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Autore: MichaelJimRaven    20/01/2013    2 recensioni
Arrivo al castello di Peter, james e Sirius
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Era giunto oramai il mese di maggio ed il castello iniziava ad essere sempre meno affollato di studenti. Essi preferivano trascorrere all'aperto il tempo libero che avevano a disposizione tra una lezione e l'altra, per studiare accomodati sull'erba del parco, sotto un sole che iniziava a scaldare le giornate .
Il lago scuro era diventato una sorta di località balneare interna: le ragazze si stendevano sulla riva, canzonando la piovra gigante che, di tanto in tanto, faceva uscire un tentacolo tentando di simulare una nuotatrice di nuoto sincronizzato.
Remus era seduto sulla sponda est del lago, quella che guardava il castello, e il suo animo era esattamente l'opposto di quelli del resto degli studenti. Di tanto in tanto, lanciava pigramente qualche ciottolo dentro le acque del lago, increspandole con gli anelli prodotti dall'impatto.
Il cielo era sgombro dalle nuvole ed una leggera brezza arrivava dalle montagne del nord, portando il profumo degli alberi della foresta proibita fino alle narici del giovane Lupin.
Dalla sua postazione poteva tenere tutto sotto controllo: il castello sembrava quasi rimesso a nuovo, senza la coltre di nebbia e di neve che lo rendeva un maniero quasi lugubre durante le giornate invernali. Il finestrone della Sala Grande rifletteva la luce del sole direttamente sulla fiancata dell'enorme edificio e a Remus risultava molto facile immaginarsi i giochi di luce che le vetrate a goccia potevano creare sul pavimento e sui tavoli della sala.
Seduto al tavolo dei Grifondoro, Peter si stava massaggiando le tempie in maniera vigorosa, guardando malvolentieri il libro di pozioni.
Erano oramai tre settimane che stava cercando di venire a capo di un paio di formule a paiolo che non riusciva a mettere bene a fuoco. Attorno a lui, i pochi studenti rimasti all'interno del castello in quel pomeriggio, stavano giocando a scacchi magici o a sparaschiocco.
Pochi posti dietro lui, al tavolo di Serpeverde, un paio di ragazzi del terzo anno cercavano di innervosirlo.
"Ti piace il QUidditch, Minus? Sembra che non si trovi più la pluffa per la prossima partita! Se vuoi chiediamo a Silente se puoi farla tu!"
"Davvero! Non si accorgerebbe nessuno della differenza! Nemmeno i bolidi!"
Gregor e Wilden erano due dei più irriverenti studenti di Serpeverde: sfottevano chiunque senza remore, forti di avere le spalle coperte dagli concasata più grandi dalla stessa indole, sempre pronti a creare danno alle altre casate con ogni tipo di sotterfugio possibile.
Peter faceva finta di non sentirli, sfogliando nervosamente il libro che aveva davanti, come se le pagine fossero poco inclini all'essere girate.
"Hey, ciccione! Sto parlando con te! Potresti almeno rispondere… O non ci senti?"
"Sei anche sordo, oltre che vigliacco, Minus?"
Wilden si era alzato dal tavolo, deciso ad andare ad infastidire anche fisicamente Peter. Era praticamente alle sue spalle e aveva preso a spingergli il capo verso il basso.
"Non mi piacciono i vigliacchi, Minus! Specie i vigliacchi che provengono dalla tua casata!"
All'ennesima spinta, Peter si era alzato in piedi, voltandosi verso Wilden. Come un fulmine, Gregor era già arrivato accanto al compare. Erano piuttosto alti per la loro età. Almeno quanto Peter era piuttosto basso. La differenza era notevole.
"Lasciatemi stare!" gli occhietti acquosi del Grifondoro si erano stretti in due fessure per cercare di risultare minacciose ai due Serpeverde, ma l'effetto non era stato quello sperato.
"Oh, Bolide! Me la sto facendo addosso, Gregor! Ora Minus mi picchierà!"
La mancina di Wilden si era chiusa a pugno sul colletto della divisa di Peter che ora stava cercando di divincolarsi.
