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Autore: Freshouse    16/02/2013    2 recensioni
"Adesso sono qui, rinchiusa in attesa del giudizio finale.
Prima o poi mi dovevano scoprire.
Ho sperato troppo poco.
Avevano capito cos'era successo a Leo."
Una fine che diventa un inizio e viceversa. Incontri, disaccordi, probabili amori, segreti, bugie. L'infinito non sembra più tanto esteso. ma l'orizzonte non arriverà mai. Se è una storia avvincente potete dirlo solo voi lettori.
Non posso augurare altro che buona lettura.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi sono risvegliata in una stanza scura.

Probabilmente non mi sono neanche svegliata.

Eppure mi sento rinata.

Un po' intorpidita, ma rinata.

Mi alzo da un letto di pietra fredda. O dovrei chiamarlo semplicemente “lastra di marmo”. Quelli che abitano qui accolgono bene gli ospiti...Sempre che ci abiti qualcuno. La stanza è illuminata da una lampadina. Al centro, sopra la lastra. Il resto è buio. Forse è per quello che sembra infinita. Non ci capisco più niente. Sono viva o sono morta? Se sono morta, perché mi sento viva? E se sono viva, perché mi sento vuota? Come se mi avessero tolto tutti i ricordi? Sento solo che devo sopravvivere. Sempre che io sia viva. E questa sensazione mi costringe ad attraversare una porta. L'unica che c'è. Non so cosa ci sia oltre. Mostri? Fatine? So solo che l'unica persona che non voglio vedere è Leo. Come non detto. Secondo me la sfortuna mi perseguita. Lui è a qualche metro da me. Intorno è tutto grigio. Quella porta conduceva ad un'altra stanza...Ma perché vedo Leo ma lui non mi vede e non mi sente? E perché adesso mi faccio tutte queste domande? Tanto nessuno mi risponderà mai! L'unica persona che c'è è L. E non sembra accorgersi della mia presenza. Mi avvio verso di lui. Non passa molto tempo che vado a sbattere contro qualcosa. “”Così lo rompi!“” Una voce maschile rieccheggia nella stanza. “”Non vedi che c'è un vetro?!“” Ok. O sto impazzendo o qualcuno si sta divertendo. Con la mia testa. “”Sono la tua coscienza.“” Vorrei tanto sapere chi è questo simpaticone. “”Sono dietro di te.“” Salto in avanti. Cado a terra. Squadro un anziano piccolo di statura. Non più alto di un metro e cinquanta, intendo. Barba bianca e lunga. Con un lungo mantello marrone che lo copre salla testa fino ai piedi. Sembra pacifico e saggio.

-Così mi hai sporcato il vetro, eh?-

-Adesso che so che sei tu il simpatico di prima vorrei solo prenderti a schiaffi...-
-Questi non sono i pensieri che ti aiuteranno, mia cara.-
-Mettiti l'anima in pace perché non penserò a degli unicorni.-
-Ci stai già pensando.-
-Ok, hai vinto. Cosa vuoi? Piuttosto, dove sono finita?-
-Non voglio niente da te e sei a Megawal.-
-Mi sei stato molto d'aiuto, vedo...-
-Sei nel punto di convergenza fra Inferno, Purgatorio e Paradiso.-
-Sembra il titolo di un film...-
-Lo è, solo che noi lo usiamo per descrivere questo posto.-
-...-
-Lui è di là dal vetro e non ci può sentire.-
-Adesso ti metti anche a leggermi nel pensiero?!-
-Sì, ed è molto divertente.-
-Sempre il solito simpatico. Dimmi a che numero sto pensando!-
-Caramella.-
-Bene, siamo 2-0 per te, palla al centro!-
-E tu prendi troppo alla leggera quello che sto dicendo!-
-Non riesco a prenderti sul serio se dici “carmella”!!!-
-Me lo hai fatto dire tu! Non so perché perdo tempo con te...-
-Perché è il tuo lavoro anche se non ti piace.-
-Interessante...interessante...-
-Cosa?!-
-Che hai imparato a leggere nel pensiero senza accorgertene.-
Batte le mani e la stanza si illumina tutta di color pesca. Sa che è il mio colore preferito. Io so che lui lo odia.

