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Autore: Manila    20/01/2013    6 recensioni
Chi ha detto che si possono vivere delle avventure solo durante una guerra in corso?Per non parlare delle disavventure! Ecco cosa succede a Cloud e agli altri in periodo di pace (?).
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve a tutti!
Come va la vita? E’ da un po’ che non ci si vede. Spero che il vostro anno sia iniziato nel migliore dei modi. Non sapete quanto mi siete mancati e quanto mi è mancata (Dis)avventure!
Siccome per me la coerenza è un fattore di vita indispensabile,ecco qui la prima parte del capitolo estivo in pieno gennaio.  Ho deciso di dividerlo in più parti perché, seppure ancora incompleto, supera abbondantemente le cinquanta pagine. Avevo pensato di pubblicarlo a parte, però poi si sarebbe rovinato il senso di continuità con i capitoli precedenti, così ho preferito includerlo nella raccolta delle (dis)avventure quotidiane. Rispetto ai precedenti, questo è un po’ atipico e decisamente sperimentale, perché raccoglie insieme più punti di vista e mi è servito per testare la plausibilità di determinati personaggi in particolari situazioni. Alcuni punti di vista avranno un sottotitolo, altri no. La ragione è di origine pratica e zero filosofica:  all’inizio li avevo messi per orientarmi un pochino vista la grande mole di “frammenti”, poi li ho lasciati perché mi è sembrato dessero un po’ più di ordine.   In genere ogni raccontino è autoconclusivo e i giorni che passano non sono datati, semplicemente ci sono degli elementi che suggeriscono quanto tempo è passato dall’arrivo al mare.
Siccome il capitolo è ancora una specie di cantiere aperto, non è da escludersi che anche questa prima parte potrebbe subire delle modifiche.
Insomma, spero di non aver fatto ancora più confusione già a partire dall’introduzione.
Spero vi piaccia, buona lettura.


 
 
(Shelke)
Caro diario

Caro diario …
Ehm, no, è banale.
Diario di bordo..
Neanche mi piace!
Questo è il diario di Shelke Rui …
Ecco, già suona meglio.
… Allora, dov’ero rimasta? Ah, sì, questo è il diario di Shelke Rui. In questo momento sono scomodamente seduta su una delle panchine del traghetto diretto verso Costa del Sol. Un paio di settimane fa Tifa ha indetto una riunione a casa sua e ha praticamente invitato tutti noi a partecipare a una vacanza totalmente spesata al mare per l’intero mese di agosto. A quanto mi è sembrato di capire l’ha spuntata su un certo Rufus Shinra*, accettando di lavorare per lui, includendo anche noi nel pacchetto “vitto e alloggio”. Ora, a detta degli adulti, quel tizio è come una femminuccia isterica che dice verde, pensa giallo e vuole rosso, quindi credo che abbia un asso nella manica che costringa la nostra cara amica a cedere senza protestare più di tanto. Oppure vuole solo provarci con lei? Sarà per questo che Cloud è incavolato nero? Mi dispiace per lui, però sono contenta di fare questa nuova esperienza. Non ricordo molto bene i miei primi dieci anni di vita e non so per certo di essere già stata al mare. Yuffie mi ha regalato questo diario ( chissà dove lo ha rubato ) suggerendomi di descrivere esperienze e impressioni che ricaverò dal viaggio, in modo da mantenerne una traccia indelebile nel caso la memoria dovesse tradirmi. Mi sorprende che una come lei abbia potuto avere un’idea simile, però anche Vincent mi è sembrato d’accordo, quindi ho accettato.
Ripercorro brevemente quanto accaduto finora.
Ieri sera ho dormito a casa di Vincent e verso le 4:00 del mattino Barret è passato a prenderci con il suo furgone. Io e Marlene abbiamo preso posto accanto all’autista, mentre Vincent, Yuffie, Red  Noel e Denzel hanno viaggiato schiacciati nel retro. C’erano talmente tante valige che credevo fosse un trasloco … Tifa e Cloud, invece, hanno usato la fedele Fenrir. Non so il perché, però ho provato una punta d’invidia, chissà cosa si prova a percorrere un tragitto tanto lungo stretta alla persona che si ama.
Agli imbarchi abbiamo trovato Shera, bella e sorridente come al solito, e Cid, di cattivo umore per non si è capito bene cosa. Eppure mi sembra che negli spazi aperti si possa fumare …
Anche se non lo do a vedere devo ammetterlo, sono abbastanza emozionata. Chissà se il costume che ho scelto piacerà a Vincent, chissà se chiederà la moto in prestito a Cloud per portarmi  fare un giro, chissà se …
Yuffie corre verso di me e ha la faccia verde. Poggia un ginocchio sulla panca, si sporge oltre la balaustra e vomita anche l’anima.

Questo è il diario di Shelke Rui e questo si prospetta come un mese molto lungo …


* Non sono sicura che Shelke conosca già Rufus Shinra in quanto presidente dell’azienda che controllava i Deepground, oppure no. Se non erro, dal gameplay si evince che lo stesso Rufus non fosse a conoscenza dell’esistenza di quell’allegra brigata di pazzi assassini. Nel caso avessi commesso un errore chiedo scusa ( cominciamo bene … ).
Shelke utilizzerà il diario per tutta la vacanza, però quella che proporrò non sarà la forma tipica di questo genere poiché la ragazzina alternerà momenti di scrittura con fatti che le accadono intorno, un po’ come se questi ultimi facessero irruzione nelle sue pagine creando una folle mescolanza .Insomma, l’intento è proprio quello di non rendere nettissime le parti scritte con quelle vissute sulla propria pelle.  All’inizio avevo pensato a un video diario, però non ero sicura di essere in grado di gestirlo, per cui ho optato per la forma cartacea.

***

(Cloud)
Remember

Il traghetto attracca e scendiamo con un po’ di confusione tra i bagagli e i mezzi di trasporto.
Raggiungo la terraferma, mi do un’occhiata in giro e scopro che questo posto non mi è affatto mancato.

*- Magari potrei anche abbronzarmi. A te piacerebbe, Cloud?- Aerith alza lo sguardo e lascia che il suo viso venga baciato dal sole.
- L’abbronzatura è piacevole -  rispondo distrattamente.
-Capito, lo terrò presente- sorride misteriosa.


Anche la prima volta sono stato costretto a venire qui, ma avevo ben chiaro il perché, cosa che adesso mi sfugge.
Volto la testa verso Tifa che saluta Tseng con un cenno del capo, mentre il Turk comincia a darle le prime informazioni sulla nostra sistemazione e sul suo nuovo lavoro.
Non mi piace Costa del Sol, non mi piace per niente.

* Conversazione tratta dal videogioco FFVII

***

(Red XVII)
Manovre

- Fai attenzione! Vieni indietro lentamente-
Ho perlustrato la casa per rassicurarmi sul fatto che non ci fossero pericoli.
- Vai un po’ a destra!-
Non mi fido di quelli della Shinra, preferisco tenere gli occhi aperti.
- Gira lo sterzo dall’altra parte-
Devo ammettere che la casa che Rufus ha riservato per noi è molto bella, a due piani, con un giardino per il cane, vista mare e due bagni per piano.
-Dai un altro po’ di gas-
Se non ci giocano un brutto tiro sarà una vacanza molto piacevole.
Tifa entra portando una valigia molto pesante.
- Cos’è la confusione che viene da fuori?- domando continuando a gironzolare alla ricerca di una telecamera nascosta.
- Nulla di che, il vialetto è un po’ stretto e Barret è costretto a fare qualche manovra in più per riuscire a mettere il furgone in garage. E’ un quartiere utilizzato solo in estate dai bagnanti, è ovvio che gli spazi siano un po’ ristretti e che si fatichi a far muovere un mezzo così grande. Cid gli sta dando una mano-
- Vieni indietro, ancora un po’, ancora, ancora, anc … -
Un rumore di vetri infranti e di ferraglia copre le indicazioni del capitano.
Io e Tifa ci guardiamo consapevoli di quello che sta accadendo.
- Cid, brutto idiota!-
- Guarda che io piloto velivoli, mica faccio il parcheggiatore!- si giustifica con una certa ovvietà.
- Io ti … -
Bene, credo che sia un indimenticabile biglietto da visita per i vicini.

***
(Marlene)
Distanze

- Cid e Shera occuperanno la prima stanza, Barret, Vincent e Red XIII dormiranno nella seconda. Io Dividerò la camera con Cloud, purtroppo sarò molto assente in questo mese e dormire con voi significherebbe disturbarvi ad ogni ora del giorno e della notte, per cui tu, Denzel, Yuffie, Cait Sith e Shelke dormirete qui-
Tifa apre la porta dell’ultima stanza presente al primo piano.
Faccio un passo avanti e mi guardo intorno. Una finestra ampia illumina la stanza,sotto di essa c’è una scrivania, la tenda da sole gialla protegge dal caldo eccessivo e i letti sono disposti ai lati delle pareti. C’è solo un problema: si tratta di letti a castello.
- Tutto bene, Marlene?- mi chiede Tifa, visto che sono stata in silenzio per tutto il tempo.
- Qui piove spesso?-
Apre un po’ di più gli occhi, è sorpresa.
- Non lo so, non sono rimasta in questo posto così a lungo -
E se dovesse piovere durante la notte come farei a tenere la mano a Denzel? Morirebbe di paura, poverino. Sono un po’ preoccupata.
- Vedrai che non pioverà, così potrete divertirvi come matti in spiaggia. Perché dovrebbe piovere, siamo in piena estate! - sorride.
Sorrido anche io.
Ha ragione, è estate, perché dovrebbe piovere? Nel caso piovesse, farei attenzione a non farmi scoprire …

***

(Yuffie)
Only for love

Cosa non si fa per amore …
- Vincent hai fatto?-
Sono seduta davanti a questo camerino da non so quanto. Già averlo convinto ad entrare nel negozio è stato un miracolo, lo so, però non è possibile presentarsi in spiaggia come ha fatto lui!
Stamattina ci siamo alzati di buonora , abbiamo fatto colazione e poi abbiamo preso l’armamentario per andare al mare. Una volta in piaggia ci siamo chiusi in cabina e ci siamo cambiati. Inutile dire che Barret è una montagna di muscoli e in costume è ancora più evidente, Cid si difende bene con un corpo allenato, mentre Red XIII e Cait Sith non fanno testo. L’occhio è caduto anche su Cloud, nonostante il muso lungo da qui a Edge, causa l’assenza di Tifa che ha cominciato a lavorare proprio stamattina. A quanto mi è sembrato di capire i suoi turni saranno divisi in mattina e pomeriggio in spiaggia, sera nel locale che è sempre in spiaggia ma dall’altra parte dell’enorme lido. Povero Strife, chissà se riusciranno a vedersi in modo decente …
- Non sono sicuro che vada bene- la voce di Vincent è un soffio al di là della porticina del camerino.
- Ma se non esci da lì come faccio a saperlo?-
- … -
Il mio amore segreto è venuto in spiaggia con noi altri e quando ha aperto la cabina pensavo si trattasse di uno scherzo. Ha fatto un passo avanti, è venuto più alla luce e… era vestito esattamente come a casa! Quando gli ho fatto notare la cosa si è limitato a togliersi il mantello e ha allargato le braccia come a chiedermi se andasse bene. Che gli dei lo fulminino, certo che no!
Gli ho afferrato il braccio destro, quello con il guanto privo di rinforzo, e l’ho trascinato via davanti agli occhi sbigottiti di Shelke e degli altri.
- Vincent, o vieni fuori tu, oppure entro io. Cosa decidi? –
Dei, fate che risponda la seconda!
La maniglia si abbassa e l’ex turk viene fuori. Siccome non volevo traumatizzarlo, ho pensato di non esagerare e di arrivare al costume per gradi, intanto gli ho messo nel carrello una camicia di lino nera con maniche a giro e un paio di bermuda dello stesso colore. Il risultato? Dio, perché non mi ha obbligata ad entrare in camerino?!?
In genere Vincent porta tutto il corpo nascosto sia dal mantello che dai suoi indumenti che lasciano praticamente tutto all’immaginazione, se ci aggiungiamo anche gli anni passati nella bara e la sua scarsa inclinazione all’esposizione al sole è ovvio che la sua pelle risulti più bianca della neve, però il suo corpo parla da solo. La camicia a giromanica gli mette ben esposti i bicipiti allenati,mentre i bermuda di lino sono abbastanza aderenti da lasciare intravedere la forma dei glutei. Mi avvicino, gli giro intorno e gli slaccio i primi tre bottoni giusto per non farlo sembrare un prete. Fa nulla che qua è là sbuca qualche cicatrice, anzi!
- Questi li mettiamo via per il momento - gli dico mentre cerco di togliergli i guanti. L’occhiataccia con la quale mi risponde mi suggerisce che non è dello stesso avviso.
Piano, Yuffie, hai promesso di andarci piano.
- Va bene, però quelli li togli!- indico gli stivali a punta.
Un’altra occhiataccia.
- Oh, andiamo, guardati allo specchio e ripetiti che vuoi cambiare!-
Incrocia le braccia infastidito.
- Ok, non era in quel senso, però ti rendi conto che così sei ridicolo?-
Lentamente volta la testa in direzione dello specchio che gli ho indicato e studia la sua immagine.  Così vedo meglio i suoi lineamenti e maledico la gocciolina di sudore che imperla la mia fronte.
Vincent, ti prego, obbligami ad entrare in camerino …
Dopo un’analisi accurata, abbassa lo sguardo e sbuffa.
- Però la fascia me la tengo-
Sorrido.
Gli verrà un’abbronzatura tremenda con quel coso rosso sulla testa, ma almeno l’ho convinto a rendersi un po’ più umano.
Ora che ci penso, l’ho trascinato qui ma … chi paga???
***

(Shelke)
Controllo

Qui è il diario di Shelke Riu, siamo appena arrivati e già qualcosa sfugge al mio controllo.

