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Autore: xadhoom    11/08/2007    1 recensioni
La vita dei giovani quattro marauders non si poteva certo definire tranquilla...In particolar modo dopo quella notte di luna piena...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ridendo e scherzando, inciampando ma continuando a rincorrersi, i due Marauders canini arrivarono nella sala da pranzo della scuola, dove gli altri studenti si stavano già servendo dei vari e deliziosi manicaretti.
“Finalmente, ragazzi! Ancora un po’ e avrei pensato di denunciare la McGonagall…” esclamò James quando i suoi amici si sedettero al tavolo dei Gryffindor.
Remus gli rispose con un lieve sorriso, cominciando a riempire il proprio piatto di profumanti patate al forno, passando poi il vassoio a Sirius, come a domandargli se ne volesse anche lui. L’animagus dal pelo felpato rimase incantato ad osservarlo…troppo a lungo, forse. Il suo migliore amico, infatti, gli lanciò uno sguardo molto esplicito, facendolo arrossire…
“Non deve essersi trattata di una punizione così severa, se sorridi a quel modo…” gli mormorò all’orecchio il cercatore dei Gryffindor “o forse nel tuo buon’umore c’entra Remus?”
Il rossore sulle gote dell’affascinante ragazzo aumentò, confermando in questo modo i sospetti dell’amico. Quest’ultimo sbatté un pugno sul tavolo, sfoderando un sorriso colmo di compiacimento.
“E bravo Padfoot! Non c’è solo segatura in quel cervello canino, allora!”
A giudicare dall’espressione, l’animagus non sembrò molto lusingato da quelle parole, ma prima che potesse replicare il moro riprese il suo discorso.
“Hai fatto la classica dichiarazione: -Ti amo-, oppure gli sei saltato addosso e l’hai baciato con passione?”
La bocca di Sirius toccò terra, anche se apparve solo una semplice particolarità rispetto alla tinta rosso accesso che si era sparsa su tutto il suo volto.
“C-che stai dicendo?!” sbottò, cercando di tenere il tono della voce il più basso possibile, guardando fugacemente il compagno licantropo per sincerarsi che non li stesse ascoltando. Fortunatamente una Gryffindor dai capelli color fieno lo stava intrattenendo in una animata conversazione…Un attimo…una gryffondor dai capelli color fieno?! Ma allora era quella ragazza innamorata perdutamente di Remus!
“Ehilà! Come va?!” gridò, provocando un piccolo attacco di panico ai due ragazzi e smorzando le loro chiacchiere.
Il lupo mannaro fissò con espressione sorpresa il suo amico irruente che in quel momento, sebbene lo avesse sempre considerato un ragazzo allegro, stava sfoderando un tale sorrisone che gli copriva l’intera faccia.
“Ehm…bene…” biascicò, rispondendo alla domanda del compagno “Sirius, questa è Laertia Godrey, non so se la conosci…E’ una mia compagna di…”
“Di Aritmanzia! Certo! Piacere, io sono Sirius Black, un carissimo amico di Remus, giusto Remus?!” esclamò, guardando con occhioni scintillanti l’interpellato, aspettando ansiosamente la sua conferma.
“C-certo…”
“Sai, io e Remus siamo amici da tanto, ma tantissimo tempo!” esclamò, calcando l’accento su quelle parole, come se si fosse trattato di un avvertimento…Come in realtà era, del resto…
“Ci siamo conosciuti già dal primo anno, quindi siamo amici da ben cinque anni. Mentre tu, sei fai Aritmanzia devi conoscerlo da appena due anni, giusto?!”
“S-si…” mormorò quella, spaventata a morte dall’abnorme sorriso del moro che si era frapposto tra lei e il suo compagno di corso.
