma all’interno- concluse e si voltò, facendo cenno di seguirla.
 
Sasuke avrebbe voluto evitare di entrare dentro casa di quella seccatrice, ma sentiva che presto avrebbe perso la sensibilità al viso tanto che si gelava e le andò dietro, seguito a sua volta da una stoica Sakura.
 
Una volta che si furono seduti in una piccola stanzetta arredata a mo di salottino, abbastanza asfittica e illuminata da una piccola finestra, Karin ricominciò a parlare:
 
-Allora? Cosa ti porta fin qui, Sasuke Uchiha?- chiese, con voce mielosa.
 
Sasuke sospirò, sconsolato.
 
-Sai qualcosa a proposito di fabbriche che producono cyborg?- disse, senza troppi giri di parole. Voleva arrivare dritto al punto, e andarsene il più presto possibile da lì.
 
Karin rise:
 
-So solo che è frutto della fantasia sfrenata dei nostri avi, parecchi secoli fa!- asserì, con un tono che faceva intendere quanto fosse ridicola per lei quella domanda.
 
Sasuke però non mosse ciglio, e così Sakura. Karin ritornò subito seria e fissò i due con sospetto: focalizzò principalmente la sua attenzione su Sakura, come se stesse cercando di capire il nesso tra la bizzarra richiesta di Sasuke e l’incomoda presenza di quella ragazza.
 
-Te lo dico subito: lei- disse Sasuke, indicando Sakura con un cenno della testa –è un cyborg, e ti assicuro che nessuno sta scherzando; la situazione è parecchio seria, anzi critica direi, e….-
 
-Straordinario…- mormorò Karin, come in preda a un improvvisa estasi.
 
-Come?- chiese Sasuke perplesso. Anche Sakura la guardo stralunata: fino a un momento fa, quella strana ragazza occhialuta la stava squadrando come se fosse stata l’essere più insignificante sulla faccia della terra, e ora sembrava di colpo esaltata dalla sua presenza.
 
Karin abbassò leggermente la testa, come se stesse pensando intensamente a qualcosa. Poi si rizzò e fissò i due ospiti con uno sguardo pieno di fibrillazione.
 
-Conosci le tre leggi della robotica?- chiese, rivolgendosi a Sasuke.
 
-Certo che sì- rispose lui –la prima legge dice che “un robot non può recar danno a un essere umano”; poi “un robot deve obbedire agli esseri umani, purché i loro ordini non contravvengano alla prima legge; infine “un robot deve proteggere la propria esistenza, purché ciò non contrasti con le prime due leggi”- recitò Sasuke a memoria (per chi ne volesse sapere di più, consiglio di leggere “Io Robot” e “Il secondo libro dei Robot” di Isaac Asimov).
 
-Esatto- annuì la rossa –ora, i cyborg in teoria sono robot, ma solo in teoria. E sai perché?-
 
E Sasuke capì.
 
-Perché… di base sono di natura biologica. E quindi…- disse.
 
-Quindi, non rispondono necessariamente alle tre leggi della robotica, a meno che non posseggano un cervello a positroni- completò Karin, con un sorrisetto soddisfatto. Sperava soprattutto di aver fatto colpo sul fascinoso scorbutico, anche se le sue aspettative vennero presto distrutte.
 
Sasuke si girò verso Sakura, guardandola come se volesse avere la conferma che il cyborg non rispondesse alle tre leggi né possedesse un cervello a positroni.
Sakura, intanto, fissava dritto davanti a sé, con lo sguardo perso nel vuoto.
 
Le tre leggi della robotica…
Cercando nei meandri dei suoi neuroni, scoprì che possedeva un concetto simile… sì, conosceva le tre leggi: eppure, più ci pensava più sentiva di non avere alcun collegamento con esse, se non dal punto di vista puramente nozionistico.
Non era obbligata a proteggere gli umani, né ad obbedire a loro in nessun modo, quindi poteva decidere quando e come porre fine alla sua vita o preservarla senza renderne conto a nessuno.
 