Attorno a lui, la Sala Grande faceva finta di niente. Solo una ragazza di Tassorosso si era alzata per venire verso di loro, ma si era subito fermata al "fatti i fatti tuoi, tu" di Gregor che l'aveva fissata in modo minaccioso.
"Coraggio, Minus! Piccola palla di pus! Perché non ti divincoli? Fammi divertire un po'!"
Era curioso come nemmeno un professore fosse presente in Sala Grande, per poter porre fine a quell'ingiuria. L'orario pomeridiano era ancora in corso e quasi tutti i docenti si trovavano in aula ad insegnare. Donkers era evidentemente a spasso per il parco e Hagrid era ancora in missione con la professoressa Bamp.
I ragazzi che erano presenti non erano di sicuro così coraggiosi e temerari da sfidare due bulli come Gregor e Wilden.
Peter stava chiudendo gli occhi, in attesa di ricevere il colpo che il Serpeverde stava per rifilargli. Li aveva chiusi, serrandoli forte e stringendo anche i denti, come se servisse in qualche modo ad attutire il colpo che stava per ricevere.
Un sordo tonfo, infatti, Peter lo aveva udito, ma non sembrava provenire dal suo corpo.
La presa di Wilden si era allentata fino a lasciarlo del tutto.
Solo dopo aver sentito la voce di Gregor minacciare qualcuno, Minus aveva deciso di aprire uno dei due occhi per farsi un idea di quello che stava succedendo.
Per terra, davanti a Gregor, vi era una grossa zuppiera vuota. Wilden si stava tenendo la testa imprecando.
"Chi è stato? Chi è stato il maledetto? Fatti vedere, vigliacco!"
Aveva sfoderato la bacchetta e stava fendendo l'aria davanti a sé come se avesse una spada tra le mani e tentasse di difendersi dall'improvviso attacco di un drago.
"Dai del vigliacco a me quando voi siete in due contro un piccoletto! Mpf! Tipicamente Serpeverde. Non dovrei stupirmi!"
Seduto al tavolo di Corvonero, un ragazzo del settimo anno aveva appena riappoggiato la bacchetta, incrociando le mani davanti al viso e regalando ai due sempreverde tutta la profondità del suo sguardo nero come la pece.
A fianco del ragazzo, un altro paio di settimini che davano le spalle alla scena si erano voltati per osservare meglio quello che stava succedendo.
Solo allora la voce di WIlden aveva ricominciato ad uscire dalla bocca del Serpeverde; peccato che ora tremasse sonoramente.
"Sh… Shacklebolt! Questa me la paghi!"
Una montagna umana, per avere solo 17 anni, si era alzata pigramente dal tavolo dei Corvonero: Kingsley Shacklebolt sembrava immenso dinnanzi ai due bulli, che pure non erano propriamente di piccola stazza.
Aveva mosso pochi passi nel silenzio generale della Sala Grande ed era giunto faccia a faccia con WIlden e la sua bacchetta sguainata.
"Fai tu il prezzo, Wilden. Vedrò io poi, con Silente e Dippett, se sarà giusto o meno!"
La spilla di caposcuola che il Corvonero aveva appuntato sulla propria toga, era stata colpita da un raggio di sole.
Gli occhi di Wilden e Gregor erano divenuti fessure.
"Puoi scommetterci! Hai la mia parola, Kingsley!"
Peter si era spostato di qualche metro da quella scena, ancora poco sicuro di aver schivato un pungo o un incantesimo qualsiasi. Di solito, succedeva di continuo. Era stato preso di mira dai Serpeverde fin da subito, ma non poteva certo sperare in un aiuto migliore di quello che gli era arrivato in quel momento.
Wilden e Gregor stavano passando oltre Shacklebolt che non li stava degnando nemmeno del saluto che di solito si da ai vinti. Stavano ancora farfugliando qualcosa di poco gradevole e carino all'indirizzo del grosso Corvonero.
Kingsley era rimasto ad osservare Peter con un aria rassicurante ma allo stesso tempo indecisa.
