Freddie
accompagnò la sua amante a casa dopo la festa, anche se accompagnare era un parolone, visto e considerato che avevano
scroccato un passaggio a Roger e che in macchina con loro c’erano anche
Dorothy* e Mary.
Freddie
strinse a sé la sua fidanzata, innervosito e preoccupato da quanto il
batterista stesse andando veloce.
«Cazzo,
Rog, non puoi rallentare?» chiese quasi aggressiva la moretta, tuttavia
mantenendo una certa compostezza, girandosi verso il biondino, che le rispose
qualcosa a cui il cantante non prestò attenzione perché preso a osservare Cleo,
che era rannicchiata con le ginocchia contro il busto, apparentemente presa a
guardare fuori dal finestrino.
«Sai,
è un po’ complicato guidare con tranquillità con i piedi di Freddie piantati
nella schiena e vedendo che la vostra amica, laggiù, tiene i suoi sulla mia
tappezzeria!!» esclamò lui, ma fu ignorato.
La
prima destinazione fu, su sua richiesta, casa della rossina, che scese
ringraziando Roger e salutando la sua compagna, nessun altro… al che Freddie si
sentì piuttosto in colpa: era sicuro che quel non guardarlo in viso durante il
viaggio, quel non parlare, non erano nello stile di Cleo.
Quando
voleva qualcosa la prendeva, lei, ma in quella situazione c’era stato qualcosa
di più profondo del soddisfare il proprio ego e avere delle attenzioni.
L’aria
che si respirava in casa di Cassie e Cleo la mattina successiva non era proprio
quella di gente che sta vivendo i postumi di una festa. Avevano entrambe due
musi lunghi e vivevano ognuna nella sua sofferenza.
Cleo
stava ripiegando sul cibo: era sdraiata sul divano a mangiare un hot dog che
traboccava maionese da tutti i pori mentre guardava la tv e si voltò per
guardare Cassie trascinare la valigia, all’apparenza pesantissima, fino al mobile
del telefono. Fece due telefonate. Prima chiamò un taxi per farsi venire a
prendere, poi la stazione per farsi prenotare la cabina del treno. Cassie
abitava piuttosto lontana da Londra, ma come sappiamo fortunatamente i soldi
non le mancavano.
«Dove
vai di bello?» domandò la rossa mentre la bionda si apprestava a uscire.
«A
casa.» asserì secca l’altra.
«D’accordo...»
non le diede troppa soddisfazione «Allora salutami le cornamuse e, soprattutto,
lo sai, gli omini in kilt!»
Cassie
la ignorò e uscì, trascinando la grande valigia giù per le scale.
«Serve
una mano?» gridò, ma l’altra non rispose. «Quando c’è il treno?»
«Il
primo è alle tre, purtroppo, ma voglio essere lì un po’ prima. Giusto per non
rimanere qui dove sono rintracciabile.»
«Passo
dopo dalla stazione a salutarti, allora. Lo sai che non mi piacciono gli addii
pieni di lacrime…»
«Lo
so, ci vediamo presto.»
Cassie
uscì: il taxi era arrivato e lei si fece aiutare a caricare i bagagli per
raggiungere la stazione.
Il
telefono squillò e Cleo si sentì morire, ma non era chi pensava che fosse, era
Brian.
«Cassie?!»
la situazione le suscitò una risata triste «Prova alla stazione, il suo treno
parte alle tre.»
Pensò
che magari, in tutto quel casino, forse almeno qualcuno avrebbe potuto essere
felice. E poi arrivò Freddie per davvero. Gli aprì la porta di ingresso e non
fece domande, lo lasciò passare e basta.
«Che
cazzo vuoi?» lo aggredì solo successivamente.
«Sta’
tranquilla.» si diede un tono, poi cercò di addolcire la situazione «Hai fame?
Ti ho portato un cornetto alla marmellata, come piace a te.»
«Mi
stupisci sempre, tu, eh…»
«Sempre
a disposizione, dolcezza» le accarezzò i capelli lui, dopo essere andato a
tastoni per un paio di volte, sbagliando, poi si stese dietro di lei,
cingendola con le braccia.
«Tu
lo sai che non ti amo, vero?» sussurrò Freddie nell'orecchio dietro ai capelli
rossi e spettinati.
Tuttavia,
erano stretti in un abbraccio tutt'altro che senza amore.
Liar!
«Ti
risulta che io e te abbiamo un qualche tipo di rapporto sentimentale? Il
problema è che tu non ti vuoi impegnare con me perché credi che sia troppo
difficile per i tuoi standard.
Sai
cosa? A me sta bene così, tu svolgi la tua vita da bugiardo con Mary,
sposatela, facci tanti figli e racconta tante bugie anche a loro, sarai felice,
vedrai! E lo saranno anche loro, ma attento, non farti scoprire!»
Liar!
«E
allora perché mai ho pensato, solo per un attimo, di mollarla per te?»
I
due si guardarono.
Tutto
quello era enormemente contraddittorio.
Nonostante
avessero cercato in tutti i modi di fare in modo che la loro fosse solo una
relazione carnale, l'amore li aveva raggiunti, e, forse, addirittura doppiati,
in quella corsa che è la vita.
Gli
occhi di Cleo si illuminarono:
«Ti
sei innamorato di me» sussurrò, sbattendo le ciglia.
«Io...»
«Lascia
Mary per me. Per favore.» la rossa era sul punto di mettersi a piangere, ma
celò gli occhi nell’oscurità.
Aveva
vinto.
Non
era più la seconda a essere amata, era la prima.
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*Per
l’ostilità di Freddie nei confronti di Dorothy, leggere il sequel di “Made In
Hell” di Snafu: “When you’re screaming in the night”
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ndAut:
Ci
scusiamo per il ritardo, ma lavorando con Trenitalia non poteva andare
diversamente LOL
MrBadCath
(si scusa per il disagio)