#Zabini
Blaise
“Siamo
certi che verrà a
testimoniare domani, signor Zabini?”
“Avete la mia parola, signor Ministro.”
“Avete la mia parola, signor Ministro.”
L'eleganza delle sue vesti, quel giorno, non riuscirono ad oscurare il suo volto teso, mentre entrava con passo sicuro nell'aula di tribunale e sguardo incrinato da una serie di emozioni che non sapeva definire.
Gioia per essere vivo ed innocente?
Rabbia per dover ubbidire a sciocche regole?
Sconforto per dover condannare qualcuno a morte?
Non lo sapeva e ben poco gli interessava indagare sulla natura di quei sentimenti intricati.
Si sedette su una scomoda poltrona e cominciò a raccogliere le idee, pronto a fare qualunque cosa, pur di scagionarsi completamente.
Rispose con la solita prudenza, attento a non dare troppe informazioni, a non confondere e a non farsi confondersi.
Ma quando alzò lo sguardo incrociò gli occhi spenti e muti di Millicent e una strana stretta al cuore lo fece vacillare per un secondo.
Un tempo erano stati compagni di casa.
Un tempo lui la prendeva in giro per la sua goffaggine, per la sua mole e quello sguardo arcigno che imbruttiva quel volto anonimo.
Un tempo avrebbe atto qualunque cosa pur di veder spuntare un sorriso fra quelle labbra sottili e pallide.
Chinò la testa e rispose velocemente ad un'altra domanda e quando gli fu permesso di andarsene, si precipitò fuori, scordandosi l'etichetta e il savoir faire per una volta.
S'incamminò per i corridoi arrabbiato e deluso, ancora una volta si era dimostrato solo un vigliacco.
Un vigliacco, fedele solo a sé stesso.