- … E ricordiamo a tutti i gentili bagnanti che quest’anno il Seventh Heaven beach ha indetto il concorso di bellezza “Miss Paradise”. Le regole sono poche e semplici: dovete osservare le donne che frequentano giornalmente il lido, scegliere quella che più vi piace, scrivere il suo nome su un foglietto e lasciarlo cadere nell’urna che troverete sulla colonnina accanto al bancone dei gelati. Non dovete limitarvi a scegliere la più bella, la donna a cui sono destinati corona e scettro dovrà essere una vera e propria regina, dovrà possedere doti diverse, bellezza fisica, capacità di socializzazione, essere brillante e spiritosa. Insomma, cerchiamo un’icona di femminilità e non solo una bella bambolina. Il voto è in forma anonima e avete tempo fino al galà del 31 agosto, serata in cui ci saluteremo e incoroneremo la vincitrice -

La voce di Reno alla radio sembra ancora più gracchiante, specie se la si ascolta quando si desidera ardentemente  fare una pennichella al fresco del lido, lontano dall’intensa calura di mezzogiorno. Stamattina Yuffie ha sequestrato Vincent tornando con uno che gli somiglia.  Ciò che è riuscita a fare ha del paranormale! Vincent  si libera dei guanti solo in casa, quando cerca di mettere in forno cibi precotti che mi offre come pranzo o cena, poi li rimette subito. E’ da almeno due ore che se ne sta seduto a leggere  all’ombra, lontano da occhi indiscreti con le mani senza guanti e i piedi nudi. Neanche sapevo che avesse ancora i piedi, credevo che Hojo o Lucrecia ne avessero combinata un’altra delle loro.
La principessa d Wutai gli lancia un’occhiata di tanto in tanto e ridacchia. Che faccio, le propongo di fare il bagno e poi le tengo la testa sotto con la scusa di farle vedere i pesci?
La guardo con discrezione.
Non è bellissima, a dirla tutta ha un corpo talmente poco sviluppato che potrebbe sembrare una mia coetanea. Ha leggermente più seno di me, è vero, ma accanto a Tifa sfigura in modo impressionante. La cosa comica è che non fa bella figura neanche in presenza di Shera (detto tra noi, mamma mia com’è bella la signora Highwind in costume! Chi lo avrebbe mai detto, e bravo Cid!). No, Yuffie Kisaragi non sarà mai all’altezza di Vincent Valentine.

- … Mi raccomando, votate con attenzione! Yo! -

Qui è il diario di Shelke Rui, cos’è un concorso di bellezza?
***

(Red XIII)
Barche a vela

- … E si muovevano grazie al vento?- il visetto di Marlene è pieno di curiosità.
- Sì, la barca a vela è un tipo di imbarcazione la cui propulsione è affidata principalmente allo sfruttamento del vento e in cui il motore riveste solo un'azione di supporto specialmente nelle manovre in porto-
La piccola stringe un po’ le labbra come a riflettere su quanto ho detto.
- Red, parla potabile!- mi redarguisce Barret.
- Solo perché tu non capisci ciò che dico non significa che tua figlia sia come te- gli faccio notare.
- Non ti preoccupare papà, a me piace quando Red mi spiega le cose- lo tranquillizza, poi mi guarda e sorride - Cosa significa pro … po … porfuzione?-
Cid scoppia a ridere.
- Beh, Marlene è ancora un po’ piccola- la giustifica Denzel - quando saremo più grandi la porterò io a fare un giro sulla barca a vela, e ci porterò anche Cloud e Tifa. Se avanza tanto spazio inviterò anche Barret-
Cloud allunga la mano e gli scompiglia un po’ i capelli, mentre l’amato papone mugugna qualcosa comprensibile solo a lui.
- Ragazzi?- una voce conosciuta attira la nostra attenzione.
Da una scala del bar del lido Tifa Lockheart, affiancata da Shera che la sta aiutando a portare le nostre bevande, fa la sua prima apparizione dopo essere uscita prestissimo di casa per prendere servizio. Si avvicina lenta e sorridente con un vassoio in mano e la divisa. Tralascio un attimo la fantasia da psicolabile di Rufus che ha pensato bene di chiamare il lido “Seventh Heaven beach” , e mi concentro su ciò che ha imposto d’indossare alle bariste, ovviamente tutte ragazze, giovanissime e fisicate. Le culotte  sul cui posteriore c’è scritto per esteso il nome del bar color verde acqua, il mini grembiule, la bandana sulla testa verde acqua anch’essa e i triangolini fortunatamente non troppo ridotti fanno bella figura sul corpo scolpito della nostra amica, però rendono ancora più invitanti le sue curve donandone un’immagine non proprio lusinghiera.
Mercificazione del corpo femminile, la nuova fonte di guadagno della Shinra dopo il mako …
-  Wow- bisbiglia Yuffie, mentre Cid fischia e Vincent alza leggermente la testa dal libro su cui sembrava averla incollata.
- Tifa!!!!- la chiamano in coro i bambini, contenti di vederla.
La ragazza sorride a tutti e punta lo sguardo su Cloud. Seguo la traiettoria di quel languore e noto che il diretto interessato trattiene un po’ il respiro. Più Tifa diminuisce la distanza dal nostro ombrellone, più sembra perdere colore per poi arrossire all’improvviso. Mette le mani sui braccioli della sua sedia, punta i piedi nella sabbia, comincia a correre verso il mare e fa un tuffo.
- Ma cosa gli è preso?- domanda Shera una volta arrivata vicino a noi.
Bella domanda …
A dissipare i dubbi di sua moglie ci pensa Cid, il quale stappa la sua birra fredda, dà una sorsata e illumina l’arcano.
- Ha visto una bella barca a vela e … gli si è alzato l’albero maestro-
***

(Shelke)
Artigli

- Mi chiamo *Sharona Shinra e ho 20 anni, mi piacciono i gioielli, le borse costose e il mare. Sogno di laurearmi in medicina e di salvare la gente grazie alla mia professione -
Non ce la vedo a toccare campioni di urina.
- Non voglio appoggiarmi al fatto di essere la cugina del presidente, voglio vincere per le mie doti-
Allora perché rimarca la parentela?
- Trovo adorabili i bambini e in futuro spero di trovare un bravo marito con cui averne tanti!-
E non ce la vedo neanche a cambiare i pannolini.
- Ma secondo te qual è il modo migliore per un ragazzo per capire davvero com’è fatta una donna?-
Reno e le sue domande intelligenti …
- Oh, beh, basta osservare attentamente come abbina la borsa alle scarpe!-
Lo ha detto davvero?
- Certo, la cromologia dice tanto di una persona, l’associazione di colori è una porta d’accesso che conduce direttamente all’inconscio-
Reno è un deficiente, punto.
- Ma spiegaci un po’ la questione del bravo marito. Come dovrebbe essere il tuo uomo ideale? -
Quella che si è rivelata essere la cugina di Rufus Shinra si finge imbarazzata, esita ma poi risponde
- Il mio uomo ideale dovrebbe essere alto e fisicamente ben messo,possibilmente moro, magari con i capelli lunghi, un po’ selvaggi, gli occhi di un colore particolare e l’aria misteriosa. Qualche cicatrice non sarebbe male, suggerirebbe un passato difficile che lo farebbe apparire bello e dannato … Non dove essere uno smidollato, piuttosto un tipo silenzioso e dedito alla lettura, affettuoso con i bambini, galante con le donne, paziente con le ragazzine mestruate … Un vero uomo, insomma-
- Hey, Vincent, questa ce l’ha con te!- ridacchia Barret, ricevendo in risposta una muta alzata di spalle.
Smetto di scrivere e guardo intensamente questa gallina senza cervello.
Comprendo il suo interesse per Vincent e capisco anche che il suo corpo è piacevole da ammirare, specie oggi che ha indossato finalmente il costume, ancora più facile da notare è la gentilezza con cui tratta Shera, Denzel e Marlene, però io rientro nella categoria delle bambine? L’unica cosa di buono che ha detto finora è che Yuffie Kisaragi è una ragazzina perennemente mestruata. Non ho idea di cosa significhi, però sono certa che questa verità non la rende migliore di lei.
- Ti ringraziamo per la disponibilità! Da Reno è tutto, alla prossima intervista-
Sharona Shinra saluta il turk, gli restituisce il microfono e ci passa davanti sculettando. La vedo benissimo mentre butta l’occhio in direzione di Vincent per poi procedere per la sua strada.

Questo è il diario di Shelke Rui, pronti ad affilare gli artigli?

* Sharona ShinRa è un pessimo personaggio di mia invenzione.
***

(Shera)
Bizzarro …

- E lui da dove spunta fuori?- domando a Yuffie, bisbigliando per non farmi sentire.
Reno è seduto al tavolo della cucina e cerca di aprire il barattolo della marmellata.
- E’ qui da ieri, lo abbiamo incontrato in spiaggia io, Vincent e Barret quando siamo tornati dalla passeggiata, ci si è messo alle costole e non ce ne siamo più liberati. Credo sia qui per assaggiare qualche manicaretto di Tifa, solo che avevate già cenato ed eravate a letto. Ha trascorso la notte sul divano – mi spiega la principessa di Wutai.
Barret entra in cucina e lancia un’occhiataccia al turk.
- E’ ancora qui?!?-
- Tifa fa gola a chiunque- afferma Cid con una frase carica di sottintesi che spero non voglia spiegare per il bene dei minori presenti.
- Tu che ne pensi Vincent ?- chiede mio marito senza specificare se vuole un’opinione su Tifa o sulla presenza del rosso qui.
- … - il commento di Vincent è … oh, lasciamo perdere.
Reno è un tipo troppo strano, l’ho sempre pensato e non smetterò mai di pensarlo!
I bambini lo osservano seduti di fronte a lui, mentre si alza per prendere qualcosa dal frigo.
Ma prego, fa come se fossi a casa tua …
Solo adesso che si è alzato noto che non solo non ha la maglietta, ma l’unica cosa che indossa è un asciugamano lungo legato in vita. I capelli ancora umidi e l’abbigliamento discinto mi suggeriscono che si è anche fatto la doccia.
Di bene in meglio.
Spingo più su gli occhiali sul naso e lo osservo un po’ meglio.
Reno, di cui ignoro il cognome, è uno di quei ragazzi le cui doti sono molto nascoste. Così svestito, senza gli inseparabili occhiali da pilota sulla fronte  e con i capelli umidi ha il suo perché. E’ abbastanza smilzo sebbene il suo corpo suggerisca comunque una certa attività fisica,non è bello nel senso convenzionale del termine, però ha un fascino malizioso che cattura l’attenzione. Se non fosse per  quel modo assurdo di parlare e per le bizzarrie di cui si rende protagonista potrebbe rientrare nella categoria “bel ragazzo”.
Lo seguo in ogni movimento che fa per cercare di anticipare le sue mosse ed, eventualmente, evitare che combini disastri. Deve essersene accorto, perché mi lancia uno sguardo distratto. Ad essere sincera è da quando siamo arrivati a Costa del Sol che butta l’occhio su di me, mi chiedo cosa stia architettando …
I bambini sembrano divertiti dalla sua presenza, nonostante lui continui a ignorarli e comportarsi come se non fosse solo un ospite.
- Insomma, quanto ti ci vuole per versare un po’ di latte nel bollitore? Solo uno come te è capace di scaldare il latte con questo caldo, bevilo freddo, magari ti fa bene!- brontola Yuffie.
Dal canto suo il ragazzo non dice niente, si limita ad aprire un bicchiere di yogurt e a leccare la pellicola che lo teneva chiuso, assaporandone il gusto. Si gira di spalle e si mette a cercare qualcosa che lo sazi nel portafrutta.
Come ipnotizzati, continuiamo a seguirne i movimenti e, quando ormai i nostri occhi sono tutti puntati su di lui, si gira di scatto, afferra il nodo che gli tiene chiuso l’asciugamano e lo spalanca sbraitando un “Tandan!”.
-Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!- è la risposta sonora delle bambine e di Yuffie, mentre io mi copro gli occhi e gli uomini sussultano.
- Hey, rilassatevi, stavo scherzando-  ridacchia concentrandosi su alcune fette di pane.
Riprendiamo a respirare, ha il costume !
Tra lo sguardo atterrito di tutti, Barret prende in mano la situazione. Beh, Barret prende con la mano sbagliata la situazione …
- Adesso ti faccio passare io la voglia di fare lo spiritoso davanti a mia figlia!- e gli punta il mitra contro.
Sono solo le otto del mattino e il mese è ancora molto, molto lungo …
***

