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Autore: Julia of Elaja    20/01/2013    3 recensioni
Brianne Swanson, avvenente ragazza di soli venticinque anni, è l'amante di Tom Riddle, affascinante trentasettenne che da tempo ormai è conosciuto come il Signore Oscuro, Lord Voldemort.
Com'è nato il loro amore? E, soprattutto, può definirsi amore un sentimento che lega questa ragazza ad un uomo che pare non provare alcuna pietà per la morte degli innocenti, anzi ne trae godimento?
Una relazione sofferta, segreta, tenuta nascosta a tutti tranne che ai più fedeli.
Una relazione dalla quale nascerà una figlia. (Per saperne di più, leggete l'altra mia storia: "Harry Potter e l'ultima profezia".)
Una storia forte, sofferta. Una storia che si conclude nella maniera più tragica possibile.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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“Ah, Morgana, era un sogno… mi ha detto che la prossima volta sarà lui a venire ad Hogwarts… Non è meraviglioso?”.
Morgana guardava la sua amica come se avesse una orribile malattia.
“La vuoi finire? Ti stanno guardando tutti… sembri aver bevuto una pozione delirante.”
Brianne rise: “Ah, ma che vuoi farci, gli altri non sanno cosa significa essere innamorati…”.
Mentre Morgana scuoteva il capo, la ragazza continuò a dire con tono sognante: “Lui è perfetto. Non ha un difetto, è meraviglioso… probabilmente è l’uomo più bello di questo mondo.”
“Si, a parte il fatto che sembra un serpente.”
Brianne fulminò l’amica con un’occhiataccia.
“Non è affatto vero!”
“Invece si. Secondo me parla anche il Serpentese. Ci manca solo che ti dica che ha come animale di compagnia un serpente e poi siamo a posto!”.
Brianne sospirò, con aria esasperata. “Ma perché sei sempre così restia nei suoi confronti?”
“A me quel tipo non piace, ecco tutto. Mi dà tanto di malvagio.”
“Sciocchezze. Tom è un pezzo di pane!”
“Non mi fido di lui… prevedo una gran bella delusione per vossignoria.”
“Tu e le tue previsioni… d’accordo, hai sangue di veggente, ma questo non significa che tutto ciò che prevedi sia corretto. E ti assicuro che su Tom ti sbagli di grosso.”
“Sarà il tempo a dircelo, Bri.”.
Si alzarono dal tavolo della colazione, dirigendosi verso l’aula di incantesimi, dove rimasero a lezione per un’ora e mezzo.
Uscite dall’aula, le due si diressero verso i sotterranei.
Un gufo planò verso di loro all’altezza della Sala Grande: si posò su un braccio di Brianne e tese la zampa, alla quale era legato un minuscolo rotolo di pergamena.
La ragazza lo prese: srotolandolo, intravide una grafia sottile, scritta con inchiostro verde.
“Mia carissima Brianne, questo pomeriggio verrò ad Hogwarts, ma temo che la mia presenza lì non sia molto gradita. Prenderò una “scorciatoia” e ti raggiungerò. Ci si vede davanti al bagno del secondo piano alle ore diciassette. Tom.”
Brianne lesse e rilesse la lettera, elettrizzata.
“Quindi lo rivedrò oggi! Ma chissà perché dice che la sua presenza qui non sarebbe gradita…” si chiese, porgendo la lettera a Morgana per fargliela leggere.
“Io l’ho detto! Quel tipo è malvagio! Secondo me dovresti parlarne con il professor Silente!”
“Per dirgli cosa? Ah, salve professore, mi sono innamorata di un certo Tom Riddle! Lei che ne pensa? E’ un tipo affidabile? Perché la mia amica non si fida di lui!”
“Non dico questo, ma indaga su di lui tramite Silente; sono certa che lui lo conosca, visto che il tuo bel Tom veniva qui ad Hogwarts sino a qualche anno fa’!”.
“Non ne vedo il motivo. Non ho bisogno di chiedere agli altri di lui.” ribattè Brianne.
“Fa’ quel che vuoi, Bri. Ma non lamentarti se poi qualcosa va storto.”. Morgana si allontanò a passo svelto, lasciando l’amica da sola.
“Oh, ma perché sei così testarda?” le gridò dietro, con tono esasperato.
