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Autore: Freshouse    20/01/2013    1 recensioni
"Adesso sono qui, rinchiusa in attesa del giudizio finale.
Prima o poi mi dovevano scoprire.
Ho sperato troppo poco.
Avevano capito cos'era successo a Leo."
Una fine che diventa un inizio e viceversa. Incontri, disaccordi, probabili amori, segreti, bugie. L'infinito non sembra più tanto esteso. ma l'orizzonte non arriverà mai. Se è una storia avvincente potete dirlo solo voi lettori.
Non posso augurare altro che buona lettura.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Adesso sono qui, rinchiusa in attesa del giudizio finale.
Prima o poi mi dovevano scoprire.
Ho sperato troppo poco.
Avevano capito cos'era successo a Leo.
Quel giorno era lì, seduto nel banco davanti a disturbarmi come sempre, e come me seguiva le lezioni...o meglio, non come me, io studiavo un modo per farlo fuori in poco tempo e in modo che non mi scoprissero. Quel modo mi venne in mente un venerdì mattina quando pensai al pranzo. Un giorno il barista mi aveva detto che all'interno della scuola c'era un forno. Era il mezzo perfetto per ucciderlo in dieci minuti. Così, durante il terzo intervallo gli chiesi di accompagnarmi a prendere i panini...sì accompagnarmi, ma molto probabilmente sarei tornata da sola. Insieme andiamo al bar, ma io mi dirigo verso una stanza e lui, ignaro di dove si prendessero veramente i panini, mi segue. In quel posto c'era circa una decina di forni. Avevo solo l'imbarazzo della scelta, ma decisi di usare l'unico vuoto. Chiusi la porta a chiave. Là dentro era caldissimo. Data la temperatura avevo meno di dieci minuti per ucciderlo, forse ne avevo cinque, o forse due. Tutto dipendeva da quanto riuscivo a resistere, oppure potevo spegnere gli altri forni. Così ho fatto, mentre in quello vuoto impostavo la massima temperatura. Leo mi guardava impaurito. Aveva capito la situazione. Meglio tardi che mai, insomma. Cercava di uscire dalla stanza ma avevo io la chiave. Aprii il forno, già bollente,  dopo soli tre minuti. Se andava avanti così riuscivo a resistere altri tre. Ormai lui si era arreso, non cercava più di aprire la porta, adesso stava cercando di fare rumore. Io velocizzai i miei movimenti. Lo stordii spingendolo contro un carrellino. Era svenuto sul pavimento. Ma almeno non urlava più. Lo chiusi dentro il forno e sperai che non mi scoprissero. Erano passati altri due minuti. Era meno caldo ma sudavo ugualmente. Feci passare altri due minuti poi controllai dentro al forno per accertarmi di averlo ucciso veramente. Era un'immagine orribile, raccapricciante, quasi da dover andare in analisi per un anno intero. Era lì, era sempre Leo, era solo un po' bruciato...un bel po' bruciato. Stava ancora cuocendo. Mentre lo osservavo, continuava a bruciarsi, sempre di più. Era abbrustolito, tutto rosso, con il sangue che colava da tutte le parti; bolle che si creavano per il calore e che poi scoppiavano, schizzando su tutte le pareti del forno. Gli occhiali si erano fusi e si erano mischiati al corpo. Mi veniva quasi da vomitare. Anche la vista del vomito sarebbe stata più piacevole. Dopo altri 3 minuti non era più Leo quello dentro il forno. Era un ammasso di ossa e di carne, di carne e di ossa. Era irriconoscibile. Abbassai la temperatura e me ne andai. Presi i panini per pranzare ma avevo solo due minuti per portarli su. La parte difficile in quel momento era non farsi scoprire. Quindi pensai ad una scusa efficace. Stavo sudando freddo e lo stress non mi lasciò pensare a niente. Mentre salivo sentii solo l'urlo del barista. Doveva aver trovato Leo. Salii il più in fretta possibile e finalmente arrivai in classe. La bidella però era stata più veloce di me. Stava già facendo il giro nelle classi per vedere se mancava un alunno che non era assente. Quando scoprirono che era Leo ci fu, in classe, chi stava per svenire o chi era tranquillo ma spaventato. Io ero stranamente agitata. E si vide subito. O almeno lo vide la professoressa. Mi chiese se sapevo qualcosa ma dissi solo parole a vanvera e frasi insensate. Tutti si insospettirono. In quel momento stavo sudando veramente freddo. Ad un certo punto arrivò in classe un'altra bidella. Mi continuava a fissare poi diede un oggetto alla prof. Avevano trovato il mio cellulare in quella stanza, vicino al forno. Mi accasciai sul banco. Ormai mi avevano scoperto. Mi portarono in carcere con effetto immediato. Ero in attesa del giudizio finale. Mi hanno chiesto il perché del mio gesto, ma io non parlavo. Adesso sono qui. Davanti ad un oggetto che pensavo ormai in disuso. Mi hanno incappucciato e messo una corda intorno al collo.
Solo pochi secondi e sarà tutto finito.
No, non è vero.
Adesso rivedrò Leo nell'aldilà.
Ma ormai è tardi per tornare indietro.
Uno...due...tre...buio totale.
L'incubo è ricominciato.



Questo è il mio primo racconto thriller. >.<
Spero vi sia piaciuto! :3
Se avete commenti li accetterò volentieri, sia che siano positivi o negativi. (:
(:lauronics:)

   
 
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