“Ma allora devi conoscere anche la Evans! Sai, quella rossa dagli occhi verdi, quella carina…La conosci? Mi hanno detto che è molto brava pure lei…Naturalmente non può competere con Remus, non trovi?! Tornando alla Evans, hai notato anche tu che caratterino possiede? Riesce sempre a zittire James con le sue frecciatine…”
Ma che diavolo prendeva a Sirius? Si chiese il giovane dagli occhi ambrati, non riuscendo a ricordare di aver mai visto Sirius comportarsi in quel modo con una ragazza e per di più in sua presenza…Probabilmente nemmeno Laertia giudicava normale il comportamento del ragazzo, a giudicare dall’espressione stralunata e spaventata che aveva. Beh, come darle torto…L’animagus dal pelo felpato continuava a gridarle delle domande una di seguito all’altra e senza senso logico…Almeno così appariva a Lupin…
Si, perché lo scatenato agire di Black aveva il preciso intento di tenere quella stramaledetta ragazzina lontana dal suo Moony! Anche a costo di apparire uno sciocco e di dar spettacolo davanti a tutta Hogwarts. Come del resto stava facendo…
Fortunatamente intervenne un’anima pia a porre rimedio alla situazione…
“Miei giovani compagni, è ora di andare!” decretò all’improvviso una voce, sospendendo il torrente di parole di Black. Le mani di Potter si posero sulle spalle di Moony e Padfoot, riservando invece un allegro sorriso alla più che confusa Gryffindor…
“Ci devi perdonare, Godrey, ma abbiamo molti compiti arretrati da finire. Sai, la celebrità costa parecchi sforzi…”
E senza dare alla ragazza il tempo di rispondere, trascinò i suoi amici lontano dalla ressa… Sirius non riuscì a trattenere un sorriso di soddisfazione per essere riuscito a tenere il dolce Remus lontano dalle spire delle Godrey ed era talmente euforico di ciò che si accorse solo dopo della voce che stava sussurrando al suo orecchio…
“La prossima volta trova un modo meno imbecille di dirmi che sei ancora a un punto morto col tuo bello…” gli sussurrò James alla veloce, per non insospettire troppo Remus “…o finirai per fargli fraintendere tutto…”
L’allusione nelle parole dell’amico non sfuggì al giovane Black. Non gli piacevano certi discorsi, specie se c’era di mezzo il suo tenero lupo mannaro, ma perse l’occasione di chiarirsi col suo migliore amico quando incrociò lo sguardo lanciatogli dalla McGonagall seduta al tavolo dei professori. In esso poté scorgere rassegnazione, divertimento e…, no, doveva trattarsi di un’illusione ottica!, un misto di tenerezza e compiacimento. Non ricordava che la professoressa lo avesse mai guardato in quel modo…Sembrava quasi…lo sguardo di una mamma…
No, che stava dicendo?! La McGonagall??! Quella che ad ogni sua battuta per…-intrattenere le lezioni-, gli faceva scontare interi pomeriggi in compagnia delle oscure minacce di morte da parte della Cooman?! Naaah! Impossibile!
Oscure trame nei suoi confronti si stavano formando nella sua mente, prima che un forte colpo alla testa lo riscosse. Quando aprì gli occhi, provò un certo senso di inquietudine…Specialmente perché non era abituato a vedere James con le lacrime agli angoli degli occhi e fazzoletto alla mano.
“Sirius…” mormorò il moro con gli occhiali poggiandosi una mano sulla fronte “sapevo che tutte quelle ore di solitudine a fantasticare su Remus ti avrebbero portato alla pazzia...Ma, non immaginavo che ti saresti messo a fumare erbe strane con la Cooman!”
“Ma va al diavolo, James!” sbottò, ridendo della completa idiozia del migliore amico.
Certo che ne sparava di scemenze…All’improvviso avvertì la mancanza di qualcosa. O di qualcuno… Vagò con lo sguardo avanti e indietro, tentando di individuare la persona mancante
“Dov’è Remus?”