(Shelke)
Gatte

Questo è il diario di Shelke Rui e oggi non si riesce a stare un po’ in silenzio …
 - Signor Valentine, ma sa che lei è l’unico in tutto il lido a non alzare mai gli occhi dal suo libro?
 Le iridi rosse  di Vincent si posano su Tripla S, ovvero  Sharona-Svitata-ShinRa e si limita ad un’alzata di spalle, per poi tornare al suo adorato romanzo. Oppure è un saggio? Non ricordo, siamo al terzo libro in meno di una settimana.
- Dovrebbe cercare di divertirsi un po’!- incalza Svampita-Svitata- ShinRa .
S S S, ci sto prendendo gusto a trovare le giuste combinazioni con le parole che meglio la rappresentano: scema, svogliata, superficiale, senzacervello, scoglionata, svalvolata, svaporata, stomachevole, svenevole, stupida, senza speranze …
Vincent mugugna qualcosa di incomprensibile, più per educazione che per reale bisogno di interloquire.
- Ci sono mille attività! Potrebbe giocare a beach volley, a calcio, nuotare, andare in barca, fare acquagym, prendere lezioni di canottaggio … -
L’ex Turk annuisce, ma non sembra prestarle particolare ascolto.
- Come si è procurato queste cicatrici? Sa che sono molto sensuali?-
Le cicatrici sono sensuali? Questa non la sapevo …
- Per chi voterà per il concorso?-
Dio santo, abbiamo trovato qualcuno che parla più di Yuffie Kisaragi!
- Eccomi qui! Ho portato le bevande che mi avete chiesto-
Parli del diavolo …
La principessa di Wutai ignora la cugina di Rufus, facendo attenzione solo a non inciampare sulle sue gambe distese probabilmente per metterle in bella mostra sotto il naso di Vincent. Con molta indifferenza verso 3S poggia il vassoio pieno di lattine sul tavolino e si accomoda accanto al nostro taciturno amico. In pratica adesso l’uomo è seduto in mezzo a queste due cicale.
- Succo d’ananas per te, Shelke … - apre la lattina, versa il contenuto in un bicchiere di carta e me lo porge.
-  … E un ace per te, Vincent. Direttamente dalla lattina e con la cannuccia, giusto?-  sorride e gli passa la bibita. Vincent  poggia un attimo il libro sulle ginocchia e la prende.
I loro occhi si incrociano per un momento e lei sostiene il suo sguardo tutta allegra. Vince non esprime mai ciò che prova neanche attraverso gli occhi, però quando guarda me e Yuffie ha sempre un velo in meno davanti ai suoi. Mi secca ammetterlo, però il “trattamento riservato” riguarda anche questa ragazzina petulante.
- Tifa mi ha detto che tra un po’ saranno pronte le granite, quindi possiamo ordinarle subito dopo pranzo se a voi fa piacere-
L’uomo annuisce.
- Senti, Vinnie, ho saputo che dopo le 18:00, quando il sole sarà un po’ meno forte, daranno un mini torneo di beach volley. Perché non ci presentiamo? Sarebbe divertente ! Dai, viene anche Shelke, faremo una squadra contro i Turk e giocheremo ShinRa vs Avalanche, sarà divertentissimo. Potrebbe giocare anche la signorina Sharona … - e guarda la diretta interessata che le risponde sbattendo le palpebre.
- Io, giocare a …? Oh, ma è fuori questione! E’ roba da maschiacci-
Praticare sport è roba da maschiacci? Questa ragazza è un pozzo di sapere …
- Oh, beh, pazienza, chiederemo a Elena e Reno se ne hanno voglia. Shelke, tu sarai in riserva!-
- Frena, io non ho mai giocato, non conosco neanche le regole-
- E’ per questo che starai in panchina-
- Yuffie, sei sicura di conoscerle anche tu? No, perché ti ricordo che si gioca in solo due, non in cento … - le fa notare Vincent.
La signorina Tripla S ridacchia, come se questa fosse una piccola vittoria da parte sua.
- Potresti insegnarmele tu- propone la ninja facendo l’occhiolino.
Vincent la guarda e annuisce.
Ma come diavolo fa a farsi dire sempre di sì?In realtà l’ex Turk non si rifiuta mai neanche di aiutare me, però con lei è diverso, è come se fosse più permissivo e paziente.
- Urrà! Non vedo l’ora. Allora sai che facciamo?  Cominciamo ad allenarci fin da oggi, così faremo un figurone e … -
- Il fatto di essere così bassa non ti scoraggia?- la domanda di Sharona è un sibilo che gela l’atmosfera gioiosa.
Yuffie la guarda un attimo stupita, per poi tornare spensierata.
- Significa che mi arrampicherò sulle spalle di Vincent - e al diretto interessato arriva una sonora pacca.
- Non mi sembra tu abbia un corpo molto atletico e salire sulla schiena del signor Valentine significherebbe provocargli un’ernia- le fa notare la ragazza.
- Macchè, Vince è forte come un leone!Ha un fisico bestiale !!! -
Oh, principessa, solo tu potevi fare ironia su una cosa simile …
- Ma non è del fisico del signor Valentine che mi preoccupo … - risponde Sharona, lasciando in piedi tutta una serie di allusioni non obiettivamente carine nei suoi confronti.
- Neanche il mio ha problemi- si difende l’altra.
Se Tifa lo sapesse resterebbe delusa da me a causa del mio omesso intervento per sedare gli animi, ma un po’ mi sto divertendo troppo, a parole se la stanno suonando di santa ragione.
- Piuttosto, al suo posto starei attenta a non spezzarmi le unghie- le suggerisce Yuffie, vedendola intenta ad aprire una lattina senza successo.
- Oh, signor Vincent, può aiutarmi lei ? - lagna l’altra. Ma bene, adesso lo chiama anche per nome!
Forza, Yuffie, falle vedere chi sei!!!
- Siamo debolucce … -sibila la principessa.
- Beh, più che debole direi delicata come una donna -
Ops, credo che questa avrebbe dovuto risparmiarsela, Yuffie è permalosa sotto questo punto di vista.
Tripla S riprende la parola.
- Senti, ma lo usi il reggiseno? Non è che lì ci sia tanto da reggere … -
Nessuno aveva mai osato tanto con la ninja, benché anche io pensi la stessa identica cosa.
Si guardano in cagnesco … Adesso arrivano alle mani, me lo sento.
Yuffie, invece, raddrizza le spalle, inclina leggermente la testa di lato e sbatte i suoi bellissimi occhi a mandorla.
Ho detto che ha qualcosa di bellissimo?!?
La guardo attentamente … Oh, beh, diciamo che oggi sono buona perché faccio il tifo per lei.
- Senti, ma tu in inverno lo usi il cappello? Non è che ci sia tanto da coprire in quella testa … -
Credo di essermene accorta solo io, ma a quest’ultima battuta, l’ex Turk increspa leggermente un lato delle labbra verso l’alto. Poi, però, chiude il libro, si alza e va a farsi un bagno lasciando che le due matte continuino a duellare a suon di sottintesi poco velati.

Questo è il diario di Shelke Rui, ho scoperto che a Vincent piacciono le donne con la lingua più lunga …
***

(Marlene)
Who’s that girl?

- Denzel, sai fare i castelli di sabbia?-
- Mmm, non ci ho mai provato-
- Vieni, facciamone uno insieme!-
Sono seduta sotto l’ombrellone per non scottarmi. Qui è tanto bello, ci sono dei giochi divertenti da fare ma sono triste. Da quando siamo arrivati Denzel mi ha lasciata sola, perchè abbiamo conosciuto una bambina di nome *Clara.Non è antipatica, ed è anche molto carina, però lui le dice sempre di sì se propone qualcosa da fare. Una volta le racchette, un’altra la palla, un’altra ancora secchiello e paletta e io resto sempre sola. Mi sono avvicinata a loro per giocare ma non mi prestano molta attenzione.
- Denzel, è quasi ora di pranzo, torniamo a casa?-
I due si scambiano un’occhiata e poi Clara prende la parola.
- Veramente l’ho invitato a pranzare a casa mia, lo abbiamo chiesto alla signorina Tifa e lei ha detto di sì-
Annuisco, mi alzo e mi allontano.
Forse è meglio se chiedo al mio papà di giocare con me …

* Clara è un personaggio di mia invenzione.
***

(Cloud)
Spade

Allungo una mano è lei è accanto a me. Non l’ho sentita rientrare stanotte, deve essere rincasata molto tardi. Mi faccio più vicino e la osservo dormire. I suoi lineamenti sono distesi, il respiro regolare e gli occhi si muovono lievemente da sotto le palpebre.
Chissà cosa stai sognando …
Si muove un po’ scoprendosi. Ha indossato una mia maglia per mettersi a letto e, nonostante sia di diverse taglie più grandi, è ancora più appetibile.
Rufus Shinra, se tu e quegli idioti che ti porti dietro provate anche solo ad allungare un dito su di lei io … Vi farò scoprire per quale scopo è stata veramente forgiata la mia spada!
***

(Vincent)
Voci

Vincent?
E’ una voce di donna a chiamarmi, una voce che non distinguo perché simile a un eco.
Vincent?
Mi metto a inseguire i suoi rimbalzi tra le pareti labirintiche di un palazzo il cui pavimento è ricoperto d’acqua.
Fuori piove, i vetri sono lo scivolo perfetto del liquido che quasi mi sembra mercurio piuttosto che acqua.
Vincent?
Fuori non si vede niente.
Vincent?
Inseguo il mio nome, inseguo una risata, inseguo il suono di un sospiro.
Il ruscello che invade i corridoi è quasi immobile e l’acqua è torbida, non riesco a vedere il pavimento allagato.
Vincent?
Volto l’angolo quando la voce mi sembra più vicina, ma perdo aderenza e mi ritrovo a cadere nel liquido come se fossi inciampato in un enorme recipiente. Trattengo il respiro in attesa di toccare il fondo.
Vincent?
Quando riapro gli occhi mi ritrovo disteso in un letto a baldacchino, tra lenzuola profumate e tende da cui il liquido simile al mercurio continua a riversarsi sul pavimento. Non c’è molta luce e sembra che l’unica fonte di illuminazione siano dei fari dal colore pallido in strada. L’effetto che fa attraversando i vetri è quello di rendere ancora più sinistro l’ambiente.
Un sospiro mi suggerisce che non sono solo.
Vincent …
Una mano piccolina mi copre gli occhi e un corpo di donna si distende sul mio. Solo ora mi rendo conto di avere gli arti superiori bloccati da qualcosa che trattiene i polsi.
La bocca della donna mi tortura le labbra, il collo, il lobo dell’orecchio, mentre la mano libera vaga su ogni mio anfratto.
Posso sentirla respirare, posso sentire il modo in cui mi sottomette nonostante sia leggera ed esile.
Vincent…
Lucrecia?
Non so neanche io il perché, però comincio a rispondere alle sue avance.
Vincent?
No, non è Lucrecia …
La sua bocca lascia la mia e con le labbra scende, scende sempre di più. Era da tanto che non …
Vincent …
Un momento, questa voce la conosco!
Alzo la testa e, ferma all’altezza del mio ombelico, incrocio i suoi occhi scuri e posso finalmente dare un nome a questa donna.
- Cosa … ?!?-

Mi alzo di scatto con il fiatone e con difficoltà a tenere le gambe chiuse.
Mi guardo intorno. Sono nella camera da letto che condivido con Barret, Red e Cait, sono nella casa al mare di Costa del Sol.
- Amico, hai avuto un brutto sogno?- la voce assonnata di Red mi conferma ciò che temevo.
- Sì, un vero incubo- ammetto osservando le mie lenzuola bagnate.

* Che nessuno venga a dirmi che Vincent ha l’attrezzo che non funziona o che non ha determinati appetiti. Guardare il video del suo appuntamento con Yuffie al Gold Saucer per conferma (scena della gondola per capirci).
***

Balli
(Shelke)

Le mani in alto *
i fianchi fanno mezzo giro
Non stancarti che è appena iniziato
Muovi la testa …

Questo è il diario di Shelke Rui e qui c’è un gran macello.

Chi può domare la forza del mare
Chi ti entra nel sangue
Il calore del sole che ti illumina
E non ti lascia andare piccola

Non sapevo esistessero quelli che vengono chiamati “balli di gruppo”, ma sembra che nei villaggi turistici spopolino.

