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Autore: Zenia    21/01/2013    1 recensioni
Mashiar, un ragazzo sveglio e deciso, è incantato da una leggenda raccontata nella piazza del villaggio da uno sconosciuto. Sarà un episodio diverso dalla sua "vita barbosa" a cambiargli la vita e fargli aprire gli occhi sul destino che incombe su di lui e l'intera Terra. Scoprendo l' identità di quello sconosciuto, partirà in un viaggio in cui non solo cambierà la sorte, ma avrà una crescita interiore che lo porterà a maturare, aiutandolo a combattere contro i nemici del buio e dell'anima.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il buio lo avvolgeva, tremava, tutto stava per ricominciare. Sapeva bene come andava a finire, quindi non si girò nemmeno e cominciò a correre a più non posso. Dietro, si sentiva quella presenza spaventosa, quel nulla senza anima e senza età. Ma c’era qualcosa di diverso, lo sentiva più forte e più arrabbiato. Dopo una corsa nelle tenebre cadde, come sempre e se lo aspettava quindi si girò, ed era la, a due passi da lui, sentiva una morsa gelida nello stomaco.
<< Finalmente soli, Mashiar. >> Rimase sbigottito. Non lo aveva chiamato come faceva sempre, ma cercò di dialogare con lui. Era a mani legate, non sapeva cosa dire…cosa fare…
<< Non rispondi? Guarda come tremi sotto al mio potere! Non hai un briciolo di coraggio che avevano i tuoi avi, e questo, mi faciliterà il lavoro. >> Non si poteva dire che aveva sentimenti. Parlava e basta, come un ragazzo davanti al maestro quando gli espone una lezione. Anche i malvagi, manifestavano sentimenti…rabbia, disprezzo ecc…ma quella cosa no. Non era e non aveva niente. E questo faceva ancora più paura.
<< Hai sbagliato. Io non sono come tu credi…e te lo dimostrerò! >> Mashiar si accorse che con quella presa di coraggio si era mostrato ancora più stupido.
<< Eh no…no…vedo che non ci siamo, non hai capito con chi hai a che fare. >>
<< Taci! Tu…tu…no meriti di girovagare libero su questo mondo! A causa tua c’è morte, la guerra, la malattia…! Ogni giorno si deve combattere per sopravvivere! Ed io…l’ho provato sulla mia stessa pelle! Quindi…non ti permetterò di fare ancora del male! Ti rinchiuderà in quella fogna da cui provieni, è una promessa! >> Rimase sbalordito per le sue parole. In quel momento era come se qualcun gli avesse dato una spinta, per sfogarsi, per reagire per farsi valere. Ma a nulla valse. Infatti, Mashiar senti in quel momento il freddo intorno a lui e poi…Solo un dolore allucinante continuo. Cominciò ad urlare, non poteva fare niente, le sue ossa sembravano che venissero schiacciate da tanti macigni, il cuore cominciò a pulsare violentemente. Forse stava per morire, quella volta sarebbe stata veramente la sua fine. Lanciò un grido al buio sovrastante e poi…il nulla più assoluto.
 
<< Mashiar! Mashiar! >> Quella voce la sentiva troppo lontana, le sue orecchie ronzavano, aveva un grandissimo mal di testa e per di più si sentiva tutto un dolore. Tentò di aprire gli occhi, e la luce lo accecò.
<< Ragazzo mio! Svegliati…! >> No, voleva morire, non ce la faceva più, era troppo per lui. Poi senti qualcuno che gli toglieva la casacca, e delle mani calde passavano sopra il suo petto. In un attimo si diffuse un calore che gli ridiede abbastanza forza per articolare parole confuse.
<< Lui…era li…troppo… >> Ma il dolore lo bloccò.
<< Ciao Mashiar, ci siamo noi, non preoccuparti…andrà tutto bene! Sei forte! Reagisci, forza! >> Era la voce più melodiosa e bella che avesse mai ascoltato, quella di Uruviel. Gli accarezzava la fronte. Voleva che quel momento non finisse mai. Però, se lei gli aveva detto di reagire allora doveva obbedire. Infatti con grande sforzo apri gli occhi e la prima cosa che vide furono i suoi riccioli neri e il suo sorriso.
<< Finalmente! Te la stavi prendendo troppo comoda! >> Rise. Ci provò anche lui anche se usci solo un lamento seguito da una forte tosse.
<< Siamo morti di paura, non eri più in te, eri diventato bianco come la neve, eri quasi morto. >> Fu Yoshem a parlare. Quel quasi morto lo fece trasalire e quindi riprese un po’ di coscienza.
<< Ma…come vedi…sono sempre qui… >> Si scambiarono dei sorrisi.
<< Adesso però non sprecare fiato, devi farmi un favore ragazzo. Quando poggio le mani sullo stomaco devi respirare, poi quando le porto sul cuore dovrai inspirare. >> Fecero quanto aveva detto, e subito si senti meglio. Intanto Uruviel era andata vicino al fuoco e gli preparò un infuso di radici ed erbe medicinali. Quando tornò indietro con la ciotolina piena di quella brodaglia che profumava di lavanda misto a menta, cercò di farglielo bere. Anche se metà lo sputò, l’altro lo aveva ingerito tutto.
<< Mi sai dire come hai imparato? >> Yoshem sembrava sorpreso a vedere che quella ragazza, cresciuta senza la guida di un maestro, conoscesse certe cose.
<< Tra i ribelli…c’era una donna chiamata “la strega”, mi insegnò tutto quello che sapeva, tra cui le piante salva-vita. >> Fu una risposta che lo soddisfò.
<< Mashiar…cos’è successo? >> Yoshem stavolta aveva una voce molto grave, in quei tre giorni non lo aveva mai visto cosi.
<< Ho sognato il Male. Era tutto cosi reale… >>
<< Infatti era reale, lui era entrato nel tuo subconscio. Tu gli hai parlato davvero, e ti stava quasi per uccidere…nel sonno. Se non mostravi quei segnali, non ce ne saremo accorti e tu non avresti mai più visto la luce. >> Mashiar pensò all’ultimo urlo che lanciò a quella distesa nera, aveva mandato un messaggio di pericolo allora.
<< Può capitare di nuovo? >> C’era terrore nella sua voce.
<< Purtroppo, per quanto ne so, si. Lui non è un mago, uno stregone, tutto quello che vuoi. Di potenza ne ha da vendere anche se per metà, per lui è un giochetto, come per un bambino che dice “mamma”. Mentre, se lo faceva qualcun altro, io ad esempio, i poteri li potevo del tutto perdere e non sarei stato neanche in grado di farti del male fisicamente. E’ una magia arcana e proibita. >>
<< Però… >> Uruviel tentennò un po’.
<< Avanti ragazza, ne sai qualcosa? >>
<< No però…di una cosa del genere ne avevo sentito già parlare dalla strega. Si, può tornare sicuramente, ma c’è un modo per impedirlo, non del tutto ma abbastanza per far si che non rincorra al pericolo di oggi. Però non ne so niente, mi spiace. >> A quel punto Yoshem pensò, ed un attimo dopo schioccò le dita.
<< Noi siamo diretti ad Ukhar! Li, c’è una vastissima biblioteca dove, con il permesso speciale del sommo Mago, si può accedere ai libri di magia nera e proibita. >> Negli  occhi di Mashiar passò un barlume di speranza.
<< Spero che ce lo darà questo permesso… >>
<< Certo Marshial! Lui è mio fratello. >>
 