“Dopo averti visto in quello stato, ha preferito andare ad occuparsi di un poppante meno problematico…” spiegò, beccandosi una linguaccia da parte di Black “un bamboccio, sempre dagli occhi azzurini, ma con un briciolo di fedeltà superiore a quella di qualcuno di mia conoscenza…”
L’allegria si spense sul volto dell’animagus, lasciando il posto ad una forte inquietudine
“Che stai dicendo?! Io sono FEDELISSIMO a Remus! NON ESISTE NESSUN ALTRO AL QUALE TENGA COSI’ TANTO! IO AMO RE…!”
“E parla piano, stupido! O vuoi dichiararlo a tutta la scuola, buongiorno, professor Vitius, bella giornata, vero?” sorrise verso l’insegnante, con ancora la mano tappata sulla bocca di Sirius. Allontanatosi il prof, l'animagus del cervo concesse all’amico la facoltà di respirare…
“AUFF! Ma sei impazzito?! Ancora un po’ e andavo a rimpinzare il gruppo di spiriti di Hogwarts!” si lamentò Black respirando a fondo, non riuscendo comunque a modificare l’espressione seria di Prongs.
“Forse il tuo cervello aumenterebbe di spessore in quel caso! Almeno eviteresti di urlare ai quattro venti un amore non ancora dichiarato e di far credere alla luce della tua vita che tu ci provi con la Godrey!”
“Senti, ho solo alzato la voce, e anche se mi avessero sentito, non mi importerebbe! Non ho vergogna del mio amor…CHE HAI DETTO?!”
All’improvviso sembrò che l’aria attorno a lui fosse diventata irrespirabile, provocandogli una forte sensazione di vertigine…
“CHE DIAVOLO VAI BLATERANDO?? Io che ci provo con la Godrey?! Ma lo sai che la detesto al pari di Snape, per i suoi continui approcci appiccicaticci a Moony!”
“Allora hai un modo veramente idiota nel dimostrarlo! Inoltre hai scatenato le risa di tutta la sala, con le tue urla….” raccontò, passandosi una mano tra la sua folta chioma ribelle.
D’un tratto le sue iridi si illuminarono, ricordandosi di un particolare… “Però la tua demenza stavolta è stata utile”
Black lo fissò interrogativo “Che intendi dire?”
“Dico che la sofferenza sul volto del nostro Remus era un po’ troppo accentuata, per un semplice –amico-” sghignazzò l’animagus con espressione soddisfatta.
Finalmente non avrebbe più avuto attacchi di diabete a causa dei continui racconti dei sogni dell’amico, nei quali era sempre, SEMPRE presente Moony! Per carità, voleva bene a Sirius come ad un fratello…Ma non ce la faceva più a sorbirsi i suoi lamenti struggenti sul suo –impossibile- amore…Che a James non era mai parso tale…però lo sembrava ancora per Sirius…
“Che hai, vecchio mio?” domandò, notando l’aria stranamente afflitta del compagno, i cui occhi guardavano insistentemente per terra.
L’interpellato non osò alzare lo sguardo, mordicchiandosi le labbra con fare nervoso…
“Beh, pensavo che forse…il dolore di Remus non era diretto verso me…ma alla Godrey…”
James volse le mani al cielo in segno di disperazione… “Sirius, perché ti devi complicare così tanto la vita?!” Lo sguardo del giovane dai lunghi capelli corvini si coprì di tristezza
“Perché Remus è troppo importante…”
Passò un piccolo lasso di tempo di assoluto silenzio, interrotto solo dal profondo sospiro sfuggito alle labbra dell’animagus dalla forma di cervo e dal rumore dei suoi passi quando si sedette per terra in parte all’amico.
“Lo amo, James…” sussurrò Sirius, con voce strozzata “Lo amo da impazzire…Vorrei essere sempre al suo fianco, confortarlo teneramente nelle notti di luna piena e stringerlo a me, confidandogli tutto il mio amore. Nei miei sogni riesco a farlo…”
Rise, per sfogare la sua amarezza, sotto lo sguardo dolente del compagno, che non sopportava vedere il proprio migliore amico in quelle condizioni.
