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Autore: ruruCRISIS    22/01/2013    4 recensioni
« Insomma, Len! C'eravamo prima noi! » Len Kagamine si girò verso la gemella, fissandola con uno sguardo del tipo 'Io? Io non ho fatto assolutamente nulla.' « Eravamo, indicativo imperfetto.» si rigirò, era oramai quasi il suo turno. O meglio, il loro. A quanto pare, aveva saltato un bel po' di fila e aveva avuto la brillante idea di appostarsi di fronte alla sorella. « E' da un po' che aspettiamo, non sarebbe giusto nei nostri confronti. » Gumi cercò di darle man forte, ma il ragazzo rimase sulle sue, avanzando e ordinando ciò che voleva. Quando ebbe ciò che aveva ordinato nelle sue mani, si voltò, pronto a tornare in classe. « L'importante è che sia giusto nei miei. » sibilò, quando passò accanto a Gumi. Len Kagamine, il ragazzo più popolare della scuola, fratello gemello della sua migliore amica, dotato di una bellezza fuori dai canoni, per me era solamente uno strafottente a cui piaceva giocare al gioco del 'io sono il re, voi i miei sudditi'.
-Tratto dal capitolo II
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gumi, Len Kagamine, Rin Kagamine, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IIQuell'odio sempre vivo.

 

 

La campanella trillò liberatoria, risuonando in tutto l'edificio, e con lei se ne andò la prima ora, insieme a quella donna che fino a poco fa era seduta alla cattedra. La classe si scompose per qualche istante, tempo il cambio dell'ora. Mentre tirava fuori dalla cartella l'occorrente per l'ora successiva – matematica -, vide avvicinarsi una figura femminile che conosceva alquanto bene.

« Kagaminechan, Megpoidchan! » le salutò subito con un sorriso, facendo risplendere le iridi cerulee. « Salve, Miku. » rispose posatamente Rin, con un lieve sorriso. « Sapete suonare qualche strumento? » chiese a bruciapelo la ragazza davanti a loro, ossia Miku Hatsune, una delle persone più chiacchierone e frizzanti che Gumi abbia mai conosciuto. « Chitarra. » ammise Rin, alquanto sbigottita dalla domanda dell'azzurra; Miku era solita andare da loro ad ogni cambio dell'ora per chiedere di farle copiare i compiti,, e non se ne era mai uscita con domande di questo tipo. Da dove era scappata fuori una richiesta del genere? « Io pianoforte. » rispose Gumi, mentre apriva una caramella e se la infilava in bocca. « Mh.. » se ne uscì Miku, portandosi il dito indice sotto il mento, facendo una smorfia con le labbra e rivolgendo gli occhi verso il soffitto. « Sapete cantare bene? » un'altra domanda scappata fuori da chissà dove. Che senso avevano tutte quelle domande? « Creeeedo di sì. » disse Gumi dopo aver ingoiato la caramella a nome di tutte e due. « Ma si può sapere che- » la domanda della verde venne interrotta dall'entrata del professore di turno, il professor Hyuga, e dall'ordine della rappresentante, seduta immancabilmente in prima fila, che disse a gran voce: “In piedi!” e tutti si alzarono tra il fragore delle sedie. “Seduti!” e tutti si sedettero, aprendo i libri e i quaderni, mentre nell'aula brulicava un leggero eco di risatine e il rumore delle pagine che venivano sfogliate.