Mentre nella Sala Grande tutti stavano lentamente ritornando alle loro attività, Peter si era spostato dal proprio tavolo e aveva camminato incerto fino al cospetto di Shacklebolt che stava ora chiacchierando con una compagna di corso.
"Grazie, caposcuola Shacklebolt!"
La voce di Peter si era fatta acuta come quella di un bambino di sei anni, mentre pronunciava quelle parole di ringraziamento.
Quando il Corvonero parlò, il contrasto tra il timbro profondo del caposcuola e lo squittio del privino erano così netti da sembrare di due diversi pianeti.
"Dovresti iniziare a farti valere di più, ragazzino. Se continui a porgere l'altra guancia sarai sempre preso in giro da quel tipo di…" per qualche secondo, Kingsley parve cercare dentro di sé una parola che calzasse a pennello per descrivere Wilden e Gregor. Lo sforzo non aveva dato il risultato sperato, dato che la parola che ne era scaturita, seppur uscita con un evidente tono di disprezzo, era stata "maghi!"
"Non sono ancora bravo a difendermi. Ci sto lavorando!" era stata la veloce replica di Peter alla giusta frase di Kingsley, il quale aveva sorriso, voltandosi per tornare a parlare con la sua amica.
Peter, rimasto a fissare la grossa schiena del ragazzo, si era infine voltato e aveva deciso di andarsene fuori anche lui, per rinfrescarsi le idee e calmare le acque agitate che aveva dentro.

"Signor Lupin! Sempre asociale, vedo!"
Albus Silente, nella sua impeccabile veste da mago, la barba lunga e gli occhiali a mezzaluna, passeggiava lungo le sponde del lago a pochi passi da Remus.
"Professor Silente! No, io non sono… asociale!" stava dicendo in replica, tentando di risultare convincente. Il vecchio mago, però, aveva preso un ciottolo da terra e lo stava rimirando tra le proprie mani.
"Sei simile a questo ciottolo, giovane amico!" e con un gesto rapido, aveva scagliato il sasso verso le acque del lago dove era caduto creando grossi cerchi d'acqua che si avvicinavano concentrici al centro del lago ed alla riva.
"Vedi, Remus? La tua solitudine ti porta a non avere contatti con nessuno. La tua paura è quella di creare scompiglio e terrore, vero?" Silente, rivolto verso il ragazzo, lo guardava con dolcezza e comprensione. "Il sasso lanciato ha creato molto movimento nelle placide acque del Lago Nero. Eppure… " L'uomo si era accucciato , ora, e osservava pigro gli anelli creati dal tonfo del sasso che andavano ad infrangersi sulla sponda, proprio vicino ai suoi piedi. "Eppure gli amici, quelli veri, possono frenare qualsiasi tipo di confusione, come vedi!" Remus era rimasto in silenzio a quelle parole del professore. Non capiva. Non riusciva a comprendere dove avesse voluto andare a parare quel mago così capace. Silente si era accorto di quello sguardo interrogativo e per nulla persuaso. Aveva voltato i propri passi e si era diretto verso il proprio alunno, sedendosi accanto a lui. Entrambi erano rivolti verso il parco del Castello. Dalla porta principale, era apparso Peter, in compagnia di Sirius e James. Stavano rincorrendo quello che sembrava un bolide e Silente li aveva indicati a Lupin.
"Tu hai le tue sponde, qui ad Hogwarts, Remus! Dovresti avere più fiducia in Potter e Black… e perché no, anche in Minus! Sono bravi ragazzi! Forse un po' troppo movimentati, te lo concedo, ma bravi!"
Remus era rimasto in silenzio. Poteva udire fin da lì le voci dei ragazzi. Erano allegre e spensierate come sempre. Come la sua non era da tempo.
"Non credo sia una buona idea, professore. Io… Io ho paura di far del male!"
Silente non rispose a quell'affermazione di Lupin.
Stava giochicchiando con la propria tonaca e usava le dita della mano destra per attorcigliarvisi attorno la barba. Sembrava non ascoltarlo.
Solo dopo un paio di minuti di silenzio, l' uomo si era nuovamente alzato, indicando ancora una volta i ragazzi al di là del lago.
