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Autore: Fantasia2000    21/01/2013    3 recensioni
La guerra è finita, Voldemort è morto...ma con lui anche Harry e l'Ordine! Ginny si ritrova sola,senza amici ed ad accudire una mini New Generetor. Ma una lettera sconvolgerà il corso degli eventi, Ginny e i suoi bambini si ritroveranno in un universo alternativo dove la guerra imperversa ancora, dove Harry, i Malandrini e gran parte dell'Ordine sono vivi ma loro sono morti: come reagiranno i coniugi Potter ad un ricongiungimento? Come saranno i Malandrini, ancora e sempre, uniti? Ma soprattutto, come farà Ginny a tenere dodici magici, scatenati e malandrini bambini lontani dai guai?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, I Malandrini, Un po' tutti | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, James/Lily, Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Una Magica Dozzina

Capitolo 1
Lacrime di dolore, lacrime di speranza
 
Ginny pensava, pensava a quello che le era successo negli ultimi anni.
Era una cosa rara, aveva sepolto quei ricordi molto in profondità già da tempo, non permetteva alle dolorose immagini di farla nuovamente sprofondare, se non per sé stessa (di cui non le importava più di tanto), almeno per loro.
Ma non poteva fare a meno, all’anniversario di quel giorno che le aveva distrutto la vita, permettere che quei ricordi riaffiorassero, che quegli occhi smeraldo la guardassero ciechi, privi di quel luccichio che,nonostante tutti gli orrori che avevano dovuto vedere, nonostante tutte le lacrime che avevano versato non se n’era mai andato, e là in quel maledetto giorno di sette anni prima si era spento come una candela, ma si erano spenti sereni,i suoi smeraldi,soddisfatti di aver compiuto la propria missione, di aver salvato tutti.
Ma non aveva pensato a lei Harry mentre lasciava questo mondo? Non aveva immaginato come senza di lui sarebbe crollata completamente?
Ginny si sentiva rotta, come un giocattolo che non può essere riparato, vuota, come se le fosse stato stappato il cuore in due, una parte era morta con Harry, l’altra si prendeva cura dei suoi angeli.
 
E una lacrima cadde sul pavimento, una lacrima di dolore.
 