Chi può fermare questo
che ballando fa perdere il controllo
Ai tuoi fianchi sexy

Alla fine del mese ci sarà una grande festa, la chiamano “galà” e si ballerà tantissimo, quindi il lido si è attrezzato con tanto di istruttore di ballo che insegna le danze agli avventori. Le canzoni sono un vero strazio, non tanto per quanto riguarda la melodia che sarebbe anche piacevole se non fosse per i testi. Insomma, questa danza kedura … perdura … come si chiama lei è un insieme di cretinate sparate a ritmo di musica che invita a dimenarsi come tanti bovini al pascolo. Nonostante tutto, però, la gente si diverte e ci si mette anche d’impegno! Siccome si ha la malsana tendenza a voler coinvolgere tutti, mi sono messa sotto un tavolo per evitare che mi trascinassero in pista. Sulle prime pensavo di essere la sola a trovare la cosa ridicola poi, però, mi sono accorta che anche i miei compagni di viaggio usano modi fantasiosi per evitare il pubblico supplizio: fatta eccezione per Denzel, Marlene e Yuffie (le ultime due sono anche piuttosto brave, mannaggia a loro!), gli uomini riescono a svignarsela al ritmo delle stesse canzoni da cui scappano. Cid ha imparato improvvisamente a pescare e a Cloud è venuta la stessa passione, Barret è capace di nuotare per ore intere mentre Vincent … beh, all’inizio non capivo dove sparisse, poi ho notato lo scintillio dei suoi occhi rossi tra gli interstizi della cabina e ho pensato di nascondermi insieme a lui.
La risposta che ho ottenuto?
“Va’ e impara anche tu!”.
Sono rimasta di stucco e non vorrei che la principessa di Wutai ci abbia messo lo zampino …
- Shera, ma sei bravissima!- esclama Tifa mentre attraversa la pista con un vassoio colmo di bevande.
Shera?! Hanno convinto anche lei! La osservo dal mio nascondiglio e spalanco gli occhi, è bravissima davvero!!! Se la vedesse Cid …
Sembra si stiano divertendo, però, nonostante l’istruttore vada a destra e loro, puntualmente, vadano a sinistra.
Quella testa rosso fuoco è Reno? Che bravo anche lui!
Anche Sharona Shinra …
Mmm, chi sarà mai quella biondina che sta sgridando Reno? Indossa anche lei la divisa dei Turks …
Un’ombra mi distrae dalle mie attività e alzo la testa per vedere di chi si tratta.
- Ti sei nascosta qui … - il ghigno di Yuffie Kisaragi preannuncia solo una cosa.

Questo è il diario di Shelke Rui, credo che sarò molto ridicola ballando la danza keruba …

* Quella scritta in corsivo è una traduzione approssimativa di “Danza Kuduro”. Qualcuno storcerà il naso alle frequenti intromissioni della vita reale con quella di FFVII ma non riesco a farne a meno.
***

(Yuffie)
Pulizie
 
Io odio fare le pulizie. Le odio, le odio le odio!
E’ il mio turno e sto buttando l’anima appresso a questi mestieri da donnina di casa.
Sbuffo mentre asciugo il disastro che ho combinato. Due ore per cercare di capire come funziona la lavatrice e cosa faccio? Dimentico di sistemare correttamente il tubo di scarico nella vaschetta e allago la lavanderia!
- Non male- ha affermato Cid guardandomi scivolare tra la schiuma  - pensa che Strife ha impiegato anni prima di imparare a fare il bucato e a infilare il calzino nella lavatrice. La Lockheart adesso è molto più soddisfatta … - no so perché, ma mi è suonata come una porcata degna di lui.
Poso lo straccio nel secchio e prendo la cesta del bucato, esco in terrazzo, supero i fili su cui sono stati sistemati i  panni del mattino e comincio a stendere quelli del pomeriggio. Per non creare confusione gli indumenti appartenenti a una determinata persona vengono infilati in una federa e lavati all’interno di essa in modo da restituirli puliti e stirati al legittimo proprietario. Stamattina ho provveduto al lavaggio di quelli dei bambini, e di Barret, adesso mi tocca far asciugare quelli di non ho capito bene chi. La cesta è abbastanza pesante e faccio fatica ad arrivare ai fili liberi. Lego meglio la bandana sulla testa stile “campagnola disperata” e mi metto a lavoro. Il caldo a quest’ora è insopportabile e invidio i ragazzi che sono già in spiaggia. Se fossi più veloce con queste faccende domestiche sarei riuscita a raggiungerli ma non ci riesco. Mi chiedo come faccia Tifa a far quadrate le cose in casa, mandare avanti il bar ed essere sempre uno schianto a qualsiasi ora del giorno o della notte la si disturbi.
Pazientemente … mica tanto … sciolgo i nastri che tengono chiuse  le federe e comincio a stendere i panni.  Dopo aver riso dell’intimo infantile di Shelke e aver bestemmiato su quello malizioso di Tifa, tiro su dalla cesta un paio di slip da uomo.  Sarebbero un semplicissimo paio di mutande se non fosse per … Ma di chi sono? Prendo la federa e controllo il nome sull’etichetta.
Vincent Valentine.
A parte che non capisco perché abbia avvertito il bisogno di scrivere anche il cognome, ma se la misura di questo indumento intimo corrisponde esattamente a quella del suo corpo allora … Me lo rigiro tra le mani osservandolo un altro po’.
-Wow!- bisbiglio compiacendomi della scoperta e invidiando a morte Lucrecia e qualsiasi altra donna che abbia potuto mettere le mani su questo portento della natura.
Un’idea brillante mi balena per la testa.
E se …
Mi guardo intorno, controllo che non ci sia proprio nessuno, prendo il cellulare dalla tasca e … Click! La foto e bella e fatta!
- Yuffie, che diamine è successo in bagno? I miei calzini sono asciutti?-
La voce di quello zotico di Cloud mi giunge dall’interno della casa e per poco non mi fa cascare il cellulare di mano.
Cloud Strife, che cavolo devi fartene dei calzini in pieno agosto?
- E che diamine ne so io dei tuoi calzini, non sono mica tua moglie!- sbraito mentre faccio ciao-ciao con la manina agli slip di Vincent, prima di appenderli allo stendino.
***

(Tifa)
Pace?

Apro gli occhi lentamente e la luce che filtra dalle scure semichiuse mi suggerisce che  ormai è giunto il tardo pomeriggio. Mi stiracchio e mi tiro a sedere, ho ancora un fastidioso cerchio alla testa.
- Un altro turno di sera?- la voce di Cloud mi raggiunge da un angolo della stanza.
- Già- confermo un po’ titubante. Lo so che questa storia non gli piace affatto, però non mi va di dirgli che Rufus ha minacciato di non farci sposare se non fossi venuta qui. Non è mia abitudine avere segreti con lui, ma credo che sarebbe capace di ucciderlo se sapesse e a me non va di sposare un fuggitivo o, peggio ancora, un cadavere.
Vedo lo scintillio dei suoi occhi azzurri tra le ciglia abbassate. Mi dispiace che non si stia godendo la vacanza e che sia preoccupato per me, per noi.
Gattono al lato del letto dove si è seduto e lo abbraccio da dietro, incrociando le gambe intorno al suo corpo.
- Dove sono tutti?-
- In spiaggia- risponde lapidario.
- Tu perché non ci sei andato?-
- Non ne avevo voglia … - questo è il tono dell’uomo offeso.
Ok, vediamo se posso rimediare.
- E di cos’hai voglia?- gli bisbiglio nell’orecchio.
Scommetto che sta arrossendo, non riesco a vederlo per via della posizione e della penombra ma sento che le sue guance vanno in fiamme, lo so per certo.
Gli bacio le spalle lasciate scoperte dalla canotta e anche la nuca.
- Sai, Cloud Strife, non comincerò a lavorare prima delle dieci- prendo a mordicchiargli il lobo – non c’è nessuno in casa e io indosso solo la tua maglietta- passo al collo - che ne dici se te la restituissi?-
Sulle prime non cede, poi piano piano lo sento rilassarsi. Si volta verso di me e mi schiaccia contro il materasso.
- E va bene, Tifa Lockheart, anche questa volta hai vinto tu- si arrede.
Credo che stasera, a lavoro, sarò molto, molto più sorridente …
- C … Cloud?-
- Sì?- risponde con voce spezzata senza smettere di fare ciò che sta facendo.
- Sei bravo con i balli di gruppo-
E adesso perché mi morde?!?!
***

(Shera)
Sacrifici …


- Fermo! Sta’ buono, devo solo asciugarti un po’ le … - niente da fare, Noel è un cucciolo a cui il bagno non alletta. Chiamalo cucciolo, poi. E’ diventato un bestione esagerato da quando Cloud lo ha portato a casa! In genere se ne occupa Tifa ma adesso è un impegno troppo gravoso per lei, per cui facciamo a turno. Visto che il suo pelo si sta rovinando a causa della salsedine, ho pensato che un bagnetto potesse risolvere anche solo parzialmente il problema, però non vuol saperne. Il risultato è che è scappato via ancora non del tutto asciutto, mentre io sono fradicia.
- Che diavolo ti è successo?!-
Se Cid non la smette di apparire dal nulla e di farmi spaventare giuro che lo ammazzo.
- Ho fatto il bagnetto al cane- dico con ovvietà.
Mio marito mi osserva da capo a piedi e poi sposta lo sguardo su Noel che intanto è tornato stringendo in bocca una pallina.
-  Ne sei proprio sicura?-
Abbasso la testa su me stessa.
- Ed è un vero maiale questo cane, faceva prima a denudarti direttamente … -  dice un po’ seccato.
Beh, in effetti il mio top leggero a contatto con l’acqua non lascia praticamente niente all’immaginazione.
- Santi numi, non me ne sono neanche accorta. Sono tutta bagnata!-
Cid si guarda intorno, poi si avvicina più del dovuto e mi bisbiglia in un orecchio
- Che tu sia tutta bagnata non è un male, ci sono sempre io a porvi rimedio … -
- Come?-
- Sai, credo che tu abbia bisogno di una doccia-
Che cos…
- Cid!- il Capitano mi afferra per un polso e mi trascina dentro.
Che modi poco eleganti per sedurre una donna!
Arriviamo in bagno, apre l’acqua nel box-doccia ,mi sfila gli occhiali, comincia a togliere via i vestiti  e …
E va bene, sacrifichiamoci

* Non sia mai detto che Cid il Magnifico parla bene e razzola male!
***

(Red XIII)
Coppie

- E uno, due, tre e quattro … passo... passo, giro e giù, e su e destra e sinistra e uno, due tre e quattro … -
Sbadiglio dal fresco dell’ombrellone mentre l’istruttore di ballo cerca di far andare a tempo questa massa informe che di coordinazione motoria non capisce niente. Per fortuna non ho due zampe come questi tizi, altrimenti avrebbero costretto a sottoporsi a tale strazio anche me.
-Aia!- la voce di Reno mi giunge forte e chiara, si tiene un mano sulla guancia arrossata e guarda storto la sua collega.
- Che diavolo ti prende, Elena?- si lamenta .
- Se riprovi a palparmi il sedere giuro che ti crivello!- minaccia la bionda.
- Io palpare il sedere a te? Tu hai una fissa, bella mia, tromba che è meglio!-
Che bocca piena di rose questo Turk …
Elena spalanca le labbra e strabuzza gli occhi, poi si rende conto che il collega ha effettivamente detto ciò che le è giunto alle orecchie e si gira strillando.
- Maestro! Maestro! Pretendo di cambiare partner, non voglio assolutamente ballare con questo zotico!- incrocia le braccia e lo guarda storto.
- Di nuovo a litigare voi due?- si lamenta l’istruttore  - e va bene, fate cambio con la coppia numero due- dice con rassegnazione.
I diretti interessati si fermano e guardano i nuovi partner con un certo rammarico, mentre Reno scoppia a ridere. Yuffie Kisaragi, lascia a malincuore il suo compagno di danze (un uomo sulla quarantina molto mite), alza gli occhi al cielo sbuffando, si avvicina al turk e parte con le raccomandazioni.
- Ti avviso, rosso, ho uno shuriken che fa bene il suo lavoro: fai lo scemo e ti ritroverai senza tutte e cinque le estremità, chiaro?-
Reno annuisce con un ghigno e cominciano a ballare.
Cinque estremità? Per fortuna  la principessa di Wutai è pulita, non tanto nel pensiero, quanto nelle parole. Nonostante passi  molto tempo con Cid non sembra averne subito l’influenza verbale.
- Ah, ricorda anche che, nel caso non dovesse tagliare, il mio shuriken può essere tranquillamente infilato anche nel c … -
Mi giro dall’altra parte, ho cantato vittoria troppo presto.
Vago con lo sguardo per la spiaggia.
Vincent Valentine è ancora nascosto nella cabina, se non finisce la lezione di ballo non esce da lì; Cid è stato costretto da Shera a partecipare, quindi è da mezz’ora che le pesta i piedi e inveisce contro il genere femminile; Barret e Shelke insieme hanno un che di grottesco ma pazienza; Marlene sta giocando con Cait Sith mentre Denzel è impegnato con quella ragazzina che ha conosciuto qui. Non so perché ma ho come l’impressione di assistere ogni giorno a una crisi coniugale …
Sbadiglio, mi stiracchio  e quando penso di fare un bagno c’è qualcosa che attira la mia attenzione sotto l’ombrellone della signorina Sharona.