Ma allora perché…
Perché quell’uomo voleva assolutamente che lei obbedisse ai suoi ordini? Cosa c’era di sbagliato in lei?
La voce squillante di Karin la riportò alla realtà e ciò che sentì, se possibile, la agghiacciò ancora di più.
 
-Capite questo a cosa può portare? Chiunque abbia avuto l’idea di costruirti è un genio, o un folle psicopatico, vedete voi quale delle due definizioni è più appropriata- disse la rossa, finalmente rivolgendosi a Sakura.
 
-Immagino che allora lo sia di più la seconda- alluse Sasuke, ricordandosi ciò che gli aveva raccontato il cyborg.
 
Karin assunse uno sguardo interrogativo.
A quel punto, Sakura decise che era inutile nascondere i fatti: in fondo, anche se l’antipatia era reciproca, sentiva di potersi fidare della rossa. Quindi, le raccontò tutta la sua storia.
 
Alla fine, Karin si fece meditabonda.
 
-Mi sembra ovvio, allora- disse alla fine –chi ti ha creata ha un preciso scopo; non credo di esagerare quando dico che vuole creare un armata di androidi non rispondenti alle tre leggi, e quindi perfettamente in grado di uccidere gli esseri umani-.
 
Lo sguardo di Sasuke si incupì.
 
-Questo però implica anche che, per quanto riguarda il controllo sui singoli robot, questo autentico genio del male abbia pensato a delle adeguate contromisure, anche se probabilmente qualcosa è andato storto nel processo di costruzione, o qualcosa di simile- disse, guardando sottecchi Sakura. Era preoccupato che tutti quei discorsi potessero in qualche modo sconvolgerla.
 
Sakura non reagì; non sapeva più cosa pensare, e quindi aveva deciso semplicemente di smettere di farlo. Solo una cosa occupava il suo cervello in quel momento, ed era in assoluto la cosa più orribile e inquietante che avesse mai pensato a proposito di se stessa: era stata creata per uccidere. La sua esistenza era semplicemente dovuta a questa singola azione, questa parola così comune, eppure così terribile nel suono e nel significato.
 
Uccidere…
 
 
-Sakura- la chiamò Sasuke, dopo un tempo che all’androide era sembrato un’ eternità.
 
Sakura sollevò la testa, con un’ espressione spiritata stampata sul suo volto di gomma.
 
-Sì…?- mormorò, con un filo di voce.
 
-Ti ho fatto una domanda- intervenne Karin, abbastanza seccata –ricordi altro, o è tutto qui?- chiese.
 
Anche se non aveva bisogno di pensarci su, Sakura non rispose subito.
 
-No- disse alla fine –non ricordo più nulla-.
 
Karin sospirò, accasciandosi sul divanetto sul quale era seduta: si mise due dita sulla fronte, come se stesse cercando di rammentare qualcosa.
Poi, improvvisamente, si sollevò di scatto, spaventando i due ospiti.
 
-Ci sono!- dichiarò, battendosi un pugno sul palmo della mano.
 
-Che?!- esclamò Sasuke, sbalordito. Era già riuscita a risalire, in così poco tempo e con pochissimi indizi, all’identità del creatore di Sakura?
 
-Forse non è la persona che sto pensando, ma credo che possa avere un qualche nesso- disse e si alzò di scatto, dirigendosi in fretta verso un’altra stanza.
 
Sakura e Sasuke rimasero lì dov’erano, assolutamente sbigottiti: non avevano capito quasi niente, a parte che forse si stava aprendo una probabile pista. Ciò eccitò non poco Sasuke, e spaventò moltissimo Sakura.
 
Karin ritornò poco dopo nella stanzetta, con un oggetto in mano: dal taglio e dalle dimensioni, sembrava un biglietto da visita fatto alla vecchia maniera, una lamina di metallo sottilissima e flessibile.
 
