Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: MrBadGuy    20/01/2013    2 recensioni
A un amico importantissimo.
"Appena la bionda tornò a casa e accese il pc, mordendosi un labbro aprì un nuovo documento di Microsoft Word, esordì scrivendo:
“Per te, che sei una delle persone migliori che vivano su questa terra”."
--
Come potete notare non appare alcun nome, per motivi di pubblicazione, generalmente sono sostituiti con un trattino, o completamente omessi.
Grazie e buona lettura,
MrB.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Io non capisco perché continuo a farmi male così”
“Io lo capisco”
“Lo capisci?”
“Lo capisco, ma non lo comprendo a fondo”
“Non capisco cosa intendi”
“Capisco perché ti stai logorando”
“E spiegamelo,  perché?”
“Non so spiegartelo, te l'ho detto, lo capisco come scelta emotiva
perché anche io sto facendo più o meno lo stesso”
“Con chi?”
“O meglio l'ho fatto. In modo diverso, ma l'ho fatto”
“con chi?”
“Con - .
Appena l'ho visto ho capito che il confronto con - sarebbe stato inevitabile e che ovviamente non lo avrebbe retto.
Un po' perché non mi piaceva veramente, un po' perché non era intelligente tanto quanto mi aspettassi.
Ero convinta che fosse qualcosa che avrebbe giovato al mio umore, che avrebbe alleviato qualche tristezza, qualche dolore.
Ma non è stato così.
Semplicemente, stando due giorni con lui, mi sono resa conto di quanto non potessi mai innamorarmi, di quanto mi mancasse il vecchio - , il ragazzo con cui stavo poco più di un anno fa. Quello che ci definiva la coppia perfetta, inossidabile e che mi diceva "Io credo solo in noi", poi è cambiato, ma quello è un altro discorso.
Sapevo fin dall'inizio che sarebbe finita male e che ci avrei sofferto, nonostante alimentassi false speranze, ero consapevole di non essere pronta a cominciare qualcosa di nuovo, specie con un'altra persona. Fra l'altro, non so nemmeno se riuscirò ad amare di nuovo come ho già amato: fa paura e in più nella maggior parte delle volte si rivela inutile. Chi mi me lo fa fare?
Sono arrivata a pensare che nessuno meriti la mia più completa dedizione, se non me stessa.
Ma a questo punto sto andando completamente fuori tema.
Il punto è che quando si è poco stabili emotivamente, si sta male, si tende a sviluppare in senso di autodistruzione.
“Hai solo 16 anni”
“Non penso come una ragazzina di sedici anni”
“Lo stai facendo dicendo l'ultima idiozia”
“Dicendo che non vale la pena amare?”
“Ne vale la pena e basta.
E' l'unica cosa che ci rende umani”
“No.
Le sensazioni positive e anche quelle negative ci rendono umani. Io amo tanto, in questo momento, ma in modo diverso: amo il mio gruppo di amici, amo i miei idoli, amo tutto quel che posso fare di buono nella mia vita”
“Sei una persona stupenda, Antea.
Una grande donna.
E lo posso sbandierare ai quattro venti, ecco. E' la verità”
“Mi fai veramente ribaltare lo stomaco con tutti questi complimenti. Li merito davvero?”
“Sei la persona che più li merita”
“Ne meriti tanti anche tu, ma forse questo non lo pensi”
“No, e non voglio neanche che tu me li dica”
“Tanto sai che cosa penso di te”
“Grazie”
“E di che.
Grazie a te, semmai”
“Ti voglio bene”
“Ti voglio bene anch’io”.
I due si abbracciarono, seduti davanti a due anonime tazze di caffè di un bar qualunque, a stazione Termini.
“Credo di dover andare, temo di perdere il treno” sussurrò lui, ancora stretto nell’unione amichevole e affettuosa,
“Di tutto quel che ci siamo detti, è la frase che mi rattrista di più” accennò un sorriso la bionda.
Assieme percorsero la stazione, che generalmente sembrava infinita, in quelli che parvero pochi passi.
“Allora, alla prossima biondona”
“Alla prossima, dolcezza”.
La ragazza calcò gli occhiali da sole sul naso, subito dopo aver salutato affettuosamente il suo amico, che le giurò che appena possibile si sarebbero visti di nuovo; le lenti scure bastavano a nascondere le lacrime, fiorenti e dolorose, mentre lo guardava salire sul vagone.
Lo salutò con la mano, mentre si sedeva in corrispondenza del vetro che li separava, ma allo stesso tempo gli permetteva di guardarsi.
Di colpo, il ragazzo si alzò e aprì il finestrino, calando giù la propria mano.
“Mi hai fatto venire in mente una cosa” quasi urlò lei, stringendogliela, dopo essersi tolta gli occhiali da sole.
Quello che le si era dipinto era il sorriso più sincero mai esistito, seppur avesse le guance umide,
“Cosa? Sono curioso!”
“Lo vedrai”
“Ma… Per favore, anticipami qualcosa!”
“Ciao amico mio, ci sentiamo, e, soprattutto, stammi bene”, lo salutò lei, baciandolo dolcemente sul palmo della mano, le cui dita le sfiorarono il viso, mentre il treno partiva lentamente.
Su quel pezzo di ferro della Trenitalia, c'era una persona a cui la ragazza voleva enormemente bene, la quale sentiva sempre vicino a sé, nonostante la lontananza.
Non c'è niente da fare, le menti affine, non saranno mai abbastanza distanti.
Appena  la bionda tornò a casa e accese il pc, mordendosi un labbro aprì un nuovo documento di Microsoft Word, esordì scrivendo:
“Per te, che sei una delle persone migliori che vivano su questa terra”.
Tant'è, che questa è una storia vera.
Più o meno.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: MrBadGuy