Erano ancora le dodici: mancavano cinque ore al suo incontro con Tom, ma il suo cuore palpitava come se l’appuntamento fosse lì, in quel preciso istante.
Brianne, felice come una Pasqua, scese giù nei sotterranei, per l’ora di lezione di pozioni con il professor Lumacorno.
“Ah, guarda un po’ chi si vede. Swanson!”.
La ragazza si girò: le si faceva incontro un ragazzo alto, di carnagione olivastra, capelli scuri arruffati e denti bianchi come perle.
“Che vuoi, Peter?” chiese, con tono freddo e schivo.
Il ragazzo le si avvicinò, con fare seducente: “Solo chiederti di uscire con me.”
“Scordatelo, io non esco con te.”
“E’ perché? Non sarà mica perché sono un Serpeverde? Non mi dirai che tra noi ci deve essere rivalità?”
“No, non è per quello. E’ che tu non mi piaci, è dal primo anno che te lo ripeto. Quando ti sarà chiaro questo concetto?”
Il ragazzo le si parò davanti, impedendole di allontanarsi.
“Peter Grewson, spostati immediatamente o io ti…”
“Tu cosa, Swanson?”
“Be’, io potrei anche far…”
"Oh, Swanson, quando ti arrabbi diventi ancora più..."
Ma non riuscì a completare la frase: Brianne gli aveva lanciato uno schiantesimo, lasciandolo steso al suolo a bocca aperta.
“Ben ti sta! E non osare toccarmi ancora, o lo dirò a Tom.”
Grewson la guardò con aria inebetita e confusa, mentre cercava a tutti i costi di rimettersi in piedi: “Chi è Tom?”
“Il mio ragazzo.”
“Tu non hai un ragazzo, Swanson!”
“Oh sì che ce l’ho, e per tua informazione è molto più grande di te! Quindi, fossi nei tuoi panni, ci penserei due volte prima di aggredire la ragazza di un trentenne!” sbottò lei, riprendendo a camminare diretta verso l’aula, lasciando Grewson a terra, ancora stupefatto.
Sbuffò sonoramente: odiava quello strafottente Peter Grewson, i Serpeverde erano davvero tutti uguali!
Pieni di sé, sbruffoni, sicuri di poter avere chiunque volessero!
Ma Tom… Tom era stato un Serpeverde, eppure sembrava così diverso da quella marmaglia…
Sospirò tra sé e sé: aveva detto a Grewson che Tom era il suo ragazzo, ma aveva mentito…
Eppure desiderava così tanto che quelle parole fossero vere…
“Forse sto correndo un po’ troppo… voglio dire, ci siamo visti solo un paio di volte e lui è molto più grande di me… eppure sento di potermi fidare di lui…”
Ripensò a Morgana, e a tutti gli ammonimenti che le rivolgeva riguardo Tom.
“Ha torto.” si disse, quasi a volersi rassicurare “Quando lo conoscerà anche lei, si ricrederà! Ne sono certa!”.
Ma era ormai giunta all’aula di Pozioni, quindi prese posto davanti al suo calderone e attese in silenzio l’arrivo del professore, immersa nel chiasso assordante dei suoi compagni di corso.
Morgana sedeva poco distante da lei, ma fece finta di non averla notata: era ancora seccata dal suo comportamento.
“Buongiorno ragazzi!”
“Buongiorno, Professor Lumacorno!”
“Bene, diamoci da fare tutti quanti! Oggi prepareremo l’Amorentia, il più potente filtro d’amore che la magia abbia conosciuto!”.
Sussurrii eccitati percorsero la classe.
“Avete acceso i vostri calderoni? Pronti? Bene, allora dirigetevi pure alla dispensa e prendete gli ingredienti necessari!” esclamò Lumacorno, mentre tutti si affannavano verso la credenza.
Brianne, sgomitando, riuscì a procurarsi gli ingredienti e iniziò a leggere le istruzioni sulla lavagna.
Un’ora dopo, la sua pozione era ben riuscita e finita; la versò in una provetta che consegnò al professore, il quale la congedò con un gran sorriso.
“Dall’aspetto della tua pozione, Swanson, immagino che ti sia perfettamente riuscita! In gamba, come sempre!”.
