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Autore: Hp_Nameless    19/01/2013    1 recensioni
Salve popolo di efp. Questa è una delle mie prime fan fiction mai pubblicate. Per chi è nuovo e non si è mai trovato qui, dico solo che ne avevo già messa un'altra, che poi però ho eliminato. Comunque, passando alla storia. Vi lascio con uno stralcio dell'inizio.
Mi aveva promesso tante e tante volte che l’avrebbe lasciata per dedicarsi a me tutto il tempo, e invece stavano ancora insieme. Ma tanto lei sapeva tutto, era solo per il figlio che il mio amato Draco non l’aveva ancora lasciata.
Ps: vi dico che non so dove la storia andrà a parare, anche prchè non ce l'ho tutta in mente, anzi, è venuto fuori questo e ho deciso di pubblicarlo, perciò sono partita con un rating giallo. Nel dubbio, lo cambierò andando avanti.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Luna Potter | Coppie: Draco/Ginny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Contesto generale/vago
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Non seppi mai se fu lui a inviarmi la risposta, fatto sta che rimasi di stucco.
Cara Ginny,
come puoi tu pretendere che io abbandoni la mia famiglia come tu hai fatto con la tua? Noi siamo dei Malfoy, e noi Malfoy siamo sempre uniti, sempre e comunque, e viviamo solo momenti belli, come preparare tutti e tre insieme la cena per l’arrivo di Rosei a casa.
Draco
Non potevo crederci, davvero stava insinuando che io avevo abbandonato mio marito.
In realtà l’avevo fatto solo per lui, ma ora non gli avrei più dato retta, anche perché nelle nostre chiamate lui negò il fatto che fosse stato lui, e ciò mi faceva pensare solo una cosa: DracoMalfoyerauncodardo!
Il tempo per capirlo, però, era stato estremamente maggiore dei limiti imposti da qualsiasi essere umano, e io mi sentivo uno schifo.
Insomma, avevo abbandonato mio marito, che si trovava a combattere con due malandrini e una figlia scomparsa.
Però non volevo più restare in quella casa, e iniziai a valutare qualche posto in cui passare la notte, visto che la prospettiva di ritornare a casa era indefinibile.
Inizialmente pensai ad Hermione, però poi mi ricordai che mio fratello era il migliore amico dell’uomo che avevo abbandonato, e anche che Rose e Scorpius stavano insieme. Poi pensai di andare da Percy e Audrey, ma sapevo che mi sarebbe piombata addosso una ramanzina peggio della strillettera che mamma mandò a Ron quando rubò la macchina volante di papà. Così le alternative rimaste erano due: George e Angelina, o la Tana. Consapevole del fatto che mio fratello, dalla morte del suo gemello, stava allevando suo figlio come lui, optai, per la mia incolumità sia fisica che mentale, di andare alla Tana. Ora rimaneva un solo problema: come arrivarci?
Feci subito i bagagli, e portai via tutto ciò di mio che arrivato lì, mentre vi lasciai tutto ciò che era di Draco. Uscita da casa diluviava (quel paese era peggio di Londra!)
Però non volevo portarmi dietro l’ombrello di Draco, così m’incamminai sotto la pioggia, senza sapere bene la mia direzione. Dopo più o meno un ora di cammino raggiunsi l’autostrada, e lì fermai il primo taxi libero che si trovò a passare e mi feci portare all’aeroporto. Arrivata lì, lasciai al tassista un mancia per il disastro che avevo lasciato in macchina, e prenotai il primo volo per l’Inghilterra libero, che però era previsto per il giorno seguente.
Dormii in aeroporto, e il mattino fui la prima ad imbarcarmi.
Stetti su quell’aereo quelle che mi sembrarono 12 ore, anche se probabilmente mi sbagliavo.
All’arrivo, subito dopo aver preso i bagagli, me ne andai in mano, ed utilizzai una vecchia passaporta un tempo appartenuta ai Diggory. Ora sicuramente vi starete chiedendo perché non l’ho utilizzata prima. In effetti avrei potuto, però avevo preferito arrivare intera piuttosto che senza qualche arto!
La smaterializzazione fu abbastanza veloce, nonostante la passaporta avesse moltissimi anni, e mi ritrovai in un batter d’occhio davanti alla Tana. Lì però trovai una sorpresa, c’erano i miei figli: Albus e James, che alla mia vista urlarono: “Mamma”
A quelle parole mi sentii cedere, e tentati invano di non arrossire, ma probabilmente non ci riuscii. In compenso, ebbi la saggia idea di riprendere la passaporta e smaterializzarmi in un qualsiasi altro posto. Sfortunatamente, o fortunatamente, dipende dai punti di vista, nel momento in cui stavo per smaterializzarmi uscirono da casa Harry e mamma Molly, anche se non fui proprio sicura del fatto che mi avessero visto.
Il problema si verificò poi. Mi ritrovai in una vecchia stanza, in una lurida soffitta polverosa: mi ero materializzata nella mia vecchia stanza.
Provai a smaterializzarmi di nuovo, ma ebbi come l’impressione che la passaporta avesse qualcosa contro di me, dal momento che no mi fece spostare di un millimetro, anzi, fece atterrare il mio baule, cosicché provocò un rumore che attirò l’attenzione di tutti, e infatti li sentii sentire rumorosamente e velocemente le scale.
  
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