"Credimi, Remus. Comprendo appieno la tua paura! Io stesso ero perplesso assieme al professor Dippett, sull'accettare o meno la tua presenza in questa scuola. Lo ammetto! Ma temo che ora sia compito tuo… integrarti!" e qui, uno dei luminosi sorrisi di Albus Silente aveva rischiarato quell'attimo di tenebra che aveva preso il cuore di un giovane e smarrito ragazzino di undici anni.
"Per quanto riguarda la tua paura, hai la mia parola che nulla di quanto tu immagini potrà mai succedere fino a che io sarò in questa scuola!"
A quelle parole, Lupin si era scostato dal terreno mettendosi in piedi per raggiungere il proprio professore. Era ora di rientrare al castello.
"Secondo lei, dovrei dirlo a loro?"
"Non ancora, Remus! Voglio che la cosa, se possibile, rimanga il più a lungo nascosta a tutti. Tu, preoccupati solamente di vivere la tua giovinezza in maniera normale! I tuoi amici, faranno il resto!"
Proprio in quel momento, James e Sirius erano apparsi da dietro la macchia di pini che poggiava dal lago al muro est del castello, inseguiti a ruota da Minus.
"Lupin! Dove diavolo eri finito, figlio di… UMPF!!"
James aveva portato la mano a coprire la bocca di Sirius che sembrava non aver visto Silente. Non poteva certo lasciarlo usare il suo colorito linguaggio ed imprecare davanti al professore.
"Il signor Lupin stava studiando con me, signori. È mio dovere metterlo in pari, visto che voi non avete ancora compiuto questo semplice compito che vi ho assegnato appena dopo Natale! E, dal momento che ho potere decisionale, ho pensato che nulla mi vieta di farlo all'aperto!"
Peter aveva il fiato corto. Non era facile stare dietro a James e Sirius mantenendo il loro passo. Specie quando eri in sovrappeso e decisamente poco incline al movimento.
"…essore! …'husi! ...ha...!"
Silente lo stava guardando preoccupato. Sembrava stesse per morire di lì a poco.
"Ragazzi miei, dovreste prestare più attenzione alla capacità sportiva del signor Minus! Potrebbe venirgli un enfisema polmonare di qui a breve a causa delle vostre corse pazze! Vi prego di dimostrarvi più inclini nell'attenderlo, qualora egli decida di seguirvi!"
Il crepuscolo era giunto veloce, come sempre in quel luogo. Le montagne che lo circondavano e le alte vette degli alberi della Foresta Proibita erano naturali scudi contro il sole dell'alba e del tramonto.
A meno che non si volasse sopra essi.
Il castello iniziava ad accendersi delle luci delle torce e gli studenti, dal parco, erano tutti in viaggio verso il portone che dava sul giardino di trasfigurazione.
Era ora di andare a prepararsi per la cena.
"Bene, signori miei, credo che dovrò affrettarmi verso le mie stanze. Madama Levas odia tardare a cena, e stasera ho io l'onore di scortarla!"
La Professoressa Levas era l'anziana docente di babbanologia. Si vociferava che avesse più di cento anni.
Dette quelle parole, l'uomo era praticamente scomparso davanti agli occhi dei quattro ragazzi.
"Ma come accibolide fa?"
"E che ne so! Non ci si può materializzare dentro i confini della scuola!"
"Eppure lui lo fa! Dubito altamente che Silente corra quanto Rosen Dreft!"
"James! Devi sempre citare quell'incompetente? Quando inizierai a capire qualcosa di quidditch?!"
"Oh, sta’ zitto, Black! Parli tu che tifi per le Arpies!!"
"Sempre meglio dei tuoi Cannoni! Tsè!"
Remus, in silenzio, osservava il divertente battibecco tra i due amici. Peter, di lato, asseriva ogni qualvolta Sirius o James affermavano qualcosa.
Erano semplicemente perfetti per lui.
Prima o poi, avrebbe dovuto parlare loro direttamente, senza più segreti.
Ma non quella sera. Era ancora presto, come aveva detto Silente.

  
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