-Questa persona- disse Karin, sedendosi di nuovo e porgendo il biglietto a Sasuke –è un fabbricante di robot, un autentico genio: pensa, ha costruito il suo primo automa funzionante a cinque anni. Prima abitava nel Distretto 25, poi si è trasferito qui, andando ad abitare al Livello Due insieme alla nonna (che poi è morta) e si guadagnava da vivere come te, facendo riparazioni e cose del genere; spesso, però, tentava di presentare qualche suo progetto a importanti case produttrici. Io non ho mai visto i suoi progetti, ma quei pochi che hanno avuto questa fortuna, hanno detto che erano autentiche opere d’arte, perfetti in ogni dettaglio. Purtroppo, nessuno li ha mai accettati: forse erano troppo all’avanguardia, forse non avevano i mezzi necessari per realizzarli, chissà.
-Fatto sta che, un anno e mezzo fa, poco dopo la morte di sua nonna, quest’uomo scomparve. Nessuno seppe più nulla di lui per mesi e mesi: non una parola, niente di niente, lasciò casa sua nel giro di una notte, portandosi via tutto ciò che possedeva e fine. Poi, appena sei mesi fa ricomparve, con un bel gruzzolo nelle tasche e con una casa al Livello Quattro: che fortuna, direte voi, e anche io lo penso. Eppure, quei pochi che l’ hanno rivisto, hanno detto che non hanno mai visto una persona più cupa, amareggiata e sola in vita loro-.
 
Ci fu una lunga pausa, durante la quale nessuno parlò. Poi Karin riprese, con voce più grave.
 
-Deve essere successo qualcosa, durante quel periodo, qualcosa che nessuno sa: costui non ha amici stretti, e quei pochi conoscenti che aveva si sono sempre più allontanati da lui. Io penso che lui abbia trovato un ingaggio, ma che alla fine sia successa qualcosa per cui è stato allontanato, o se ne è andato volontariamente-.
 
 
 
 
 
 
Faceva molto freddo quella sera.
Le mani di Sasuke erano intirizzite, e così pure il resto del corpo; l’unica cosa che lo riscaldava un po’ era Sakura dietro, aggrappata a lui per non cadere dalla moto e con la testa appoggiata sulla sua spalla: il ragazzo capì che era sfinita da tutte le emozioni provate durante la giornata. Cercò di immaginarsi come doveva essere trovarsi nei suoi panni, ma si accorse di non riuscirci: in effetti, anche lui era abbastanza stanco e non vedeva l’ora di arrivare in camera sua, per riposarsi e avere la possibilità di ragionare a mente fredda.
L’Uchiha non ci aveva mai fatto caso, ma il corpo dell’androide era stranamente caldo, non come quello di un essere umano: emanava un tepore ancora più piacevole, seppur evidentemente artificiale.
 
Mentre sfrecciava tra i palazzi e i cavalcavia del Distretto 24, un unico pensiero occupò il suo cervello, fin quando non arrivò a casa: il misterioso uomo di cui parlava Karin, e tutto ciò che essa aveva detto a proposito di lui.
Ma, ciò che contava di più era che sapeva il suo nome (anche se, più che nome, sembrava un soprannome) e non fece altro che ripeterlo tra se e se.
 
 
 
Akasuna no Sasori.






_______________________________________________________________________________________________

Ok, lo so, lo so.... non mi ricordo nemmeno quando è stata l'ultima volta che ho aggiornato questa fanfic. Prima di novembre, mi sembra... aaah, non lo so! Non ci sono scusanti per il mio ritardo, quindi posso solo limitarmi a chiedere scusa a tutti quei pochi che mi seguono, e sperare che non vi siate ridotti troppo di numero *si inchina*.
Inoltre, per scusarmi ulteriormente, vi regalo due disegni fatti esclusivamente da me, qui sotto (sperando che si vedano). Scusate ancora e alla prossima! ^^'''









Image and video hosting by TinyPic           Image and video hosting by TinyPic
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Kurokami