Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: gingerhead    20/01/2013    2 recensioni
Stylinson.
"When I was surrounded by the sea, you were the one who sailed the world to find me".
La vita è troppo corta per arrendersi. Combatti, Harry, combatti con me.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Harry si trovava in quella posizione da più di mezz’ora. 
 
Era fermo, di fronte ad una villetta circondata da un piccolo giardino le cui piante erano coperte da un leggero strato di brina, aspettando di trovare il coraggio per avvicinarsi alla porta e suonare il campanello.
Non aveva idea di cosa lo avesse spinto ad uscire di casa ed arrivare fin lì.
Negli ultimi mesi i suoi spostamenti si limitavano alla biblioteca comunale ed al piccolo bar sulla riva del fiume dove passava i pomeriggi a leggere e sorseggiare tazze di the, approfittando del fatto che il locale era quasi sempre deserto.
Aveva trascorso molto tempo a pensare, dopo l’incontro avuto una settimana prima. Louis era un estraneo, a tutti gli effetti, ma nel momento in cui si erano trovati faccia a faccia, Harry aveva sentito l’impulso di esternargli tutto il proprio dolore, la propria rassegnazione. Il proprio rifiuto verso la vita.
Ma sapeva, in fondo, che tutto ciò non avrebbe avuto senso.
Sapeva che nessuno sarebbe mai stato in grado di comprendere i suoi sensi di colpa, né, tantomeno, di accettarli e tendergli una mano per farlo uscire da quel tunnel alla cui oscurità si era ormai abituato. 
Ma nella sua mente si erano inspiegabilmente fatti spazio i ricordi di lui e Louis, da piccoli. Il loro modo di sostenersi a vicenda, in qualsiasi occasione, aveva appena fatto trovare ad Harry la forza di accettare l’invito e spingersi fino a quella porta. Aveva percorso la strada che lo separava da casa di Louis con un senso di agitazione e preoccupazione che gli faceva tremare le gambe.
Forse sarebbe stato meglio tornare a casa ma, a quanto sembrava, la forza di volontà che lo aveva fatto giungere fin lì, si rifiutava di cambiare direzione.
Si stava facendo sera, ed Harry era scosso dai brividi di freddo.
Rimase lì, ancora per qualche attimo, quando, mosso da un’improvvisa ondata di coraggio, o forse dal freddo che iniziava a gelargli le ossa, si trascinò fino alla porta e suonò il campanello. 
 
Dio, ma che sto facendo?
 
La mente di Harry si stava affollando di mille domande.
Cosa avrebbe potuto raccontare a Louis? Chi avrebbe detto di essere, se avesse aperto qualcun altro? Ma soprattutto, cosa avrebbe potuto fare il ragazzo per lui? 
Nulla, assolutamente nulla.
 
Mentre Harry cercava invano una risposta a quei quesiti, la porta si aprì e dietro di essa apparve Louis, i capelli in disordine, lo sguardo fisso su di lui. 
Per un attimo, Harry pensò che sarebbe svenuto, gli mancava il respiro e sentiva che le gambe non gli avrebbero retto.
 
«Pensavo di averti perso, di nuovo. Non che ti abbia ritrovato, l’altra mattina, ma beh… Vuoi entrare?»
Harry fece cenno di sì con la testa e chiuse la porta dietro di lui, avvicinandosi lentamente alla figura che lo precedeva. 
Louis lo fece accomodare nella stanza attigua all’ingresso: il soggiorno era piccolo ma straordinariamente accogliente, qualche quotidiano sparso qua e là, i libri che riempivano le numerose mensole, alternati da cd e vecchi vinili. 
La madre di Louis doveva avere un ottimo gusto, non c’erano dubbi.
Rimasero qualche minuto in silenzio, finché Harry non raccolse la poca forza che gli era rimasta e si rivolse a Louis, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
 