 
Il Sole ancora alto, si macchiò di figure scure. Cerano tre enormi draghi marroni e rossi, e sul loro dorso, due cavalieri, Yoshem, Uruviel, ed infine Marshial erano diretti alla città bianca. Solo un’ora prima, i soldati del re avevano ricevuto un messaggio dal mago, quindi senza batter ciglio mandò soccorsi. Quando arrivarono, i due cavalieri presero il ragazzo e lo misero sdraiato, e lo legarono forte per non farlo cadere, visto che non poteva mantenersi neanche seduto. Per lui era la prima volta, quindi la nausea lo colpi fin da subito. Dopo un viaggio lungo e penoso a causa del vuoto nella pancia, finalmente arrivarono. Alzò leggermente il capo, e lo vide, era li possente ed immenso, il castello del re. Era posto su un’altura, c’erano dieci torri, alcuni bassi e certi che toccavano il cielo, i tetti, le finestre e le porte erano di cristallo puro e luminoso, il resto era tutto di un bianco lucido. Era circondato da un giardino meraviglioso, da lassù riusciva a scorgere tantissimi colori, e subito immaginò quanti fiori potevano esserci. Dopo aver visto quel paradiso, crollò per la stanchezza. Intanto, i draghi si posarono al centro del palazzo, e subito il re con tutta la famiglia li raggiunsero.
<< Oh Yoshem! Da quanto tempo! >> Il re lo abbracciò.
<< Dove sta? >>
<< Eccolo li. >> Lo indicò con il dito, e il re si avvicinò. Chiuse gli occhi.
<< Come quel giorno…ha rischiato la sua stessa fine. Orsù, portatelo nelle stanze migliori che abbiamo, fate venire i sacerdoti del tempio. Deve riceve tutte le cure possibili. >> In quel preciso istante, tre servi si avvinarono, lo presero e poi andarono nell’altra parte dell’enorme spiazzale. Prima che il sovrano potesse ricominciare a parlare, il mago spinse in avanti la loro compagna di viaggio.
<< Lei è Uruviel, ed è grazie anche a lei se ora Marshial è vivo e vegeto. >> la ragazza, subito si inchinò al suo cospetto ma il re la prese per le spalle e la fece alzare.
<< No mia cara. Dovrei essere io ad inchinarmi a voi. I veri sovrani sono coloro che sanno cosa fare per proteggere cosa amano. Io non un buono a nulla. >>
<< Io…non credo vostra altezza. Sono convinta che abbia fatto quanto poteva, però le cose sono fatte a misura di tutti, e ci sono limiti da rispettare. Se la natura da il potere di regnare, non per forza può dare il potere di proteggere l’intero regno. E poi, io di certo non sono la salvatrice del mondo.>> La guardò negli occhi, sorrise stancamente.
<< Hai ragione…Uruviel. In quanto all’ultima cosa che hai detto, non so che dirti, se li hai seguiti fino qua, vuol dire che vuoi darti da fare, e questo è un grandissimo atto di coraggio. Ma ora lasciamoci alle spalle ,per un momento, tutto questo dolore. Ti presento la mia famiglia. >> Ben sette persone si avvicinarono, e scorse subito la regina, che era in mezzo. Aveva dei capelli biondi con sfumature grigie, gli occhi erano azzurri come l’oceano. Doveva essere stata davvero bella quando aveva la sua età.
<< Lei è Gramira, mia moglie. Lui è il mio primo genito, il futuro re. Rowar. >> Un ragazzo dai capelli biondissimi e gli occhi color ghiaccio la salutò con un sorriso.
<< Molto piacere, è un grande onore avervi qui! Spero subito che potrò andar a fare visita a Marshial. >> Uruviel si senti spiazzata, un angelo pensò lei, un punto luminoso nella sua buia e triste esistenza. Gli ricambiò il sorriso.
  
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