La ragazza arrossì, poi balbettò un timido ‘grazie’ e si allontanò, dirigendosi fuori dall’aula.
Sentiva lo sguardo di molti posato su di lei; lo sapeva, in parecchi la invidiavano perché era molto brava nello studio e anche perché era una bellezza mozzafiato, ma lei ormai ci aveva fatto l’abitudine a quei borbottii dietro di lei e alle ragazze che incessantemente cercavano i difetti in quella perfezione.
Ma Brianne non era perfetta così come dava a vedere: dentro di sé era fragile, incerta.
Addirittura, non si vedeva affatto bella… anzi, quando si guardava allo specchio non ci vedeva altro se non una ragazza con la carnagione troppo chiara, occhi di un colore troppo comune, capelli scialbi e fianchi troppo grossi.
“Sei una mela acerba, tesoro…” le aveva sempre raccontato sua madre “Un giorno, non molto lontano, maturerai e diventerai una bellissima donna! Anche se, te lo assicuro, lo sei già ora!”.
Sospirò: “Chissà cosa ci vedono di tanto speciale in me… non sono poi così bella, io…”.
Il suo pensiero si posò sul volto di Tom, il tanto ambito ragazzo che ormai occupava ogni suo pensiero: “Lui sì che è bello! Eppure mi ha baciata e vuole rivedermi… che anche lui sia uno dei tanti che mi considera ‘bella’ ?”
Era arrivata in Sala Grande: sovrappensiero, si diresse al suo tavolo e vi prese posto, mentre contemplava con aria assente il succulento tacchino che le stava davanti.
“Ehi Bri! Posso sedermi affianco a te?”
Si voltò: era Greg, il volto radioso e un ammaliante sorriso sfoderato.
“Oh… sì, accomodati.” rispose lei, cercando di distrarsi dai suoi pensieri.
“Va tutto bene?” chiese il ragazzo, iniziando a servirsi il tacchino “Ti vedo un po’… assente.”
“Oh, va tutto bene, è solo che io e Morgana abbiamo avuto una discussione… quella ragazza è così testarda!”
“Anche tu non scherzi!” ridacchiò Greg.
Brianne gli sorrise: “Può darsi, ma non arriverò mai ai livelli di Morgana!”
“Per cosa avete litigato?”
“Uh… divergenza di pensiero.”
“Riguardo cosa? Se non sono indiscreto…”
“Un mio amico. Lei non si fida di lui.”
Aveva parlato di amico perché sapeva che Greg provava qualcosa per lei, e lui di certo era una persona migliore del perfido Peter Grewson… non voleva ferirlo, raccontandogli di Tom e del feeling che stava nascendo con lui…no, avrebbe rimandato quel momento… a chissà quando.
“E perché non si fida del tuo amico?”
“Ecco, questo è il punto. Dice che le sembra malvagio, cosa che non è assolutamente vera. Lei lo conosce solo di vista, io invece ci parlo, e so che lui non è affatto malvagio…”
“Allora perché non lo fai conoscere a Morgana?” propose Greg “Intendo, un giorno ritrovatevi assieme tutti e tre, così lei capirà che tipo è il tuo amico e cambierà idea su di lui…”
Brianne lo guardò: “ Hai perfettamente ragione, Greg. Ma perché non ci ho pensato prima?”
“Non lo so… ma direi di mangiare ora, visto che il tacchino si sta raffreddando!”.
Entrambi si godettero il succulento pranzo, parlando delle lezioni che li aspettavano il pomeriggio e degli imminenti M.A.G.O. per Greg.
Durante la loro conversazione, quando erano ormai giunti al dolce, videro Morgana e Ted entrare in Sala e dirigersi al tavolo.
Le due amiche si guardarono, con aria leggermente diffidente.
Ted salutò Brianne e Greg, ma Morgana si limitò solo a fissarli per qualche secondo; poi i due presero posto a poca distanza da loro.
“Mmm… è davvero arrabbiata, eh?” fece Greg, osservando Morgana.
“Sì… te l’ho detto, si è fatta un’impressione sbagliata di Tom e non vuole che lo frequenti!”
“Tom? E’ così che si chiama il tuo amico?”
“Sì.”
“A quale casa appartiene?”