Quella che vedo volteggiare sotto il lettino è una coda felina con la fiammella?
***

( Vincent)

I pomeriggi in spiaggia trascorrono sempre pigramente tra una nuotata e una lettura rilassante. Di tanto in tanto alzo gli occhi verso la pista dove qualche amico sta prendendo lezioni di ballo. Sorrido sotto i baffi mentre osservo Shelke che cerca di non farsi maciullare i metatarsi da un Denzel non proprio contento di doverle fare da cavaliere.
Gli unici scampati alla follia della danza sono Cait Sith, che a breve cederà alla tentazione di provare, Red XIII per ovvi motivi, Barret e Cid. Per quest’ultimo sono convinto che prima o poi Shera esprimerà la sua opinione a riguardo, per poi passare all’azione. Nel mentre, però, li ascolto mentre cercano di sfuggire alla tortura ,adducendo come scusa la volontà di voler approfondire l’amicizia con quella che abbiamo scoperto essere l’accompagnatrice di Sharona ShinRa, la signorina Pink XX* .
- Non sapevo che Hojo avesse prodotto altre creature della specie di Red … -  ammette Barret .
- Signorina Pink, lei non balla? – miagola Cait, nella speranza di trovare qualcuno con cui calcare la pista.
Il grande felino scuote la testa con un movimento grazioso .
-Nutro una profonda idiosincrasia per certe cose, preferisco le attività intellettuali – risponde in tono garbato.
- Che fa? – bisbiglia Barret a Cid ,tirando un po’ su col naso.
- Le stanno sul cazzo – risponde il Capitano bevendo una sorsata di birra ghiacciata.
Mi chiedo che razza di mostri avrebbe potuto ricavare da loro Hojo se avesse provato a farne cavie da laboratorio …

* Pink XX è un felide di mia invenzione.
***

(Yuffie)
Me too!

Camminiamo sotto il sole rovente per raggiungere la nostra casa. Ho le mani ingombrate da sacchetti della spesa ricolmi e le braccia mi si stanno allungando fino a toccare terra. Accanto a me Red XIII conversa amabilmente con  Pink XX, un essere della sua stessa razza che abbiamo scoperto essere amica datata di Sharona Shinra. Mi meraviglia che un animale colto e garbato come lei possa essere così in confidenza con quella smidollata, però mi hanno fatto notare che anche il nostro compagno a quattro zampe non frequenta il fior fiore della comunità intellettuale e che non avevo il diritto di fare simili osservazioni. E’ vero che soggetti come Barret, Cloud e Cid non hanno molto di normale e culturalmente stimolante, però detta da Reno non è che questa cosa sia chissà quanto credibile.
Giunti a destinazione entriamo in casa, poggio le buste sul pavimento dell’ingresso e mi dirigo in cucina per offrire qualcosa da bere alla nostra ospite. Se ci fosse stata Shera probabilmente avrebbe preparato dell’ottimo thè, ma credo che dovrà accontentarsi di qualche bevanda confezionata per questa volta, perché la moglie del Capitano è rimasta in spiaggia a far compagnia ai bambini e a Cait Sith.
Lungo il tragitto dall’ingresso alla cucina, però, mi rendo conto che delle voci maschili provengono dal soggiorno la cui porta è appannata.
-Oh, no! Ma come cazzo fai a vincere ogni volta!- la voce di Barret protesta, mentre batte il pugno buono sul tavolo.
- Mi hai rotto tre quarti di cazzo, Valentine - si lamenta Cid.
Silenziosamente metto la testa dentro per capire cosa stia succedendo.
- Non dirlo a Shera, potrebbe restarci molto male- lo schernisce Cloud.
- Zitto tu! Il mio picchio perforerebbe il legno anche solo con mezzo becco, non si può dire lo stesso di te, signorina Strife … -
Il centauro non risponde ma il suo respiro sembra irrequieto.
Siccome i miei occhi sono ancora infastiditi dal sole e non si sono ancora abituati alla luce dell’interno, ci impiego un po’ per mettere a fuoco quella che credo sia la scena più raccapricciante che io abbia mai visto.
Per fortuna che Red e Pink si sono fermati in veranda!
Seduti attorno al tavolo Cid, Barret, Cloud e Vincent stanno giocando a carte. Non ci sarebbe nulla di male in questo se non fosse per un piccolo particolare, anzi, per numerosi piccoli particolari che rendono grottesco ciò che sto osservando …  Barret è senza maglietta e indossa due reggiseni che, viste le dimensioni, possono essere solo di Tifa, di uno ha le bretelle infilate nelle braccia, come se lo stesse effettivamente indossandolo, mentre l’altro ce lo ha in testa a mo’ di cappellino; Cloud ha spalmato sulle labbra un rossetto rosso intenso e ha i capelli raccolti in due codine, fermate da fiocchetti presumibilmente di Marlene; Cid …  Beh, il Capitano indossa unicamente un paio di boxer e la bandana in testa .
- Porca … - inveisce Cloud, mentre Vincent abbassa le sue carte vincenti. Barret scoppia a ridere e gli passa un cerchietto con sopra un fiore esotico.
In effetti l’unico tranquillo e dall’aspetto normale è proprio Vincent , con addosso gli indumenti estivi e avvolto nel  solito mantello.
- Se Shera arrivasse e mi trovasse nudo apprezzerebbe. Se Tifa tornasse prima dal suo turno di lavoro cosa penserebbe di te?- lo schernisce Cid.
Dopo un’altra mano l’ex Turk gli lancia un’occhiata e gli mostra le carte.
- Vampiro di merda! Mako - dipendente del cazzo! Hojo avrebbe dovuto impalarti e lasciarti inculato per trent’anni invece di metterti a nanna in una bara! – e si toglie con stizza la bandana.
Faccio irruzione, è più forte di me.
- Ma che state combinando voi quattro?!?- non ce la faccio più a farmi i fatti miei, ecco.
- Cose da uomini- risponde lapidario Cloud, senza neanche alzare la testa dalle carte.
- ah, ah, lo vedo … - gli dico squadrandolo da capo a piedi.
Dolce Madre, solo adesso mi accorgo che indossa una gonna!
- E da quando frugare nel mio armadio è una cosa da uomini?- che diamine, di tanti indumenti proprio quello doveva prendere?Come ha fatto a farsela entrare???
- Chiedilo a Cid!-
Perché me l’ero immaginato?
- Sai, signorina Strife, nonostante le tue cosce storte e pelose sei un bel bocconcino. Quasi quasi chiamo Rufus e gli propongo di metterti dietro al bancone al posto della tua bella- il Capitano rischia di brutto …
-Possiamo proporgli anche di mettere te sul cubo a fare lo spogliarello, oggi stai dando il meglio di te- gli fa notare l’ex SOLDIER.
Sbuffo sonoramente, questi sono mezzi matti …
- Qualcuno vuole essere così gentile da spiegarmi a cosa dobbiamo questa caduta di stile?-
- E’ una sfida – mi spiega Barret – Chi perde le varie partite si ridicolizza, chi perde di più alla fine lava i piatti per una settimana -
E queste secondo loro sarebbero cose da uomini?!?
Un momento, questo significa che …
- … Vincent non ne ha persa neanche una!- finisco il mio pensiero ad alta voce.
Il diretto interessato mi lancia un’occhiata di traverso alzando un sopracciglio quasi a voler dire “Avevi qualche dubbio?”.
Cose da uomini …
-Ok, neanche io ho voglia di lavare i piatti – protesto.
Afferro una sedia e mi aggiungo a loro.
Mi guardano male, come se una donna non sia capace di giocare a carte a prescindere. Non possono neanche immaginare che, oltre ad essere una ladra eccezionale, sono anche un baro provetto.
Guardo Vincent e so già come potrebbe andare a finire.

Nudo! Nudo! Nudo! Nudo! Nudo!
***

(Shelke)
Perché?!?

Questo è il diario di Shelke Rui e sono arrabbiatissima! Cosa ci faceva Vincent senza maglia seduto al tavolo in soggiorno con gli uomini e Yuffie Kisaragi????? E perché lei aveva delle mutande di Barret sulla testa?  Per non parlare di Cid, era avvolto nella tenda e credo non avesse vestiti! Il papone di Marlene si era messo addosso praticamente tutto l’intimo di Tifa, mentre Cloud … Beh, se non fosse stata una scena grottesca potrei ammettere che era addirittura grazioso.
E poi Vincent mi ha detto che avevamo esagerato quando abbiamo fatto cose da ragazze …
Questo è il diario di Shelke Rui e il sole fa molto, molto male ai neuroni degli esseri umani.
***

(Marlene)
Bad boy!

Tifa mi aveva assicurato che qui in estate non piove mai, però stamattina siamo scesi in spiaggia ma siamo dovuti tornare a casa perché sono arrivati dei nuvoloni nerissimi. Adesso sta diluviando e siamo tutti in soggiorno ad annoiarci. Anzi, io sono l’unica che si annoia, sono tutti occupati a fare qualcosa. Ad un certo punto il cielo si illumina e il boato del tuono fa tremare i vetri.
Avrà avuto tanta paura …
Mi volto verso Denzel e lo vedo seduto sul divano mentre gioca con i videogames con Clara.
Mi avvicino svelta a loro e tendo la mano.
- Den … -
Un altro tuono copre la mia voce.
- Denzel, mi dai la mano? Ho tanta paura dei temporali!  - piagnucola Clara.
La faccia di mio fratello è un po’ pallida e quando lei gli chiede questa cosa, lui non se lo fa ripetere due volte e le sue dita si stringono intorno a quelle della sua nuova amica.
Mi mordo le labbra e scappo via, sotto il mantello di Vincent. Clara ha paura di Vin, non si avvicina mai a lui. Che cosa stupida!
- Marly, perché piangi? Hai paura dei tuoni? - mi chiede Shera.
- Io … io … -cerco di dire singhiozzando.
Io non giocherò mai più insieme a mio fratello, è cattivo!
***

Desideri
(Denzel)

- E appena ne vedi una cadere devi esprimere un desiderio, capito?-
Annuisco alla spiegazione di Tifa.
- Però mi raccomando, non dire a nessuno cosa desideri , altrimenti non si avvererà !-  mi fa l’occhiolino e mi lascia solo in terrazzo.
In casa c’è molto silenzio stasera. Barret e Red hanno giurato di guardare le stelle cadenti con noi ma dopo cena si sono addormentati come due sassi, Cid e Shera sono andati in spiaggia a guardarle, Shelke è chiusa in bagno molto, molto arrabbiata perché Vincent si è fatto prestare la moto da Cloud ed è andato con Yuffie a fare un giro, di tanto in tanto sento che sbraita qualcosa contro Cait Sith che la prende in giro. Sono sicuro che il nostro amico tornerà presto per  far fare un giro anche a lei, ma non sembra calmarsi. Boh, chi la capisce è bravo! Chissà se un giorno anche io guiderò la Fenrir … Chi potrei portarci? Magari Tifa, visto che le piace tanto, oppure Marlene,perché  piace tanto anche a lei. A dire il vero è da giorni che è strana, non mi parla più. Non lo so cos’ho fatto, forse non le piace stare qui e si arrabbia perché invece a me piace.
A proposito, non la vedo in giro.
Entro in casa e supero la porta del bagno da cui esce la voce lamentosa di Cait che a tratti ridacchia e a tratti protesta se Shelke gli lancia dietro qualche oggetto. Scendo al piano di sotto, ma cucina e soggiorno sono deserti. Mi affaccio in veranda dove Tifa e Cloud sono seduti sul dondolo, hanno le mani intrecciate e il naso puntato verso il cielo. Mamma mia, quando sono soli stanno sempre incollati e neanche se ne accorgono che siamo in estate e fa caldo anche la sera …
Comunque di mia sorella non c’è traccia.
Mi gratto la nuca e deciso di controllare meglio nelle stanze, ma dopo un giro accurato non la trovo. Non c’è neanche nei bagni o fuori ai balconi, sembra scomparsa! Se fosse andata con Cid e Shera avrebbe avvertito, Tifa si raccomanda tanto di dire sempre quando e con chi usciamo ( pena: murati vivi in casa fino a quando i nostri vestiti non saranno passati di moda, o almeno così dice sempre).
Mi metto le mani in testa e mi scompiglio i capelli, che fine avrà fatto? Alzo gli occhi verso il soffitto e solo adesso noto una botola semiaperta. Non sapevo ci fosse un sottotetto, non l’avevo mai notato prima. Mi guardo in giro sperando di trovare il bastone adatto per aprirlo e mi accorgo che è nascosto dietro una pianta. Appena apro la botola una scala scivola lentamente giù .
Questo posto è fantastico! Chissà quanti giochi si possono fare senza che nessuno se ne accorga … In pratica è un’altra stanza da letto e non è sporca e polverosa come una vecchia soffitta. Gironzolo un po’ quando ad un tratto sento un singhiozzo.
Proveniva dall’armadio a muro?
Mi avvicino sospettoso con la consapevolezza che, nel caso ci fosse un assassino, un ladro o un alieno, nessuno si accorgerebbe di nulla anche se urlassi. Ma non è il momento di cedere alla paura, devo ancora scendere di sotto a cercare Marlene, quindi afferro la maniglia con le mani che un po’ mi tremano e spalanco le ante.
Raggomitolata in un angolino, mia sorella ha la testa appoggiata alle ginocchia portate al petto e piange.
- Marlene?!?- è tutto ciò che riesco a dire, ammutolito dalla sorpresa.
Quando sente la mia voce si solleva un po’ e gli occhi sono pieni di lacrime.
- Cos’è successo? Perché sei nascosta qui dentro? Ti sto cercando da un’ora !E poi perché piangi?-
Lei riabbassa il capo e continua a lacrimare come una fontana.
Sbuffo e mi siedo accanto a lei .
-E’ da giorni che ti comporti in modo strano, non vuoi dirmi cos’hai ? -
Scuote la testa.
Di bene in meglio …
- Vuoi che chiami Tifa?-
Un no con un movimento più deciso della testa.
- Allora perché non scendiamo, ci prendiamo una coppetta di gelato e non andiamo a guardare le stelle?-
Sembra trattenere il respiro per un attimo e si decise a guardarmi in faccia.
E’… i suoi occhi … perché ha un’espressione spaventata?
- Così mi fai preoccupare … -
- Lo dirai a Tifa?- mi chiede singhiozzando.
Dirle cosa?
Scuoto la testa.
- E neanche a papà?-
Annuisco, neanche a Barret.
- Prometti che non lo dirai neanche a Cloud!-
- Insomma, Marlene, che hai combinato di così grave?-
- Io … ho … Paura-
Paura? Marlene che ha paura di qualcosa?Nah, non è possibile!
- Pesavo che tu non avessi paura di niente, sai raccontare anche le storie dell’orrore, non ti spaventano i temporali, le cavallette ti fanno solo un po’ schifo e non temi neanche i cani. Cosa ti spaventa?-
Continuo a credere che mi stia prendendo in giro.
- Quando ero piccola avevo tre paure-
Quando era piccola? Ma più piccola di così significa che sta parlando di quand’è nata …
- Avevo tanta paura di Cloud. Una volta è entrato nel bar e io gli sono corsa incontro credendo fosse il mio papone. L’ho anche chiamato “papà”! Quando ho visto che non era lui mi sono vergognata tanto e sono corsa dietro a Tifa. Mi spaventava quel ragazzo che non sorrideva mai … -
- Sì, ma adesso ti è passata, vero?-
Annuisce.
- Sì, adesso voglio bene a Cloud -
- E le altre due cose cosa sono?-
- Una non te la dirò mai, neanche in punto di morte- lo dice così decisa che comincio a riconoscerla finalmente.
- L’altra invece … -
Inclino un po’ la testa, cosa può esserci di tanto spaventoso da ridurla così?
- Io … non voglio vedere le stelle cadenti!- strilla e ricomincia a singhiozzare.
Cosa c’entrano le stelle cadenti con la sua paura? Com’è difficile capirla a volte.
- Marlene, credo di non aver capito- ammetto molto confuso.
- Mi fanno … mi fanno … -
Paura?
- Perché?-
Mi fissa come se avessi fatto una domanda stupida.
- Perché cadono!-
Ma non cadono davvero, Tifa mi ha spiegato come funzionano e …
Cadono …
Forse comincio a capire.
- Ti ricordano qualcosa di brutto, vero?-
Annuisce fissando il pavimento.
- Meteor- bisbiglio piano.
Annuisce di nuovo.
- E’ più forte di me!-
Le metto un braccio intorno alle spalle, non immaginavo che quell’esperienza l’abbia segnata in questo modo.
- Vedi, Marly, anche Meteor era un desiderio, però era stato espresso da una persona cattiva. Cloud, Tifa, Barret e gli altri l’hanno mandata via, quindi quelle che cadono adesso  sono i desideri delle persone buone e quelli non possono far male a nessuno-
Poggio la testa sulla sua, ancora china sulle ginocchia.
- No dirò a nessuno di questa cosa, lo giuro, però adesso vieni fuori con me e facciamo a gara a chi vede più stelle cadenti, a chi esprime più desideri belli, vuoi?-
Solleva il capo, tira su col naso e annuisce. Le prendo la mano e l’aiuto ad alzarsi, usciamo dall’armadio e dalle finestre della soffitta il cielo si vede benissimo.
- Eccone una!- dico allegro.
Sento la sua presa farsi un po’ più salda e la vedo indietreggiare un po’, come se cercasse di evitare l’impatto che la stella potrebbe provocare cadendo.
- L’ho vista prima io, quindi il primo punto va a me- sorrido.
Lei mi guarda ancora un po’ spaventata.
- E cos’hai desiderato?- domanda con una vocina bassa.
- Ehm, non posso dirtelo, altrimenti non si avvera più, però ti giuro che era molto bello!-
Annuisce e raddrizza le spalle.
- Adesso ne vedo una anche io e il mio desiderio sarà spettacoloso!-
“ Spettacoloso”? Che parola è?
Scoppio a ridere e lei mi regala un sorriso.
Stellina, fa che a Marly passi per sempre questa paura …
***