Poi la sua mente si spostava alla sua famiglia sterminata, Luna, Neville, Remus, Dora, come poco prima della battaglia tutti l’avessero pregata che,se non fossero sopravvissuti ci avrebbe pensato lei ai loro bambini, che gli avrebbe voluto bene, che gli avrebbe ricordato che i loro genitori erano morti per una giusta causa, per procurargli un futuro migliore, come lei dopo aver giurato pregasse Harry di restare, di non combattere,di quanta determinazione c’era in quegli smeraldi quando si avviava per il suo ultimo compito, e poi …o le si stringeva il cuore al sol ricordo l’attacco ai bambini!
Quelle serpi erano strisciate nelle loro culle, Voldemort in persona aveva scagliato l’Anatema sulle sue creature! Ma miracolosamente i suoi bambini non erano morti, anzi da quel momento la loro potenza magica era cento volte superiore a quella di un normale bambino magico! Nessuno sapeva come avevano fatto,sicuramente non era lo stesso che con Harry, Voldemort non era né morto, né aveva perso un pezzo di anima, e Ginny non si era sacrificata per loro,intendiamoci, non che non l’avrebbe fatto se avesse potuto, ma era stata pietrificata, aveva lottato, si, ma cosa può una ventiquattrenne incinta contro il Signore Oscuro? E poi quegli occhi si riaffacciavano nella sua mente, così maledettamente spenti.
E Ginny non aveva il coraggio di aprire gli occhi e vedere la cucina che un tempo era appartenuta alla famiglia Black, non aveva la forza di alzarsi, preparare la colazione, chiamare i suoi bambini e fingere che andasse tutto bene, semplicemente restava lì, in un angolo di fianco alla dispensa,immobile ad occhi chiusi, da cui sgorgavano ormai liberamente le lacrime.
Sì, si disse, quello che era successo era orrendo, quando aveva pensato di stare tranquilla, quando si era formata una famiglia (anche se un po’ in anticipo), quando si era trovata un lavoro (anche se per poco, prima che il Ministero cadesse nelle sue mani), insomma quando era felice quella battaglia era sopraggiunta, e lei l’aveva pure accolta come una bella notizia! Come un modo per scongiurare anche l’ultimo ostacolo per una vita serena: Voldemort, che in effetti era stato sconfitto, ma a quale prezzo!
Era rimasta sola, tutti coloro a cui voleva bene erano morti, perfino Draco e Astoria, le spie dell’Ordine, non erano state risparmiati, così lei quando era corsa nella Sala Grande, troppo preoccupata per restare ferma, lasciati i bambini in mani sicure, aveva appena fatto in tempo a vedere Harry cadere nello stesso istante di Voldemort che aveva visto altri visi conosciuti inespressivi, altri occhi vitrei, altri corpi esangui, era stata paralizzata dalla paura, incapace di esprimere il suo dolore in un grido o in delle lacrime, troppo riduttivi.
Ma avevano vinto, il potere era tornato nella mani del Ministero guidato da Kingsley, finalmente il mondo era in pace, le avevano detto, ora lei e i piccoli potevano stare tranquilli, ma lei non gli aveva dato ascolto, aveva fatto una promessa e intendeva mantenerla, così si era trasferita a Grimmauld Place e aveva rafforzato le misure di difesa, certo non li aveva fatti crescere in una bolla, i bambini erano cresciuti tra partite di Quiddich, gite al mare e anche qualche coetaneo babbano (sempre attenti a non farsi sfuggire nulla sulla parolina con la”m”), sì i suoi figli erano davvero fantastici,non le importava se non erano tutti figli suoi, aveva insegnato loro il coraggio, la giustizia , l’onestà e gli aveva raccontato, come promesso, che i loro genitori erano morti da eroi.
Poi la notte, se non riusciva a dormire o se era tormentata dagli incubi, si ripeteva i loro nomi come un mantra, a volte arricchiti da caratteristiche: Ted Lupin, secondo anno ad Hogwarts, Grifondoro naturalmente, metamorfomagus, solitamente aveva i capelli blu e gli occhi miele del padre,ma bastava un’emozione forte che i capelli gli diventavano di mille colori, intelligente e riservato, essendo il più grande era quello a cui i suoi “fratelli” si erano sempre rivolti come supporto; Victorie Weasley, Veela fino alla punta dei capelli, al suo primo anno, appena concluso (visto che la Grande Battaglia si era svolta l’ultimo giorno di scuola, la preside McGranitt aveva fatto partire i ragazzi con un paio di giorni di anticipo per rispetto alle vittime del massacro) aveva riscosso un certo successo nella popolazione maschile; James Sirius Potter, dieci anni, la fotocopia del nonno dagli occhi nocciola ai capelli sbarazzini, malandrino quanto i suoi omonimi, sempre a rincorrere quel maledetto boccino con Al ; Fred e George Weasley i cui padri avevano trovato divertente dare ai rispettivi figli il nome del gemello (peccato che Katie e Angelina non la pensassero allo stesso modo) e, visto che entrambi erano uguali ai padri sembravano anche loro gemelli, avevano le mazze da battitori in mano da quando erano nati, sempre a confabulare con James, cugino e coetaneo, una ne combinavano e mille ne pensavano! Poi c’era Albus Regulus Potter, furbo come il nonno e intelligente come la nonna, un po’ tiranneggiato dal fratello e iperprotettivo con la sorella (come James d’altronde), era il miglior amico di Scorpius Malfoy, nove anni come lui, capelli biondi ma più tendenti al giallo del padre e occhi più verso l’azzurro, era un poco scostante all’inizio, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per un amico e già dalla sua tenera età manifestava un certo interesse per Rose Weasley, con il cervello della madre, l’umorismo del padre e una testa rossa come ogni Weasley che si rispetti (Ginny si divertiva un mondo a pensare a come i loro padri avrebbero reagito alla scoperta, poi il ricordo che non avrebbero mai potuto saperlo la faceva nuovamente sprofondare);Hugo Weasley, amante del cibo come il padre, nonostante avesse solo sette anni, un promettente portiere, e sembrava che i geni dei guai fossero passati anche a lui dal magico trio, perciò era sempre a combinare marachelle con Lorcan e Lysander Paciock, biondissimi e con la testa fra le nuvole della madre, occhi di cielo e un gran coraggio del padre, battitori; poi c’era Lily, Lily Luna Potter, la piccolina era nata appena una settimana dopo lo scontro, perciò non aveva mai neanche visto il padre e i Weasley né loro avevano visto lei prima di morire, e Ginny sapeva che ci stava male, quando a scuola (tutti i piccoli abitanti di Grimmuld Place frequentavano o avevano frequentato la Scuola Elementare Per Piccoli Maghi, in cui non si imparavano magie, ma si tenevano solo i bambini a imparare tutto ciò che si impara in una elementare babbana, solo che loro erano maghi!) le avevano fatto fare un tema su ciò che lei più desiderava e lei aveva sperato di incontrare almeno una volta suo padre.
 