“…però solo in quei casi…Nella realtà non oserei mai…”
“Perché, Sirius?”
“Perché non voglio perderlo!”
L’urlo era uscito inconsapevole dalle sue labbra. Guardò stupito il compagno, non riuscendo a spiegarsi il proprio comportamento…
“Non voglio perderlo…” disse, stavolta a voce più bassa “sapere che non potrò mai avere il suo amore mi fa impazzire, ma…”
Serro i pugni con forza “…perdere anche la sua amicizia…No, sarebbe troppo!”
Il suo corpo prese a tremare lievemente, anche nel momento in cui Potter gli circondò le spalle in un abbraccio protettivo.
“…i suoi severi richiami tutte le mattine perché non mi sveglio…
I suoi calci sotto il tavolo quando mi addormento durante le lezioni…
Il calore del suo corpo quando mi circonda ogni volta che la mia maledetta famiglia vuole rammentarmi il suo disprezzo…
Il suo sorriso che mi accompagna tutte le mattine e mi saluta la sera…
No, James. Non posso perdere tutte queste cose meravigliose. E dato che non riuscirò mai a smettere d’amarlo, beh, vorrà dire che continuerò ad essergli amico e ad amarlo in silenzio…limitandomi a sfogare i miei istinti in sogno…”
Sghignazzò, contagiando anche l’amico al suo fianco. “Ecco perché hai sempre un rivolo di bava che ti scende dalla bocca al mattino…” scherzò, accentuando le risate di Black, sulla cui schiena diede un’energica pacca “Ma ascolta il vecchio, e incredibilmente sexy, saggio: non perdere la speranza. Il dolore di chi soffre per amore, credimi, Sirius, lo so riconoscere molto bene. Quindi, preparati: perché il futuro ti riserverà molte sorprese…”
E s’incamminò, lasciandosi dietro uno stupito Padfoot, totalmente all’oscuro del significato di quelle parole. Nemmeno il sorriso enigmatico che avvistò sul volto di James quando lo raggiunse riuscì a chiarirgli qualcosa…
“Ehi, Sirius…”
“Si, James?” chiese trepidante, sperando in qualche aiutino.
“Ma cosa sogni precisamente di notte su Remus?”
No, decisamente non era un aiuto…

“Finalmente, dov’eravate finiti?” si lamentò Peter quando i restanti Marauders varcarono la porta del dormitorio.
Il ragazzo con gli occhiali rise con vocetta stridula, aggrappandosi sensualmente agli abiti di Black “Perdonaci del ritardo, Wormtail, ma Sirius voleva farsi perdonare del suo atteggiamento distaccato di questi giorni…E devo dire che ci è riuscito perfettamente…Dio, se un drago a letto, Sirius!” esclamò, saltandogli praticamente addosso.
Mentre la scenetta suscitò un forte attacco di risa da parte del biondo Marauder, il giovane appartenente alla nobile casata scoccò all’animagus uno sguardo seccato.
“A dire il vero dovresti fare TU qualcosa per farti perdonare, visto il tuo comportamento –lascivo- che perdura da tantissimo tempo!”
“Ma tesoro…io amo solo te. Certo, di tanto in tanto concedo il mio corpo a più anime, però…”
“Dovrai fare mooolto, per farti perdonare!” ringhiò, unendosi poi alla risate generale del gruppo.
Gruppo, però, si accorse Sirius, a cui mancava un componente… “Dov’è Remus?”
Peter frenò il proprio attacco di risa, indicando con una mano la porta del bagno
“Il piccolo ha avuto un…piccolo incidente di percorso, così Remus ha pensato che era ora che il pupo dovesse fare un bagno” raccontò, storia che fece riflettere molto l’animagus del cane nero.