 

E ti pareva che non mi veniva” si disse Gumi stanca, lanciando la penna sul banco. L'ennesima espressione non le tornava. Quel dannato '-3x2' non compariva sul suo quaderno, dove invece spiccava un bel '-397xy3'. Sbuffò, attirando così l'attenzione della sua compagna di banco. « Meno trecentonovantasette ics ipsilon alla terza?! » lesse incredula, sebbene fosse abituata agli sbagli della sua amica che non stravedeva affatto per la matematica. « Ma come hia fatto a- »

« Non lo so. » la interruppe minatoria Gumi, stiracchiandosi all'indetro, alquanto irritata. Perché, perché quel dannato insieme di lettere e numeri non voleva stare ai suoi ordini? Odiava le espressioni, anche se quelle erano di una facilità assurda, perché dopo sapeva che venivano quelle più complicate, sempre più impossibili. Le avrebbe proibite se fosse stato per lei, le trovava una delle cose più complicate che esistessero nel mondo della matematica. Anzi, correggiamo: per lei, tutto è complicato nel regno della matematica. Rin sospirò, prendendole il quaderno e spostandolo sul suo banco, sotto i suoi occhi che, veloci, volavano da una linea a un'altra dell'espressione. Dopo pochi istanti, questione di sei, sette secondi, la bionda sbarrò almeno metà dell'espressione, riscrivendola nel modo corretto. « Ecco, così è giusto. » annunciò, ridandole il quaderno dove in fondo alla pagina si poteva notare lo scarabocchio di Rin e la conseguente correzione. « Avevi sbagliato il quarto passaggio. » e ritornò ai suoi esercizi. Gumi non si preoccupò tanto dell'espressione, anzi, a dirla tutta non gliene importava proprio nulla. Si sporse verso Rin, schioccandole un veloce bacio sulla guancia. « Signorina Kagamine, lei è un g-e-n-i-o! » Rin sorrise imbarazzata. « Signorina Megpoid, la invito a tornare gentilmente ai suoi doveri scolastici. »

 

Tutti si alzarono contemporaneamente strisciando le sedie al suono della campanella che annunciava la fine della seconda ora e l'inizio della ricreazione. Come tutti gli altri, Gumi si alzò non preoccupandosi affatto della sedia che strisciava sul pavimento. « Mi accompagneresti un attimo al bar per prendere la merenda? » le propose Rin, tutta indaffarata a tirare fuori dalla cartella il portafoglio con dentro qualche yen. « Come vuoi. » disse, avviandosi verso la porta affiancata dalla bionda, alta almeno dieci centimetri in meno di lei. Gumi non era molto alta, sfiorava appena un metro e sessantacinque, ma Rin non arrivava nemmeno a un metro e sessanta, e se stavano vicine la sua altezza si notava ancora di più. Ma cosa poteva farci? Gumi era la sua migliore amica; non doveva starle accanto solo per il fatto che questo accentuava ancora di più la sua non molto sviluppata altezza? Il bar era al secondo piano dell'edificio, e siccome loro erano al primo, salirono le scale, incrociando per la strada una loro compagna di classe, Meiko Sakine, che le salutò con un veloce sorriso, in questo modo accentuando ancora di più le gote arrossate. Le due ragazze sorrisero di rimando, per poi tornare con gli occhi sulla loro strada. Varcato l'ingresso, si ritrovarono davanti il corridoio che brulicava di ragazze e ragazzi. Il bar era subito alla loro sinistra, dopo i bagni. La fila che si doveva fare era lunga e infinita. Gumi sbuffò. « Qualcosa alle macchinette no, eh? » Rin scosse la testa con convinzione. Nell'aria alleggiava un leggero profumo di cioccolata e di crema, unito a quello del pane fresco. Gumi lo inspirò a fondo, quanto le piaceva quel profumo! « Ma.. Ehi! » la lamentela di Rin la riportarono alla realtà: senza nemmeno accorgersene, aveva iniziato a pensare a ruota libera. La bionda si voltò verso di lei, con un'espressione corrucciata dipinta in volto – e che la rendeva estremamente buffa -, per poi rigirarsi, parlando con un ragazzo che aveva davanti, molto più alto di lei. Si sporse, intravedendo un codino biondo difficilmente irriconoscibile. « Insomma, Len! C'eravamo prima noi! » Len Kagamine si girò verso la gemella, fissandola con uno sguardo del tipo 'Io? Io non ho fatto assolutamente nulla.' « Eravamo, indicativo imperfetto.» si rigirò, era oramai quasi il suo turno. O meglio, il loro. A quanto pare, aveva saltato un bel po' di fila e aveva avuto la brillante idea di appostarsi di fronte alla sorella. « E' da un po' che aspettiamo, non sarebbe giusto nei nostri confronti. » Gumi cercò di darle man forte, ma il ragazzo rimase sulle sue, avanzando e ordinando ciò che voleva. Quando ebbe ciò che aveva ordinato nelle sue mani, si voltò, pronto a tornare in classe. « L'importante è che sia giusto nei miei. » sibilò, quando passò accanto a Gumi.