(Tifa)
Desideri


L’aria è piacevolmente fresca, almeno stasera. Siamo in veranda, io e Cloud, seduti sul dondolo e con le luci spente. Le cicale friniscono nei cespugli del giardino, l’eco del mare fa da sottofondo e tutto sembra talmente tranquillo da non sembrare vero. La mia testa trova riposo nella curva del collo di Cloud, mentre con il piede spinge un po’ l’altalena che gli risponde con un debole rumore di molle. Credo che da quando siamo arrivati questo sia uno dei pochi momenti di relax che siamo riusciti a concederci. Lo spio con la coda dell’occhio, mentre fissa il cielo con sguardo un po’ assente.
- Un gil per i tuoi pensieri, Cloud Strife-
- Perché, vuoi dire che non li conosci già?- mi risponde laconicamente.
Mi volto totalmente verso di lui, sollevandomi un po’.
- Dai, dammi un indizio!-
Scuote la testa ed esita per un istante.
- Sto pensando a una persona- ammette.
- Stai pensando a una persona- ripeto meccanicamente.
Pensa a una persona …
- Maschio o femmina?- domando con impeto.
Le sue labbra si increspano lievemente, segno che la situazione comincia a divertirlo.
- Femmina-
 La cosa mi allarma un po’.
-Sto pensando alla mia prima ragazza … - specifica lasciandomi esterrefatta.
Chi sarebbe la sua prima ragazza? Aerith è sicuramente stato il suo primo amore, però non sono mai stati insieme, dopo di lei in ordine cronologico ci sono io, quindi di chi sta parlando?Che abbia avuto una storia durante il periodo in cui era soldato? Un flirt con qualche dipendente della Shinra prima che tornasse a Nibelheim? Un’avventura nel periodo in cui ha lasciato casa dopo la morte di Sephiroth?
Adesso l’espressione sul suo viso è decisamente divertita.
- Oh, Tifa Lockheart, allora non è vero che mi conosci come le tue tasche … - mi canzona.
- Sai che potrei essere gelosa?- mi scappa da bocca.
- Lo sai che ci speravo? Almeno adesso siamo più o meno alla pari- risponde, facendo una chiara allusione al fatto che proprio non gli è andata giù la questione di Rufus Shirna e che io lavori nel suo bar.
- Mi devi ancora un sacco di spiegazioni- incrocia le braccia con fare distaccato.
- Beh, se è per questo adesso me ne devi un sacco anche tu-
Mi adombro un po’, chi diavolo è la donna di cui parla?
- Aspetta che la mia prima ragazza torni tranquilla in garage e stai pur certa che, una volta al piano di sopra, ti estorcerò le informazioni che cerco ad ogni costo, tanto non devi lavorare prima di domani pomeriggio, abbiamo un sacco di tempo … -
A parte il fatto che da questa frase si evince ancora una volta l’influenza che ha avuto su di lui l’amicizia con Zack, se la ragazza di cui parla deve tornare in garage allora …
- Sei in pensiero per la tua Fenrir!!!- solo lui poteva parlare in questo modo di una moto.
La sua espressione si fa seria.
- Ma dai, Vincent sa guidarla benissimo, in fin dei conti è un ex-turk -
- Non è di lui che mi preoccupo … - ammette.
- Credi che possa farla guidare a Yuffie?-
Stringe un po’ le labbra.
Scoppio a ridere e lo abbraccio forte, dovrei essere seriamente gelosa!
- Io credo che non ci sia minimamente pericolo, si saranno fermati a guardare le stelle da qualche parte-
E’ una situazione romantica, la principessa di Wutai non si farà di certo sfuggire l’occasione.
-  Appena tornano andiamo di sopra? Mettiamo a letto i bambini e … Devo ancora obbligarti a dirmi cosa ci facciamo qui- mi bisbiglia nell’orecchio.
Annuisco e ridacchio, in fin dei conti non ho bisogno delle stelle cadenti, il mio desiderio si è già avverato per metà, è sul mio anulare sinistro, mentre l’altra parte mi aspetta a settembre …
***
Desideri
(Yuffie)

- Oh, Santissimi Dei, sto guidando!-
La Fenrir avanza a passo di lumaca, tenuta in equilibrio più dai piedi di Vincent che dal movimento delle ruote. Vedere Cloud in sella è una routine quotidiana per chiunque  abbia un po’ a che fare con lui, anzi, credevo gliel’avessero incollata a quelle belle chiappe sode che ho avuto il privilegio di ammirare,però non avevo mai visto il signor Valentine guidarla.  Devo dire che l’esperienza è stata bellissima, è molto abile e ho avuto l’opportunità di conoscere ancora più da vicino la sua schiena, visto che non sembra avere l’abitudine di andare piano. E non indossa neanche il mantello, quindi a separarci c’erano meno strati!
- Non mi assumo nessuna responsabilità con Cloud, sappilo- borbotta l’ex-turk alle mie spalle.
- Taci, se non vuoi che acceleri!-
Trattiene il fiato. Eh, eh, lo sa che ne sarei tranquillamente capace …
Siccome sono una persona forte, ma non abbastanza da riuscire a governare questo mostro su due ruote, le sue mani corrono in mio aiuto e afferrano il manubrio poggiandosi sulle mie.
Le mani di Vincent …
Uno scossone mi fa sobbalzare.
- Hai beccato l’unica buca su una strada totalmente asfaltata- mi informa in tono neutro.
- Beh, forse è meglio che guidi tu, io ne ho già abbastanza- ammetto sbuffando. E poi sta diventando imbarazzante averlo dietro senza poterne approfittare in nessun modo.
Scendo dalla moto e lui mette il cavalletto.
Il mare è calmo, la serata tranquillissima e l’aria è salmastra.
Alzo gli occhi e un bagliore bianco attraversa velocemente il cielo.
- Una stella cadente!- esclamo tutta eccitata.
Vincent solleva lo sguardo ma non dice niente. Beh, mi meraviglierei del contrario …
Cosa potrei desiderare?
L’uomo al mio fianco abbassa gli occhi sul pavimento. Chissà a cosa sta pensando?
Stellina, mi piacerebbe conoscere un po’ più di lui che non siamo le storie che ho già sentito raccontare mille volte.
 Ad esempio, ha guardato altre volte le stelle cadere? Era da solo? E cosa faceva prima di entrare nei turk? Com’era la sua vita prima di incontrare Lucrecia?
Tutte domande di cui non conoscerò mai le risposte, tanto lui non parla neanche sotto tortura.
Guardo la Fenrir, così possente, ma allo stesso tempo docile con chi sa come prenderla. Somiglia molto al suo padrone …
- Hai imparato a guidare la moto mentre eri nei Turk?- gli domando un po’ distrattamente.
Scuote la testa in senso di diniego, mentre i suoi capelli assecondano il movimento e i miei occhi diventano a cuoricino.
- Me lo ha insegnato mio padre, prima di lavorare per la compagnia-
Mi ha risposto?!?
Un pezzetto di passato. Vincent mi ha regalato un pezzetto della sua vita che non è stato costretto a smascherare durante la guerra contro i Deepground …
E’ il mio cuore quello che galoppa nel mio petto e che minaccia di uscirmi dalla trachea?
Mi sto innamorando?
Sarebbe una tragedia, quest’uomo non mi amerebbe mai, neanche se fossi l’ultima donna sulla faccia del Pianeta, però il fatto che abbia condiviso un ricordo con me mi rende estremamente felice.
 Oh, grazie stella, grazie per aver esaudito il mio desiderio!
Gli mostro un sorriso che mi va da un orecchio all’altro.
- Dai, Vinny, torniamo a casa, andiamo a prendere Shelke -
***
Desideri
( Cid)

Ma dico io, solo perché quei due devono starsene in pace a casa, devono fracassare gli attributi a me? Non potevano semplicemente salirsene in camera e darci dentro?
Sbuffo cercando di togliere quell’accidenti di no so cosa che mi sta schiacciando una vertebra. Ci mancavano solo i sassi sotto il pelo della sabbia …
- Oh. Cid, è così bella la spiaggia di sera, dovremmo venirci più spesso- la voce di Shera è pericolosamente melliflua.
Puoi scordartelo!
- Non immaginavo che il cielo si potesse vedere così bene-
Mugugno qualcosa giusto per fingere di prestarle attenzione.
Una stella attraversa il cielo e poi scompare.
- Una stella cadente! Dai, esprimi un desiderio, così si avvererà-
Ma perché deve essere tanto infantile a volte?
- Le stelle sono i miei sogni- le rispondo, incrociando le braccia dietro al nuca.
Il cielo, le stelle, lo spazio, l’infinito, la tranquillità e il silenzio di cui sono impregnati …
Shera sorride e si gira per tre quarti su di me.   Mi arriva all’altezza del viso e mi toglie dalla fronte gli occhiali da pilota.
- Allora esprimerò io un desiderio al posto tuo. Vediamo …  vorrei … -
… Una stella tutta per noi!
 E cala sulla mia bocca.
Ecco come trarre il massimo da una situazione negativa.
Sesso sulla sabbia, è una cosa che non sopporto.
Cloud Strife, prega per il tuo bene che ne sia valsa la pena …
***
Desideri
( Shelke)