Precisi calcoli si stavano compiendo infatti nella mente di quest’ultimo, per una volta non tanto idioti…Se Remus era assieme al piccolo, probabilmente si trovava di ottimo umore. Per cui, perché non approfittarne…?
“Cosa fai, Sirius?” chiese il giovane Pettigrew osservando l’amico dai lunghi capelli corvini avvicinarsi alla porta del bagno.
“Devo chiarire una cosa con Remus…Ne approfitterò per dargli una mano col bambino…” spiegò, poggiando una mano sulla maniglia.
“Cerca di non approfittarti anche di qualcos’altro!” gli gridò dietro James, beccandosi lo sguardo interrogativo di Peter e gli insulti rabbiosi di Black.

“Ok, ci siamo…” pensò mentalmente, prendendo un grosso respiro “vai e cerca di non commettere altre cretinate!” Spalancò di scatto la porta, chiudendosela immediatamente dietro di sé.
“Ciao, Remus, volevo parlaaaaah!”
Probabilmente il cuore del ragazzo scoppiò nel suo petto quando si rese conto che il corpo del bimbo era mollemente adagiato nella schiumosa acqua della vasca assieme a Remus. Rimase totalmente pietrificato a fissare l’incantevole scena davanti a sé, finché l’urlo improvviso di Lupin lo riscosse dalle sue –innocenti- fantasie…
“SIRIUS! Che cosa ci fai qui?!” domandò il ragazzo di cui erano coperte soltanto le zone maggiormente intime, fissando l’amico con occhi colmi di stupore.
Il bimbo invece sembrò contento dell’improvvisata, tanto che lanciò grida festose all’indirizzo del giovane in piedi. Ma le parole espresse dal lupo mannaro sembrarono un’accusa alle orecchie di Sirius, tanto che si girò precipitosamente mentre un furioso rossore gli inondava le guance.
“E’ che…ecco…volevo dir…non intendevo entrare e…ci mancherebbe! Non mi permetterei mai…però…io volevo…vedi…oh, accidenti!” esclamò, afferrando di scatto la maniglia.
“Aspetta, Sirius!”
Il richiamo di Remus bloccò le sue intenzioni di fuga, anche se non osò nel modo più assoluto voltarsi verso di lui.
“Non c’è motivo che tu ti scusi…E poi mi hai visto già altre volte nudo, no?” chiese, mentre uno scroscio d’acqua e i lamenti del piccolo si facevano sentire.
“Si…però…ecco…
Oh, cacchio! Però non sai che il mio sguardo si ipnotizza su di te ogni volta che ti vedo in tutto il tuo splendore!” disse soltanto nella sua testa, mentre le sue gote si infiammavano ancora più.
Rumori di cui non capiva la provenienza e mugugni di proteste giunsero alle orecchie di Black, aumentando i battiti del suo cuore. Il moro era terrorizzato all’idea che il bel licantropo potesse sentirli, talmente rimbombavano nel suo petto…Dio, che situazione! Certo, non che non l’avesse immaginata altre volte, però…Non in quel modo!
“Sirius…”
Un richiamo…Un tocco vellutato sulla sua guancia infuocata…Si voltò, incatenando le sue iridi azzurre con le due stupende pozze d’ambra che tanto amava.
Il volto di Remus non avrebbe potuto apparire più splendido di quel momento, con le piccole ciocche bagnate che gli ricadevano sull’ampia fronte e gli incorniciavano il viso. Abbassando lo sguardo incontrò le sue carnose labbra, racchiudenti il più meraviglioso e dolce dei sorrisi, al pari o addirittura superando, quello di un angelo. Forse rimase incantato a fissarlo troppo a lungo, dato che il sorriso di Lupin si accentuò, soffocando a stento una risata.
“Sirius, ma che ti prende?” rise, toccandogli la spalla “sono così orribile da bagnato?”