-A proposito... Ti devo chiamare coscienza o hai un nome?-
-Io sono Blas, guardiano del castello di Megawal, curatore dei-
-Wow, sono dentro ad un castello!! E dimmi, è antico?-
-Mi fai finire?!-
-No, so già tutto: l'anziano, guardiano del castello della città infinita, sorgente di saggezza, porta della vita, curatore dei morti e condannatore di anime.-
-...-

-Non so queste cose perché le stavi pensando. Sei un mito nel mondo dei vivi.-
-Sono così popolare?-
-No, intendevo che sei una storia inventata, come Teseo, Menelao, Ercole, ecc. Ti ho studiato a scuola l'anno scorso. Ma alla descrizione aggiungerei anche “il simpaticone che non si vorrebbe incontrare”.-
-Sappi che la cosa è reciproca...-
-Comunque nn sapevo che questa stanza fosse la famosa città infinita.-
-Perché non è così. Solo che non puoi ancora uscire.-
-E perché?!-
-Prima devi andare dietro quel vetro a parlare con Leo.- non faccio tempo a ribellarmi che Blas mi catapulta contro il vetro. È impazzito? Poi però vengo assorbita da quello specchio. Lo oltrepasso. Mi sento come se fossi passata attraverso un cubetto di ghiaccio. Cado su un pavimento quasi più freddo del letto che si trova nell'altra stanza. Mi lamento sottovoce per il male. Alzo lo sguardo e c'è Lui. Chissà cosa mi farà adesso. Ma si meritava quelli che gli ho fatto. Quindi non può essere arrabbiato con me. Deve comportarsi da adulto e accettare la cosa. O almeno spero che non mi prenda a bastonate... tanto non posso morire, ormai è tardi per vendicarsi. Mi alzo. Con calma. Non voglio che capisca che sono nervosa. L'ho ucciso io in fin dei conti. Di certo non rideremo e scherzeremo. Mi schiarisco la voce. Per farmi sentire. -Così ci rincontriamo.- mi ha preceduto. Che anche lui possa sapere cosa sto pensando?
-Già.- non dico molto. Sono occupata a fermare i miei pensieri. Non voglio che venga a conoscenza di quello che so.

-Ti hanno incastrata alla fine.-

-A quanto pare.- non riusciamo a costruire un discorso. Ma è normale. Di solito era un monologo. E lui era quello che parlava. Io ascoltavo spazientita. “”Non ti legge nel pensiero, tranquilla.“” Finalmente Blas ha detto qualcosa di utile. “”Lui no, ma io sì, e sappi che mi sono offeso!“” Oh, che peccato. “”Chissà perché mi aspettavo tale risposta.“” Mi diverte offenderlo.

-Bene, scommetto che a questo punto un semplice 'scusa' non servirà a niente.- adesso che ho la certezza del fatto che lui non sa cosa penso, posso parlare liberamente. Dire e pensare tutto quello che voglio.

-Direi di no, però eri in tempo quando mi stavi bruciando nel forno.-

-Noto un tono di sarcasmo in quello che hai detto. Ma non mi dà fastidio.-

-Sei sempre stata brava ad intuire, eh?-

-Sì. Come adesso sto pensando a come uscire di qui.-

-Sempre che si possa.-

-Tu invece anche da morto sei pessimista?- perlustro ogni angolo di questa stanza. Buia come l'altra. Senza porte. Né finestre. Ne buchi nel muro o cose simili. Niente che ci permetta di uscire da questo posto. Mi accascio sul pavimento. Sbatto la testa al muro. Grido contro il soffitto. Leo continua a cercare qualche minuto. Si siede di fronte a me. Appoggiato al muro di fronte. Poi lo vedo scomparire per metà. Dentro la stanza ci sono le gambe. Non so dove ci sarà la testa suppongo. Spariscono pure quelle. Qualche secondo e riappare. Mi tira per un braccio e mi fa oltrepassare il muro. In questo mondo per passare da un posto all'altro si usa un metodo particolare. Si attraversano le cose. Questa volta però mi sento dentro una fiamma. Ma solo per un momento. “Usciti” dal muro mi lascia la mano il più in fretta possibile. E tutti e due abbassiamo lo sguardo.
-Tranquillo non mordo!-
-Non si sa mai. Per esperienza so che è meglio non fidarsi di quelle come te.-

-Cioè come?-

-Bel...ehm...che fanno le brave ragazze ma alla fine ti uccidono.-

-Perché ce ne sono altre così? Voglio conoscerle.- faccio finta di non saper quello che voleva dire. È meglio per tutti e due.

-Che razza di posto è questo?-

-Ne so quanto te.- il cielo è di più tonalità pastello. Rilassa. Il prato è verde. L'orizzonte è lontanissimo. Forse sono arrivata nella vera città infinito di cui parla la leggenda.

-Salve, ragazzi- è arrivato.

-Buongiorno, vecchietto- quindi Leo non lo conosce ancora.

-Preferirei che mi chiamassi Blas-

-Ok, riprovo. Buongiorno, Blas.-

-Così va meglio. Benvenuto a Megawal.-

-Sì sì, questo lo hai già detto, vai avanti.- li interrompo.

-Ah, è vero che ci sei anche tu.-

-Sempre gentile tu, eh?-

-Grazie e altrettanto.-

-Ehi!-

-La finite di litigare voi due? Vorrei sapere cosa ci faccio qui.-

-La tua morte è stata riconosciuta come giustificata e io che ti ho ucciso non sono colpevole del tutto, semplice.- gli spiego.

