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Autore: Petit_fantome    22/01/2013    8 recensioni
- Jasmine... sono stato un'errore per te? -
Allenta la stretta, brutto segno.
- All'inizio... Si, si ti consideravo un'errore... ma... ora ti considero un'esperienza agrodolce...
Perché ora ammettiamolo non è stata la relazione migliore del mondo però era bello quando facevi il cucciolo... come ora... e poi niente è nessuno è perfetto. -
Dopo queste parole mi stringe ancora forte a se.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' da quasi una settimana che sono qui da Jasmine, la febbre è sparita completamente, ma io sono così debole che proprio non riesco a fare nulla.

Be mica posso dire che sto bene, sennò dovrei andarmene, invece così posso rimanere qui su questo bel divano con la copertina e guardare la tv.

Jasmine è una santa, mi vuole molto bene e mi tratta sempre molto dolcemente, a parte quella discussione quel giorno poi le cose sono andate meglio.

Ho capito che se io non l'attacco lei non attacca me.

Facile.

"Ma per quanto credi di andare avanti così?"

Coscienza del cavolo! Sono affari miei.

"Talmente tuoi che invece di essere a casa tua, sei abusivo da lei."

Si e allora? A lei sembra andare bene, per cui resto.

"Ti sei mai chiesto proprio perché da lei? Insomma di ex ne hai tante, ma loro nemmeno te le ricordi, invece di lei ti ricordi eccome."

Ovvio è la meno snob e quella che sà più fare, le altre come minimo dopo tre minuti o mi avrebbero lasciato li o mi avrebbero intossicato con i farmaci, invece Jasmine lavorando in ospedale sa quello che fà.

"Ma tu non lo sapevi ancora che lavorava all'ospedale."

Ma che stai dicendo, certo che lo sapevo, me ne aveva par…

"Esatto, come ti ha parlato degli altri suoi mini lavori e interessi, solo che tu…"

Io ero troppo preso da me. Dalla band, dal successo, da me.

"E lei…"

E lei dopo tutto questo è ancora gentile con me.

"Già."

Sono un'idiota patentato, avevo tutto ciò di cui avevo bisogno e ho preferito ciò di cui posso fare a meno.

"E tutto questo perché?"

Perché… ho avuto paura… paura di mostrare me stesso… il vero me stesso.

"E che pensi di fare ora?"

Non lo so.

"Non ti sembra che sia arrivato il momento di smettere di dare il bambino e iniziare ad essere maturo?"

E se ciò che davvero sono non le piace?

Questo mio momologo interiore viene interrotto dal rumore della porta.

E' tornata.

Mi alzo di slancio gettando la coperta per terra e le vado incontro.

- Jasmine devon parler… E lui chi è? -

Jasmine stava chiudendo la porta e quando si gira vedo che sta tenendo in braccio un bambino.

Resto piuttosto allibito, cavolo questo bambino le assomiglia molto.

Perché le assomiglia molto?

Noto il suo sguardo, ha capito cosa sto pensando e sorride dolcemente.

Ma come fà a essere sempre così bella?

- E' il mio nipotino, ti ricordi di mio fratello? Questo è suo figlio. -

Si!!!!!!!!!è solo suo nipote.

- Sei un plincipe o un cativo? - 

- Amore no non è cattivo, sennò lo facevo stare qui secondo te? -

- No,hai lagione tia -

Detto questo le dà un bacio sulla guancia e si fà porre a terra.

Traballa ancora un pò quando cammina ma velocemente mi raggiunge.

Quando è davanti a me si lascia cadere sulla mia gamba e l'abbraccia forte.

- Mi piaci, sei un bel plintipe, vieni che ora giochiamo. -

Decretato ciò molla la mia gamba e prendendomi per mano mi porta in salotto vicino al divano dov'ero prima io.

Si siede a terra e continuando a tenere la mano, mi trascina con lui.

Passo quasi un' ora li a giocare con il piccolo, anzi a dimostrare la mia incompetenza infantile.

- Ma no Tom, il plincipe non deve falle così, gualda ti facio vedele io… Il principe deve portare dei fioli alla principessa e le deve volele bene. -

- Fiori, uhm che fiori? -

- Una marghelita. -

- Una? -

- Si, anche alla mia tia piace tanto quando la polto. -

- Ma non è poco? -

- Ma alle vele principesse interessa solo il bene. -

Uhm interessante, quindi a Jasmine interessa solo il "bene"… pare poco.

Dopo avere pranzato insieme Jasmine prese il piccolo e andò a lavoro.

Prima di andare il bambino mi abbraccio forte e all'orecchio mi sussurrò:

- Non avele paula di dire alla tia che le vuoi bene, ciao Tom. -

Quel piccolo ha capito tutto dalla vita, non c'è che dire.

 

                                                                                                                                      ***

Ok è tutto pronto.

E' tutto il pomeriggio che sistemo e cucino.

Si ho preparato la cena io, insomma mi pare il minimo e poi, voglio chiarire con Jasmine.