“NO!” urlò, facendo indietreggiare Remus un poco spaventato.
Anche il piccolo, stretto tra le braccia del licantropo, guardava Black con una strana espressione, come se stesse analizzando il suo strano comportamento…Accorgendosi dello sguardo interrogativo dell’amico, il moro cercò di trovare qualcosa da rispondergli, tentando con tutte le forze di non pensare al seducente corpo di Remus che si presentava ai suoi occhi, coperto solo da un asciugamano legato alla vita.
“Vedi…Remus…” cominciò, sotto lo sguardo attento di quest’ultimo “…io ero venuto per…scusarmi…del mio comportamento di prima con la Godrey…”
Le iridi di Lupin furono attraversate da uno strano bagliore, ma prima che Sirius potesse con sofferenza paragonarlo ad uno sguardo di dolore per la ragazza amata, il ragazzo gli diede le spalle, poggiando il bambino sull’ampio bordo del lavandino e cominciando ad asciugare la piccola creaturina.
“Scusarti?” ripeté “E di che? Anzi, dovrei essere io a scusarmi: se avessi saputo che ti piaceva la Godrey…”
“CHE STAI DICENDO?!” gridò, provocando un sussulto da parte dell’amico.
Questi si voltò di nuovo verso di lui, sgomento e preoccupato di quei continui cambi d’umore “Sirius, da quando è diventata tua abitudine alternare la voce a sussurri e grida spacca timpano?!”
L’accusato arrossì, abbassando lo sguardo…Accidenti, ma che gli stava prendendo? Possibile che fosse così rimbambito quando si trattava di parlare con Remus? E in più lui credeva che fosse innamorato di quella odiosa di una Godrey…
No, no! Doveva assolutamente chiarirsi…Alzò lo sguardo deciso, imponendosi di non abbassarlo finché non avesse terminato il suo discorso.
“Scusa, ho reagito male…Ma anche tu, credere che mi piaccia quella smorfiosa di una Godrey…”
“Laertia non è una mocciosa, Sirius.” lo rimproverò Remus scoccandogli un’occhiataccia torva “E’ una persona gentile e intelligente. Lo sapresti anche tu se la conoscessi.”
Una profonda fitta gli colpì il cuore, talmente forte che non riuscì a formulare la prossima frase senza un tono di amarezza e scontrosità
“A me sembra che lei sia molto più interessata a conoscere TE!” sbottò, restituendogli lo sguardo accigliato “Me?” ripeté, guardandolo incredulo.
“Si, te! Cavolo, Remus, non hai visto con che occhi ti guarda? Sembra lo sguardo famelico di uno squalo sotto le sembianze di un pesce lesso! O della Cooman, il che è la stessa cosa…”
Contrariamente alle sue aspettative, il suo amico scoppiò a ridere, lasciandosi andare a un’allegra risata che durò per una buona manciata di secondi.
“Che esagerazione, Padfoot…” disse, migliorando notevolmente l’umore dell’animagus quando lo chiamò con il suo soprannome, che dalla sua voce assumeva una tonalità così dolce…
“Paragonare qualcuno alla Cooman…penso che non esista offesa più grande!” scherzò, riuscendo ad ottenere il sorriso di Sirius “e poi ti sbagli: non è innamorata di me. Ma, anche se lo fosse, non mi importerebbe, dato che che a me non piace…”
“Non ti piace?!” esclamò Sirius, avvicinandosi all’amico come se non avesse capito bene.
