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Autore: Passavopercaso    18/01/2013    0 recensioni
Cos'è normale e cosa non lo è?
Ciò che fa la maggior parte della popolazione può essere considerata "normalità", o semplicemente una condizione comune?
E chi invece si trova vittima di situazioni assurde, particolari, fuori dalla portata di ogni uomo, è diverso?
Cloe non lo sa, ma è disposta a scoprirlo. È disposta a passare per strana, pur di capirci qualcosa in una storia che ha dell'incredibile.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario, Sovrannaturale
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Erano notti che Cloe non riusciva a dormire.
Si svegliava a orari improponibili dopo aver fatto sempre lo stesso incubo, si alzava, gironzolava nervosamente per tutta la casa e poi tornava a letto, dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua.
E questa sorta di sceneggiata notturna si ripeteva da circa cinque giorni ormai, senza un motivo apparente, senza un perché.
Cloe infatti non aveva mai avuto problemi di questo tipo, mai sofferto d'insonnia, mai fatto sogni ricorrenti, tantomeno incubi. Perché, allora questa persecuzione? Perché sempre le solite immagini che le passavano davanti, come un film mandato a ripetizione?
Ma soprattutto, ciò che più colpiva la povera ragazza era il contenuto di tali rivelazioni oniriche: un ragazzo, tanto bello quanto estremamente impressionante. La pelle diafana e perfetta, gli occhi scuri, profondissimi, come i capelli, lisci e di media lunghezza, dolcemente adagiati sulla fronte a mo' di frangia.
E poi ciò che rompeva l'equilibrio in tale magnificenza: cicatrici. Cicatrici rosse come il sangue, sotto il mento, lungo il collo, dietro le orecchie, sulle bianche guance. Come se qualcuno lo avesse strappato brutalmente come un foglio di carta, e poi avesse cercato di ricucirlo cercando di seguire attentamente ogni contorno originario.
Un'aureola rosea circondava quei due buchi neri che erano i suoi occhi, dentro i quali Cloe veniva risucchiata improvvisamente, dopo una corsa affannosa e pesante. E così lei si risvegliava, sudata, spaventata, con troppe domande in testa e senza neanche una risposta.


La settima notte, come di consueto, Cloe aprì improvvisamente gli occhi, diede un'occhiata al cellulare per vedere che ore fossero e si alzò di scatto.
Questa volta si recò in bagno. Accese la luce, si mise davanti allo specchio posto dietro il lavandino, fece scorrere un filo d'acqua e si sciacquò il viso, per prendere un po' più di coscienza.
Non appena guardò il suo riflesso allo specchio un brivido leggero le accarezzò la schiena, e accanto a lei si svelò la figura del suo sogno.
Avrebbe voluto gridare forte, tremava dal terrore, ma qualcosa le impediva di farlo. Il ragazzo, infatti, le teneva la bocca chiusa ermeticamente, e la invitava a non far rumore, a fidarsi di lui.
Quell'immagine evanescente, che tutto era meno che una persona in carne ed ossa, con la mano libera la sollevò lentamente e la avvolse del tutto, conducendola attraverso muri e porte, fino a portarla fuori dal suo appartamento, all'aria aperta.
Fluttuavano nel cielo buio e silenzioso, costellato da una miriade di punti luminosi, fino a che arrivarono in una grande distesa d'erba, su cui quello spirito sconosciuto fece atterrare Cloe.
Lei rimase ammutolita, attonita, incredula ai suoi stessi occhi, e cominciò a girare la testa intorno a sè per capire dove si trovasse, quando la voce di quell'essere la fece rabbrividire ancora una volta, e girare di scatto verso il suo volto.
"Non aver paura, per favore. So che è una rischiesta difficile, ma abbi fiducia."
Aver fiducia di quella creatura che l'aveva rapita dal suo letto, che la tormentava ogni notte, come avrebbe mai potuto farlo? Eppure qualcosa la rendeva tranquilla, probabilmente la sua voce inaspettatamente calda e soave, probabilmente, e su questo ne era più sicura, colpa di qualche strano potere magico.
"È da sei notti che appaio nei tuoi sogni. Da sei notti che cerco di comunicare con te, perché sei l'unica che puoi aiutarmi. Ti imploro, ascoltami. Aiutami."
Cloe non sapeva che pensare. Che aiuto gli avrebbe potuto dare? E perché proprio lei? Non le era mai successa una cosa simile in vita sua, non aveva mai avuto incontri fuori dal comune, non se lo spiegava in nessun modo. Ma rispose, decisa.
"Cosa posso fare per te?"
Magari avrebbe saziato il suo desiderio di sapere.
"Trova il mio corpo, riportami in vita."





*Spazio autrice*

È la prima volta che mi cimento in una storia del genere, con tanti capitoli, e una trama articolata, per questo vi chiedo di essere buone e di lasciare, se vi fa piacere, un parere.
So che come primo capitolo probabilmente è un po' corto, ma funge anche da prologo. Un bacio!
  
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