Mi sciacquo il viso con rabbia, perché la mia faccia è orrendamente stravolta.
Perché Vincent ha portato Yuffie a fare un giro in moto? Perché non ha portato me? Non mi ha detto niente, mi sono affacciata quando ho sentito il rombo del motore e ho visto che sulla Fenrir non c’era Cloud ma lui. Dove saranno andati?Ormai sono via da tanto.
Non riesco a trattenere le lacrime …
- In questa serata ci sono più lacrime che stelle cadenti- la voce di Cait Sith mi fa trasalire. Quando è entrato?
Lo ignoro e mi siedo sul bordo della vasca.
- Anche Marlene è corsa via piangendo, cosa avete tutti?Siamo in vacanza, non a un funerale!-
- La pianti!- strillo furiosa.
- Tu sei particolarmente nervosa, ma non dovresti, perché Vincent può decidere di andare in moto con chi vuole-
Respiro profondamente per non staccargli la testa a furia di spazzolate.
Il mio diario è riverso sul pavimento, non riesco neanche a prenderlo per scrivere della mia rabbia e della mia delusione.
- E’ tutta colpa di quella stupida- mugugno.
- Yuffie Kisaragi ha una voce insopportabile, però non è cattiva – riflette il gattaccio.
- Non ti metterai a difenderla adesso?- anche perché non lo sopporterei.
- Dico solo che stai facendo di una sciocchezza un dramma. Vincent non è un tuo oggetto personale, è una persona e se tu gli vuoi bene ti devi munire di pazienza, proprio come fa Yuffie-
Metto su il broncio, quella avrebbe pazienza?
- Scommetto che la principessa ha chiesto la moto a Cloud per lasciarlo un po’ solo con Tifa, e non per uscire con Vincent, anche perché lui non sembra interessato a lei in quel senso-
E perché mai Vincent dovrebbe provare interesse per lei?
Tiro su con naso e guardo fuori dalla finestra senza lasciare il mio bizzarro trono.
Una luce veloce attraversa il cielo. Una stella cadente …
Vorrei tanto che Vince fosse qui!
- Non essere troppo dura con Yuffie, è un tale rompiscatole ma non è cattiva-
Annuisco poco convinta.
Un rumore di vetri attira la mia attenzione, c’è qualcuno che butta sassi alla finestra.
Mi avvicino, apro l’imposta e trattengo il fiato. Al piano di sotto Yuffie si sbraccia come un’ossessa, mentre Vincent guarda nella mia direzione ancora seduto in sella.
- Dai, vieni giù, qui c’è posto per tutte e due!- sbraita la ninja.
Sorrido, potrei sempre buttarla giù dalla moto in corsa …
Prima di scendere, però ,devo fare una cosa.

Questo è il diario di Shelke Rui, a volte i sogni di avverano.
***

(Denzel)
Il Cappello

Cloud dice sempre che bisogna tenersi alla larga dai Turks e che Reno è uno di quelli a cui bisogna stare più attenti, perché è imprevedibile. E’ vero che a volte fa cose strane, però a guardarlo così non si direbbe tanto pericoloso.
Quando non lavora per il signor Presidente, lui e i suoi amici passato del tempo in spiaggia insieme alla gente del lido e si divertono.  Elena, la ragazza bionda che è con loro è sempre un po’ nervosa, mentre Rude non parla mai, però nuota tanto ed è bravissimo al beach volley. Reno, invece … beh, fa cose strane! Non lo dico mai a Cloud per paura di deluderlo, però a volte mi diverto un sacco a guardarlo mentre inventa mille modi diversi per punzecchiare la gente, oppure per passare il tempo senza annoiarsi. Ad esempio, adesso sta scavando una buca non tanto profonda nel terreno con una paletta . Cosa dovrà combinare?
Mi guardo intorno per non essere scoperto mentre lo spio. Vincent legge, Shelke scrive sul suo diario, Cait Sith è seduto sulle sue ginocchia e gioca con un videogames,Tifa è a casa con Cloud (stanno sempre tanto appiccicati quando lei non lavora), Cid sta cercando di insegnare a Barret a pescare, Shera sonnecchia sulla sdraio e Red parla di filosofia con Pink XX. Clara è andata a cambiarsi il costume bagnato in cabina e Marlene è poco distante da me in riva al mare, sta giocando con setaccino e rastrello, però di tanto in tanto alza la testa e guarda il turk. Deve essere curiosa anche lei di vedere cosa si è inventato oggi …
Una volta terminata la buca, Reno ci si stende dentro, fischia e Rude arriva, afferra la sua paletta e gli seppellisce tutto il corpo, fatta eccezione per la testa. Prende un cappello a tesa larga e glielo piazza sulla faccia, così dell’amico non si vede più nulla, neanche un ciuffo di capelli rosso fuoco.
Mi gratto la nuca e guardo in direzione di mia sorella, che avrà in mente di fare? Marlene ricambia il mio sguardo e alza le spalle con un sorrisetto divertito, da Reno ci si può aspettare di tutto...
Dopo un po’ la gente che non ha badato a lui comincia a passeggiare sulla spiaggia tranquilla e spensierata, ma non appena passa nei dintorni del cappello abbandonato, una voce stridula comincia a farsi sentire.
- Aiaaaaaaaaaaaaa, che dolore!!!! – urla Reno, mentre i passanti si spaventano e si guardano intorno spaesati.
Una signora, in particolare, passa con un barboncino al guinzaglio e subito il turk comincia con la sua sceneggiata.
- Hey, signora, stia attenta a non far fare la pipì al cagnolino proprio qui, sono un cappello molto pulito!-
La donna si guarda intorno, come colta di sorpresa mentre ruba la marmellata e il cane comincia ad abbaiare al cappello.
- Sciò, pussa via!- dice offeso il turk.
Cid e Barret lasciano la loro postazione e si avvicinano al lido per prendere qualcosa di fresco da bere, ma appena raggiungono la zona X si sente un fischio.
- Wow, ma che bei maschioni!- il rosso imita la voce di una ragazza e i due uomini si guardano intorno disgustati.
Non ce la faccio più, mi piego in due e comincio a ridere come un matto, subito imitato da Marlene. Rude, da dietro gli occhiali da sole, lancia sassolini verso l’amico che protesta.
- Rude, ma cosa fai, sono un cappello da salotto, io!-
Scuoto la testa, il caldo fa questo effetto?
All’improvviso la situazione precipita. Clara esce dalla cabina dopo mezz’ora (ma quanto ci mettono le femmine per cambiarsi un costumino?!?) e mi vede, mi sorride e decide di raggiungermi. Cammina velocemente e non si accorge del cappello lasciato lì, in un luogo piuttosto insolito.
Non appena raggiunge il corpo nascosto dalla sabbia, Reno inizia il suo scherzo.
- Ciao, signorina, sono un cappello abbandonato!-
Clara si ferma e cerca di capire da dove arrivi la voce.
- Guarda in basso, sono qui-
si volta verso il copricapo inorridita
- Se vuoi puoi portarmi a casa con te-
E invece di rispondere cosa fa? Scoppia a piangere!
Mi metto la mano davanti alla bocca, Tifa dice che non è carino ridere della paura delle altre persone, ma la scena è troppo comica.
Clara quando piange è assurda, riesce a strillare in modo pazzesco, Cid dice che attiva gli ultrasoni. Non so bene cosa siano, però ci credo!
Risultato: mezzo lido si gira verso di lei che è in preda a una crisi isterica.
Scuoto la testa, Marlene non lo avrebbe mai fatto. Mi volto verso mia sorella e la trovo con gli occhi sgranati e la bocca aperta. E’ l’unica femmina veramente coraggiosa che io conosca dopo Tifa …
- Ma cosa succede qui?-
Ops, Reno è nei guai … Elena si avvicina con passo da guerra, alza il cappello e la faccia del suo collega appare con un sorrisone che invita al divertimento.
- Ciao, Elena, vuoi adottare un cappello abbandonato?-
- Razza di cretino!- e lo schiaffeggia.
- Hey, ma quello è il mio cappello!- strilla Sharona Shinra, molto, molto arrabbiata.
Entrambe cominciano a colpirlo con sonore sberle o lanciandogli gavettoni gelati, mentre il poveretto cerca di liberarsi dalla trappola di sabbia in cui si è fatto seppellire.
- Rude, cosa fai lì impalato? Non ridere, vieni a salvarmi!!!-

Rude stava ridendo?!?!?!?
***

(Tifa)
Gusti

- Prendi qualcosa?-
Elena sembra non accorgersi neanche che ho parlato. Seduta su uno sgabello accanto al bancone, il suo sguardo è puntato verso una direzione precisa.
Tseng non toglie mai la divisa da Turk, neanche quando scende in spiaggia. Tra i membri del suo gruppo è quello che prende il lavoro più seriamente, forse anche troppo e ho come l’impressione che ciò sia dovuto anche al desiderio di tenere la mente impegnata, più che a un reale eccesso di zelo.
Aerith ..
In questo siamo simili, io e lui, inseguiamo un sogno da una vita, l’unica differenza è che io posso ancora concretizzarlo, mentre il suo è svanito per sempre.
- Osso duro, vero?-
Elena si concentra su di me.
- Come dici?-
Il suo tono non è conciliante, ma abbastanza distaccato per poterlo definire minaccioso. Si addice poco a quel faccino da bambola che si ritrova, se sorridesse di più e si arrabbiasse di meno avrebbe una fila infinita di corteggiatori.
- Tseng. Non deve essere facile lavorare con una persona così ligia al dovere-
Lei scuote la testa.
- Affatto, io trovo che sia il capo perfetto: arriva sempre per primo, va via per ultimo, permette a chi lo segue di crescere ed è sempre impeccabile. E’ una grande fortuna e un immenso onore poter essere un suo sottoposto- spiega con convinzione.
- Non metto in dubbio che nel lavoro sia il numero uno, però … Insomma, sembra di quelle persone che timbrano il cartellino al mattino e dimenticano di avere la divisa una volta tornate a casa-
La bionda arriccia un po’ il naso.
- Insomma, è giovane e un po’ di sano divertimento non guasterebbe- ammetto.
Scuote la testa.
- Mio Dio, ci manca solo che il morbo di Reno si diffonda e infetti tutti quanti! Tseng nbon sarò mai un tale pagliaccio. Mai! -
Rabbrividisce.
-Sai, non dovresti essere così severa con lui. Ammetto che è bizzarro e stravagante, però è molto pieno di vita e questo è apprezzabile -
- E’ un idiota e non è neanche questo granchè- bofonchia.
Come se ci avesse ascoltato, il diretto interessato arriva dalla spiaggia completamente bagnato , saluta Tseng con la mano poco distante e si avvicina a noi.
- Yo, Tifa! Mi daresti due succhi d’ananas?-
Sorrido e annuisco affaccendandomi dietro il bancone.
- Cosa stai facendo qui?- ringhia Elena.
Il rosso scuote la testa tempestandoci di goccioline.
- Non lo vedi, ho fatto il bagno!-
- Appunto, non potevi asciugarti prima? Stai riempiendo il pavimento d’acqua-
Oh, beh, credo che sia l’ultimo dei problemi visto che è il bar di un lido e queste cose sono all’ordine del giorno. E poi che bisogno c’è di arrabbiarsi, neanche dovesse asciugarlo lei …
- E’ servito almeno a rinfrescarti le idee? -
Gli porgo le bevande che mi ha chiesto e resta per un lungo attimo a guardarmi, come a voler valutare qualcosa, poi si riscuote.
- Oih, Tifa, a questa qui versa solo bevande zuccherate, è troppo acida per bere altro- punta il mento verso la collega, prende i suoi bicchieri e si allontana.
Cala un silenzio imbarazzato.
- Idiota … - mastica Elena, per poi bere in un solo sorso il succo che avevo preparato per un altro cliente.
- … E non è neanche lontanamente carino quanto Tseng- si sente di aggiungere.
- Sui gusti non si discute, certo, però tutto sommato non è così malaccio: ha degli occhi bellissimi, spalle larghe, una faccia da schiaffi e … -
- Lockheart … - mi interrompe.
- Sì, Elena?-
- Se Reno indossasse il perizoma al contrario non si noterebbe niente !-
Ok, effettivamente è un tantino acidella …
***
(Vincent)

La spiaggia è deserta e tutto tace.
Non una voce, non l’eco lontana del villaggio che brulica di turisti, solo il canto del mare sulla battigia e ilvento fresco tra i capelli. Disteso sulla sabbia, lascio che il sole colpisca il mio corpo nella speranza che riesca a penetrare più a fondo, illuminando angoli remoti del mio animo.
Supino e a contatto diretto con la sabbia, sembra che io riesca a percepire il calore e mi sembra di sentirmi stranamente in pace.
Un movimento, un ombra e poi un brivido freddo sul mio petto. Un corpo mi pesa addosso, seppur esile e morbido e mille goccioline mi cadono sul viso quando apro gli occhi.
Hai i capelli bagnati. Così è irriconoscibile.
- Vincent … -
Di nuovo incrocio il suo sguardo malizioso, così diverso dall’innocenza che in genere lo caratterizza e il suo sorriso non si fa attendere.
- Vincent … -
La sua mano scivola dalle mie spalle lungo le braccia.
- Vincent … -
Si intreccia alle mie dita, le stringe forti.
- Vincent … -
Posso sentire perfettamente le sue forme esili e bagnate d’acqua di mare contro il mio petto mentre si abbassa.
- Vincent … -
Le sue labbra sempre più vicine, il respiro nella mia bocca …