“Oh, lui non frequenta più Hogwarts… ha finito qualche anno fa’… comunque, era Serpeverde.”
Greg deglutì: “Brianne…” disse, con tono soffuso “I Serpeverde non sono gente di cui fidarsi, sai? Prendi Grewson, oppure Smith e Hughes… non sono forse persone poco raccomandabili?”
“Lo so, ma Tom è diverso… non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, Greg!”
“Questo è vero, ma… da quanto tempo conosci Tom?”
Brianne deglutì: sapeva che ciò che avrebbe risposto non avrebbe fatto altro se non dare ragione a Morgana.
Conosceva Tom da troppo poco tempo per poter dire che tipo di persona fosse… certo, non era un folle o un omicida, perché si erano visti un paio di volte e tutto era andato bene.
C’era però una nota che stonava in quella melodia: l’atteggiamento di Tom nell’ultimo incontro, nel momento in cui Brianne doveva andar via.
Quell’espressione carica di odio, risentimento… non avrebbe mai potuta scordarla.
Ecco, era solo quello il neo: il fatto che se Tom non otteneva ciò che voleva, diventava decisamente irascibile.
“Io… lo conosco da poco meno di un mese.”
“Be’, Brianne, lascia che te lo dica, ma lo conosci da così poco che forse la teoria di Morgana potrebbe essere valida…”
Brianne si alzò dal tavolo: era stufa di sentirsi dire ‘sta’ attenta a quel Tom’ o ‘potrebbe essere malvagio’.
“Io non capisco: finalmente trovo qualcuno che mi vada a genio, e tutti mi dicono che è cattivo, o che non va bene comunque? Per Merlino! Ma voi cosa fate, prima di conoscere una persona la classificate come ‘malvagia’ e poi una volta conosciuta confermate o meno l’opinione data?” sbottò, allontanandosi dal tavolo.
“Bri, aspetta! Io non volevo…”
“Sta’ zitto Greg. Per quanto mi riguarda puoi andare al braccetto con la Howarth!” rispose acida Brianne, a voce alta, mentre ormai varcava la porta d’ingresso della Sala Grande lasciando dietro di sé un Greg mortificato e una Morgana attonita.
Corse fuori, in giardino, diretta alle sponde del Lago Nero.
Si sedette a terra e prese a fissare intensamente il Lago davanti a lei, rimuginando sulle parole di Greg e di Morgana.
Perché, perché continuavano tutti a ripeterle che Tom non era affidabile?
Loro non lo conoscevano, lei sì… o, almeno, aveva iniziato a conoscerlo meglio e quello che stava scoprendo le piaceva… Tom era una persona affascinante, di classe… di una certa elite.
“Una splendida giornata, non è vero, Brianne?”.
Una voce dietro di lei la fece sobbalzare: cosa ci faceva lì il…
“Professor Silente?!”
L’uomo le sorrise, gioviale, carezzandosi la barba brizzolata: “Di solito, quando si viene qui da soli è per riflettere… non è vero?”
Brianne sorrise, imbarazzata: “Ha centrato il concetto, professore.”
Silente prese posto affianco a lei, in silenzio. Contemplò per qualche secondo il Lago Nero poi si rivolse alla ragazza: “Sai, Brianne, non ho potuto fare a meno di notare la scena che si è appena svolta in Sala Grande… il giovane Greg è rimasto alquanto tramortito dalla tua reazione.”
“Io… mi spiace. E’ che ultimamente sono molto sotto pressione e ci sono alcuni problemi…”
“Ti capisco, sai anche a me capitano periodi alquanto tristi… e sono certo che chiunque ne abbia.
Ma non dobbiamo abbatterci: vedi, anche quando gli amici ci abbandonano e nessuno sembra darci ascolto, in realtà non tutto è perduto. Basta saper aspettare il momento propizio, per poi far vedere agli altri le nostre ragioni. A me è successa una cosa del genere quando scoprii gli usi del sangue di drago…”
“Professore…”
“Sì, Brianne?”
Era indecisa: doveva forse chiedere a Silente di Tom, come le aveva suggerito Morgana?
‘Quel Tom… sembra malvagio’. Le parole di Morgana le rimbombavano nella testa.