-Allora adesso è tutto più chiaro!-

-Tu...- Blas mi odia. Quelle cose le stava per dire lui.

-Ma perché sono qui? Dovrei essere in paradiso!-

-Si certo, magari nei tuoi sogni sarai in paradiso...- sussurro.

-Invece mi trovo prima in una stanza da solo e poi qua all'aperto con questa squinternata!-

-Mi stai provocando, Leo?-

-Ragazzi, calmatevi. Voi siete qui, - mi mette una mano davanti alla bocca per impedirmi di anticiparlo -per rinascere.-

-Vuoi dire che uscendo da qui possiamo resuscitare?- Leo è stupido.

-Per loro noi siamo out, KO, andati, non me ne vengono altri...-

-Estinti, finiti...ce ne sono tanti.- Blas mi sta prendendo in giro.

-Comunque, il fatto è che non possiamo andare da loro e salutarli come se tutto fosse normale...noi siamo M-O-R-T-I non V-I-V-I!-

-Beh, in fondo hai ragione...- finalmente ha capito -L'unica cosa che mi sfugge è che se non resuscitiamo, per quale motivo siamo qui? E perché non nel Paradiso o nel Purgatorio oppure nell'Inferno?-

-Dovete purificarvi e ritrovare la via del sole.-

-Potresti parlare nella nostra lingua, Blas?-

-E tu potresti non interrompermi?!- è sempre scorbutico nei miei confronti.

-Eccoli che ricominciano.- Leo si siede a terra con gambre e braccia incrociate. Sa che io e il vecchio qui presente non andremo mai d'accordo.

-E tu non credere di potertene fregare!- sto iniziando ad urlare.

-E perché?! Sei tu che gridi contro Blas non io!-

-Quanto mi fai arrabbiare!!! Mi viene voglia di ucciderti!-

-Mi dispiace è già stata usata da...mmm...vediamo...TE!-

-Adesso te la prendi pure?! Ti ricordo che hanno fatto fuori anche me!- gli ho rotto i timpani. O almeno spero. Non voglio che senta le cose che potrei dire in futuro.

-Toccano sempre a me le persone che litigano...- faccio finta di non essermi offesa. Potrei iniziare a picchiarli entrambi.

-Ok, mi calmo. Possiamo passare alle cose importanti?-

-Tipo?- fra poco prendo a schiaffi sul serio.

-Non ti sembra importante uscire da qua?!-

-No, visto che tanto non possiamo tornare in vita!-

-Ragazzi, mi è venuto in mente un modo.-

-Un modo per fare che?-

-Per farti resuscitare, cretino!-

-Scusa se non sono intuitivo come te, miss perfezione!-

-Ascoltatemi. Potete andarvene, ma dovete passare per Inferno, Purgatorio e Paradiso...-

-Solo quello? Ma allora è facile. Quando partiamo?-

-Perché non stai mai zitto quando serve?- lo odio.

-Perché voglio tornare sulla Terra.-

-Lo sai che attraversando i mondi, dovrai andare d'accordo con me altrimenti non ti fanno uscire?-

-Non ditemi questo, per favore. Blas, è così veramente?-

-Temo di dover dare ragione alla tua amica.-

-Non è mia amica.-

-Beh, dovrà diventarlo. Anche se poi la dimenticherai.-

-Cosa vuoi dire con questo?-

-So che non puoi resistere senza di me,- lo stuzzico -ma uscendo da qua ti reincarnerai, cioè assumerai un nuovo corpo, una nuova mente. Non sarai tu.-

-A me va bene, basta andarsene. Magari anche nella prossima vita mi ammazzerà e torneremo qui.-

-Oh, no... cerca di non incontrarla più, ok?-

-Sì, tranquillo. Neanche io lo voglio più rivedere.-

-Allora vi auguro buon viaggio, ragazzi. Io vi seguirò con il pensiero. E che non possiate tornare mai più da me.-

-Partiamo, quindi?- mi tende una mano. Una porta si illumina di rosso e si spalanca davanti a noi. Un forte calore ci attrae verso essa. Abbraccio Blas. Lo ringrazio. Dopo tutto era divertente farlo arrabbiare. Altrettanto fa Leo.

-Andiamo.- sono sicura. Insieme entriamo.

Non rivedremo mai più la Città Infinita.

È davvero questo ciò che vogliamo?

Forse il viaggio non darà i risultati voluti.

O forse sì.

Addio, Megawal.



Bene lettori, mi auguro di avervi allettato e spero aspettiate il prossimo capitolo. :)
Se vi va lasciate qualche commentino :3
(:lauronics:)

   
 
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