Len Kagamine, il ragazzo più popolare della scuola, fratello gemello della sua migliore amica, dotato di una bellezza fuori dai canoni, per lei era solamente uno strafottente a cui piaceva giocare al gioco del 'io sono il re, voi i miei sudditi'. E la ragazza dai capelli smeraldini non poteva far altro che odiarlo dal più profondo del cuore. Non c'era un fatto passato che la costringeva ad odiare il biondino, semplicemente lo trovava odioso: si credeva chissà chi, prendeva in giro chiunque gli capitava a tiro, scontroso, giocava con i sentimenti delle ragazze che gli si dichiaravano... Si poteva scrivere un libro intero sui suoi difetti e i suoi comportamenti. Fortunatamente, Rin era tutta di un'altra pasta: gentile, simpatica, paziente, sempre sorridente e disponibile. Non sembravano neanche gemelli.

Nel frattempo, non si era accorta che Rin aveva già ordinato un bel ciambellone imbottito di cioccolato. « Riuscirà la nostra Rin a finirsi quel bombolotto gigante? » annunciò subito dopo essere uscita dal bar, comparendo dietro la sua amica e pronunciando quest'ultima frase come si fa alla fine di un anime. « Lo scopriremo nella prossima avvincente puntata! »

« … Ma anche subito. » la corresse Rin, addentando la sua merenda, mentre un rivolo di cioccolato scappò fuori da essa e cadde sul tovagliolino che la ragazza teneva in mano. Gumi sorrise. « Me ne dai un pezzooo..? » chiese petulante Gumi, mentre le due scendevano le scale per tornare in classe; mancava poco al trillare della campanella e all'inizio della terza ora, e le due amiche avevano passato la maggior parte della ricreazione al bar, tra la fila chilometrica e quella barista che ci metteva cent'anni per prendere la merenda giusta, in quel momento ordinata da un qualunque ragazzo. Rin sospirò. « Ti preeego... » continuò la verdina, sapendo che se avesse continuato così sarebbe riuscita a scroccare un pezzo della merenda dell'amica. Era facile convincerla: un paio di occhioni dolci, un 'ti prego' melenso ed era fatta. « No. » sentenziò Rin, scendendo l'ultimo scalino e sorpassandola, entrando in classe. Gumi ci rimase alquanto male, mentre lo stomaco brontolava: stavolta non era riuscita ad ottenere nulla. La raggiunse, e appena mise un piede nell'aula, la campanella suonò. Sospirò: succedeva sempre così. Entrava, ed era finita la ricreazione. Sempre, ma oramai non ci faceva più nemmeno tanto caso a quella buffa coincidenza che, dall'inizio del liceo a quel giorno, la accompagnava come fosse una scherzosa amica.



Angolino dell'autrice:
Eccoci arrivati anche al secondo capitolo *v* Il prologo e il primo l'avevo già postati su un forum - quindi la mia unica quanto amata recensionista (?) sapeva già tutto u.u - ma questo è completamente inedito, eheh! Devo dire che sono abbastanza soddisfatta, sì. Spero possa piacere anche voi e che la storia v'incalzi a seguirla c:
Un bacione a tutti, ai passanti e a chi recensisce, a chi vorrebbe leggere ma non ha il tempo e a chi non mi degna di uno sguardo cattivi ç.ç

Rurucchì ♥

NAndsk

  
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