“Ci sono mai stati allievi di Hogwarts che, una volta finito il loro corso di studi, hanno intrapreso una cattiva strada? Intendo dire… qualcuno che sia diventato malvagio?”.
Silente si rabbuiò: il suo sguardo si perse oltre le rive del Lago Nero e fu con voce grave che rispose a Brianne.
“Oh, sì, Brianne. C’è che si perde per strada, purtroppo… uno, in particolare, è il mio rimorso più grande. Forse avrei potuto fare qualcosa per cambiarlo… o forse no. Purtroppo, un giorno non troppo lontano, sentiremo parlare di Lord Voldemort…”
Brianne lo guardava con espressione terrorizzata e curiosa al tempo stesso: di chi stava parlando Silente? Di certo non Tom… ma chi era quel Lord Voldemort?
“…ma non è ancora il momento di preoccuparsi tanto per lui. Coraggio, Brianne, ti conviene rientrare ora! Temo che stia per scatenarsi un gran temporale!”.
Nuvole plumbee si stagliavano su di loro, e qualche tuono si udiva in lontananza.
“Sì… è meglio rientrare.” commentò con voce assente Brianne, rimettendosi in piedi e seguendo il Professor Silente che era qualche passo dinanzi a lei.
“Le mie parole non ti devono turbare, Brianne.” esclamò l’uomo “Tuttavia ti devono far riflettere: il male si nasconde dovunque, anche dietro un paio di occhi verdi o dietro alla galanteria.”
Quella frase la trapassò da parte a parte: sembrava che Silente si riferisse davvero a Tom…
“Si riferisce a qualcuno in particolare, professore?” fece lei, accelerando il passo per trovarsi affianco a Silente.
“Oh, no. Io parlo genericamente. Dico solo che bisogna stare sempre all’erta. E che i consigli degli amici devono sempre essere ben accetti, anche quando questi sembrano andare contro di noi.”
Gli occhi azzurri dell’uomo la fissarono per qualche secondo: Brianne deglutì.
Aveva capito bene? Doveva quindi dar retta a Morgana e non lasciarsi abbindolare dal bell’aspetto di Tom e dalle sue buone maniere?
Eppure lui non l’aveva mai aggredita, né aveva dato a vedere alcun segno di malvagità…
‘Il male si nasconde ovunque’ le aveva detto Silente… sì, ma non necessariamente in Tom.
Arrivati al portone d’ingresso, Silente la congedò e si allontanò, diretto allo studio del preside Dippet.
La ragazza, continuando a ripensare alle parole dell’uomo e a Tom, si diresse nella Sala Comune di Grifondoro e da lì nel dormitorio.
Di lì a due ore e mezzo, avrebbe incontrato Tom; il cuore aveva ricominciato a batterle forte in petto e sentiva dentro di sé crescere l’impazienza di rincontrarlo.
Il dubbio, però, la stava tormentando: doveva fidarsi del suo istinto, o dei suggerimenti di Morgana e di Silente?
Qualcuno irruppe nella stanza: era Judith, una sua compagna di dormitorio.
“Ehi Bri! Cosa fai qui?” chiese, mentre riponeva alcuni libri nel suo baule.
“Oh, niente di che Jude… sto riordinando alcune cose e…”
Si interruppe: Morgana era appena entrata nel dormitorio e la stava fissando. Sembrava dispiaciuta.
“Ehi Bri…” fece, avvicinandosi all’amica.
“Cosa vuoi, Howarth?”
“Oh, avanti, non fare la parte dell’arrabbiata: lo sai meglio di me che non sai proprio recitare!” esclamò l’altra, schernendola.
“Non sto scherzando, Morgana. Cosa vuoi?”
La ragazza sbuffò: “Ero venuta a chiederti scusa… lo ammetto, sono un po’ troppo dura nei tuoi confronti per la questione Tom…” virgolettò l’ultima parola “Dovremmo smetterla di litigare…”
“Sei tu che istighi al litigio.”
“Forse è vero, infatti sono qui proprio per questo. Mi perdoni?”
Brianne guardò la sua amica: come poteva non perdonarla? Sei anni di solida amicizia le legavano e non avrebbe gettato tutto all’aria per un ragazzo… anche se quel ragazzo era Tom Riddle, il più affascinante che lei avesse mai incontrato.
