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Autore: Harry_Wife    21/01/2013    1 recensioni
Ho sempre vissuto a Londra. Anche se ''vivere'' è una parola veramente grande.
Troppo per poter riferirsi a me. Al massimo esistito. Sì esistito è più adeguato.
Comunque io, Adela Young adolescente di 18 anni ho sempre vissuto a Londra fino ai miei 17 anni perchè da lì in poi io sono solo ''esistita''. è impossibile vivere dopo tutto il dolore che ho provato. O forse mi sbaglio?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niall*

Mi svegliai di soprassalto con il pensiero di essere in ritardo. “Cazzo, Cazzo, Cazzo!” Mi buttai sul comodino, presi il telefono e guardai l’ora. Le 8:30. Aprii le ante dell’armadio e tirai fuori la mia polo bianca, i miei pantaloni color cachi e le mie converse bianche. Finito di vestirmi mi catapultai in cucina, presi una scatola di biscotti, misi la cartella in spalle e mi diressi verso la porta. A malapena sfiorai la maniglia che mia madre di diresse verso di me, ancora in pigiama e con aria stranita mi chiese
“Dove stai andando?”
“A scuola mamma! E sono anche tremendamente in ritardo!” le dissi quasi urlandole contro. Lei mi guardò come per accertarsi che non stessi scherzando
“Guarda che oggi è sabato”
“Ah, già!” Mi tirai un buffetto sulla fronte. “Sono proprio un’idiota!”. Essendomi trasferito a Londra da a malapena due anni sono ancora abituato alle routine irlandesi. Nella vecchia scuola, a Mullingar, ci andavo solo il mattino però dovevo andarci anche il sabato. Invece qui a Londra non si va il sabato, ma in compenso il lunedì e il mercoledì si sta fino alle 4:30.
Lasciai scivolare la cartella dalla mia spalla e la abbandonai in un angolino della mia stanza. Mi tolsi le scarpe e mi rimisi a letto. Rimasi lì per una buona mezz’ora cercando di riprendere sonno. Ma niente da fare. Allora mi alzai e mi feci una lunga doccia pensando al pomeriggio che avrei dovuto passare. Questa è la prima , e ultima, volta che dirò “Grazie matematica” perché, in fin dei conti, è solo grazie a lei se Adela è stata bocciata e ora lei è nella mia classe e tra qualche ora andrò a casa sua ad ‘aiutarla’. Senza contare il fatto della piscina! Con l’acqua riscaldata! Un sogno, davvero.
Mi rimisi ciò che avevo tirato fuori dall’armadio, mi preparai la sacca con costume da bagno, un telo e i libri. Feci un pranzo abbondante, come era mio solito e mi stesi sul divano a guardare la tele aspettando che arrivassero le 3. Arrivata la fatidica ora mi feci accompagnare da mio fratello a casa di Adela, siccome c’era lo sciopero dei pullman.
Arrivato, Adela mi fece accomodare nel salotto. Oggi era nel suo stile da ‘brava ragazza’. Aveva una maglia con lo scollo a V a maniche lunghe che arrivava fino a metà coscia, color verde smeraldo. Indossava dei leggins in pelle aderenti e degli stivaletti con un po’ di tacco anch’essi color verde smeraldo. Aveva un accenno di mascara e un una riga di eyeliner verde. Ci sedemmo sul tavolo e iniziammo a fare i compiti di matematica.
“Mi stupisco del fatto che tu veramente non capisca matematica” Dissi mentre le spiegavo come si faceva l’esercizio.
“Mica scherzavo! Altrimenti avrei fatto a meno di essere segata, eh!” iniziammo a ridere. Poi lei riprese
“Se no, per quale altro motivo ti avrei chiamato oggi?”
“Beh, per stare sola soletta con me, no?” Dissi maliziosamente. Lei iniziò a ridere mostrando i suoi piccoli denti bianchi e dritti.
“Spera piccolo Horan, spera”
“Piccolo?” sbottai.
“Guarda che faccio 17 anni quest’anno, io!” Dissi con aria di superiorità.
“E io 18! E prenderò la patente!”Mi fece la linguaccia e iniziai a ridere per la sua espressione.
“Avrai anche 18 anni, ma una che fa la linguaccia non so quanti ne possa dimostrare!” Anche lei iniziò a ridere insieme a me.
Andammo avanti scherzando e mangiando patatine e caramelle che aveva in casa.
Finimmo i compiti verso le 5.
“Ehi piccoletto vatti a mettere il costume che ci facciamo un bagno in piscina! E se vuoi c’è anche una vasca a parte con l’idromassaggio!” All’idea corsi in bagno e mi misi velocemente il costume. Uscii e mi ritrovai solo.
“Adela?” Urlai.
“Aspetta che sto mettendo il costume!” Mi urlò di rimando. La voce proveniva dalla sua camera. Mi avvicinai e aspettai che uscisse. Appena fuori la guardai sbalordito. Aveva un corpo perfetto. Nonostante io lo avessi già visto ne rimasi lo stesso colpito. Aveva un costume bianco e nero, con la fascia bianca e le due spalline che si legavano dietro il collo nere. La parte sotto invece era zebrata. Appena la vidi mi uscì un
“Roar” tipo il verso di un leone. Lei divenne paonazza in viso e iniziò a ridere. Ci incammino per andare in piscina. Arrivati la presi in braccio e la buttai in acqua. Appena riemerse mi guardò storto.