Un forte urto sul naso mi fa balzare seduto.
In libro che avevo sul petto scivola sulle mie gambe, poi cade sulla sabbia. Mi sono addormentato sul lettino.
- Scusami Vincent, non l’ho fatto apposta, non controllo ancora bene la battuta. Mi ripassi la palla per favore?-
Annuisco ed eseguo.
Barret, giocare a beach volley con una mano sola non è l’idea migliore che potessi avere.
Prendi nota: mai più schiacciare un pisolino in spiaggia.
Abbasso lo sguardo su me stesso e sospiro gravemente. Forse è il caso di farsi un bagno …
***

(Yuffie)
Lanterne


Infilo un cerchietto con dei fiori applicati al lato e guardo la mia immagine allo specchio. Il vestito che indosso cade liscio fino al pavimento,in tessuto di seta a fondo nero con motivi floreali rossi, con una fascia chiara larga in vita e le maniche ampie. Se avessi saputo che qui si festeggiava una ricorrenza così simile alla festa delle lanterne di Wutai mi sarei portata dietro lo yukata delle gradi occasioni. Sono riuscita comunque a trovare quest’abito in un negozietto di costumi tradizionali e devo dirmi soddisfatta, non è quello giusto ma ci si avvicina molto.  Un’ultima occhiata al trucco leggero ed esco scalza dalla mia camera. Dalla scarpiera del corridoio prendo un paio di sandali bassi, rossi anch’essi e mi dirigo al piano di sotto. Credo siano usciti tutti, non odo alcun rumore e le luci spente confermano la mia ipotesi.
- Ci hai messo più di un’ora per infilarti un vestito- una voce proveniente da un angolo dell’ingresso mi fa trasalire.
- Oh, beh, ho perso un po’ di tempo per prepararmi, è una festa importante e … Ma Vincent, perché sei ancora qui?-
- Non mi piacciono le feste- risponde lapidario.
Troppa gente, immagino.
- Ma questa è LA festa e tu non devi assolutamente mancare!-
La sua faccia è molto perplessa. Avanti, Vincent, un piccolo sforzo!
-Prometto solennemente ti starò sempre accanto e che ti proteggerò da tutte le Sharona Shinra che cercheranno di infastidirti- dico alzando la mano destra.
Neanche adesso sembra tanto convinto.
- E dai, neanche io mordo, quindi datti una mossa!- gli dico prendendogli un braccio e trascinandolo fuori.

- A Wutai la festa delle lanterne è un po’ diversa, dura circa 3 giorni: dal 13 agosto sino al 16. Il programma è ben articolato. Dal 13 al 14 vengono accese candele, fili di canapa e fiaccole dette Fuochi di Benvenuto. Queste luci fungono da guida per aiutare gli spiriti a trovare la strada di casa e ricongiungersi sulla terra. In preparazione di questo ricongiungimento con i cari ci si appresta a pulire casa poichè si aspetta un ospite, una persona che non si vede da tempo. Per decorazione si usano piante sacre, frutta e incenso e si danza attorno al fuoco. In attesa delle anime si offrono e si mangiano spaghetti -
Che serata splendida, il cielo è stellato e non c’è traccia di quella solita foschia delle zone di mare.
-  Nel giorno di festa , il 15 agosto, i parenti si radunano insieme per visitare il cimitero. Dopo aver pregato per i propri cari e per se stessi, si mangia insieme offrendo cibo e bevande anche ai defunti: secondo l’antica tradizione ciò dovrebbe aiutarli a sopportare le sofferenze. Piatti tipici sono dolci di riso ricoperti di marmellata di fagioli rossi e spaghetti. Per le offerte invece viene usato del riso crudo, melanzane e altre verdure tagliate e posizionate su foglie di loto -
Vincent mi ascolta in silenzio, annuendo di tanto in tanto. Camminiamo lungo la strada che conduce al villaggio e si cominciano già a intravedere le prime bancarelle .
- “Trascorsa la giornata” con i propri antenati, il 16 agosto vengono riaccese di nuovo le fiaccole, i fili di canapa, i fuochi e le lanterne per mostrare ancora una volta ai propri cari la strada per far ritorno nell’aldilà. Vengono inoltre preparate delle imbarcazioni con dentro delle piccole offerte da dare all’anima da portare con sè durante il viaggio di ritorno e si lasciano galleggiare nell’acqua di un fiume o anche in mare -
Con i capelli un po’ più corti, senza fascia e con addosso vestiti di cotone leggeri non sembra l’uomo che ne ha passate di tutti i colori; un occhio poco attendo lo vedrebbe come una persona normale se non fosse per quello scintillio rosso che rimandano le sue iridi. E’ incredibile come l’aria aperta gli stia facendo bene, nonostante non voglia ammetterlo neanche con se stesso. Resta quasi tutto il giorno seduto all’ombra a leggere e coinvolgerlo in una qualsiasi attività non è cosa semplice, però sembra più presente. Non so come spiegarlo, Vincent non sarà mai una persona loquace, intraprendente e incline alle leggerezze, però sembra meno inghiottito dal suo mondo di ombre, E’ come se lasciasse aperta qualche fessura dalla quale lasciar filtrar un po’ di luce.
- Grazie a questa festa non solo si consolida il legame con i propri cari defunti ma anche con le varie famiglie. Le donne sposate approfittano di questa occasione per tornare dai parenti e genitori, ci si scambiano visite di cortesia e doni. Vengono anche preparati dei banchetti chiamati per i vivi, dove tutte le famiglie al completo consumano l’intero pasto-  finisco la mia spiegazione con un sorriso. Mi piace la festa delle lanterne!!!
- E perché tu sei qui invece che a Wutai visto che è una ricorrenza così importante?-
Non mi aspettavo questa domanda, un po’ perché credevo non mi stesse ascoltando con particolare interesse, un po’ perché  mi sorprende il fatto che abbia dato il via a una sorta di dialogo. In genere fa parlare le persone anche per ore, risponde a monosillabi e poi lascia che i discorsi languiscano per mancanza di iniziativa.
- Uh, c’è la bancarella dei pesci rossi!Ne peschiamo uno?-
Mi guarda stringendo un po’ gli occhi e capisco che non ha gradito il cambio di argomento.
- … Beh … in realtà non credo di essere esattamente la benvenuta, e poi mio padre ricomincerebbe con la storia del pretendente e non ho voglia di litigare con lui. L’ultima volta mi ha fatta tornare a casa con una scusa e mi sono ritrovata a tavola con dieci uomini disposti a sposarmi senza neanche avermi conosciuto - spiego con orrore.
- Forse è solo preoccupato che tu possa restare sola – osserva, inginocchiandosi accanto a me che intanto ho preso a bazzicare con un retino i carta.
- … Oppure continua con la sua mania di controllo. E’ fissato con la tradizione e non gli scende giù che proprio sua figlia sia così anticonformista. Probabilmente la sua paura nei miei confronti è giustificata, però l’uomo da sposare me lo scelgo io -
- Magari ha paura del tuo metro di giudizio … - stringo un po’ più forte il retino di carta e lo guardo fisso negli occhi.
- Magari il mio metro di giudizio nello scegliermi un uomo fa più paura a te che a lui- mi mordo la lingua, mi è proprio scappato di bocca e me ne sono pentita all’istante.
- Dovresti imparare dai pesci rossi- borbotta togliendomi il retino da mano e catturandone uno con una tale abilità che sembra non abbia fatto altro da quando è nato.
Dopo aver catturato sei pesciolini ed esserci fatti gentilmente cacciati via dal padrone della bancarella, riprendiamo a passeggiare. Decisamente c’è troppa gente per sperare di trovare tanto presto i nostri amici e questo silenzio che è calato non mi piace affatto.
Facciamo ancora qualche metro e una persona viene a sbattermi addosso.
- Yo! - è il saluto di Reno che cammina insieme a Rude e a Elena, mangiando dolcetti  - hai convinto questo qui a partecipare alle danze?- e indica il mio amico.
- Non essere ridicolo, Valentine ha due piedi sinistri … - ridacchia la sua collega. Solo ora mi accorgo che regge un bicchiere contenente sicuramente qualcosa di alcolico.
- Andiamo! - Rude li afferra sottobraccio e li trascina via tra la folla che li accompagna nella direzione opposta alla nostra.
- Un giorno dovrai proprio spiegarmi con che criterio scelgono le reclute per entrare nei Turks … - dico scuotendo il capo.
- Trent’anni fa nel curriculum dovevi indicare anche il tuo quoziente intellettivo- risponde con un’alzata di spalle.
Era una battuta? Vincent Valentine ha fatto una battuta!
Scoppio a ridere e lui mi guarda come se fossi impazzita. Probabilmente neanche se n’è accorto di aver fatto dello spirito, oppure è seriamente convinto di ciò che ha detto. Reno, comunque, non è scemo, semplicemente viene da un altro pianeta. Quanto alla sua amica Elena, credo proprio che se Tseng continua a rimpiangere Aerith finirà in terapia per dipendenza da vibratore.
Dopo aver giocato a tiro al bersaglio, gioco in cui il mio accompagnatore ha vinto non so quanti pupazzi, ci siamo ritrovati in un vicoletto pieno di oggetti realizzati artigianalmente. E’ tutto così bizzarro, ci sono dei ninnoli simpaticissimi, sembra di essere in un mondo fatato. Una musichetta attira la mia attenzione e quando scorgo il carillon che la produce mi viene un colpo, è troppo bello!
- Vin, corri, vieni a vedere!-
L’ex turk si avvicina distrattamente a me, ma quando poggia lo sguardo sull’oggetto sembra che nei suoi occhi passi un lampo rosso. La ballerina continua a girare lenta e leggiadra nella sua palla di vetro, vestita di sbuffi bianchi e circondata da brillantini. Le mani incrociate al petto, gli occhi chiusi e il sorriso mesto sembra concentrata in una muta preghiera. Solo adesso mi rendo conto di comele somigli … Ho potuto vedere solo una volta ciò che resta di Lucrecia Crescent, ma posso affermare con tutta certezza che è decisamente meno devastate dei brandelli di cuore che ancora battono affannosamente nel petto di Vincent. Per quanto abbia fatto i conti col suo passato, esistono cose che neanche la riconciliazione può restituire. La gioventù, la speranza, la fiducia, l’entusiasmo ormai non sfioreranno più l’animo dell’uomo che è con me. Non esiste neanche la remota possibilità di tornare indietro, c’è solo l’opportunità di proseguire, di andare avanti e l’unica cosa che posso fare per aiutarlo è di cercare di rendere quella che per lui è una condanna meno traumatica di quel che è.  Lo lascio accanto al carillon per un minuto, il tempo di fermare un ambulante e fare dei piccoli acquisti, poi lo prendo per mano e lo conduco presso le rive di un fiumiciattolo. Dal sacchetto tiro fuori tre lanterne e accendo la candelina in esse contenute.
La prima riporta un nome dolce e familiare.
Aerith .
- In ricordo della luce della speranza- bisbiglio piano.
Sulla seconda ce n’è un altro.
Kasumi, il nome di mia madre.
- Per colei che mi ha permesso di vedere la prima luce, la luce della vita- gli spiego con una punta d’emozione.
Lucrecia, recita la terza.
 - Una luce anche per lei affinché ne ritrovi una dall’altra parte, e perché mi ha permesso di trascorrere questa serata con te nonostante gli errori passati. Anche se può suonare strano, l’amore si esprime in modi del tutto inconsueti … -
Adagio le prime due lanternine sul pelo ondeggiante dell’acqua e invito Vincent a fare lo stesso con la terza. I suoi occhi seguono le tre luci fino a quando la corrente non le trascina via e, avvolti nel manto dei nostri pensieri, il frastuono della festa non è altro che un’eco lontana di effimeri passatempi terreni.
-Ok, adesso che abbiamo fatto il nostro dovere, è giunto il momento del piacere! - interrompo il silenzio stiracchiandomi.
- … - mi guarda incuriosito.
- Non ti ho detto che la festa delle lanterne prevede una danza tradizionale intorno a un grande fuoco?-
Mi sento sempre molto orgogliosa quando dagli occhi di Vincent Valentine trapela il sentimento del terrore puro, perché so per certo di essere una delle poche persone a riuscire a suscitarlo in lui!

-Hai capito?-
Scuote il capo.
- Dai, è semplice!-
Scuote il capo con più vigore.
- Ok, hai capito- lo afferro per il gomito e lo trascino nel piazzale dove la gente esegue la danza tradizionale che diverte grandi, bambini e anziani.
In effetti Vincent non sembra riuscire a seguire il gruppo con il ritmo giusto, però ci sta provando e questo mi riempie di gioia.
Mi affianco di più a lui facendo sfiorare le nostre anche, lo prendo per mano e lo aiuto a seguire il gruppo.
- Dai, è sempre la stessa cosa che si ripete,la danza è divisa per blocchi e ad ogni ripetizione aggiungi un passo-  gli spiego cercando di incoraggiarlo.
Annuisce mortificato.
Tranquillo, Vince, va bene così.

Piano piano, un passo alla volta …



La festa delle Lanterne esiste davvero, in Giappone è conosciuta come Festa Obon e le notizie contenute nel capitolo sono state reperite in giro sul web.


- Fine Prima Parte-
  
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