“Oh, d’accordo… perdonata!” rispose, con un sorriso, mentre l’amica la abbracciava.
Judith intanto era uscita dal dormitorio, lasciando le due amiche da sole.
“Allora, tra non molto dovresti incontrare il tuo bel Tom… come ti senti?” chiese Morgana, mentre Brianne si tuffava di nuovo nel suo baule, alla ricerca di un fermaglio per capelli.
“Agitata.”
“Tu ti agiti anche quando devi andare a lezione, Bri.”
“Lo so, ma questa volta c’è una sacrosanta ragione per agitarmi!” rispose quella, riemergendo dal baule con un piccolo fermacapelli in mano, tempestato di piccole gemme verdi.
Raccolse i capelli in un’alta crocchia e vi infilò il fermaglio.
“Vado bene così?” chiese a Morgana.
“Perfetta.”
Uscirono dal dormitorio e scesero nella Sala Comune, dove Greg e Ted erano intenti in una partita di scacchi magici.
Brianne si gettò a peso morto sul divano davanti al camino spento: l’aria era piacevole, in fondo era Maggio e la temperatura era molto più mite.
L’odore della terra bagnata si diffuse per tutta la Sala Comune: lei adorava l’odore della pioggia.
“Amo il mese di Maggio!” esclamò rivolta a Morgana.
“Anche io…”
“Avrei tanto voluto nascere in questo mese…”
“E invece sei nata a Ottobre.”
“Lo so, Morgana. Lo so.”
L’amica chiuse gli occhi, imitando uno stato di trance: “Io vedo… io vedo…vedo che concepirai una figlia che nascerà a Maggio!”.
“Magari!” rispose Brianne, ridacchiando assieme a Morgana.
Dopo aver tirato fuori le mappe di Astronomia e aver studiato anche Divinazione, le due ragazze uscirono fuori dalla Sala Comune, dirette verso la Sala Grande.
“Manca mezz’ora…” sospirò Brianne.
“Avanti Bri, non stai andando incontro alla morte! Dovresti essere felice!”
“Lo sono! Però sono un po’ agitata…”
“E perché? Sei bella, carismatica, intelligente… non potrebbe avere di meglio, quel Tom.”
“Senti, Morgana… perché oggi non ti unisci a noi?”
L’amica la guardò, sbigottita: “Cosa intendi dire?”
“Stai con noi per un po’. Così avrai modo di conoscere Tom e capire di che pasta sia fatto.”
Morgana parve rifletterci su per qualche secondo: “Ehm, io non penso sia una buona idea… voglio dire, e se lui volesse sbaciucchiarti? Io starei a guardare e vi sarei solo d’intralcio…”
“Sta’ con noi solo mezz’ora. Poi dopo, se lo vorrai, potrai andare via. Che ne pensi?”
Quella la guardò, quasi rassegnata: “Non ci tengo molto a conoscerlo, ma se tu dici che lo devo conoscere per farmene un’opinione precisa… allora va bene! Starò con voi per mezz’ora, ma poi raggiungerò Ted. Intese?”
Brianne la abbracciò: “Oh grazie Morgana! Sei un’amica!”.
Mischa Lewis, una loro amica di Corvonero che era lì, poco distante da loro, le chiamò: “Ehi ragazze! Venite a giocare una partita di Sparaschiocco?”
“Volentieri!” risposero le due, raggiungendo il gruppetto di Corvonero e Tassorosso che si stavano sfidando al gioco.
Mezz’ora dopo, le due amiche si congedarono dal gruppo, dirigendosi al secondo piano e fermandosi davanti al bagno dei prefetti.
“Eccoci qua. Le diciassette in punto.” fece Brianne, osservando il grande orologio che si stagliava davanti a loro.
“Di solito è puntuale, questo Tom?”
“Oh sì. Ama la puntualità.”
“Allora non andrete molto d’accordo… tu sei una ritardataria cronica!”
“Non agli appuntamenti con lui! Lì sono puntualissima!”
“Confermo. Sono le diciassette in punto e sei qui davanti a me. Buonasera, Brianne.” esordì una voce dietro di loro.
Un tuono fragoroso: il temporale era appena iniziato.
E lì davanti a loro c’era Tom Riddle.
Il bellissimo Tom Riddle.
   
 
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