Voglio stare con lei.

La porta si apre, lo sento dalla cucina, ma continuo a preparare le pietanze.

- Tom? -

- Sono in cucina. -

Mi raggiunge, non mi giro ma sento il mio cuore aumentare i battiti, è qui vicino ne sono certo.

- Tom, ma hai cucinato e fatto tutto tu? -

- Si, mi sembra il minimo, su forza a tavola è pronto. -

Passiamo una bellissima cena, mi faccio raccontare del suo lavoro.

La ascolto affascinato, è davvero magnifica.

Le chiedo se posso partecipare pure io un pomeriggio.

Dopo un momento di esitazione mi sorride e annuisce.

Ok Tom è il momento.

Su forza.

- Jasmine, ti ricordi di quella volta che mi hai parlato di quella vostra tradizione indiana della torta amara e quella dolce? -

- Si, te la ricordi? -

- Si… e… Bè aspetta un'attimo. -

Vado in cucina a prendere la torta amara e torno.

Jasmine segue con gli occhi sgranati ogni mio passo.

Appoggio la torta e ne taglio due pezzi di media misura e li metto in due piattini diversi.

Sposto i piattini, uno vicino a me e l'altro a lei.

Prendo un'enorme respiro e mi inginocchio vicino a lei.

Le prendo la mano e inizio a parlare con voce passa e gli occhi a terra.

- Io vorrei scusarmi e spiegarti perché ho fatto tutti questi casini. 

Avevi ragione, è stata la mia ex a lasciarmi e non io, perché avevo trovato in lei un modo per dimenticarti, ma non serviva a nulla.

Oh si lei era semplice, anche troppo,f aceva quello che volevo io, bastava il giorno dopo lasciarle la mia carta di credito e tutto andava bene. Fino a che lei non ha iniziato a volere qualcosa di più che io ovviamente non volevo dargli. 

E' per questo se ne è andata. 

La febbre mi è venuta perché ho fatto tutto il tragitto da qui a casa tua in canotta. Non sapevo bene dove stessi andando, quella sera ho lasciato che fosse il mio cuore a guidarmi e mi ritrovai davanti alla tua porta. Inizialmente ero arrabbiata con te perché anche dopo quello che ho fatto tu mi hai accolto e trattato gentilmente, facendo ciò non riuscivo a staccarmi da te, non riuscivo a dimenticarti. 

Quella volta tra noi è finita perché ho avuto paura, tu anche se non me lo chiedevi volevi di più, volevi un fidanzamento vero, ma io avevo paura di farti vedere ciò che avevo dentro, perché temevo non ti sarebbe piaciuto e mi avresti lasciato.

Solo ora mi rendo conto che tu avevi visto ciò che ho dentro e mi accettavi comunque e il fatto che ora sono qui da te lo dimostra.

Io sono infantile, buffone, vanitoso, egocentrico ma a te sembra andare bene e… Io ti amo perché sei unica. -

Solo ora alzo gli occhi e guardo i suoi.

Sono lucidi e stringe ancora di più la stretta.

-Anch'io ti amo Tom, non ho mai smesso di farlo… -

Mi confessa dandomi un leggero bacio sulle labbra tremando.

E' molto nervosa e un pò impaurita. Be non  la biasimo.

- Dai ora mangiamo questo pezzo amaro. -

Divide il suo pezzo di torta in due, uno lo mangia mentre l'altro lo dà a me.

- Uhm, dopo la torta amara, però dovrebbe esserci anche quella dolce. -

- Si, la vado a prendere. -

Mi alzo velocemente e vado in cucina.

Mentre mi avvicino al tavolo penso ad un'altra soluzione.

Le prendo la mano e la conduco in camera.

Fortunatamente si fida e mi segue.

Arrivati in camera appoggio la torta sul comodino e mi giro a guardarla.

- Ti va di provare la mia di dolcezza? -

Sgrana gli occhi, non se lo aspettava, bè nemmeno io per a verità.

Annuisce e io inizio a baciarla.

Faccio l'amore con lei.

Il vero amore, quello dolce, lento, intenso, appagante, pieno di sentimento ed emozioni.

Dopo aver raggiunto l'apice, rimaniamo abbracciati a scambiarci teneri baci.

Interrompo il silenzio che si era creato.

-E' il momento della torta dolce-

-Fermo!… nessuna torta per quanto dolce possa essere può eguagliare la dolcezza di ciò che hai dentro tu-

                                                                                                                                                                                                                                                              

 

 

                                                                                                                                                                                                                                The End

 

 

 

 

 

Allora, nella tradizione indiana c'è questa pratica per condividere con le persone che si amano le cose che capitano nella vita. Si preparano due torte, una amara per condividere le cose brutto, dolorose, gli errori insomma e una dolce invece per le cose belle e positive.

Che ne pensate di questa cosa? A me affascina moltissimo! 

Buona lettura a tutti!e buonissima giornata!:)

 

 

 

  
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