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Autore: Gnella_    20/01/2013    0 recensioni
Molto spesso l'amore è così...la persona che credevi di odiare con tutto te stesso finisci per amarla.Purtroppo l'amore è così,semplicemente imprevedibile.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1.

E dentro che succede
Se il cuore ha troppa sete
E fuori ti diverti ma nessuno me lo chiede
quanto è facile pensare al sole
come una distrazione
e maturando il mio dolore
mi trasformo in attrazione
catturato per mia distrazione
scelta o imposizione
ripetermi con convinzione
che la vita da qui sarebbe stata migliore
ma il migliore non resiste
e quanto è bello quanto è triste
dimenticarsi che il dolore esiste
che il dolore esiste.

Tiziano Ferro-Tarantola d’Africa

 

 
 
Quella mattina mi svegliò la voce di mio zio John,parlava così ad alta voce che si sentiva dal piano di sopra.
La giornata non poteva cominciare peggio,era l’ultimo giorno delle vacanze estive e mi innervosiva essere svegliata bruscamente.
Riuscivo a sentire i passi di mia madre mentre saliva al piano di sopra e per evitare la scocciatura mattutina chiusi gli occhi fingendo di dormire.
Bella mossa proprio.
Mia madre si mise a scuotermi convulsivamente e fui costretta ad aprire gli occhi.
 
“Mamma che succede?! Perché fai così??”
“Ho una bellissima notizia per teeee!!!”. Mi rispose rompendomi quasi un timpano,poi continuò
“se non scendi entro 5 minuti non ti dirò niente!” e se ne andò sbattendo la porta della mia camera.
Mia madre era sempre stata un po’ lunatica,ma la cosa si stava facendo preoccupante.
Mi pettinai i capelli e scesi al piano di sotto con ancora indosso il pigiama,mio zio mi aveva vista milioni di volte in pigiama.
 
“Buongiorno!”dissi con aria annoiata,non credevo che la notizia di mio zio mi avrebbe scalfita più di tanto.
“Giorno Aly!!!!”era troppo entusiasta per i miei gusti,infatti mi abbracciò di slancio e per poco non caddi.
Non vedevo l’ora che si togliesse di dosso,non amavo gli abbracci.
“Allora? Qual è la notizia?” dissi con aria fintamente allegra.
Erano le 9 e mezza e mi avevano già stressato.
“Non ci crederai mai!! Ricordi quel viaggio-studio in Italia a cui volevi tanto partecipare?”
Nei miei occhi passò una scintilla .“Quello a cui non posso partecipare data la mia scarsa media di voti?” risposi,allontanando la speranza di un possibile miracolo,ricordando la mia media del 7.1.
“Si,quella.Alcuni miei amici stanno organizzando il viaggio che si terrà tra un mese e mi hanno detto che se voglio posso fare partecipare qualche mio conoscente che sta studiando italiano e...chi meglio di te?! So che ci sei rimasta molto male quando hai saputo di non poter partecipare”
Non potevo credere alle mie orecchie.
Mio zio aveva pensato a me,che dolce che era.
Però qualcosa non quadrava…”Mi vuoi dire che mi stai raccomandando?” odiavo i raccomandati e non potevo credere che sarei diventata una di loro.
Mio zio si rabbuiò per un attimo,poi disse “In teoria è così,ma so quanto ami l’Italia e so anche che vai molto bene in italiano,quindi perché non accettare? Te lo meriti davvero.”
Mio zio era una persona dolcissima,non c’era alcun dubbio.
Lo adoravo,era ufficiale!!!.
Mi convinsi delle sue parole,poi risposi saltellando ”Grazieeeeeeee” e lo abbracciai,uno dei miei pochi abbracci sinceri.
La giornata stava nettamente migliorando!.
Mio zio si staccò e mi disse “La partenza è fissata per il 20 Ottobre,tu nel frattempo comincerai la scuola e poi la continuerai lì. Di conseguenza il ritorno ci sarà a giugno,a meno che tuo padre non sia così buono da farti passare l’estate lì in un campo scuola.”
Guardai mio padre con uno sguardo supplichevole,sapevo che l’Italia era meravigliosa soprattutto d’estate,aveva acque limpide e montagne verdi,ci sarebbe stato l’imbarazzo della scelta.
Mio padre si trovava in un angolo della grande cucina,mi guardò e poi mi disse “Vedremo,se i tuoi voti si alzeranno allora potrai passare l’estate lì.”
Era già un punto in più per me,almeno non mi aveva detto di no.
Guardai trionfante mia madre ma lei guardava altrove,guardava mia sorella Stacy.
Allora io dissi “Stacy non è fantastico??”, lei mi guardò contrariata e disse “No,non lo è. Io sono tua sorella maggiore e non mi hanno mai mandato all’estero per una vacanza-studio,figurati per l’estate e avevo anche voti nettamente migliori dei tuoi!”
Si stava comportando da stronza,mi aveva ferita.
Abbassai lo sguardo confusa e triste,mi dava fastidio che mia sorella pensasse quelle cose di me.
Implicitamente mi aveva dato dell’ignorante e della sconsiderata,quando sapeva benissimo che era difficile per me espormi e fare cazzate come fanno tutti gli adolescenti.