«Mi dispiace, forse non sarei dovuto venire.» sussurrò, stringendosi leggermente nelle spalle.
«Sai, non ho molti bei ricordi legati alla mia infanzia, ma ognuno di essi è accompagnato dalla tua immagine. Averti incontrato, a distanza di anni, l’altra mattina, mi è sembrato quasi surreale.» confessò Louis con un filo di voce, come se non avesse nemmeno sentito le parole di Harry, ma stesse proseguendo un proprio pensiero.
Harry non era pronto per quelle parole. Si era ripromesso di non dare più confidenza a nessuno. Perché era lì, allora? Perché non era tornato sui suoi passi, abbandonando la speranza che forse, anche lui, avrebbe potuto trovare una persona con la quale esternare i propri sentimenti e confidarsi?
«Tu non puoi salvarmi.» stava parlando a sé stesso, ma si ritrovò a sputare quelle parole colme di rassegnazione al ragazzo che stava, in silenzio, di fronte a lui.
Louis si avvicinò appena al riccio, il quale spostò lo sguardo dal pavimento agli occhi del più grande. 
Harry se ne pentì immediatamente. 
Poche volte, nella sua vita, lo sguardo di una persona era stato capace di provocargli un tale effetto. Guardando il turchese di quegli occhi, Harry si sentiva privo di ogni difesa, sentiva che la corazza della quale si era rivestito per nascondere le proprie emozioni e tenere lontano il mondo che lo circondava, si stava rapidamente corrodendo.
Una fitta allo stomaco lo fece risvegliare dai propri pensieri. 
 
«Rifiutiamo spesso l’aiuto delle persone. Per orgoglio, rabbia, mancanza di speranza. Ma, a volte, abbiamo bisogno di essere salvati.» Louis pronunciò quelle parole cercando una risposta negli occhi di Harry.
 
Assurdo, si ritrovò a pensare Louis, come avesse ritrovato la stessa espressione di quel bambino paffutello e dai capelli ondulati, nel ragazzo che ora stava di fronte a lui. Harry non era cambiato, ne era sicuro.
I suoi occhi parlavano di lui. Per lui.
Louis avrebbe voluto stringerlo, cancellare gli anni in cui non era stato più nessuno, per lui. Avrebbe voluto dirgli che andava tutto bene, che si sarebbe sistemata ogni cosa. Perché, in quel momento, gli occhi di Harry gli stavano parlando. Ed era successo così tante volte, quando erano piccoli.
Quante volte uno sguardo era bastato per capire cosa stesse provando l’altro, quante volte le parole erano state superflue.
 
Il più grande stava per riprendere la parola, quando la voce di Harry lo fece sussultare.
«Louis… Io sono solo. Ho provato a lottare per riconquistare la mia vita, ci ho provato, Louis, dio se ci ho provato. Ma non ce l’ho fatta. Mi sto trascinando, ma non ho più forze. Nemmeno per lasciarmi salvare.»
 
Sentire Harry parlare in quel modo, per Louis fu come una coltellata.
Senza pensarci, si diresse verso la piccola scrivania di legno che stava alla sua sinistra, afferrò un foglio di carta ed una penna e sporse la mano verso il riccio. 
 
«Non hai la forza per farti salvare, ma non devi essere tu a chiederlo.»
 
Un flashback riportò Harry a diversi anni prima, quando lui e Louis, durante gli intervalli, a scuola, si scambiavano piccoli pezzi di carta con dei brevi riassunti di quello che era successo nel corso delle lezioni. 

E di colpo capì il significato del foglio e della penna. E cosa intendesse Louis con quella frase.




______________________________________
Bene, eccoci con il nuovo capitolo! 
Come avrete letto, Harry ha preso coraggio e ha deciso di andare da Louis, nonostante i mille ripensamenti. Ancora non ha raccontato la propria storia a Louis, ma quest'ultimo sembra aver capito qualcosa. E poi, qual è il significato del foglio di carta che il più grande dà ad Harry? 

Mi fate sapere cosa ne pensate? Magari lasciandomi una recensione, se avete voglia e tempo! :) Significa davvero moltissimo per me, sapere che qualcuno legge questa storia e che, magari, la apprezza. Vi assicuro che mi riempie il cuore.
Quindi, come sempre, voglio ringraziare tutti coloro che stanno seguendo la storia, chi l'ha inserita tra le storie seguite e ricordate e, in particolare, blue drop, che l'ha inserita tra le preferite. 
Grazie di tutto, davvero.
 
Al prossimo capitolo, un abbraccio, mel <3
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: gingerhead