Un canto arcano la fece riscuotere, un grosso uccello rosso fuoco era appoggiato sul tavolo della cucina e cercava di attirare la sua attenzione su una busta poggiata davanti alle sue zampe.
Ginny si alzò, si asciugò il viso e si diresse verso quella che, ormai ne era certa, era una fenice, ella le permise di accarezzarle la testa e poi volò via lasciando un caldo rassicurante nella grande cucina; Ginny rimase a guardare il punto del cielo in cui era diventata sempre più piccola fino a sparire, per un po’, poi si ricordò della lettera e si concentrò su quella: era in una grande busta gialla, era priva sia di mittente sia di destinatario e recava il sigillo di Hogwarts su della ceralacca rossa, questo la incuriosì maggiormante: se la McGranitt le aveva spedito una lettera perchè non mettere il mittente?E soprattutto perché farla recapitare da una fenice? Intuendo che sarebbe stata una cosa preoccupante,  Ginny prese un bicchiere d’acqua e ne bevve un sorso, poi tornò a fronteggiare la lettera e l’aprì:
 
Cara Ginevra,
Sono Albus Silente, e sì lo so che sono morto, so che sei diffidente ma devi credermi, dico la verità, per quanto questa ti possa sembrare incredibile ti prego di leggere tutta la lettera, è di vitale importanza, in quanto al  modo in cui sono riuscito a contattarti  Fanny mi è stata di grande aiuto, le fenici hanno poteri grandi e inesplorati, la mia è riuscita persino ad oltrepassare la barriera che divide vivi e morti per permettermi di recapitarti questa missiva, in ogni caso ti ho scritto per farti una proposta:
Esistono diversi universi, differenti da questo ma paralleli, in uno di questi la Guerra iperversa ancora, ma  Harry, i suoi genitori e tutti i genitori dei bambini sono vivi ma dilaniati dalla vostra mancanza poiché voi siete morti nello stesso giorno in cui voi siete morti in questo universo, ora,io posso aprire un passaggio tra questi due universi per permetterti di oltrepassarlo, dove troverai una camera blindata alla Gringott a nome de “la dozzina”, appena ne chiederà ti apriranno, in caso tu accetti, trovati al binario nove e tre quarti oggi alle undici
Con la speranza di averti alleggerito il cuore
Albus Percival Wulfric Braian Silente
 

E una lacrima cadde sul pavimento, una lacrima di speranza.
 
 
 
 
  
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