Eppure nella mia famiglia ero considerata la pecora nera,l’imprevedibile e sveglia Alyssa,quando era proprio il contario.
Ero sempre più convinta che quella vacanza-studio mi avrebbe fatto bene,avevo bisogno di staccare.
L’unica persona che mi sarebbe mancata realmente era la mia sorellina Rose.
La adoravo,aveva 4 anni ma riusciva a capirmi come se fossimo coetanee.
Mi risvegliai dai miei pensieri e ringraziai ancora mio zio.
Risalii al piano di sopra e come prevedibile,mia madre mi seguì.
“Mamma perché fa così? Dovrebbe essere felice e invece mi ribadisce la sua superiorità in tutto!” mia madre scosse la testa e disse “La sua superiorità è palpapile ed in più ha ragione,tu non hai fatto nulla per meritarti tutto questo,lei invece si.”
Come al solito la difendeva,per fortuna la scelta toccava a mio padre che era più umano nei miei confronti.
Odiavo i paragoni,odiavo mia madre e odiavo quella situazione.
Era stata sempre mia madre ad aizzare Stacy contro di me,era sempre stata lei e ne avevo abbastanza.
”Ok hai ragione,che altro vuoi che ti dica? Non me lo merito hai ragione,ma ho questa opportunità e non voglio sprecarla.”
Lei rispose “Brava cara,l’importante è la consapevolezza.”
E se ne andò sbattendo la porta.
Era proprio vero che la notizia del viaggio era l’unica cosa buona successa in quel giorno.
Me ne accorsi quando verso la sera portai a spasso Diesel,il mio adorato cagnolino.
Ero sul marciapiede,quando Diesel mi colse alla sprovvista e mi spinse verso la strada.
Sentì improvvisamente una macchina inchiodare e un rumore di una portiera.
Il conducente era sceso e mi guardava con aria incazzata,poi disse “E chi poteva farsi trascinare da un piccolo cane insignificante in mezzo ad una strada col pericolo di farsi investire se non tu?!”.
Appena lo riconobbi avrei voluto sparire.
Era tanto bello quanto stronzo!
Mi ripresi dal piccolo choc e risposi a tono “Il mio cane non è insignificante,non si chiama James!!” .
Lui si mise a ridere,che risata melodiosa che aveva!! “Ah ecco e come si chiama dimmi..” risposi imbarazzata “Diesel!” e lui rideva,non smetteva di ridere e mi dava sui nervi,evitavo di guardarlo negli occhi, ogni volta che lo facevo sembrava saper leggere l’anima.
“Che stupido nome! Solo una bionda poteva dare un nome così stupido ad un cane!”.
Mi indignai,quando volevo ero molto femminista e risposi a mò di sfida “Vuoi dire che le bionde sono stupide?”.
Lui mi guardò con un sorrisetto odioso e confermò.
Io al contrario mi stavo realmente innervosendo “Solo uno stupido,maschilista e retrogrado come te poteva dirlo!”.
E me ne andai fiera della mia risposta.


Durante il tragitto per casa mi chiesi come io e James fossimo arrivati a quel punto.
Pensai alla prima volta che lo vidi,bello come il sole e misterioso come la notte.
A 14 anni avevo una cotta per lui,ma sua sorella Lucy,nonché mia ex migliore amica,gliel’aveva detto e aveva rovinato la nostra amicizia.
Col passare degli anni era diventata un’oca senza cervello e di conseguenza non mi sono mai pentita di aver chiuso quell’amicizia.
Lui d’altronde mi aveva dato della bambina e aveva detto a tutto al liceo della mia cotta.
James ora aveva 19 anni, ma era il solito immaturo di sempre e lo odiavo più di chiunque altro.

Una volta arrivata a casa sciolsi Diesel e mi misi a letto.Il giorno seguente sarebbe iniziato il mio incubo: la scuola. 
  
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