“Il piccoletto ti ha dato una lezione eh?” Dissi ammiccando. Lei uscì dall’acqua e si aggrappò a me bagnandomi e facendomi uno sgambetto che mi fece cadere in acqua.
“Maledetta” Lei iniziò a ridere e si tuffò con un tuffo di testa vicino a me.
“Rieccomi! Mancata?” Disse appena riemersa.
“No, per niente” E le misi la testa in acqua. Il che la fece sprofondare, siccome nessuno dei due toccava. Lei mi diede dei pizzicotti alle braccia e la feci ritornare su.
Continuammo a giocare così, come due bimbi, per la maggior parte del tempo.
“Ok dai basta” Disse Adela uscendo dalla piscina.
“Che non vuoi più fare il bagno?” Feci una faccia da cucciolo per convincerla a rientrare.
“No. Voglio solo andare nella vasca idromassaggio.” E così dicendo si immerse nell’altra piscinetta. La seguii a ruota e mi misi a fianco a lei. Rimanemmo qualche manciata di minuti senza parlare, facendoci coccolare dai getti dell’idromassaggio.
“Verrò più spesso a casa tua” Dissi con molta non-chalance, nonostante dentro temessi un rifiuto.
“Fai come vuoi, tanto sono sempre sola a casa” Mi girai verso di lei e la guardai in quei stupendi occhi blu.
“Guarda che non scherzo io ci vengo davvero tutti i giorni” Lei ricambiò lo sguardo e mi disse
“E io ti sto dicendo che puoi venirci!” sorrise e chiuse gli occhi per il contatto con le bollicine della vasca. Mi avvicinai a lei e iniziai a giocare con i suoi ricciolini. Lei iniziò a ridere.
“Mi fai il solletico!”
“Davvero? E se faccio così?” Le misi la mano sul fianco e iniziai a farle il solletico. Lei iniziò a ridere. Mi avvicinai sempre di più finchè le sue labbra distavano di due centimetri dalle mie. Smisi di farle il solletico e iniziai a guardare le sue labbra. Sono piccole e rosee e ti fanno venire una strana voglia di morderle. Successivamente la guardai negli occhi. Era lì ferma a due centimetri da me e non si era mossa di un millimetro. “Vuole forse che la baci?”. Sorrise, a ciò non potei più resistere. Le misi una mano sulla guancia e mi avvicinai lentamente. Appena sentii le nostre labbra sfiorarsi un brivido mi percorse la spina dorsale. Le mie labbra bruciavano. Ne volevano ancora. Ora non mi limitai a sfiorarle, premetti dolcemente le mie sulle sue. Sentii Adela irrigidirsi a quel contatto e portò le sue mani al mio petto. Mio allontanai leggermente e la guardai negli occhi. Mi guardava stranita.
“Cosa..?” sussurrò appena. “Occazzo
“Niall, ecco io… Io, non sono pronta per stare con un ragazzo… Non pensavo che tu provassi qualcosa per me ecco…” Detto questo bisbigliai un “Scusa un attimo” che credo non abbia nemmeno capito e mi fiondai in bagno. Mi guardai allo specchio. Ero paonazzo in viso. “Che diavolo ho combinato? Ho rovinato tutto con la mia stupidità! TUTTO!” Mi raggomitolai e mi misi le mani sul viso per trattenere le lacrime che lentamente sgorgavano dai miei occhi. “Ho rovinato tutto..
Sentii uno squillo in lontananza. “Il mio cellulare?” Mi sciacquai velocemente il viso, cercando di togliere le tracce delle lacrime dal mio viso. Mi diressi in salotto e trovai il cellulare di Adela che squillava. “Che faccio rispondo?” Presi il cellulare, ma al mio tocco smise di suonare. “Perfetto” lo schermo si illuminò e ritornò nella pagina in cui Adela aveva messo in stanby. La pagina delle bozze. Li guardai  e tutti erano accomunati da una cosa : il destinatario. C’erano solo messaggi diretti, ma non inviati, per un certo Eric. “Ma chi è sto Eric?” Sentii scricchiolare dietro di me, era Adela.
“Che fai con il mio cellulare?”
“Stava squillando e l’ho preso per portartelo!” Sembrava furibonda
“Io non ti ho mai detto che puoi toccarlo” e me lo strappò dalle mani.
“Scusa Adela… Io non volevo! Ecco, io ho visto per caso la pagina in cui avevi messo in stanby e..”
“E?” Disse lei ansiosa come se stessi scoprendo un suo segreto. In fin dei conti lo avevo fatto.
“E ho intravisto i messaggi, ma.. soprattutto, chi è Eric?” chiesi molto sfacciatamente, provocato da un senso di gelosia. Sentendo quel nome lei sbiancò e vidi i suoi occhi cambiare colore in un grigio spento. Come se si stesse spegnendo. Portò una mano ai capelli per spostare una ciocca dagli occhi e notai il tremolio. Mi avvicinai e gliele presi, come per calmarla.
“Eric…” sussurrò prima di scoppiare a piangere.
 
*Messaggio Autrice*
Hello to everybody!
Questo capitolo è un po’ lunghetto ma non avevo modo di spezzarlo ><
Oggi sono riuscita, addirittura, a pubblicare due capitoli grazie alla mia adorata Red Bull che mi da sostegno (sono un caso perso xD)
Spero vi piaccia!
Ed ecco che ritorna Eric in carreggiata! Invece Niall si prende un bel due di picche! :D
Ma… Chi è sto Eric? ><
So much Love, F.
  
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