“No. Voglio dire…è una buona amica, ma proprio non è il mio tipo. Trovo che sarebbe impossibile che io mi innamorassi di lei…Spero che anche per lei sia così, altrimenti non saprei proprio cosa risponderle. Non vorrei ferire troppo i suoi sentimenti…”
Terminato il discorso, il volto di Lupin si contrasse in un’espressione pensierosa, talmente concentrata che non si accorse dell’enorme sorriso di sollievo e felicità che alloggiava sul viso del moro. Sembrava che il suo cuore si fosse alleggerito di un peso…Remus non l’amava! Tipe come la Godrey non erano il tipo che gli piacevano! Già, ma allora quale era il modello di persona che adorava? Scosse energicamente la testa. Non era il caso di porsi anche quel problema, adesso…La sua voce riscosse l’amico dai suoi pensieri, azzeccando in maniera perfetta quali fossero state le sue preoccupazioni
“Tranquillo, Moony. Sono sicuro che anche nel caso lei ti confessasse il suo amore, tu sapresti trovare la giusta maniera per non ferire i suoi sentimenti. Sei una persona troppo gentile e altruista per fare del male a qualcuno…”
Le sue ultime parole erano state pronunciate in un sussurro, ma avevano sortito un benevolo effetto su Remus, tanto che la sua inquietudine era sparita per lasciare posto ad un solare sorriso colmo di gratitudine. Tutto per lui…Il riflesso azzurro si perse in quello d’ambra per un lasso di tempo che a Sirius parve un solo magico e meraviglioso secondo, però qualcun altro sembrò non pensarla allo stesso modo…
“UUUHHHEEE! UUUHEEEEE!”
Quegli alti lamenti riportarono i due ragazzi alla realtà, facendo loro ricordare della presenza del piccolo e ancora svestito bambino che stava movimentando le loro vite.
“Perdonami, piccolo…Ti ho lasciato al freddo per troppo tempo, mi dispiace…” mormorò Remus con tono desolato, prendendolo in braccio e cercando di farlo smettere di piangere.
“E’ anche colpa mia, sono io che ti ho distratto.” aggiunse Sirius, cercando con lo sguardo qualcosa nella stanza, che ad un tratto individuò “dai, ti aiuto a vestirlo, così faremo…ahia!”
Si portò la mano sinistra sull’altra, massaggiandosi la parte indolenzita di quello che ero stato il primo atto violento del bambino. Anche il giovane prefetto osservava senza capire la creaturina tra le sue braccia, la quale indirizzava a Sirius uno sguardo assai poco amichevole.
“Piccolo, perché hai dato quel brutto schiaffo alla mano di Sirius?” domandò, girandolo per poterlo fissare in viso “Lui voleva soltanto vestirti…”
Per tutta risposta il piccolo si strinse ai suoi vestiti, strusciandosi amabilmente contro il suo petto, esprimendo ora un’espressione soddisfatta.
“Non riesco a capire…” mormorò il lupo mannaro “Neanche io!” ribatté stizzito l’altro, continuando a massaggiarsi la parte lesa.
Da parte dell’amico dagli occhi ambrati sfuggì una risatina di scherno
“Eddai, Sirius…Non mi dire che ti ha fatto male” “E invece te lo dico!” replicò, guardando torvo il piccolo, che immediatamente gli restituì l’occhiata.
Sembrava strano visto la sua età, ma quel mocciosetto aveva una forza niente male! Ne era testimone la sua pelle, che aveva raggiunto un vivace colore rosso nel punto in cui era stata colpita. Come diavolo faceva un bambino di pochi mesi a possedere una simile potenza? Nel frattempo Remus non la smetteva più di canzonarlo e scoppiare ripetutamente a ridere.
“Il grande Sirius Black che si fa mettere sotto da un bambino! Ahi ahi…la tua fama si sta indebolendo, Padfoot…”
“Taci, Remus!” ringhiò, non facendo altro che accentuare l’ilarità del compagno.
“Chissà cosa direbbe Snape se venisse a conoscenza di questo fatto…” meditò con uno strano sorriso, provocando brividi freddi all’animagus “Sono sicuro che mi farebbe tutti i compiti di pozioni fino alla fine dell’anno se gli raccontassi tutto nei minimi dettagli…”
“COSA?!”

Continua…

  
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